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Orso a spasso sulla piazza di Scanno. Preoccupazione e perplessità degli abitanti

03/09/2011

Questa estate gli orsi del Parco Nazionale d’Abruzzo non hanno lesinato a locali e turisti l’emozione di un incontro con l’animale simbolo del Parco.
L’ultima incursione è avvenuta proprio nella piazza del centro storico di Scanno, una cittadina del Parco molto frequentata anche da villeggianti. Mentre alcuni ragazzi di eta’ compresa tra i 10 e i 14 anni stavano giocando a pallone sulla piazza del paese, dietro alcune auto posteggiate, è spuntato un giovane orso che si è fermato a guardare come se volesse assistere alla partita. I giocatori, spaventati alla vista dell’animale, sono fuggiti allertando i genitori che sono solo riusciti ad intravedere da lontano l’orso, anzi l’orsa, allontanarsi tranquillamente con i suoi cuccioli, disturbata da tanto trambusto e urla.
Le visite nei centri abitati dell’orsa Gemma e dei suoi simili non sono più viste dalla popolazione come una pittoresca caratteristica del luogo ma sono vissute come un problema o addirittura con paura.
L’orsa Gemma è stata classificata dagli studiosi come un soggetto “confidente” che si avvicina all’uomo senza paura e per questo approfitta della facilità con cui può procurarsi polli e conigli nelle cascine. Queste strane preferenze gastronomiche, visto che la normale alimentazione di un orso del Parco dovrebbe essere composta per oltre 1’80% da vegetali (frutta, piante erbacee, semi, ecc,) e per il restante 20% da alimenti di origine animale (ungulati domestici e selvatici, insetti) hanno dato luogo tra gli studiosi di plantigradi a molte discordanti ipotesi.
Il Corpo Forestale è impegnato da giorni in controlli e pattugliamenti e al contempo si progetta di istituire delle aree di alimentazione per gli orsi con prede vive così da evitare incursioni in città che possano ulteriormente compromettere i difficili rapporti con le popolazioni locali che accusano i plantigradi di ingordigia, mentre mamma Gemma come altre giovani femmine sono solo invadenti per procurare ai loro piccoli e a se stesse quanto necessario e facilmente disponibile per la  sopravvivenza.


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