Saranno «divise e vendute all’estero» le otto tigri del circo della famiglia Weber, quattro delle quali uccisero il 4 luglio il domatore Ettore Weber, 61 anni, che le stava addestrando durante una tappa a Terlizzi (Bari), «colpito all’arteria carotidea da una zampata sferrata dalla tigre Sultan». Lo afferma in una nota l’associazione animalista Lav, che si era offerta assieme all’olandese Aap di sostenere il trasporto e il mantenimento a vita degli otto felini in Spagna, al Centro Primadomus vicino Alicante, specializzato in animali esotici e pericolosi.
Saranno trasferite «all’estero, dove non vi sono – afferma la Lav – le stesse tutele penali nei confronti degli animali» e saranno «divise in due gruppi da quattro: una soluzione che si ripercuote ulteriormente sulle tigri, catapultate nuovamente nell’incubo infinito di una vita in gabbia».
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Subito dopo l’uccisione del domatore, gli animali – ricorda la Lav – vennero «sequestrati e collocati nello Zoo Safari di Fasano (Brindisi)»: prima di essere restituite ai proprietari, «sono rimaste per tre settimane in uno spazio di 20mq circa, sullo stesso camion-gabbia che le ha condotte a Fasano», uno “spazio inadeguato per lunghe permanenze».
«La notizia della loro vendita, alla luce delle soluzioni che abbiamo suggerito, ci lascia basiti – afferma Andrea Casini, responsabile LAV Animali Esotici – a Primadomus avrebbero potuto vivere in spazi adeguati, non sfruttati da alcun essere umano e finalmente liberi da una vita di umiliazioni e ridicolizzazioni quotidiane».
Ora la Lav chiede «l’approvazione della Legge Delega e del relativo Decreto Legislativo per la completa dismissione degli animali dai circhi», al nuovo Governo, in particolare «al neo-incaricato ministro Franceschini (che iniziò questo percorso durante il governo Renzi e poi il governo Gentiloni) e al Senato, sempre più con urgenza».
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