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“Uccidere i cani randagi? Non si può”. In Romania bocciata la legge dalla Corte costituzionale

11/01/2012

Mentre in Ucraina, in attesa che inizino gli europei di calcio, si sono verificati molteplici e sospetti casi di avvelenamento di randagi e cani di proprietà, solo un anticipo sulla strage di massa programmata, il sito di giornalettismo.com pubblica una notizia che solo in parte ci conforta e che in attesa di conferma vi riportiamo:

L’articolo che consentiva alle autorità locali di procedere all’eliminazione dei cani randagi, incluso nella legge approvata il 22 novembre scorso dal parlamento romeno, è stato dichiarato oggi incostituzionale.
Il provvedimento – La sentenza della Corte costituzionale si riferisce al provvedimento che stabilisce che le autorit locali possano organizzare referendum affinch i cittadini decidano se far sopprimere o meno i cani randagi. La legge prevede in alternativa l’obbligo per le autorit, entro 60 giorni dall’entrata in vigore, di realizzare canili e organizzare servizi per ospitare, nutrire e curare gli animali. La denuncia presso la Corte Costituzionale che ha provocato la bocciatura dell’articolo specifico, stata presentata dal Partito socialdemocratico e dal Partito liberale (le principali formazioni politiche dell’Usl, la coalizione dei partiti dell’opposizione).
L’eliminazione – “L’eliminazione dei randagi una misura estrema, contraria alle norme relative ai diritti degli animali nella regolamentazione internazionale e nelle regolamentazioni comunitarie con carattere obbligatorio”, si legge nella denuncia dell’Usl. In assenza di cifre ufficiali, solo a Bucarest si stima la presenza di circa 50 mila cani senza padrone, mentre sono circa 8 mila i casi di persone morse da questi animali registrati ogni anno. Nonostante il reiterato tentativo di regolamentare la situazione, le autorità hanno sempre riscontrato una forte reazione da parte di numerose associazioni non governative per la protezione degli animali, che godono tra l’altro del sostegno di varie personalit pubbliche romene ed internazionali. (Nova)


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