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Sopravvivenza della biodiversità: animali belli e simpatici ricevono più attenzioni

17/05/2012

Se Noe’ avesse dovuto costruire quest’anno un’arca avrebbe soltanto salvato le razze “carine”, amate socialmente e quelle economicamente funzionali. Nell’arca biblica contemporanea non troverebbero infatti posto animali brutti, poco conosciuti e per nulla attraenti. E’ la tesi provocatoria di uno studio firmato da Ernest Small dell’Agriculture and Agri-food Canada di Ottawa pubblicato su Biodiversity.
La ricerca dimostra come le sovvenzioni e le indagini per promuovere la sopravvivenza della biodiversita’ riguardino esclusivamente specie a rischio che sono “simpatiche” e familiari all’opinione pubblica mentre le categorie di animali meno note o piacevoli risultano tendenzialmente snobbate quando non muoiono nell’indifferenza.
Insomma quando si parla di estinzione, il destino non e’ uguale per tutti. Tra i privilegiati, il panda, i pinguini, l’orangotango che hanno il vantaggio di suscitare emozioni ed empatia e, soprattutto, di essere al centro dei riflettori ambientalisti mondiali. Sorte non condivisa da altri animali meno “affascinanti” ma, secondo quanto riportato dallo studio, altrettanto in pericolo come gli anfibi e gli invertebrati, ma sono preferiti i grandi mammiferi che hanno comportamenti simili a quelli umani o caratteristiche maggiormente simpatetiche e affollano i manifesti ecologisti per diventare simboli di campagne che finiscono per entrare nell’immaginario collettivo delle specie da salvaguardare. (AGI)


Categorie: Animali e Cultura