Merita un encomio Antonio Fullone direttore dell’Istituto di Pena di Montorio (Verona) che mostrando una grande sensibilità ha accolto le richieste di due detenuti e ha concesso che i loro cani potessero entrare in carcere per incontrare i padroni riconoscendo loro quasi uno status di familiare e in particolare la possibilità di alleviare la depressione in cui era caduto uno dei proprietari e uno dei cani.
Briciola e Shony, oltrepassata la porta del carcere, come si legge sul Corriere del Veneto, non sono stati accompagnati nella sala del parlatorio dove solitamente avvengono i colloqui, ma in un’area verde del carcere dove sono detenuti per reati contro il patrimonio i due proprietari.
“Ogni volta che mi venivano a chiedere se potevano vedere i loro cani – racconta il direttore – si commuovevano, avevano le lacrime agli occhi ogni volta che ne parlavano”.
A convincere il direttore Fullone dell’opportunità del colloquio è stato anche lo stato in cui era caduto il padrone di Shony, depresso perchè non poteva vedere il suo pastore tedesco da due anni. Viceversa l’altro proprietario non si dava pace perché aveva saputo che la sua Briciola soffriva profondamente per la lontananza tanto che il suo veterinario aveva rilasciato un certificato in cui attestava la patologica tristezza di quella cucciola meticcia che per tornare a scodinzolare aveva bisogno di riabbracciare il suo padrone.”
Non e’ perche’ uno sta in carcere gli si deve negare l’affettivita’ – sottolinea Fullone – perche’ e’ importante”.
Al colloquio-incontro tutti erano emozionati e felici anche chi era li solo per assistere.
Briciola, dimenticata la malinconia, saltellava senza smettere di fare le al suo padrone, mentre Shony, il pastore tedesco, più compreso della situazione seduto a terra, continuava a dimenare la coda e abbaiare felice.
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