Il sindaco di Stroncone (TR) ha emesso un’ordinanza che vieta di dare da mangiare ai gatti nel centro storico del paese, un divieto che più volte i primi cittadini si sono visti costretti a ritirare. Questa volta poi, Il Sindaco della cittadina umbra non aveva fatto i conti con Victoria, una 12enne, per metà italiana e per metà tedesca, grande amante dei gatti e paladina dei loro diritti. Come riportano i
media locali, la ragazzina ha vinto la battaglia sui gatti che era scoppiata nella cittadina guidando la protesta di tutti i gattari di Stroncone.
Victoria è una gattara a tutti gli effetti, quando ha visto i cartelli affissi è andata su tutte le furie. Ne ha parlato con i genitori e con le amiche Victoria con quest’ultime 6 anni fa ha creato il Club dei Gatti, un’associazione di bimbi con la passione per i gatti.
Dopo aver visto quel cartello si è data subito da fare, cercando una soluzione che potesse cancellare quell’ordinanza. Ma bisognava fare in fretta, i gatti muoiono di fame. La piccola, insieme ai genitori si è rivolta all’Enpa. L’idea è arrivata subito dopo. Perché non far diventare papà il referente di una colonia felina?
La cosa può essere fattibile, perché la legge dice che la colonia riconosce in una determinata zona la presenza dei gatti e ne vieta lo spostamento, una volta riconosciuta dal Comune, va sotto l’ala della Asl che si interessa del benessere degli animali e sterilizza le gatte presenti in modo tale da arginare la proliferazione.
la legge parla chiaro e lo scriviamo anche noi:
«Il gatto è un animale protetto non lo si può spostare dal luogo in cui vive, impossibile quindi dargli il cibo in una zona lontana dal suo habitat, come indica l’ordinanza del sindaco, significherebbe non farlo mangiare perché il gatto è stanziale gira sempre nella stessa area».
L’istituzione di una colonia felina è l’unica soluzione a norma di legge. A interessarsi della loro salute sarà l’Asl. A Victoria e suo padre il compito di essere i referenti della colonia, di dar da mangiare ai gatti, ripulire la zona in cui mangiano in modo tale da non arrecare danno al decoro del paese.