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Blitz di Animalisti italiani Onlus alla settimana della moda a Roma

30/01/2016

Inaugurazione nonviolenta e provocatoria della Settimana della Moda da parte degli Animalisti Italiani Onlus: incatenati al cancello d’ingresso, guanti e pellicce imbrattati di sangue, decine di animalisti hanno chiesto che Roma diventi “Capitale della Moda Ecologica senza crudelta’ e dunque senza pellicce”. Per una Capitale della Moda senza pellicce e senza sangue, l’Associazione Animalisti Italiani Onlus, che dal 1998 si batte per i diritti degli animali e che annovera tra i suoi testimonial Romina Power, Rocco Siffredi, Daniela Poggi, Massimo Wertmuller, Franca Valeri, Loredana Cannata, Roberta Orru’, Wladimir Luxuria, ha intralciato il regolare svolgimento delle Sfilate di Moda, per ricordare che un’altra Moda e’ possibile. Uno stile trendy e giovane che prediliga l’ecologico e si presenti sul mercato con prodotti belli esteticamente ma anche sotto il profilo etico, senza provocare la sofferenza e l’uccisione di migliaia di volpi, visoni, castori, ermellini, cincilla’, ma anche di oltre due milioni di cani e gatti che vengono scuoiati, spesso ancora vivi, in Cina, per realizzare i risvolti di giacche, giacconi, cappotti per il mercato italiano. “Siamo qui – commenta il Presidente Walter Caporale – per chiedere che Roma diventi la Capitale della Moda Ecologica senza crudelta’ e dunque senza pellicce. Uno stile giovane e fresco che strizzi l’occhio all’estetica e che non dimentichi di guardare anche ai valori etici. Abbiamo scritto alla Presidente di AltaRoma, Silvia Venturini Fendi, al Direttore del dipartimento Attivita’ Culturali e Turismo del Comune di Roma, Vincenzo Vastola, e al Commissario Tronca per avere un incontro e realizzare un tavolo di confronto aperto che superi contrasti e diversita’ per approdare a soluzioni condivise”. Durante la manifestazione, alcune donne, che indossavano la pelliccia, sono state persuase a spogliarsi di quella sofferenza e si sono unite ai manifestanti, rinunciando ad indossare quei capi macchiati di sangue e crudelta’. Il messaggio e’ inequivocabile: il prezzo della nostra vanita’ non vale la vita e le torture subite dagli animali “da pelliccia”. Ha avuto difficolta’ a varcare l’ingresso anche la nota stilista Raffaella Curiel la quale, rivolgendosi al Presidente Walter Caporale ha dichiarato: “Non usero’ piu’ pellicce”. L’Associazione Animalisti Onlus intanto le ha chiesto un incontro per affrontare il tema insieme. Ogni anno, decine di migliaia di visoni e volpi vengono allevati anche in Italia, in gabbie strettissime, con il fondo metallico in rete, che lacera le zampe degli animali. Esposti forzatamente al caldo, al freddo, al vento e al gelo per infoltirne il manto e rendere piu’ voluminosa la pelliccia, vengono uccisi all’eta’ di 7-8 mesi nelle camere a gas, oppure con lo sparo di un chiodo nel cervello seguito da dissanguamento, o ancora con l’elettrocuzione: un elettrodo viene inserito nell’ano dell’animale, un altro nella bocca, quindi una scarica di 200 volt provoca la lenta agonia e morte dell’animale. Ermellini, castori e cincilla’ vengono catturati con le trappole: muoiono lentamente, tra atroci sofferenze, spesso per dissanguamento dopo essersi staccati la zampa intrappolata. I cuccioli, rimasti senza mamma, muoiono di fame e freddo. CANI e GATTI – Si stima che oltre due milioni di cani e gatti vengano catturati ogni anno in Cina, soprattutto per il mercato italiano: ammassati per giorni a decine in una sola gabbia, senza acqua e cibo e tra gli escrementi, vengono uccisi con una crudelta’ inimmaginabile, per realizzare i risvolti dei giacconi che tanto piacciono purtroppo ai giovani. In teoria vietati, a causa dei controlli inesistenti ai confini, alle dogane, nei porti, questi giacconi con pelliccia di cane e gatto vengono venduti in tutta Italia. Occorrono dai 30 ai 50 visoni per ottenere una sola pelliccia di visone; dai 180 ai 240 ermellini per una sola pelliccia; dai 130 ai 200 cincilla’; da 10 a 20 volpi; dai 120 ai 200 scoiattoli; dai 30 ai 45 agnelli. Basta una sola bestia per indossarla.


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