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La fotografia che salva la vita a Schoep, il cane malato di artrite. Raccolti 25 mila dollari sul web

02/10/2012

Una foto è riuscita a salvare il suo cane. Il canadese John Hunger non avrebbe mai pensato, ovviamente, che lo scatto dell’amica e fotografa Hannah Stonehouse avrebbe potuto aiutare il proprio cane, Schoep. L’immagine ha spopolato su internet e ritrae Hunger che sorregge il suo cane Schoep. L’animale, che ha quasi 20 anni, soffre di una forma artritica molto dolorosa.
Le terapie sono troppo costose per il suo proprietario, ma l’acqua tiepida allevia la sofferenza del cane. Ecco perché, ogni sera, John porta Schoep nel Lake Superior (Canada), dove la temperatura e il senso di galleggiamento regalano una tregua temporanea ai dolori dell’animale. Al punto che l’anziano cane si addormenta fra le braccia del suo padrone.
Questa storia, grazie anche a questa immagine di affetto, hanno commosso gli utenti del web a tal punto che hanno incominciato ad inviare spontaneamente lettere di supporto e donazioni in denaro a John Hunger. Il proprietario è riuscito a raccogliere in poco tempo 25 mila dollari, quasi 20 mila euro.
Il denaro è stato inizialmente utilizzato per le terapie di Schoep. La laser-terapia a cui è stato sottoposto gli ha permesso di camminare di nuovo e ha allontanato una volta per tutte il dolore. E con questo anche l’incubo dell’eutanasia. La situazione clinica di Schoep, infatti, si era fatta talmente grave che John e il suo medico veterinario avevano deciso che non sarebbe stato più giusto farlo soffrire a lungo.
Il denaro inviato a Hunger va oltre la cifra necessaria alle terapie. E, allora, l’uomo ha deciso di usare i soldi rimasti per creare un’associazione insieme al veterinario, il dottor Erik Haukass, e alla fotografa che ha scattato la fortunata immagine, Hudson. La Schoep’s Legacy Foundation, ecco il nome della società, si occuperà di fornire un aiuto economico alle famiglie in difficoltà perché possano pagare i costi sanitari necessari per prendersi cura dei loro animali.

Fonte: nelcuore.org
Foto: Hannah Stonehouse Hudson


Categorie: News dal Mondo

Dog Whisperer in Italia? No, grazie

02/10/2012

E’ questo quanto dichiarano i Medici Veterinari Comportamentalisti insieme alla FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani). Non si tratta di certo di antipatia personale o di invidia per il successo che la serie televisiva in onda sui canali satellitari e promossa da National Geographic riscuote. L’idea di riabilitare e fare adottare i cani dei canili è corretta ed interessante, quello che non va sono i metodi “educativi” che il conduttore di Dog Whisperer sostiene e che forse trovano il giusto terreno culturale in America dove è ancora permessa ad esempio l’eutanasia degli animali dei canili oppure il taglio delle corde vocali. In Italia, almeno in tema di gestione e cultura degli animali siamo un passo avanti, da noi i cani sono considerati, a ragione, esseri senzienti e a nessun proprietario responsabile verrebbe in mente di educarli spaventandoli a morte e provocandogli dolore.
La condizione dei cani abbandonati è molto difficile. Nel migliore dei casi vivono in una gabbia sovraffollata in attesa di un colpo di fortuna: che qualcuno li adotti. Una fortuna che capita a pochi e per molti ospiti dei canili la vita finisce nella gabbia che li ospita. I cani ricoverati nei canili non devono essere sottoposti a ‘esperimenti mediatici’ di riabilitazione canina con metodi vetusti e spesso
Per questo il mondo veterinario italiano, in prima fila i medici veterinari comportamentalisti, ritiene che questa idea di trasformare i canili italiani in un set televisivo, porti nuova fama e ricchezza alla trasmissione, ma sia dannosa per i cani e chiedono ai Comuni ed alle autorità preposte di non cedere alla lusinghe della show business, e di negare l’accesso ai canili da loro gestiti.
La professione veterinaria si augura che per una volta prevalga il buon senso sulla vanità a scapito di qualcuno che non può lamentarsi.

Fonte: Ufficio stampa Fnovi


Categorie: Animali e Cultura

A Palermo, muore il 'figlio' di Varenne. Probabile una corsa clandestina

01/10/2012

Chi non ricorda di Varenne, il più celebrato cavallo trottatore italiano vincitore di numerosi premi d’equitazione. Dopo che il famoso equino è andato in «pensione», per i suoi numerosi figli ci si augurava una vita di successi e gloria. Nessuno è al suo livello e per qualcuno anche una fine crudele e senza onore, ma non per colpa sua.
“It’s a dream”, sarebbe  morto ieri mattina nel corso di una gara clandestina in uno stradone di Palermo. Fino allo scorso luglio aveva corso all’ippodromo delle Favorita nel capoluogo siciliano.
proprietario ha raccontato ai vigili urbani di avere portato l’animale per una sgambatura leggera nello stradone palermitano nei pressi dell’università. L’uomo è stato multato dai vigili urbani.
La conferma che si tratti dello stesso figlio del mitico Varenne la si avrà domani dal microchip che è stato trovato nel cavallo.
Anche se “It’s a dream” campeggiava nella stringa dorata dell’animale stramazzato a terra.
“E’ davvero singolare che il proprietario lo stava facendo sgambettare alle 7.00 del mattino – dicono alcuni animalisti che si trovavano in zona – Questo peraltro vietato dal codice della strada. Ha chiamato lui la municipale, del resto il cavallo era chippato e pertanto si sarebbe risaliti comunque a lui”.
Ma c’è un mistero, chi ha determinato le cause di morte di quel cavallo? Fino a prova contraria  dovrebbe essere compito esclusivo di un Medico Veterinario. Non solo. Se il microchip non è stato rilevato con il lettore, chi è certo, ora, che quel cavallo sia realmente It’s a Dream?  “Sia io che i colleghi, abbiamo appreso di quel cavallo dalle notizie di stampa – riferisce il dott. Giambruno – Purtroppo nessuno dei nostri Veterinari risulta essere stato chiamato ieri in via Ernesto Basile. Non credo – ha aggiunto il dott. Giambruno – che la Polizia Municipale, come ho letto essere intervenuta, sia in possesso di lettori“.
La Polizia Municipale, avrebbe ricevuto la telefonata alle 7.20, poco più di un’ora dopo il cavallo era già sul camion che l’avrebbe portato all’unico inceneritore autorizzato di Catania.
Secondo il racconto del proprietario una Fiat Panda avrebbe sbandato e il cavallo sarebbe andato a battere la testa contro il palo. L’incidente in via Ernesto Basile, una delle strade preferite la domenica mattina, insieme alla Circonvallazione, per le corse clandestine.
“Ma nel luogo dell’incidente – aggiungono gli animalisti – tracce della Panda non ce n’erano. Così come il calesse”. Per la polizia municipale il caso si è chiuso. Il cavallo già prima delle nove era dentro il furgone dei rifiuti speciali.
Una fine miserrima, se fosse confermata l’illustre parentela, rispetto a Varenne che nella sua straordinaria carriera, ha vinto in totale 45 gare su 58 disputate, mettendo in cassaforte quasi 9 miliardi di lire di montepremi.
Le crude immagini dell’incidente sono facilmente reperibili sul web.


Categorie: News dal Mondo

Si porge dal balcone per salvare uno dei suoi due cani ma cade nel vuoto. Solo fratture

01/10/2012

Una giovane venticinquenne di Pescara, nella mattiana di ieri, ha visto che uno dei suoi cani era incastrato nella ringhiera del balcone e rischiava di cadere di sotto. Immediata la reazione di slanciarsi per acciuffarlo ma nell’angoscia di metterlo al sicuro, la donna si e’ sporta troppo ed e’ caduta nel vuoto, finendo sull’asfalto.
A ricostruire e riferire la dinamica dell’incidente è stata la polizia, intervenuta sul posto subito dopo il fatto. La giovane e’ stata soccorsa e trasportata dal personale del 118 in un ospedale della zona dove è stata sottoposta ad accertamenti che hanno evidenziato come non sia in pericolo di vita e che se la potrebbe cavare solo con la frattura agli arti inferiori. Del cane non si hanno notizie, c’è da sperare che il gesto generoso della sua proprietaria sia valso almeno a garantigli l’incolumità.


Categorie: News dal Mondo

Tornato in libertà il cucciolo di volpe salvato durante il sisma in Emilia

01/10/2012

Il Centro di recupero della fauna selvatica ‘Il Pettirosso’ di Modena ha rappresentato un rifugio sicuro per tutti gli animali selvatici e non, colpiti dal terremoto.

Presso il Centro, oltre ai circa 5-600 animali selvatici,  sono ancora ospitati  una cinquantina di domestici, accolti dopo il sisma e che i padroni, ancora senza casa, non hano potuto ancora tornare a prendere.

Ma la buona notizia arriva dalla riacquistata libertà del cucciolo di volpe che il 2 giugno fu salvato dalla Forestale e dai volontari del centro a Finale Emilia, nel Modenese. La bestiola era rimasta intrappolata nel crollo di un fienile. Una scossa di assestamento, avevano dedotto i soccorritori, l’aveva sorpresa mentre evidentemente gironzolava tra i detriti alla ricerca dei nidi caduti nei crolli. I suoi soccorritori, impegnati come ogni giorno nelle operazioni di recupero di animali selvatici feriti dal terremoto, l’avevano sentito latrare e individuato. Il piccolo – che poi si era accertato essere un giovane maschio ma già indipendente dalla madre – è stato liberato a luglio, quando i volontari hanno realizzato che era diventato indipendente ed era di nuovo in grado di alimentarsi da solo. “Mettiamo piccoli insetti nelle gabbie, come cavallette e grilli – ha spiegato Piero Milani, responsabile del Pettirosso – quando predatori come le volpi, o i rapaci, iniziano a giocare e fare agguati, vuol dire che sono pronti a cacciare”. Alla volpe non era stato dato un nome (“lo fai se pensi di tenerlo con te, non quando vuoi rimetterlo in libertà” spiega Milani). Dall’inizio dell’anno al Pettirosso ci sono stati circa 3.000 ingressi. Dopo il sisma c’é stato un picco, con l’arrivo anche di animali esotici inconsueti per la zona, evidentemente fuggiti da voliere o gabbie durante le scosse. “Molti ci hanno anche portato i loro animali, come cacatua, cincillà o criceti, che non potevano tenere con sé in tenda o in auto”. Nel complesso ora al centro ci sono appunto circa 5-600 animali. Quelli ‘sfollati’ dalle case erano circa un centinaio, ora si sono ridotti ad una cinquantina. 

Fonte e foto: Ansa


Categorie: News dal Mondo

L'Hartsdale Pet Cemetery, cimitero per can,i gatti e proprietari di New York, inserito nei luoghi storici degli States

01/10/2012

Non è un cimitero monumentale, sebbene sia stato costruito ben 116 anni fa, ma per la sua particolarità, l’Hartsdale Pet Cemetery, a Nord di Manhattan, è stato riconosciuto come uno dei luoghi storici americani.
L’Hartsdale Pet Cemetery è l’ultima dimora di 75 mila animali, ma anche di 700 uomini e donne, che non volevano separarsi dai loro amici a quattro zampe ed e’ popolarissimo anche tra le celebrita’: Mariah Carey, per esempio, ha deciso di seppellire lì il suo pet ma non ha fatto sapere se, quando sarà il momento vorrà raggiungerlo.
Il direttore del cimitero, Ed Martin, ha fatto sapere di essere “onorato” della decisione di un cimitero inserito in un registro così prestigioso. Ma non è il primo riconoscimento per il cimitero newyorkese: già nel 2008, una guida turistica aveva compreso l’Hartsdale Pet Cemetery tra i dieci posti migliori al mondo per essere sepolti, tra i quali sono annoverati anche il Taj Mahal, in India, e le Piramidi egiziane.


Categorie: Curiosità

La volubità della moda e la crisi economica sono le cause dell’abbandono dei “cani da borsetta” in Inghilterra

01/10/2012

Gli “handbag dogs”, cani da borsetta, non sono più di moda e, lasciate le vezzose borse delle proprietarie, perché sono in maggioranza le donne ad amare questi cani toy, si ritrovano in canile o,  peggio ancora, abbandonati per strada. Chi li aveva acquistati pensava che il costo del loro mantenimento fosse proporzionale alle loro dimensioni ma naturalmente non è così. Con l’arrivo della crisi i primi a farne le spese sono stati questi cani comprati come un accessorio di moda e non amati per il loro essere cani.
I vari chihuahua e yorkshire terrier, ma anche bassotti, shih-tzu e volpini di Pomerania, non sono preparati ad affrontare la convivenza nei rifugi, tantomeno la vita di strada.
Abituati a ogni attenzione, a stare in borsa o in braccio non sano cosa vuol dire camminare o hanno perso la voglia di farlo. Solo perché sono stati viziati e si aspettano di essere portati in giro in braccio anche dai volontari dei rifugi.
Era il 2010 quando in Inghilterra cominciavano a verificarsi molti abbandoni di toy dogs. L’associazione animalista Charity Blue Cross  ne aveva raccolti 177, più del triplo rispetto ai 53 del 2006 e la Dogs Trust, la più importante associazione animalista inglese, in un solo anno aveva registrato un aumento del 44% di abbandoni, passati dai 285 del 2009 ai 409 del 2010, “con arrivi purtroppo giornalieri al punto che dopo i primi sei mesi del 2011 siamo già a 149 toy dogs riportati indietro”
L’allarme sulla situazione di queste bestiole è stato lanciato dai responsabili del Battersea Dogs and Cats Home, lo storico ricovero per animali abbandonati di Londra, che parlano di un aumento medio del 40% di micro-cagnolini entrati in canile dall’inizio dell’anno.
Un fenomeno così preoccupante e diffuso da portare l’associazione Dogs Trust  a far partire un programma di educazione canina nelle scuole per scoraggiare le adolescenti a comprare i cani. borsettina_320x200
da borsetta solo perché lo facevano anche Paris Hilton, Britney Spears o Eva Longoria.”I cani da borsetta sono ormai diventati un fenomeno di costume – spiega Ali Taylor della Battersea Dogs and Cats Home al “Daily Express” – ma purtroppo sempre più spesso la gente li prende senza sapere bene come accudirli e poi siamo noi associazioni a doverne pagare le conseguenze. E’ vero, questi cani sono piccoli, ma sono pur sempre dei cani, con una loro personalità e un loro carattere, a volte ben spiccato. Invece le persone tendono a trattarli come degli accessori modaioli o, peggio ancora, dei bambini viziati, ai quali viene concesso tutto, ma questo atteggiamento permissivo contribuisce solo a causare a questi cagnolini dei problemi comportamentali anche gravi e a rovinare per sempre il rapporto cane-proprietario”.


Categorie: Curiosità

Affogò due gattini in un laghetto, anziana rischia 18 mesi di carcere

01/10/2012

Dopo i due gatti uccisi e lasciati sulla cancellata delle Poste, Montemarciano torna alle cronache per un nuovo atto di crudeltà verso gli animali, sempre gatti.
Era il 1° di maggio del 2008 quando una signora di 73 anni di Montemarciano, dopo aver chiuso quattro micini appena nati dentro un sacchetto di plastica, li avrebbe gettati in un laghetto del paese.
L’intervento di un passante che aveva assistito alla scena e recuperato il sacchetto, salvò la vita a due dei gattini mentre gli altri erano già affogati.
Per questo, l’anziana sarà processata ad Ancona il primo ottobre prossimo con l’accusa di uccisione di animali, anche grazie a una testimonianza che ha identificato la presunta colpevole. La donna rischia una condanna da tre a diciotto mesi di reclusione. Ne da notizia Il Messaggero.
Il giudice monocratico Paola Mureddu che si occupa del caso, dovrà non solo verificare le eventuali responsabilità dell’anziana ma anche esaminare la posizione di altre due persone – un uomo di 46 anni e una donna di 49 – accusate di resistenza a pubblico ufficiale. Quando i Carabinieri, a seguito di una denuncia, il successivo 20 giugno 2008, andarono a perquisire la casa della donna per verificare l’eventuale presenza di altri animali e le loro condizioni, vi trovavano anche altre due persone, i coimputati. Questi avrebbero cercato di impedire ai militari l’ingresso nella casa poi,  coprendoli di insulti, osteggiarono in ogni modo il sopralluogo.


Categorie: News dal Mondo