I cani non hanno colpa, ma è innegabile che mettere un piede su qualcosa di viscido e maleodorante mentre camminiamo porterà anche fortuna, ma da veramente fastidio. Le strade di città sono sempre un percorso a rischio per gli escrementi lasciati dai cani e non raccolti da proprietari “distratti”, così Comune e Amsa hanno deciso di correre ai ripari impiegando ispettori, guardie ecologiche e Polizia locale per vigilare in modo speciale su cento strade italiane.
Per incentivare il senso civico dei proprietari di cani al rispetto degli altri, si pensa di ricorrere a tessere a punti, come nei supermercati, che a fronte di un provato comportamento corretto, diano diritto a dei premi.
La prima città ad essere messa sotto esame è stata Milano, dove sembrerebbe che due proprietari di cani su dieci tralasci di raccogliere quanto il proprio animale ha prodotto.Se si pensa che centomila cani in città sono in grado di produrre venti tonnellate di escrementi al giorno, è chiaro che si deve trovare il modo per coinvolgere nello smaltimento i loro proprietari.
Qualcuno ha pensato di rendere obbligatorio l’esame del Dna per tutti i cani di proprietà, in modo di poter sanzionare i colpevoli trovati compatibili con il Dna degli escrementi.
La stessa soluzione è stata proposta nello scorso aprile anche dal Sindaco di Capri che per tutelare il decoro dell’isola, ha emesso un’ordinanza con cui si imponevano prelievi ematici ai cani per inserire in una banca dati il loro DNA così da poter risalire, in presenza di escrementi, al proprietario che avrebbe pagato una multa variabile dai 25 al 1.500 euro.
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