Terremoti, frane e valanghe sono campo di lavoro per cani d soccorso impiegati per ritrovare e salvare chi è rimasto coinvolto in queste sciagure.
I cani da soccorso si dividono in linea di massima in cani da ricerca molecolari e cani da ricerca di superficie.
I primi, i molecolari, sono addestrati alla disciplina cinofila del Mantrailing: seguono, in una vera e propria pista, l’odore di una singola persona su comando del conduttore il quale fornisce al cane un campione d’odore della persona dispersa. Si differenziano in ciò dal cane da ricerca in superficie, macerie o valanga, che è invece addestrato a seguire tutte le tracce umane che possono essere presenti in una data area. Inoltre, la disciplina del Mantrailing prevede che il cane lavori legato alla longhina, un guinzaglio di 5 metri che lo tiene unito al conduttore, mentre i cani da ricerca in superficie eseguono la ricerca sempre svincolati.
Il progetto sperimentale che è stato portato avanti negli ultimi anni dalla Scuola Nazionale Cinofila del CNSAS prevede la creazione di cani cosiddetti “ibridi”: questi sono in grado di iniziare la ricerca su pista vincolati alla longhina, come nel Mantrailing, e di proseguire svincolati, come i cani da superficie, nel momento in cui il terreno diventa impervio e poco agevole per la gestione di un guinzaglio. Ai fini sperimentali la Scuola Nazionale ha preso in considerazione vari tipi di razze. Oltre i noti Bloodhound, si sono rivelati anche i Segugi Bavaresi e gli Hovawart.
Ovviamente, più l’intervento dell’unità cinofila è tempestivo, più sarà possibile ottenere risultati; dopo le 48 ore, infatti, cercare lo scomparso è ancora possibile, ma la probabilità di successo si riduce del 60-70%. Inoltre, le condizioni ambientali (clima e temperatura, vento ma soprattutto forti piogge) influenzano la qualità e la resistenza della traccia.
Categorie: Curiosità
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