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Un italiano su tre ha un animale domestico: oltre 60 milioni i pet d’Italia

20/09/2019

Gli animali da compagnia, in inglese Pet, in Italia sono circa 60 milioni in base alle stime dell’ultimo report di ASSALCO, l’Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, pubblicato nel 2018. I dati Eurispes, raccolti nel gennaio 2019, confermano questa tendenza, accennando anche all’aumento del numero di animali non convenzionali: non solo cani e gatti, dunque, ma anche animali esotici come uccelli, pesci, conigli e tartarughe.
Il numero di Pet presenti nelle nostre case è infatti in crescita: attualmente, siamo a quasi 60.500.000 di esemplari. Fra i preferiti, oltre a cani e gatti (circa 15 milioni in tutto), troviamo anche pesci (circa 30 milioni), piccoli mammiferi e rettili (poco più di 3 milioni) ed uccelli (quasi 13 milioni).
I dati Eurispes, raccolti a gennaio 2019, mostrano un’Italia particolarmente “pet friendly”: il 33,6% degli italiani possiede almeno un animale domestico ed è aumentato, rispetto allo scorso anno, il numero delle famiglie con più animali.
L’indagine inoltre sottolinea che sono sempre più presenti anche gli animali non convenzionali; infatti fra le famiglie che hanno almeno un pet:
il 40,6% possiede cani;
il 30,3% gatti;
il 6,7% uccelli;
il 4,9% pesci;
il 4,3% tartarughe;
il 2,5% conigli;
il 2% criceti;
l’1,3% cavalli;
l’1,1% rettili;
lo 0,4% asini.
L’aumento del numero di animali domestici non convenzionali rende necessaria una più accurata regolamentazione normativa, ancora piuttosto carente e limitata, dal momento che menziona solo cani e gatti. In più, dovrebbero essere implementati gli strumenti e la “cultura” del possesso responsabile di tali animali; queste specie non convenzionali, come conigli, tartarughe, pappagalli, hanno bisogno di cure differenti da quelle per i pet più comuni e, di conseguenza, di medici veterinari specializzati.
Un esempio è costituito dal coniglio, il terzo mammifero presente nelle case degli italiani dopo cane e gatto. Molti purtroppo sottovalutano l’importanza di affidarlo a veterinari esperti, ignorando la necessità dell’animale di ricevere “cure specifiche“.
La dottoressa Amelia D’Ambrosio, medico veterinario specializzato nella cura di animali esotici non convenzionali, spiega il motivo:
“Alle volte si sottovaluta l’importanza di visite periodiche perché il nostro coniglio “sta bene”, ignari del fatto che possono avere parassiti intestinali, cutanei o sviluppare patologie dentali perché li alimentiamo in modo sbagliato. Effettuare visite di controllo permette di gestirli ed alimentarli in modo corretto ma soprattutto significa prevenzione. In particolar modo in questo periodo, ad esempio, con l’arrivo della primavera, è consigliabile vaccinare i propri conigli per Mixomatosi, MEV-1 (malattia emorragica virale tipo 1) e MEV-2 (malattia emorragica virale tipo 2), poiché con l’aumento delle temperature aumenta anche il numero di insetti, pungitori e non, che possono trasmettere queste malattie per le quali non esiste una cura specifica; l’unica arma che abbiamo è prevenirle con la vaccinazione”.
Viste le importanti finalità di compagnia di tali animali lo scopo è ormai quello di offrire loro le migliori qualità di cure possibili”.


Categorie: Curiosità