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Romania, passa la legge “ammazza-cani”. Un’operazione che potrebbe nascondere un grande business.

24/11/2011

Non sono valse a nulla le proteste delle associazioni animaliste, gli appelli dell’Europarlamento rivolti a Bucarest, il Parlamento rumeno ha deciso per la soppressione dei cani randagi votando a favore della legge che concede a tutti i sindaci della Romania il diritto di vita o di morte incondizionato sui cani randagi della propria città. I parlamentari a votare a favore sono stati 168  contro 111 contrari, a questo punto per rendere operativa la legge manca solo la firma del presidente della Repubblica Traina Basescu. La legge prevede la libertà di sopprimere i cani malati o aggressivi a partire da 3 giorni dopo la cattura, mentre per i cani né malati né pericolosi si dovranno aspettare 30 giorni. Le amministrazioni comunitarie non devono specificare le modalità con cui prenderanno questa decisone, in sostanza la libertà di sopprimere i cani senza valido motivo.
Ufficialmente la legge si sarebbe resa necessaria per arginare il crescente fenomeno del randagismo che in Romania avrebbe causato molte aggressioni alle persone anche mortali. Dietro la soppressione di milioni di randagi potrebbe però nascondersi anche un grande business. Sul provvedimento potrebbero infatti lucrare le autorità locali, che per l’operazione “anti-randagi” riceveranno ingenti fondi dallo Stato.
Sara Turetta, presidente di “Save the dogs”, associazione animalista che da anni opera in Romania e ben conosce il problema, non ha dubbi nel giudicare inaccettabile la legge.
“Questi appalti – spiega Turetta – vengono spesso affidati a società legate con un doppio filo ai politici, locali o provinciali. Sono soldi che se il lavoro fosse fatto secondo le norme previste costerebbe 100, mentre viene fatto in maniera da costare 20, guadagnandoci 80. Per esempio gli animali, nei 30 giorni che devono rimanere nei canili prima di essere uccisi, dovrebbero essere tenuti in maniera dignitosa e nutriti. Cosa che spesso non capita. L’eutanasia dovrebbe avvenire utilizzando certi tipi di medicinali, invece spesso vengono utilizzati veleni che costano meno e che fanno soffrire gli animali”.
Altre soluzioni come la sterilizzazione e le adozioni proposte dalle associazioni animaliste non hanno trovato l’appoggio delle autorità locali.
La strada della sterilizzazione, infatti, potrebbe risolvere il problema soprattutto nel lungo e medio termine, ma nasconde anche, in questo caso, interessi forse ancora più nascosti: “Avviare una campagna di sterilizzazione – commenta la Turetta – significherebbe dover collaborare con associazioni animaliste. Questo metterebbe in luce traffici loschi, difficilmente gestibili dalle aziende private”.
Le adozioni di cani in Romania non sono certo facili, richiedono il consenso del vicino, la dimostrazione di possedere le risorse economiche e lo spazio adatto per garantire all’animale una vita dignitosa ed è richiesta anche una tassa da pagare, che per un Paese povero come la Romania costituisce spesso un problema.
Come dichiarato dalla presidente di “Save the dogs”, questa legge “è una sconfitta per la classe politica romena che ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di essere più europei di quanto finora si sia creduto. Ma è anche una sconfitta per i cittadini romeni che vedranno sperperati milioni di fondi statali senza risolvere il problema”
Nonostante il Parlamento europeo si sia espresso negativamente su questa legge e gli animalisti non abbiano smesso le loro battaglie, le possibilità che questa non sia promulgata sono scarse per questo associazioni di volontari, come l’italiana “Lamento Rumeno” stanno facendo il possibile per portare fuori dalla Romania e per salvare il maggior numero di cani possibile da una morte orrenda.


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