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Levrieri usati per la caccia illegale alle lepri in Sardegna. Bracconiere recidivo denunciato

28/09/2018

Usava i levrieri addestrati a stanare e catturare lepri. Una pratica crudele, per le profonde lacerazioni provocate nella selvaggina, interrotta dal personale del Corpo forestale della Stazione di Sanluri. Hanno denunciato un 55enne residente nel comune del Sud Sardegna. Gli sono stati contestati i reati di esercizio di caccia in modo. In giornata e contro specie non consentite con pena fino a 6 mesi e ammenda fino a 3mila euro. Gli agenti, durante un pattugliamento nell’agro del paese, hanno sorpreso l’uomo in località Acqua Sassa. Mentre esercitava il bracconaggio utilizzando levrieri. I successivi controlli hanno portato al ritrovamento di due esemplari di Lepre sarda appena uccisi dal morso dei cani, come confermato in seguito dai veterinari della Asl.
L’uomo è un pregiudicato per i reati specifici. Venne già denunciato nel 2014 per i medesimi illeciti. Perché sorpreso insieme ad altre persone a esercitare una battuta di caccia al cinghiale con i cani (levrieri e doghi argentini) nell’Oasi di protezione Faunistica della Giara. Data la crudeltà dell’uccisione delle prede, gli è stato contestato il reato di uccisione di animali previsto dall’articolo 544-bis del codice penale. Ai sensi del quale “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. L’operazione si inquadra nell’attività di presidio e controllo del territorio che il Corpo forestale effettua a tutela della fauna e della pluralità dei cacciatori che eseguono correttamente la pratica venatoria.


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