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Sempre più cani avvelenati, Lndc: serve una legge ad hoc"Ogni giorno sembra un bollettino di guerra"

16/11/2018

Si stanno moltiplicando in Italia, soprattutto al centro e al sud, le uccisioni di cani che non davano fastidio a nessuno. Il metodo più diffuso è l’avvelenamento. A Cassano Irpino, in provincia di Avellino, sei animali di proprietà sono rimasti vittime di un mostro che li ha uccisi senza pietà mentre erano nel recinto dove venivano custoditi e accuditi dalla persona che li aveva salvati dalla strada. Di questo caso si è occupata anche la trasmissione televisiva Le Iene. Un altro gruppo di cani, in totale 5, sono stati avvelenati a Palazzo San Gervasio (PZ) e due di loro sono deceduti. Gli altri tre sono stati salvati dai volontari della zona che se ne prendevano cura sul territorio. I cani in questione sono intestati al Comune e la piccola Pulce – che non ce l’ha fatta – era stata sterilizzata grazie all’intervento dei volontari della Sezione Lega Nazionale Difesa del Cane di Venosa. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è avvenuto a Basciano (TE) dove a perdere la vita è stato Tabacchino, un anziano cane di quartiere che viveva senza dare alcun problema nel parcheggio di un supermercato. In questo caso il veleno era palesemente sparso a terra, senza nemmeno essere mischiato ad altro cibo.
“Ormai ogni giorno sembra di assistere a un bollettino di guerra”, commenta tristemente Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection. “I casi di avvelenamento sono sempre più frequenti e rappresentano un vero pericolo e una concreta emergenza per tutti gli animali, di ogni specie. Questo fenomeno è attualmente regolato da una Ordinanza ministeriale che viene rinnovata di anno in anno ma da tempo chiediamo che lo Stato si doti di una vera e propria legge per arginare e sanzionare correttamente questo modus operandi delinquenziale e crudele”.
“È importante ricordare che in questi casi l’Ordinanza prevede specifici compiti a carico di vari soggetti istituzionali: dal veterinario alla ASL, dall’IZS al Sindaco. Quest’ultimo, in particolare, deve disporre la bonifica dell’area, la segnalazione attraverso apposita cartellonistica e l’immediata apertura di un’indagine. So che nel caso di Palazzo San Gervasio questi adempimenti sono stati effettuati e mi auguro che lo stesso possa dirsi degli altri casi”, continua Rosati.
“Chiunque venga a conoscenza di un avvelenamento di animale, di sua proprietà o meno, non deve esitare a sporgere denuncia assicurandosi che tutti i soggetti coinvolti facciano la loro parte. Un’indagine seria infatti potrebbe permettere di risalire a chi ha sparso le sostanze tossiche che rappresentano un rischio non solo per gli animali, ma anche per le persone. Per quanto riguarda questi ultimi casi, invito chiunque abbia informazioni utili a rivolgersi alle forze dell’ordine”, conclude Rosati.


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