L’Amministrazione Comunale di Lecce ha fatto da apripista con la campagna “Adotta un cane randagio e pagherai meno Tares” e anche il Comune di Avellino ha scelto di seguire questa formula per dare una chance ai randagi e ottimizzare le spese.
La delibera approvata dalla giunta di Avellino, presieduta dal sindaco, su proposta dell’assessore all’Ambiente, prevede un contributo fino a 700 euro l’anno ai cittadini che adotteranno uno dei cani randagi oggi ospiti del canile convenzionato con il Comune. Il contributo economico non sara’ comunque inferiore a quello che il nucleo familiare di chi adotta versa per il pagamento della Tares.
Attualmente, per il mantenimento di ogni randagio il comune di Avellino versa circa 850 euro l’anno ai gestori della struttura convenzionata. “Non si tratta soltanto di realizzare risparmi – ha spiegato l’assessore Ruberto – ma anche di favorire iniziative di cittadinanza attiva indispensabili per la gestione dei servizi di pubblico interesse”. Le procedure di affidamento ai cittadini che ne faranno richiesta, insieme ai controlli, saranno affidate ad una associazione protezionista di volontariato.
Nei prossimi giorni sul sito web del Comune di Avellino, verranno pubblicate le foto dei cani in adozione e per contrastare il fenomeno del randagismo in città saranno stabiliti una serie di contatti con le Associazioni per un Protocollo d’Intesa utile ad avviare il monitoraggio dei cani e verificarne anche lo stato di salute e di eventuale pericolosità. Una condizione fondamentale per realizzare questo secondo provvedimento – adottato dalla giunta – è il coinvolgimento dei veterinari dell’Asl, che una volta effettuato l’intervento di sterilizzazione del cane e terminata la fase post – operatoria, dovrà accertare la non sussistenza di condizioni di pericolosità per uomini, animali e cose e riconoscere al cane il diritto di essere animale libero. Solo in queste condizioni questo animale sarà definito cane di quartiere, così come prevede l’articlo 10 della L. R. Campania n. 16 / 2001. Anche in questo caso sarà realizzato un fronte sinergico con le associazioni di volontariato che dovranno proporre al servizio veterinario dell’Asl il riconoscimento dei singoli animali.
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