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Spiragli per i randagi della citta’ di Bihac in Bosnia: non solo cibo ma sterilizzazioni e informazione

28/12/2012

A meno di un mese dalla prima consegna di cibo donato dall’ Enpa per il canile di Bihac, tristemente noto per la sua situazione disastrata, la sorte degli ex randagi della città bosniaca potrebbe essere arrivata a una svolta.
Infatti, grazie al coordinamento tra la responsabile della campagna dell’Enpa Silvia Maraone e all’associazione animalista locale Spas si è ottenuta l’attenzione dovuta al caso da parte del Comune il quale, di concerto con i veterinari, ha preso l’impegno per la realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento del canile che sorge nei pressi di una discarica e non offre adeguato riparo agli animali, in una zona dove d’inverno le temperature scendono molto al di sotto dello zero – e consentendone l’accesso giornaliero dei volontari e la rimozione della neve da parte delle stesse autorità comunali.
Non mancano poi le attività sanitarie per la sterilizzazione e le attività di informazione e sensibilizzazione, quali l’affissione lungo le strade cittadine di pannelli che promuovono l’adozione dei “trovatelli”, l’educazione dei bambini al rispetto per gli animali, e anche un programma televisivo finalizzato a modificare l’atteggiamento dell’opinione pubblica locale, ben poco favorevole ai cani in generale e ai randagi in particolare.
L’Enpa ha offerto la sua collaborazione per la realizzazione delle attività tese a garantire la promozione del corretto rapporto uomo-animali e soprattutto per realizzare la campagna di sterilizzazione e di informazione.
“Auspico che il protocollo d’intesa venga siglato il prima possibile – dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa – e soprattutto che esso venga attuato alla lettera, contribuendo così ad alleviare le difficilissime condizioni di detenzione degli animali e a garantire i minimi diritti dovuti ai tanti animali randagi. Naturalmente, grazie alla nostra responsabile, seguiremo l’attuazione degli impegni presi offrendo tutto il supporto necessario ai volontari che stanno operando a Bihac”. 


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