Il portale dedicato
al mondo degli animali
Online
dal 2010

Patrocinato 
dall’Ente 
Nazionale 

Protezione 
Animali 

Con il patrocinio di ENPA

In Siria la situazione precipita, ma per fortuna c’è chi continua a salvare gatti e cani. E gufi (video)

16/10/2019

Di Maio, ministro degli Esteri italiano, ha parlato poche ore fa dell’imminente firma di un decreto per bloccare l’export di armi verso la Turchia. Le truppe governative siriane sono arrivate a cinquanta chilometri dalla frontiera turca. I raid dell’esercito di Ankara sul nordest della Siria settentrionale – il Rojava – continuano e Erdogan sta per dare l’ordine di puntare su Kobane. Già 130.000 persone sono state costrette a fuggire e a abbandonare tutto, ma lo scenario prefigurato dalle Nazioni Unite parla di una stima prudenziale di 400.000 profughi.
La tragedia ha di suo che precipita all’improvviso. E in questo precipitato della Storia, in mezzo a tutto quel disastro, sono stati liberati i gufi Paul, Kiko e Goshawk, ora che sono guariti. Il post su Facebook che mostra il video della liberazione è delle 16,37 di ieri, domenica 13 ottobre. Il testo che accompagna il video è breve e si chiude così: “Ciao amici, che il cielo vi protegga e vi dia una lunga vita e pace.”
Il post sta sulla pagina Ernesto’s Sanctuary for Cats in Syria, il canale social che supporta Mohammad Alaa Aljaleel, il “gattaro di Aleppo”. La storia di Alaa è nota, ma non abbastanza: va raccontata, raccontata e raccontata ancora, perché è una grande testimonianza. Elettricista prima dell’inizio della guerra, Alaa non è un combattente, non è un attivista politico. Fa l’elettricista, vive del suo lavoro a ovest di Aleppo e si prende cura di cani e di gatti randagi. Quando poi comincia la guerra, fa l’autista di ambulanza per una ong e apre un rifugio che arriva a ospitare 180 animali. Poi la città viene presa d’assedio, diventa teatro di uno dei più sanguinosi scontri di quella guerra. Il suo rifugio viene bombardato. Ed è profugo anche lui. Va in Turchia e riesce a portare con sé i sei gatti del rifugio sopravvissuti alle bombe. Riesce a tornare dopo poco e fonda l’Ernesto’s Sanctuary for Cats in Syria. Che poi, va detto, non è solo per gatti, perché lì trova posto ogni animale in difficoltà come i gufi Paul, Kiko e Goshawk liberati domenica, ma anche galline, pecore. Finanche un cavallo.
Sabato scorso Alaa ha portato in salvo altri tredici gatti. Lasciati soli, abbandonati da gente fuggita all’improvviso, da gente diventata profuga suo malgrado.


Categorie: News dal Mondo