Dopo il buon esempio di San Diego e Los Angeles anche Coconut Creek, città di 50mila abitanti nel Sud-Est della Florida, ha deciso di vietare la compravendita di animali d’affezione allevati a scopo commerciale. L’obiettivo del divieto – spiegano fonti locali – è quello di incrementare le adozioni nei canili, chiudere con la prassi degli acquisti impulsivi e al contempo porre fine al triste e deprecabile fenomeno delle “fabbriche di animali”. «Finalmente si cominciano a trattare gli animali non più come oggetti ma come esseri senzienti portatori di diritti e, come tali, non mercificabili. Coconut Creek si candida dunque a diventare un esempio di best practice; un esempio che l’Italia deve assolutamente seguire», dichiara il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri, che prosegue: «Se veramente vogliamo tutelare i diritti degli animali, e sconfiggere randagismo e abbandoni – inutile ricordare che sono proprio gli acquisti impulsivi, i cuccioli di cui ci si innamora a Natale e di cui ci si “stanca” una volta cresciuti, ad alimentare questi fenomeni – è fondamentale “importare” tale esperienza nel nostro Paese.»
«Tra l’altro – sottolinea Ferri – il bando sulla compravendita di animali, oltre a svuotare i nostri canili, produrrebbe un altro effetto virtuoso: darebbe un contributo decisivo alla lotta contro il traffico di animali dall’Est, prosciugando una importante fonte di entrate per la criminalità e causa di maltrattamenti e morte per migliaia di animali. Spesso, dietro ogni cucciolo comprato c’è una vita d’inferno che in molti ignorano.»
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