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Mosca libererà 100 tra orche, balene bianche e beluga prigionieri e destinati al mercato cinese (video)

10/04/2019

Avrà un lieto fine la vicenda delle orche e dei beluga che da mesi sono costretti a vivere in piccole vasche, infatti le autorità russe hanno promesso di rilasciare circa cento dei mammiferi catturati nell’estremo oriente russo e ammucchiati dall’estate in bacini definiti “prigioni” dai difensori dell’ambiente. (video)
Più di 1,4 milioni di persone, tra cui l’attore americano Leonardo DiCaprio, hanno firmato una petizione sul sito web di exchange.org chiedendo la resa di 11 orche e 93 balene beluga, che pare fossero destinati al mercato cinese per parchi tematici acquatici. Sotto la crescente pressione internazionale, il governatore di Sakhalin Oleg Kojemiako ha annunciato di aver “preso la decisione di liberare gli animali e riportarli allo stato selvatico” dopo aver incontrato Charles Vinick, un avvocato statunitense per gli animali, e il figlio del famoso esploratore francese Jacques-Yves Cousteau, Jean-Michel. “Il nostro obiettivo è liberarli tutti”, hanno detto i tre uomini in una dichiarazione congiunta.
?Cousteau. Jean-Michel Cousteau, 80 anni, è il fondatore della Ocean Futures Society, mentre Charles Vinick dirige il progetto Whale Sanctuary, che mira a creare un santuario per balene e delfini per salvarli dai parchi acquatici. Cousteau ha assicurato di essere convinto che “molti animali” saranno rilasciati ma che ci vorrà del tempo per trovare la soluzione giusta per ogni animale: “Se alcuni sono malati, ci prenderemo cura di loro”. Le condizioni di cattività di questi mammiferi marini “non sono favorevoli alla loro salute a lungo termine”, ha detto Vinick. “Gli stagni sono piccoli e affollati, troppo poco profondi”. Gli scienziati hanno prelevato campioni e realizzato registrazioni audio degli animali per determinare le loro condizioni e collaboreranno con la Russia. In febbraio, la diffusione di un video e di foto ripresi da un drone mostravano 11 orche e 93 beluga intrappolati in piccoli bacini di circa 9 metri per 12 profondi 3 metri vicino a Nakhodka, nell’estremo oriente russo aveva suscitato indignazione e proteste in tutto il mondo.
La Russia è l’unico paese in cui questi mammiferi marini possono essere catturati in mare aperto per scopi “educativi”, una scappatoia legale usata dai trafficanti per vendere animali all’estero, in particolare in Cina, dove esiste una rete di parchi a tema marino. (metronews)


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