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“Fish Pedicure”, quando il podologo ha le pinne

14/07/2011

In fatto di trattamenti estetici è l’ultima moda: si chiama “fish pedicure” e prevede un vero e proprio pedicure realizzato non dalle mani esperte di uno specialista, ma dalla bocca di decine di pesciolini appartenenti alla specie “Garra rufa”, che originaria dei Paesi del Medio Oriente (Turchia, Siria e Giordania), è stata già ribattezzata “pesce dottore”. Infatti, secondo quanto riferito da alcune fonti, i “Garra rufa” eliminerebbero, mordicchiandola, la pelle morta dello strato superficiale dell’epidermide e rilascerebbero un particolare enzima che avrebbe proprietà rigenerative per il derma dell’uomo, lasciandolo “più morbido e vitale di prima”. Altre fonti sostengono che il “fish pedicure” permetterebbe addirittura di curare alcune patologie dermatologiche, tra cui eczemi e psoriasi. «Navigando sul web si possono trovare numerosissime testimonianze che vantano, anche in modo convincente, le proprietà curative dei Garra Rufa ma – questo è il punto – si tratta di una pratica molto controversa, tanto dal punto di vista etico quanto da quello sanitario», spiega il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri, che prosegue: «si tratta di una vera e propria forma di maltrattamento poiché questi pesci, oltre a essere strappati al loro ambiente naturale, sono costretti a modificare radicalmente la loro dieta che, lo ricordo, non prevede il derma dell’uomo ma fitoplancton (alghe) e detriti animali. Inoltre, ci chiediamo se l’impiego dei Garra rufa, invece di rigenerare e ammorbidire la pelle umana, non possa creare problemi alla salute.» A non aver dubbi in proposito sono le autorità svizzere che hanno vietato il fish pedicure “fai da te”, limitandolo soltanto ai casi previsti da un trattamento medico vero e proprio, e sottoponendolo comunque a limitazioni molto severe. «Abbiamo chiesto al Ministero della Salute di accertare se nel caso della fish pedicure le normative nazionali siano state applicate regolarmente – aggiunge Ferri –, tanto più che nessuno controlla se i pesci utilizzati siano stati sottoposti a controlli sanitari preventivi. In ogni caso consiglio di ricorrere ai trattamenti estetici tradizionali, altrettanto efficaci ma, soprattutto, “cruelty free”.»

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Categorie: Curiosità