Dopo la ripetuta violazione in materia di caccia con richiami vivi, da parte di alcune Regioni italiane, la Commissione europea ha trasmesso all’Italia il parere motivato sulla procedura di infrazione attivata lo scorso febbraio per violazione degli articoli 7 e 9 della direttiva Uccelli. Con questo parere, che è l’ultimo atto prima del deferimento di uno Stato membro alla Corte di giustizia, all’Italia vengono concessi due mesi di tempo per porre fine concretamente a ogni forma di cattura di uccelli selvatici finalizzata a farne richiami vivi per la caccia, pena il processo innanzi alla Corte di giustizia e la condanna, si legge in una nota della Lega italiana protezione uccelli.
“Questo nuovo, duro e inevitabile passo dell’Europa contro l’Italia sul tema dei richiami vivi – commenta Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – è anche il frutto dell’inefficacia o comunque della debolezza dei provvedimenti normativi recentemente approvati in Parlamento, che, sebbene più stringenti che in passato, non sono in grado di vietare con chiarezza e perentorietà le catture degli uccelli selvatici. Lo avevamo spiegato in tutti i modi, inascoltati. Ora – prosegue Mamone Capria – servirà probabilmente un nuovo intervento di legge, che vieti esplicitamente le catture in modo da impedire alla fonte ogni tentativo di deroga regionale, come quello attivato dalla Regione Lombardia, che si è fatta beffe di Governo ed Europa pur di accontentare gli uccellatori e i loro supporter parlamentari. Ma ora non si ricorra più ad alibi – conclude il presidente Lipu – non si perda altro tempo e si scriva fine, una volta per tutte, all’orribile storia dei richiami vivi”.
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