E’ arrivata la notizia in in cui tutti speravamo e aspettavamo: Fuego, il cagnetto meticcio torturato col fuoco nel Sassarese ai primo di aprile è ufficialmente fuori pericolo.
«Fuego vivrà», hanno comunicato i medici dell’ospedale veterinario dell’Università di Sassari dove era ricoverato da due settimane. Il caso del povero animale aveva suscitato indignazione anche fuori dalla Sardegna: oltre ottanta le offerte di adozione provenienti da diverse parti d’Italia. Ma le cure per Fuego non sono ancora concluse: «Ci vorranno ancora 2-3 settimane di trattamento, in particolare per le ustioni», spiega la direttrice sanitaria della struttura, la professoressa Maria Lucia Manunta.
Quando Fuego è arrivato in ospedale, praticamente su ogni parte del corpo aveva estese bruciature, frutto della cattiveria umana: sull’inguine, sul dorso, sul naso e sulle orecchie; il fuoco ha anche cancellato i suoi baffi. Grazie alla collaborazione degli specialisti del Centro Ustioni dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari molte ustioni si stanno risolvendo: sull’inguine è già comparso il tessuto cicatriziale, e così piano piano sul resto del corpo. La zona più critica è il collo, ma nel complesso le condizioni sono stabili e i miglioramenti sono evidenti.
«Reagisce bene alle terapie e ogni giorno fa un passo in più verso la guarigione. Ormai si alimenta da solo e fa brevi passeggiate nel giardino dell’ospedale. Continuiamo con i liquidi, gli antibiotici e gli analgesici, ma riducendo gradualmente le dosi». Il meticcio, giovane adulto di circa un anno, è completamente avvolto in un bendaggio che serve a far penetrare le pomate nella pelle e che contribuisce a scaldarlo perché, a causa della ustioni, è come se fosse completamente nudo.
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