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In Africa Centrale il bracconaggio fa strage di elefanti e rinoceronti protetti e minaccia la pace delle popolazioni

31/05/2013

Il bracconaggio non è solo un criminale attentato alla fauna, specie quella protetta come elefanti e rinoceronti, ma una pratica che rischia di minare i delicati equilibri dei Paesi dell’Africa Centrale dove agiscono gruppi armati di bracconieri.
“Il bracconaggio e i suoi potenziali collegamenti con altri criminali eventi terroristici costituisce una grave minaccia per la pace e la sicurezza in Africa centrale”. Cosi’ il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, nel rapporto del massimo organismo internazionale sulla sicurezza, ha evidenziato i collegamenti tra il bracconaggio agli elefanti, ai rinoceronti e la proliferazione delle armi e l’insicurezza della regione. “Il commercio illegale di avorio puo’ costituire attualmente una fonte importante di finanziamento per i gruppi armati – si legge nel rapporto – Preoccupa anche che i bracconieri stiano usando armi sempre piu’ sofisticate e potenti, alcuni delle quali si ritiene possano arrivare dalla Libia”.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato informato sulla grave e crescente minaccia per la pace e la sicurezza costituita dal bracconaggio agli elefanti, da parte di bande armate in particolare in Africa Centrale. Il rapporto del Segretario generale sulle attivita’ dell’Ufficio Regionale delle Nazioni Unite per l’Africa Centrale e sull’esistenza dei gruppi armati di bracconieri e’ stato anticipato rispetto alla sessione del Consiglio di sicurezza dedicata all’argomento che si è tenuto presso la sede delle Nazioni Unite a New York questa mattina.
Il rapporto fa riferimento al declino della popolazione di elefanti dell’Africa centrale negli ultimi dieci anni e evidenzia come molteplici massacri di massa degli animali siano stati segnalati in aree protette negli ultimi mesi. Bracconieri in cerca di avorio sono da ritenersi responsabile di massacri di elefante in Ciad, Camerun, Gabon e Repubblica Centrafricana. “La situazione e’ diventata cosi’ grave – scrive Ban Ki-moon – che sono diventate necessarie delle risposte militari nazionali per dare la caccia ai bracconieri”. Il Segretario generale ha esortato i governi africani a garantire una maggiore sicurezza nazionale e regionale a causa del bracconaggio, attraverso “azioni concertate e coordinate”.elefanti_320x200
“La diffusione del bracconaggio transfrontaliero in Africa centrale e i suoi collegamenti con sofisticati gruppi armati e’ allarmante. Abbiamo visto l’impatto devastante di questo crimine in troppi paesi – commenta Isabella Pratesi, direttore politiche di conservazione internazionali Wwf Italia – il Wwf a livello internazionale e in Italia condivide la profonda preoccupazione del Segretario generale Ban Ki-moon per la sicurezza della regione”.
In questi luoghi bracconaggio e sicurezza sono temi collegati: le armi che pochi giorni fa sono state utilizzate per uccidere 26 elefanti nel world heritage site di Dzanga Sangha nella repubblica Centro Africana, sono le stesse che hanno commesso crimini ed eccidi nella citta’ di Bangui, capitale della Repubblica Centro Africana provocando 200.000 rifugiati nei paesi confinanti. Il Wwf da anni lavora in questa regione nel cuore del bacino del Congo, a cui e’ dedicata l’iniziativa Green hearth of Africa, per proteggere la conservazione degli elefanti, delle foreste, dei gorilla e della biodiversita’.
Per questo il Wwf esorta i governi dell’Africa Centrale a rafforzare il controllo e le risposte della giustizia penale ai crimini contro la fauna selvatica e per affrontare i legami tra questo e altri crimini internazionali. Il direttore del Wwf Internazionale, Jim Leape, si unira’ domani al Presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba e al presidente Donald Kaberuka della Banca Africana di Sviluppo per esaminare la minaccia del traffico illecito di fauna selvatica allo sviluppo economico sostenibile in Africa. La discussione si svolgera’ nell’ambito delle riunioni annuali della Banca africana di sviluppo a Marrakech, Marocco ed e’ prevista la partecipazione di funzionari governativi e istituzionali di tutto il continente. 


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