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Manifestazioni con animali. A Porcia (Pordenone) gli asini scalano un campanile. l’Enpa: «fermare la

08/08/2011

«Nell’assurdo panorama delle feste e delle sagre che sfruttano gli animali non poteva mancare, dopo la corsa delle rane sulla carriola, dopo i suini al guinzaglio, dopo la decapitazione delle oche, “l’ascensione” degli asini su un campanile di 46 metri.». A denunciarlo è l’Ente Nazionale Protezione Animali che chiede di fermare la corsa degli asini di Porcia (Pordenone). In programma il 14 agosto, la manifestazione viene organizzata nell’ambito della sagra dell’Assunta e consiste in una gara lungo le vie della città friulana. Al termine della competizione, l’animale che abbia avuto la sventura di vincere viene letteralmente trascinato dal suo fantino lungo le 46 rampe (hanno una pendenza del 12%) di pietra del campanile. «Gli asini – prosegue l’Enpa – sono animali mansueti, non sono abituati a correre se non per uno stato di forte agitazione. Al punto che gli improvvisati fantini di Porcia devono spronarli continuamente, urlando e spaventandoli. Tanto meno sono abituati, gli asini, a inerpicarsi lungo le ripide e scivolose rampe dei campanili. Questa, come numerose altre sagre del nostro Paese è una manifestazione crudele, inutile e fortemente diseducativa, che non ha alcuna ragione d’essere. Ci chiediamo, inoltre, se gli organizzatori della “corsa” abbiano rispettato tutte le prescrizioni previste dalla ordinanza Martini sull’impiego degli equidi nelle manifestazioni popolari pubbliche o private.» «E’ inconcepibile che, nonostante l’impegno concreto del Ministro Brambilla per valorizzare le feste “cruelty free” e la crescente contrarietà dell’opinione pubblica allo sfruttamento degli animali nelle sagre, a Porcia si continui a speculare sulla pelle dei poveri asini – aggiunge Carla Rocchi, presidente nazionale della Protezione Animali -. Invece di ispirarsi a tradizioni ormai prive di senso e di motivazioni, se non quelle legate al mero sfruttamento, i sostenitori della corsa degli asini seguano l’esempio di quelle località “patrimonio d’Italia”, che hanno avuto la lungimiranza di chiudere con usanze desuete, e fermino una volta per tutte la corsa dell’Assunta. La città di Porcia, ne sono certa, non potrà che giovarsene.»


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