Si è spento all’età di 61 anni “l’uomo che sussurrava agli elefanti”, il sudafricano Lawrence Anthony. Stroncato da un attacco cardiaco, Lawrence Anthony, nipote di un minatore scozzese immigrato in Sudafrica negli anni ’50, era diventato noto in tutto il mondo per l’ appassionato impegno in difesa degli animali; una passione, la sua, che lo avevo spinto prima ad addomesticare gli elefanti (da qui il suggestivo soprannome) e a dar loro rifugio nelle sue proprietà vicino Durban (Sudafrica), salvandoli così dallo sterminio, poi ad adoperarsi per salvare gli animali coinvolti nei conflitti bellici. A cavallo tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo secolo, Lawrence Anthony aveva mediato con l’Esercito di Resistenza del Signore – una fazione ribelle, parte attiva nella guerra civile che ha sconvolto l’Uganda – convincendo i guerriglieri a non infierire sui rinoceronti bianchi che vivevano posti sotto il loro controllo. Ma l’impresa cui il sudafricano ha legato il suo nome è l’intervento durante l’invasione irachena nel 2003 quando, tra i primi civili ad arrivare a Bagdad, fece anche l’impossibile per proteggere gli animali detenuti nello zoo di Bagdad. Facendo leva sulle sue abilità di mediatore, Lawrence Anthony riuscì infatti a riunire sotto un’unica bandiera i militari della Guardia Repubblicana (il corpo scelto di Saddam Hussein), dell’Esercito Americano ei Mullah che lavorarono insieme per recuperare gli esemplari fuggiti dalla struttura e tutelare quelli rimasti all’interno dello zoo. «E’ successo qualcosa di meraviglioso», disse allora “l’uomo che sussurrava ai cavalli, «[…] i soldati delle Guardie repubblicane hanno lavorato con le truppe americane per due settimane nello zoo, dopo essersi uccisi l’un l’altro.» Con la scomparsa di Lawrence Anthony il mondo animalista perde un attivista di grande capacità e uomo di indubbio valore; a sentirne la mancanza saranno non soltanto i compagni di tante “battaglie” ma soprattutto loro – gli animali – che avevano trovato in lui un generoso paladino.
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