Il portale dedicato
al mondo degli animali
Online
dal 2010

Patrocinato 
dall’Ente 
Nazionale 

Protezione 
Animali 

Con il patrocinio di ENPA

Prada diventa 'fur-free' e dice basta alle pellicce

24/05/2019

Prada entra nella famiglia ‘fur-free’ e dalle collezioni donna della primavera/estate 2020 il gruppo italiano del lusso quotato ad Hong Kong non usera’ piu’ pellicce animali per realizzare nuovi prodotti. La decisione e’
stata annunciata con la Fur Free Alliance (Ffa, che riunisce oltre 50 organizzazioni in piu’ di 40 paesi) ed e’ frutto di un dialogo positivo tra il Gruppo, Ffa, Lav e The Humane Society of the United States.
Per Miuccia Prada si tratta di un traguardo importante per un gruppo che ha in innovazione e responsabilita’ sociale i suoi valori fondanti. “La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi – ha spiegato – consentira’ all’azienda di esplorare nuove frontiere della creativita’ e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti piu’ responsabili”.
Prada e’ solo l’ultima delle aziende del lusso a dire addio alle pellicce, in un settore sempre piu’ attento ai temi della sostenibilita’, anche per il ritorno mediatico connesso. Tra le maison piu’ blasonate che gia’ detto stop alle pellicce ci sono Giorgio Armani, Versace, Burberry, Michael Kors, Ralph Lauren e Gucci, fino alle paladine del fur-free Stella McCartney e
Vivienne Westwood.
Miuccia Prada a settembre 2018, alla presentazione della collezione primavera-estate 2019, aveva annunciato che la svolta era vicina: “Io le pellicce non voglio piu’ farle – aveva detto – la stilista – gia’ oggi rappresentano solo lo 0,1% del prodotto, ma non amo gli annunci, diro’ che non le faccio piu’ quando sara’ cosa fatta e finita”.
Il momento e’ arrivato. Dalla prossima p-e 2020, quindi, Prada non utilizzera’ piu’ pellicce per nuovi prodotti, mentre lo stock continuera’ ad essere in vendita fino ad esaurimento delle scorte.
Congratulazioni sono arrivate da Fur Free Alliance attraverso il presidente Joh Vinding. Plauso anche dalla Lav, con Simone Pavesi, manager dell’area Animal Free Fashion, che parla di una decisione “coerente con una nuova idea di lusso piu’ etico e sostenibile” che “risponde alle aspettative dei consumatori”. Per Pj Smith di The Humane Society of the United States “uno dei piu’ grandi gruppi nel settore del lusso e’ diventato un player
importante in materia di rispetto degli animali e di innovazione, a vantaggio delle generazioni future”. (ANSA).


Categorie: Varie