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RI-HABITAT, dal 14 luglio mostra LAV al Margutta

01/07/2011

Sofferenze, maltrattamenti, abbandono. E il ritorno alla vita. Alessia Cerqua – fotografa romana che collabora attivamente con la LAV (Lega Anti Vivisezione) – offre uno spaccato inedito dell’attività di recupero di animali sequestrati e vittime di sperimentazione. Immagini in bianco nero che attestano il diritto alla vita di scimmie nate e vissute all’interno di laboratori, cavalli maltenuti, tigri sequestrate a strutture circensi e, ancora, rapaci, rettili, cani e gatti. L’incontro con la LAV ha regalato a queste creature la salvezza, una casa sicura e una vita finalmente da vivere.
Di qui la mostra “RI-HABITAT” – curata da Francesca Barbi Marinetti – che offre l’opportunità di conoscere questi animali e le loro storie a lieto fine. Le opere esposte presso Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini a partire dal 15 luglio 2011, saranno battute all’asta il 13 settembre per raccogliere fondi da destinare a progetti di recupero di animali salvati dalla LAV.
Protagonisti, quindi, animali di diverse specie dove giovedì 14 luglio alle ore 18.30 inaugura la mostra: “Volevo raccontare” – afferma l’artista – “la straordinarietà del ritorno alla vita di creature a cui è stata negata la libertà. I loro sguardi sono in grado di raccontare una vera e propria rinascita dopo esperienze drammatiche e commoventi.”
“Siamo abituati a vedere immagini di animali” – afferma la curatrice – “chescimmia_320x200 da sempre rappresentano un veicolo mediatico capace di suscitare emozione ed empatia. Le fotografie di Alessia Cerqua raccontano un tratto meno conosciuto, quello del recupero dal disagio  di animali sfortunati che hanno incontrato il lato più ostile dell’uomo. Il messaggio è intenso e positivo. Le loro posture invitano chi osserva a riconoscere un percorso di sofferenza affrancato da nuove opportunità di inserimento in contesti protetti. Restano esseri a metà strada tra l’habitat naturale in cui sarebbero dovuti vivere e quello civilizzato che scende a patti con i diversi, a volte contraddittori, istinti della natura dell’uomo. La scelta del bianco nero ne rafforza e interiorizza la forza comunicativa”.
Il destino di grandi felini sequestrati ad un circo, di scimmie originarie delle foreste tropicali ma costrette a vivere in uno stabulario per la vivisezione, animali che purtroppo non possono essere reimmessi in natura, o di cavalli maltrattati, sarebbe stato davvero un’incognita se un’associazione non si fosse presa cura di loro, grazie ai suoi volontari, ai centri di recupero che li hanno accolti e ai tanti sostenitori.
“Si tratta di animali molto diversi tra loro per caratteristiche, esigenze o traumi subiti” – spiega Gianluca Felicetti, Presidente LAV – “le scimmie uistitì, che da pochi mesi abbiamo salvato da un laboratorio, non avevano mai visto un albero: per loro abbiamo costruito un ampio spazio protetto e riscaldato, con piante e tronchi su cui arrampicarsi e giocare; si tratta di un piccolo nucleo famigliare che non abbiamo voluto separare. Al loro arrivo erano diffidenti e spaventate, ma lentamente si sono ambientate nella loro nuova casa, il Giardino Faunistico dell’Abatino (Rieti), e si sono abituate alla figura umana che per lungo tempo ha rappresentato solo abusi e violenze, anche psicologiche”.
cavallo_320x200Il recupero di animali che hanno alle spalle un passato così difficile, è molto delicato, richiede un impegno individuale, professionalità e sensibilità non comuni. Questa mostra fotografica è il racconto della straordinaria attività svolta per il recupero di animali, storie che portano con sé l’appello al rispetto, a prevenire e perseguire maltrattamenti e abusi.
Alessia Cerqua, ha esposto in gallerie e festival internazionali di fotografia e pubblicato su numerosi quotidiani e riviste. Con la LAV ha collaborato alla mostra “Zoo” (2010), dedicata alla forzata cattività, parte di un progetto di lunga durata sul comportamento degli animali.
Si ringrazia: Il Parco Faunistico dell’Abatino (Rieti), Il Centro recupero animali selvatici Crase-WWF Semproniano (Grosseto), Serenity Horse (S.Marino), Centro ESE – EquinSenseExperience (Roma), I-Care Italia, L’Hotel degli animali (Frattocchie, Roma).

Fonte: www.lav.it


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Travaglio: "depenalizzare il reato di maltrattamento agli animali". la replica del Presidente Enpa C

01/07/2011

Per anni i maltrattamenti agli animali sono stati puniti solo con multe. Risultato: brevissima prescrizione dei procedimenti legali, nessun effetto deterrente, palese squilibrio tra l’azione commessa e la sanzione. Da quando questa legge esiste è stato possibile perseguire in tribunale i maltrattatori. Travaglio lamenta di essere considerato un maltrattatore di animali. Se si oppone a che i maltrattatori veri vengano perseguiti si unisce, seppure involontariamente, a quella compagnia. Ma se per Travaglio qualunque reato perseguibile penalmente viene percepito come ostativo del suo personale criterio delle priorità relative all’azione dei giudici, il problema fa parte delle sue ossessioni e non della realtà. Solo perché sia chiaro che queste valutazioni non hanno nulla di pregiudizialmente politico, dichiaro la mia appartenenza e lunga militanza nella parta politica opposta a quella dell’attuale maggioranza di governo. (30 giugno)

Carla Rocchi
Presidente nazionale Ente Nazionale Protezione Animali

www.enpa.it


Categorie: News dal Mondo

La Lav replica alla presa di posizione di Marco Travaglio in materia di reati ambientali e contro gl

01/07/2011

“Ascoltiamo con vivo stupore e forte delusione la presa di posizione di Marco Travaglio in materia di reati ambientali e contro gli animali, la cui depenalizzazione sarebbe a suo parere la soluzione giusta per non ingolfare i tribunali italiani. Dispiace sinceramente assistere ad un tale macroscopico errore metodologico nel voler risolvere il problema della lentezza della giustizia, che certamente sussiste e di cui siamo tutti consapevoli, ma che ancora una volta si propone di risolvere nel modo sbagliato”.
Questo il commento della LAV al parere espresso dal giornalista in un video-editoriale pubblicato su youtube (dal 31° minuto).
“Sarebbero altre le soluzioni da adottare per affrontare il problema dei tempi della giustizia italiana, come garantire maggiori risorse alla magistratura e alle Forze di polizia, anziché depenalizzare i reati ambientali e contro gli animali, che hanno una forte valenza sociale e dimostrano l’avanzamento culturale della nostra nazione”, prosegue l’Associazione.
“Ma il discorso di Travaglio, prima che politicamente, lascia  perplessi e rischia di generare confusione tra i non addetti ai lavori sotto il profilo tecnico-giuridico – afferma Maurizio Santoloci, magistrato e direttore dell’Ufficio Legale LAV – il giornalista, infatti, sostiene che il maltrattamento animale non dovrebbe essere un reato “penale”:  ci chiediamo se esistano reati “non penali” e magari “reati amministrativi”.
Marco Travaglio prosegue affermando che in luogo del reato (“penale”) si dovrebbe irrogare una multa in via amministrativa appellabile una sola volta, “peccato che la “multa” è una sanzione penale per i reati-delitti, che solo un giudice penale può irrogare (e che poi è proprio l’attuale pena prevista per chi maltratta gli animali!) – prosegue Santoloci – una “multa” non può essere certo “amministrativa”: semmai si tratterà di una “sanzione amministrativa” (singolare, poi, in questa miscellanea giuridica a cavallo tra penale ed amministrativo il nuovo concetto di unico grado di “appellabilità”)”.
Al d là di tali aspetti formali (che pure sono fondamentali), va rilevato che la “sanzione amministrativa” che Travaglio (confondendola con la multa “penale”) auspica per i reati a danno degli animali è una sanzione della stessa natura e tipologia dell’illecito di parcheggio di auto in divieto di sosta! “Vi immaginate quale effetto deterrente e repressivo tale sanzione può avere verso chi fa del maltrattamento degli animali uno stile comportamentale seriale ed un business sistematico, oltre ai fenomeni della zoomafia come i combattimenti tra cani  o le corse clandestine dei cavalli? – aggiunge Santoloci – E si dimentica che il maltrattamento riguarda non gli episodi risibili da lui citati ma fatti gravi nel campo della macellazione, trasporto su strada, bracconaggio, e molti aspetti commerciali ove l’animale è ancora trattato come una cosa inanimata”.
Rispetto alle pene che il giornalista definisce “irrisorie”, vogliamo ricordare che il codice prevede sino a 2 anni di reclusione per l’uccisione di un animale e 18 mesi per il maltrattamento, con prescrizione che sale sino a 7 anni. Quanto poi all’impunibilità dei maltrattatori, sono decine e decine i casi di condanna a carico di responsabili di maltrattamenti contro di centinaia di animali, come ad esempio i titolari di allevamenti abusivi o di canili lager, che per merito di queste norme si sono visti sottratti, sin dall’inizio, gli animali grazie al sequestro e la successiva confisca. Animali che sono stati così realmente salvati.
Spiace infine precisare che mentre Travaglio chiede che i reati contro gli animali siano depenalizzati una direttiva comunitaria, la DIRETTIVA 2008/99/CE, impone agli Stati membri di applicare la tutela penale per ambiente ed animali, proprio perché la Comunità è preoccupata per l’aumento dei reati ambientali e per le loro conseguenze, reati che stando alla Comunità europea, esigono una risposta adeguata. Lo stesso Trattato di Lisbona all’art 13, richiamando il principio già previsto nel Protocollo allegato al Trattato di Amsterdam, riconosce  gli animali quali “esseri senzienti” 
 “Ci auguriamo che i discorsi ascoltati oggi restino una posizione isolata, posizione che delude certamente, come lo stesso giornalista ammette, gli ambientalisti ed animalisti, ma che sicuramente farebbe felici tutti coloro per cui ambiente ed animali sono solo un ostacolo ad attività economiche senza scrupoli, e quanti proprio sulla pelle degli animali fondano enormi interessi economici, come dimostra il coinvolgimento sempre crescente della criminalità organizzata”, conclude l’avv. Carla Campanaro.

fonte:www.lav.it


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