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Festival di Yulin, anche i cinesi condannano la mattanza. Proteste da Usa a Italia

26/06/2019

Anche quest’anno con il solstizio d’estate è tornato il terribile “Festival di della carne di cane” a Yulin, in Cina, dove fra i semila e i diecimila cani e gatti verranno crudelmente massacrati per una tradizione sanguinaria. I tempi cambiano e la Cina sta compiendo enormi passi avanti nel campo del rispetto e benessere animale e sono sempre di più i cinesi che considerano questo evento una vergogna per Yulin e per tutta la nazione.
Sempre più i cinesi che scendano in piazza per protestare in tutto il Paese, sfidando la tradizione e il governo. Alla vigilia dell’ultimo Festival di Yulin, l’organizzazione Animal Protection con base nella provincia del Sichuan ha inviato una lettera all’amministrazione comunale di Yulin chiedendo la cancellazione dell’evento. L’iniziativa ha dato voce a un folto gruppo di persone che qualche giorno prima sul Twitter cinese avevano pubblicato delle immagini in cui comparivano con il proprio cane e con un cartello che recitava: “Per favore, non mangiate i nostri amici, dite No al Festival”.
Negli States 35 membri del Congresso hanno scitto scrivono al segretario di Stato Mike Pompeo esortandolo a sollevare la questione del commercio e del consumo della carne di cane, condannando questo crudele business, con i governo di Cina, Corea del Sud, Vietnam e di altri Paesi asiatici.
Dopo gli accordi Italia-Cina per la nuova “via della seta”, un intervento sulle autorità cinesi per lo stop al festival della carne di cane a Yulin (Cina) è quanto chiede la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, con una lettera aperta al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ai membri del governo, ai deputati, ai senatori e agli europarlamentari italiani. «Yulin è la celebrazione esibita della più efferata crudeltà, un orrore che offende e indigna il mondo intero. E che offende gli stessi cinesi 
Con questa iniziativa, Enpa sollecita il mondo politico e istituzionale a farsi finalmente portavoce del comune sentire degli italiani, la stragrande maggioranza dei quali chiede che gli orrori di Yulin siano cancellati una volta per tutte dalla faccia della terra, diventando soltanto un brutto ricordo. «Come tutti gli anni, riceviamo numerosissime segnalazioni e proteste indignate. Considerando che  proprio di recente sono state raggiunte importanti intese con le autorità cinesi, questa – prosegue Rocchi – potrebbe essere davvero l’occasione giusta per promuovere uno straordinario cambiamento culturale e sostenere gli attivisti cinesi nella loro battaglia di civiltà per salvare i cani di Yulin».

 


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