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Mentre il Cras Enpa di Perugia adotta Brunello, cucciolo di cinghiale, a Roma la polizia uccide una mamma e i suoi sette cuccioli

17/10/2020

È stato soccorso da un passante quando aveva pochi giorni di vita. Era solo, moribondo e probabilmente è stato aggredito da un predatore. Brunello, così è stato ribattezzato il cucciolo di cinghiale adottato dal Cras di Perugia, è vivo per miracolo, sebbene abbia perso l’occhio sinistro.
“Il suo salvatore – racconta sulla sua pagina Facebook il Cras di Perugia – lo ha accudito e sfamato per diverse settimane, creando con lui un legame uomo-animale troppo stretto per poter pensare di rilasciarlo nei boschi. La sua disabilità, poi, gli crea non poche difficoltà negli spostamenti. Per questo Brunello resterà al Cras Enpa Perugia, nell’ampia zona boschiva di re immissione, in un contesto di semilibertà, insieme ad altri animali selvatici ritenuti ‘irrecuperabili”. Noi ci impegneremo per garantire a questo sfortunato orfanello una vita il più possibile vicino alla sua natura. Coraggio Brunello, sarai in buone mani!”
Lo stesso sentimento di solidarietà non ha accolto una mamma cinghiale e i suoi sette cuccioli che, attirati da un cumulo di rifiuti in un giardino, della Capitale sono stati tenuti prigionieri per un giorno nel parco fino a quando  un gruppo di agenti della polizia provinciale li ha colpiti con dardi narcotizzanti per poi ucciderli davanti a bambini, famiglie e anche tanti rappresentanti di associazioni animaliste.
“In quel momento era facile catturarli senza sopprimerli. – ha dichiarato Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale – Ma l’inerzia e l’incapacità di raccogliere e gestire i rifiuti nella città, hanno condannato a morte una inerme famiglia di cinghiali che potevano agevolmente essere rimesse in piena libertà in natura”.


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