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In migliaia gli animalisti in piazza a Milano con la LIDAA per i diritti degli animali, compreso fisco leggero per Fido

01/10/2019

La rapida approvazione della pdl Brambilla che consente l’iscrizione degli animali nella famiglia anagrafica, la riduzione degli oneri fiscali a carico dei proprietari e un impegno per la tutela dei diritti degli animali. Sono le principali richieste di chi ha partecipato alla manifestazione “I nostri animali: una questione di famiglia”, che si è tenuta a Milano, promossa dalla presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, con l’adesione di 23 associazioni animaliste. Migliaia di attivisti e simpatizzanti, provenienti da tutt’Italia, hanno partecipato alla marcia da piazza Cordusio a piazzetta san Carlo.
“Gli animalisti, uniti – spiega l’ex ministro – vogliono segnalare che è necessaria una netta svolta, che la questione animale è diventata troppo importante per lasciarla in mano a politici distratti, che dietro le istanze di chi ama gli animali c’è un fronte stanco di chiacchiere e perciò determinato, nonostante le differenze d’ispirazione e di metodo, ad ottenere risultati concreti. Primo tra tutti, in attesa di una riforma costituzionale che riconosca gli animali come esseri senzienti, la tutela del rapporto tra le persone e gli animali d’affezione: l’iscrizione degli animali nella famiglia anagrafica, prevista da una mia pdl il cui esame è già cominciato in commissione Giustizia, è il primo passo verso il riconoscimento di tutele ormai indifferibili, come pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali, e per una promozione davvero efficace del possesso responsabile, unico vero rimedio alla piaga del randagismo, che negli abbandoni e nella riproduzione incontrollata trova il proprio alimento”.

“Nei prossimi giorni inizierà a prendere forma la legge di stabilità, con il grande interrogativo sulla “sterilizzazione” delle clausole Iva. A nessuno venga in mente di penalizzare addirittura oltre la misura attuale i proprietari di animali d’affezione, magari immaginando aumenti selettivi che vadano a colpire alimenti o cure veterinarie – avverte la Brambilla – . La direzione da percorrere è esattamente quella opposta. Inoltre occorre punire più severamente chi maltratta o uccide gli animali. In Italia, ogni 55 minuti si apre un fascicolo per reati di questo tipo o simili, ma solo il 30% dei processi per maltrattamento di animali che viene celebrato si conclude con una sentenza e appena la metà prevede una condanna”


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