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Proteste animaliste per cerimonia d'apertura Olimpiadi di Londra, oltre 100 animali vivi nello scenario del regista Boyle

25/06/2012

Gli organizzatori delle Olimpiadi di Londra hanno ricevuto dalle sei principali organizzazioni che difendono i diritti degli animali la richiesta d’impegno per convincere il regista Danny Boyle, responsabile della cerimonia d’apertura, a non usare animali vivi nel suo fantasmagorico spettacolo.
Le associazioni hanno avvertito che il comitato organizzatore può essere perseguito sulla base dell’Animal Welfare Act del 2006 se insisterà nel voler utilizzare più di 100 animali da cortile nella scena iniziale dello show. La legge vieta di provocare intenzionalmente eccessiva paura e sofferenza agli animali.
All’inizio di questo mese, Danny Boyle ha annunciato che lo show inizierà con scene  di una “terra verde e piacevole”, un paesaggio agreste con aratri sui campi, che, nel prosieguo dello spettacolo (tre ore in tutto) cederanno il passo ad un contesto urbano. Il regista ha spiegato che lo scopo dell’evento è quello di mostrare “un’immagine dei britannici e della nostra nazione”.
Lo show, intitolato “Isles of wonder”, in riferimento ad un discorso di Calibano nella “Tempesta” di Shakespeare, prevede la presenza di animali vivi, tra cui 12 cavalli, tre mucche, due capre, 10 polli, 10 anatre, nove oche, 70 pecore e tre cani da pastore.
I sei gruppi animalisti- Animal Aid, Animal Defenders International, Captive Animals Protection Society, Compassion in World Farming, Peta e Viva – sostengono che per gli involontari protagonisti l’esperienza sarebbe “altamente stressante e probabilmente terrificante”.
Esporre gli animali a “più di 62.000 persone plaudenti, luci, livelli sonori elevati e l’atmosfera frenetica, e impedire loro di esercitare l’istinto naturale di allontanarsi o nascondersi”, sarebbe un’esperienza dolorosa. Undicimila firme sono state raccolte in una sola settimana per esortare gli organ izzatori ad “ascoltare la voce del pubblico”. Gli animalisti, secondo il “Guardian”, lamentano anche che la scena idilliaca di apertura darebbe un’impressione fuorviante del settore agricolo britannico e potrebbe pregiudicare i tentativi di superare i metodi di allevamento intensivo. L’appello si conclude con la richiesta di “non sfruttare gli animali per il divertimento in nome della nostra nazione.”
Il Comitato organizzatore ha promesso che lavorerà con la Royal Society per la protezione degli animali per garantire il benessere dei partecipanti. Intanto le proteste mettono in seria difficoltà sir Paul McCartney. Dovrebbe chiudere lui la cerimonia di apertura, ma è noto il suo impegno come testimonial della Peta.


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