Vedete la cagnolina della foto qui a fianco? Ora immaginatevela in una pozza di sangue, con il cranio sfondato e il corpo martoriato da calci. È questa la fine che ha fatto, il 7 marzo. Uccisa a sangue freddo, senza nessun motivo, da un uomo che la conosceva da anni e che, poche ore dopo averla massacrata, ha offerto il caffè al padrone disperato che ancora non sapeva che fine avesse fatto la sua Ciccetta. L’accusa è pesante e saranno gli investigatori a stabilire come siano andate esattamente le cose, certo è che per ora tutte le prove sono contro di lui. Si tratta di un operaio di 50 anni di Sassari, che da tempo lavorava in un’azienda a Predda Niedda. Il suo datore di lavoro anni fa aveva raccolto da strada una cagnolina, dolcissima e affettuosa che probabilmente nel suo albero genealogico aveva anche qualche yorkshire.
Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 6 marzo l’operaio, verso le 17, appena finito il turno di lavoro, senza alcun motivo, ha iniziato a picchiare la cagnolina che si trovava nell’ufficio del titolare, da sola. Ma non è finita qui. Poco dopo, l’uomo è rientrato nell’ufficio e ha riniziato: altri colpi, altri calci. Calci sferrati con inaudita violenza, con le scarpe antinfortunistiche, sino a quando Ciccetta è svenuta in una pozza di sangue. La mattina seguente l’operaio è arrivato un po’ prima dell’inizio del turno di lavoro e, accortosi che Ciccetta era ancora viva, le ha dato il colpo di grazia schiacciandole la testa con una pietra. Ha preso poi dei guanti e ha pulito il pavimento dal sangue, mettendo il corpo della cagna in una busta della spazzatura che ha gettato successivamente in un campo vicino. Ciccetta aveva avuto recentemente i cuccioli rimasti ora senza la loro mamma.
Come se nulla fosse, pochi minuti dopo, ha offerto il caffè al padrone della cagnetta, che intanto era in apprensione perché non trovava più da nessuna parte la sua amica a quattro zampe.
L’operaio, però, non aveva fatto i conti con le telecamere di sorveglianza e soprattutto con un suo collega, un testimone che ha visto tutto e ha riferito al datore di lavoro. L’uomo ha immediatamente cercato riscontri di quanto l’operaio gli avesse raccontato, forse sperando in cuor suo di non trovarne. E invece le riprese riportavano fedelmente ciò che il testimone aveva riferito e nel campo lì vicino il corpo martoriato rinchiuso in una busta per la spazzatura non lasciava alcuno dubbio sulla fine atroce di Ciccetta.
Il proprietario della piccola yorkshire ha sporto denuncia e licenziato l’operaio. Nei prossimi giorni arriverà anche il referto dell’autopsia. Intanto stamattina l’uomo ha portato in questura il video e gli altri documenti che inchioderebbero l’operaio. Quest’ultimo, tra l’altro, non nega le sue responsabilità e, nella speranza di mantenere il posto di lavoro, ha chiesto scusa. Troppo tardi, e troppo grave la sua azione: per lui non c’è più posto nell’azienda. Intanto saltano fuori nuovi particolari: parrebbe infatti che l’uomo avesse pestato la povera cagnetta già altre volte, davanti a testimoni che però fino a oggi non avevano avuto il coraggio di parlare.
I maltrattamenti e l’uccisione di animali sono un reato per l’ordinamento italiano. Al padrone, senza voce da quanto ha pianto in questi giorni, che sa che non potrà più vedere Ciccetta scorrazzare in giro con la sua codina sempre in movimento, non resta che una speranza: «Ora non resta che confidare nella giustizia».
Fonte: www.express-news.it
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