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Nel Regno Unito ancora carne di cavallo spacciata per manzo. Controlli urgenti per proteggere gli animali e salvaguardare la salute dei consumatori

29/11/2013

Sull’etichetta c’era scritto, bene in evidenza, “carne di manzo”, ma le analisi del DNA hanno rivelato la presenza di carne di cavallo (in una percentuale dall’1% al 5%). La Foods Standards Agency – l’Agenzia che si occupa della sicurezza alimentare nel Regno Unito – ha pertanto disposto il ritiro della partita contraffatta dagli scaffali dei supermercati ed esortato i consumatori che avessero acquistato tale prodotto, a restituirlo al punto vendita.
Dopo lo scandalo esploso nei mesi passati che aveva coinvolto noti marchi industriali, potrebbe dunque profilarsi un nuovo allarme legato all’adulterazione dei prodotti alimentari. «All’epoca – dichiara il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – denunciammo come tale contraffazione fosse imputabile al racket della carne di cavallo in Romania dove gli equini, sottoposti a terribili maltrattamenti, verrebbero macellati con il consenso di veterinari compiacenti e le loro carni, spacciate per bovine, verrebbero poi immesse nei circuiti commerciali internazionali e quindi usate per il confezionamento di prodotti destinati all’alimentazione umana. Il nuovo sequestro sembrerebbe purtroppo confermare che non si tratta di fatti episodici.»
Per questo, l’Enpa è tornato a chiedere al Ministero della Salute di intensificare i controlli su questo tipo di prodotti al fine di tutelare la salute non solo degli uomini, ma degli stessi animali. Esiste infatti il rischio che, con la chiusura di numerosi ippodromi, i cavalli dotati passaporto sportivo – per i quali, è bene ricordarlo, è assolutamente esclusa la macellazione -, potrebbero essere intercettati dalla malavita italiana ed usati per scopi alimentari. Esiste insomma un doppio rischio: interno al Paese ed internazionale.
«Considerando che oggi i mercati sono globalizzati – prosegue il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – chiediamo che nel nostro Paese vengano disposti controlli accurati per tutelare gli animali. Tanto più che in un momento come l’attuale, che vede fortunatamente la chiusura di molti ippodromi, i cavalli con passaporto sportivo, sebbene non utilizzabili dal punto di vista alimentare, potrebbero essere intercettati dalla malavita organizzata e usati per questa finalità.»


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