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Dai lager alle guerre: le cicatrici dei cani in attesa di una casa

20/08/2020

Occhi e musetti di chi ne ha già viste troppe, sulla pelle i segni di una vita che (forse) ha riservato più amarezze che gioie. E poi la vita in canile, senza l’amore di una famiglia ma con quello, non certo meno importante, dei volontari che per loro farebbero di tutto. Quello dei cani abbandonati è un fenomeno che non ha radici solo in Piemonte ma che purtroppo riguarda tutta Italia, con un occhio in particolare al sud dove i randagi scorrazzano liberi per le città andando incontro, a volte, a destini crudeli. Ogni anno, e sono numeri nazionali, vengono abbandonati 50mila cani e 80mila gatti che vanno a incrementare il numero di randagi, pari a circa 900mila. Una parte finisce all’Enpa di via Germagnano, in attesa di trovare qualcuno che varcando quella soglia si innamori di loro. Di un meticcio, magari di un molosso. Cani che con un passato talvolta difficile hanno anche bisogno di essere compresi. E capiti. Sì perché da queste parti è difficile trovare cani di razza, più facile imbattersi in un bastardino che ne ha passate di cotte e di crude.

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Categorie: Curiosità