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Il Presidente Napolitano con una firma salva gli stambecchi dalle doppiette

16/03/2012

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano firmando l’accoglimento del ricorso presentato dal WWF contro il Piano della Provincia di Sondrio, approvato nel marzo 2009,  ha salvato (per ora) gli stambecchi delle Alpi dalle bramosie dei cacciatori. Nel piano presentato dalla Provincia che prevede un progetto di conservazione, diffusione e gestione dello stambecco, il Wwf e le associazioni ambientaliste avevano subdorato una possibilità di rendere praticabile la caccia allo stambecco. Il piano avrebbe riguardato gli esemplari di questi ungolati presenti su tutto l’arco alpino.
Oggi gli esemplari presenti sulle Alpi sono stimati in circa 31 mila capi, tutti discendenti da un centinaio di esemplari gli unici sopravvissuti all’inizio del ‘900 per via dell’intensa caccia cui era sottoposto, si credeva infatti si che le sue corna avessero poteri afrodisiaci e che il suo stomaco potesse curare la depressione. Vennero salvati da re Vittorio Emanuele II, che decise di riservare ai propri fucili e a quelli dei suoi ospiti gli ultimi ungulati sopravvissuti.
Dopo il lungo stop della caccia la popolazione di questa specie ora si sta riproducendo non senza difficoltà sia perché geneticamente fragili come discendenti dello stesso gruppo sia per i cambiamenti climatici che mettono a rischio l’approvviggionamento di cibo per esemplari grandi e piccoli. Per il Wwf  l’apertura della gestione venatoria avrebbe compromesso il lungo lavoro di reintroduzione.
Il Presidente della Repubblica avrebbe rilevato un vizio di forma nel campo delle competenze. La Provincia è stata ritenuta incompetente in materia, visto che spetta solo al Ministro per le Politiche forestali d’intesa con il Ministro dell’Ambiente disporre le variazioni degli elenchi delle specie cacciabili.


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