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La Francia vieterà triturazione pulcini e castrazione maialini dalla fine del 2021

29/01/2020

La triturazione dei pulcini ancora in vita e la castrazione dei maialini vivi, due pratiche utilizzate in allevamento che hanno suscitato di recente molte critiche in Francia, saranno vietate dalla fine del 2021. Lo ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, Didier Guillaume, che in mattinata illustrera’ il suo piano globale per il miglioramento del benessere degli animali. Guillaume ha anche annunciato – alla tv BFM – di aver deciso, insieme con Germania e Spagna, l’istituzione, a partire dall’anno prossimo, di un’etichettatura “sul benessere animale”. Il governo prevede di lanciare una sperimentazione per garantire al consumatore un’informazione chiara sulle modalita’ di allevamento dei prodotti a base di carne che acquista. Per la triturazione dei pulcini, “l’obiettivo e’ di spingere le aziende e la ricerca a fare questo passo a fine 2021, trovando una tecnica che funzioni su grande scala. Il piano prevede, in sostanza, di mettere fine a pratiche dolorose come la triturazione dei pulcini maschi e la castrazione dei maialini vivi ma anche la protezione di questi animali durante il trasporto.(ANSA).


Categorie: News dal Mondo

A Milano ok divieto collare strozzo ma con deroghe

29/01/2020

Il Consiglio comunale di Milano nel nuovo regolamento per il benessere e la tutela degli Animali, che e’ in discussione, vietera’ l’utilizzo del collare a scorrimento, detto anche ‘a strozzo’, per i cani ma con delle deroghe, come prevede un sub – emendamento approvato dall’aula e presentato dal consigliere di Forza Italia, Gianluca Comazzi. Il sub – emendamento infatti prevede delle deroghe al divieto dell’utilizzo del collare a strozzo per le forze dell’ordine e anche per i privati cittadini in caso di “sicurezza, incolumita’ pubblica e stato di necessita’”, situazioni in cui il padrone potra’ decidere di condurre il proprio canecon questo tipo di collare. I cittadini dovranno pero’ dimostrare, per non essere multati, che ci sono queste necessita’ per cui il cane deve indossare il collare a scorrimento in un determinato momento. Il testo del sub emendamento quindi spiega che “e’ vietato l’utilizzo dei collari a strozzo, detto anche a scorrimento, fatta salva la necessita’ di utilizzo nei casi di adempimento di un dovere, per esempio forze dell’ordine, soccorso, o per ragioni di sicurezza o tutela dell’incolumita’ pubblica o in caso di necessita’. Il divieto di utilizzo del collare a strozzo, con le deroghe previste, si applica trascorso un periodo di sei mesi dall’entrata in vigore del presente regolamento”. “Gia’ 120 Comuni hanno introdotto il divieto del collare a strozzo. E’ un problema di civilta’, perche’ molto spesso questo strumento viene utilizzato da chi non vuole occuparsi dell’educazione del suo animale. – ha commentato l’assessore allo Sport con delega alla tutela e difesa degli Animali, Roberta Guaineri -. Noi, invece, introducendo il divieto, pensiamo di sensibilizzare i cittadini a occuparsene”. Il principio generale “e’ che non si puo’ uscire di casa con il collare a strozzo, ma usarlo solo in caso di estrema necessita’. Il principio generale e’ che il collare a strozzo e’ vietato. Il collare a strozzo e’ vietato, salvo che nei casi espressamente previsti, che devono essere verificati dall’agente di Polizia locale o dalla magistratura nel caso il cittadino impugni la sanzione”, ha chiarito. (ANSA)


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Squali a rischio per gli ami della pesca industriale negli oceani del mondo

28/01/2020

Milioni di squali in tutto il mondo soffrono gli effetti degli ami da pesca che possono restare all’interno delle loro membra per oltre sette anni, provocando gravi danni alla salute, tra cui sanguinamento interno e necrosi. Lo afferma uno studio condotto dall’Istituto di Biologia marina dell’Università Manoa nelle Hawaii. La ricerca si è svolta tra il 2011 e il 2019, quando il team ha studiato gli squali tigre nelle acque oceaniche che circondano Tahiti, scoprendo che il 38 per cento presentava ferite da ami o attrezzi da pesca industriali. “Questo è un problema che probabilmente riguarda milioni di singoli squali in tutti gli oceani del mondo”, afferma Carl Meyer, ricercatore associato presso l’Hawai Institute of Marine Biology.
Il metodo di pesca che causa tanto danno è quello con palamito (o palangaro). Un singolo filo di palamito può avere un numero di ami da pesca variabile da diverse dozzine a diverse migliaia. Questi palangari vengono scagliati nell’oceano e lasciati sul fondo o sulla superficie dell’oceano, dove in genere rimangono per diverse ore prima di essere trascinati indietro. Le prede dei  pescatori che usano questa tecnica sono principalmente tonni e pesci spada di alto valore, secondo Meyer, ma numerose altre specie come gli squali possono imbattersi accidentalmente negli ami procurandosi ferite pericolose e infezioni croniche. Per proseguire la lettura cliccare qui.

 


Categorie: News dal Mondo

Nibble, il pitbull salvato dai combattimenti ora lavora nella polizia canadese

28/01/2020

E’ passato da vittima di un crimine a cane poliziotto, pronto a fare giustizia. E’ la storia di Nibble, il cucciolo salvato da un ring da combattimento di pitbull in Canada dal Throw Away Dogs Project, il programma che riabilita i cani salvati e li inserisce nelle forze di polizia. L’ufficio dello sceriffo di Craven nella Carolina del Nord ha trovato lavoro per Nibble nella squadra che combatte il traffico di droga e da oggi è un agente a quattro zampe a tutti gli effetti. Ad ora il progetto Throw Away Dogs ha inserito oltre 24 cani salvati da maltrattamenti nei dipartimenti di polizia. (enpa.it)


Categorie: News dal Mondo

Il coronavirus una minaccia anche per cani e gatti domestici? Come riconoscere i sintomi

28/01/2020

I media sono invasi da immagini e notizie sul nuovo virus cinese della famiglia dei coronavirus e “cugino” della Sars è stato trasmesso dagli animali all’uomo. Il primo focolaio del virus sarebbe partito da un serpente, presente nel mercato del pesce e di animali vivi di Wuhan. Il virus ora si sta diffondendo “da persona a persona” e i sintomi sono quelli di un’influenza importante che può diventare fatale per soggetti dalle difese immunitarie più deboli. I team di scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di un vaccino per difenderci da questo temibile virus.
Ma con i cani, i gatti e altri animali come si comporta il coronavirus? Come possono contrarlo e diffonderlo? A dare una informazione di base Money.it, una testata giornalistica economico- finanziaria.
“Ricordate la SARS, la forma atipica di polmonite mortale causata da un coronavirus che allarmò il mondo tra il 2002 e il 2003? È stato scoperto che i pipistrelli sono il vettore del virus, che poi è saltato sui cani procioni e sui gatti domestici. In Cina durante lo scoppio dell’epidemia, i cani furono banditi dalle strade, dai parchi e dalle aree pubbliche. Il Governo minacciò anche la soppressione di cani, gatti e altri animali domestici appartenenti a famiglie in quarantena per limitare la diffusione del virus.
Gli animali domestici quindi non sono immuni alle infezioni da coronavirus, che in alcuni casi possono anche provocare conseguenze molto gravi.

Coronavirus gatti: cause, sintomi e cura
I gatti possono contrarre due tipi di coronavirus: la forma endemica non virulenta – coronavirus enterico felino (FECV), e la peritonite infettiva felina (FIPV), che è fatale e a lenta progressione.
Il coronavirus felino è comune nei gatti e in molti casi non presenta sintomi, se non gastroenterite lieve e cronica. Il contagio da gatto a gatto avviene per via fecale, quindi spesso attraverso la lettiera. In sé il coronavirus felino non è pericoloso, ma a spaventare è la sua capacità di mutazione nella forma di peritonite infettiva, che può colpire diversi organi e causare sintomi più o meno gravi. In questo caso il gatto presenterà febbre, inappetenza, letargia e assenza di reazione agli stimoli.
Più che di una vera e propria cura, si parla di misure di prevenzione, come il consiglio di dotarsi di più lettiere se si ha più di un gatto in casa e di rispettare il calendario delle vaccinazioni.

Coronavirus nei cani: cause, sintomi e cura
Il coronavirus canino è una malattia gastrointesinale acuta e altamente contagiosa che si presenta con sintomi come vomito, diarrea, febbre alta, inappetenza, disidratazione e perdita di peso.
I casi di coronavirus nei cani preoccupano sempre padroni e veterinari poiché se non riconosciuta in tempo possono portare complicazioni per la salute degli animali nonché a un alto rischio di contagio tra cani ma anche altri animali domestici, come i gatti.
Il coronavirus colpisce l’intestino tenue e rimanere nell’organismo anche senza sintomi evidenti. La salute di fido è compromessa quando, oltre al coronavirus, contrae anche il parvovirus canino.
Il periodo di incubazione è di 1-3 giorni, ma la malattia è altamente contagiosa e si diffonde attraverso le feci dei cani infetti. Bisogna quindi fare molta attenzione, soprattutto nel caso di cani abituati a ingerire le proprie feci o quelle di altri animali. I
Il trattamento di solito richiede farmaci antivirali per la diarrera, ma i casi più gravi possono richiedere fluidi per via endovenosa per combattere la disidratazione. Raramente il coronavirus nei cani è mortale, in quanto oltre a essere distrutto dalla maggior parte dei disinfettanti in commercio, esiste un vaccino che in genere viene somministrato ai cuccioli, più esposti all’infezione da coronavirus.
Questo articolo ha puro scopo informativo e divulgativo iperchè l’Italia come tante nazioni del vecchio continente sono esenti dalla diffusione del virus. Se foste di ritorno da un Paese a rischio chiedete dettagli e informazioni su sintomi, cure e rischi di coronavirus nel proprio cane o gatto al proprio veterinario di fiducia.


Categorie: Curiosità

Cuccioli di bouledogue francese messi all'asta on line. I carabinieri fermano il traffico e sequestrano i cuccioli sopravvissuti

28/01/2020

Un’asta telematica per vendere i nove cuccioli di razza Bouledogue francese, sequestrati la scorsa estate in territorio del Comune di Corropoli (Teramo), dai Carabinieri Forestali dei Nuclei Cites di Ancona, Fermo e dalla Stazione Forestale di San Benedetto del Tronto. L’asta iniziera’ l’8 febbraio. I cuccioli, circa 40 giorni di vita, erano stati sequestrati dai Carabinieri in quanto importati illegalmente dall’estero da due trafficanti residenti nei Comuni di Acquaviva Picena e Corropoli: erano privi di vaccinazioni, microchip e documenti d’importazione, stipati nel vano posteriore di un’automobile. I cagnolini erano stati subito affidati alle cure dell’Ospedale veterinario universitario didattico dell’Universita’ di Teramo, diretto dal dott. Augusto Carluccio, che ha sottoposto i cani alle prime cure e accertamenti diagnostici. Per consentirne l’adozione definitiva la Procura di Teramo ha disposto l’asta online: l’offerta, possibile solo da maggiorenni, andra’ presentata sul sito www.astacuccioli.it Durante gli esami dei veterinari e’ risultato ch quasi tutti i cani avevano contratto il parvovirus risultando positivi ai coccidi e ascaridi, patologie potenzialmente fatali per cani di questa eta’. L’operazione era scattata anche a seguito della denuncia di un’anconetana che aveva acquistato da uno dei due indagati, un cucciolo di barboncino Toy tramite un annuncio sul web. Il cane, anch’esso poi risultato affetto da parvovirus, era deceduto in pochi giorni subendo strazianti sofferenze nonostante le cure prestate da una clinica veterinaria dorica. Ora i 9 cani sono stati dichiarati fuori pericolo e sono in affidamento presso il Rifugio Canalba “A.N.T.A. Onlus”. Applicando le procedure del caso e per consentire l’adozione dei cuccioli senza dover attendere i tempi giudiziari, la Procura ha disposto l’esecuzione dell’asta online. (ansa)


Categorie: Varie

Cane trafitto con freccia scoccata da una balestra, salvato da veterinario in Sicilia

28/01/2020

“Un Cane e’ stato gravemente ferito a Scicli (Rg) con un balestra da caccia. A trovare l’animale agonizzante e’ stata la padrona, che lo ha subito portato dal veterinario. E’ stato necessario un intervento chirurgico per rimuovere la freccia conficcata nella parte superiore della schiena. Appena qualche millimetro piu’ in la’ e per il povero animale, divenuto bersaglio vivente di qualche folle criminale, sarebbe morto”. Cosi’ in una nota Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza popolare ecologista (Ape). “L’ennesimo episodio di crudelta’ – aggiunge – nei confronti di creature indifese. Proprio due mesi fa un randagio e’ stato trovato morto in questa localita’, ucciso con un grosso sasso. Chiediamo al sindaco Vincenzo Giannone di condannare il gravissimo episodio avvenuto nel suo comune, e di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari che saranno avviati in caso di individuazione dei responsabili”.

Foto di ragusaoggi.it

 


Categorie: Varie

Per i nostri gatti non siamo amici o proprietari, siamo i loro genitori

27/01/2020

“Amore della mamma….”.  Capita di rivolgerci così al nostro gatto, per molti un modo esagerato di rivolgerci al nostro pet ma non è del tutto così. I gatti certo non possono dirci come ci considerano e come ci amano per quanto provino a dimostrare affetto con testate, fusa e leccate ruvide. Ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology, però, contiene scoperte promettenti in questo senso. Stando ai ricercatori della Oregon State University, infatti, nell’esperimento che hanno condotto i gatti dimostravano attaccamento emotivo verso chi si prendeva cura di loro in modo distinto ed evidente, un po’ come fanno anche i cani e i bambini.
In altre parole, i gatti, ben lontani dall’essere le creature disinteressate e imperscrutabili che crediamo, potrebbero formare legami unici e significativi con i propri padroni.
Come spiegato nello studio, i ricercatori hanno condotto un test di attaccamento emotivo che è stato usato su primati e cani, valutando i risultati in base a criteri riportati nella letteratura relativa ai neonati umani. Questo test ha coinvolto 70 gattini, che sono stati messi in una stanza con i loro padroni per due minuti prima di essere lasciati soli e poi riuniti. I ricercatori hanno osservato il comportamento dei gatti e li hanno divisi in categorie in base alla modalità di attaccamento simile a quella di neonati e cani: sicura, ambivalente, schiva e disorganizzata.

Lo studio riporta che oltre il 60 percento dei gattini dimostravano uno stile di attaccamento sicuro, il che significa che erano angosciati quando il loro padrone ha lasciato la stanza, ma mostravano una quantità salutare di attaccamento e curiosità quando ritornava. Circa il 30 percento dei soggetti ha dimostrato invece un atteggiamento insicuro, ovvero restavano stressati una volta ricongiunti o cercavano contatto eccessivo, evitavano la persona o un qualche misto disorganizzato di tutte queste cose. Stando allo studio, la divisione tra modalità sicura e insicura era simile a quella riscontrata negli studi sui bambini.

Queste scoperte sono rimaste relativamente coerenti anche in un secondo test fatto sugli stessi animali due mesi dopo—si legge ancora nello studio—e anche nei gatti adulti quando l’esperimento è stato condotto su 38 gatti con più di un anno di età.

Stando sempre allo studio, la cognizione sociale nei cani ha ricevuto molta più attenzione nel mondo della ricerca rispetto a quella nei gatti ed è probabile che stiamo sottovalutando i felini. Per quanto questi studi siano da prendere cum grano salis (ehi, io osservo gatti tutti i giorni!), l’ho detto già una volta e lo dirò ancora: i gatti sono adorabili—e la scienza lo sta lentamente confermando.


Categorie: Curiosità

Tigri e leoni, liberati dalle gabbie del circo, le immagini toccanti della prima volta sull'erba (video)

27/01/2020

Buona parte della loro vita l’avevano passata nelle piccole gabbie del circo. Anni trascorsi a dare spettacolo per far divertire il pubblico pagante. Poi, finalmente, è arrivata la libertà. Così, per 12 tigri e 5 leoni, è iniziata una nuova vita. Tutto era iniziato un anno e mezzo fa quando, grazie al lavoro incessante di Animal Defenders International (ADI) l’organizzazione no-profit animalista che, dal 1990, si occupa di salvaguardia animale, era iniziata una “battaglia” con il governo del Guatemala cui si chiedeva un maggiore impegno per far rispettare il divieto di sfruttamento degli animali nel circo, normativa in vigore dal 2018.
Così, dopo una serie di interventi e le continue denunce che, pervenute da più parti, avevano dimostrato lo stato di molti degli animali detenuti nei circhi, si era arrivati al sequestro e all’affidamento di alcuni esemplari all’organizzazìone che, da quel momento, si era attivata per trovare loro, una collocazione adatta. E allora eccoci arrivati a 21 gennaio scorso quando, dopo un viaggio infinito, i felini sono finalmente arrivati in Sudafrica dove, dopo l’atterraggio a Johannesburg, erano attesi al Wildlife Sanctuary di ADI.
L’entusiasmo per la definitiva liberazione, come illustrato dalle toccanti immagini che, diffuse da ADI, proponiamo, è stato tangibile. Tra i primi ad uscire dalle gabbie usate per il delicato trasporto, Tarzan e Tanya, Max e Stripes e poi Sasha e Kumal e poi, ancora, tutti gli altri. Indecisi sul da farsi e comprensibilmente spaesati, per alcuni di loro, persino lo stesso contatto delle zampe sull’erba è stata una emozionante novità, si sono inoltrati in quella che sarà la loro nuova casa.

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Ex Cara di Mineo, la seconda missione Enpa per il salvataggio dei cani. (video)

27/01/2020

Seconda missione di Rete Solidale Enpa nell’ex Cara di Mineo (Catania), dal 17 al 19 gennaio 2020, per salvare i cani randagi lasciati in uno stato di semi-abbandono dopo la chiusura del centro di accoglienza per i richiedenti asilo. I volontari di Rete Solidale Enpa hanno prelevato altri 20 cani e li hanno trasferiti nei rifugi Enpa di San Giovanni Valdarno (Arezzo), di Perugia e di Pistoia, dove resteranno in osservazione sanitaria e comportamentale prima di essere dati in adozione. Si tratta di una nuova missione, dopo quella di dicembre che ha consentito di salvare i primi 21 cani. Restano ancora 19 cani: torneremo prestissimo! Il coordinamento della seconda missione è stato curato, per Rete Solidale Enpa, da Giusy D’Angelo, Paola Tintori e Meir Levy. Hanno collaborato le Sezioni Enpa di Catania, Acireale, San Giovanni Valdarno, Perugia e Pistoia con il supporto logistico della Sede Centrale dell’Enpa. (enpa.it)

Il video è stato realizzato da Andrea Falconi per l’Ufficio Stampa dell’Enpa Sede Centrale.


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Maltrattava i cani ma il reato è prescritto. La legge chiede alle famiglie affidatarie di restituire i cani

27/01/2020

La notizia fa rabbrividire: dopo 8 anni di vita in famiglia, amati e coccolati, alcuni cani a suo tempo sequestrati e affidati ad altrettante famiglie, potrebbero essere restituiti al loro proprietario, un importatore di animali, a causa della prescrizione del processo che lo vedeva imputato per maltrattamento di animali.
I fatti risalgono al 2012: in un noto centro giardinaggio di Desio (MB) vengono trovati dei cuccioli in pessime condizioni di salute. I piccoli, sette in tutto, vengono sequestrati dalla Polizia Provinciale di Monza e affidati ad ENPA in custodia giudiziaria presso il vecchio canile di Monza in Via Buonarroti. Al fine di garantire agli animali casa e cure ottimali, evitando una lunga permanenza in canile, i sette cani vengono affidati in custodia giudiziaria ad altrettanti padroni che sono stati nel frattempo selezionati dall’Ente Nazionale Protezione Animali di Monza e Brianza.
Sette cuccioli, sette storie a lieto fine che però potrebbero trasformarsi in sette incubi sia per i cani, che hanno ormai 8 anni, sia per le famiglie che li hanno accolti e amati.
Il Tribunale di Monza, infatti, ha disposto la restituzione dei cani all’importatore che nel frattempo si è trovato libero dall’accusa di maltrattamento. Non a seguito di una sentenza di proscioglimento ma perché, a causa di cambi di giudice e di un iter giudiziario senza fine, è sopraggiunta la prescrizione del reato e quindi l’uomo è considerato ancora il loro proprietario.
Le famiglie affidatarie, ovviamente, non ci stanno e si opporranno con tutte le loro forze alla restituzione dei loro amati compagni. La Protezione Animali si è schierata fin da subito al loro fianco, affidando la causa all’Avvocato Claudia Ricci, responsabile dell’ufficio legale nazionale ENPA, annunciando che farà una ferma opposizione con tutti i mezzi legali a disposizione.
Mai come in questo caso calza a pennello la massima attribuita a Cicerone “Summus ius, summa iniuria”, ovvero massima giustizia, massima ingiustizia, perché si conferma la presenza di una falla nella legislazione italiana che non contempla una situazione simile. È assurdo, infatti, che per effetto della prescrizione questi poveri animali debbano tornare nelle mani di chi di a suo tempo fu denunciato per maltrattamento, nonostante l’esistenza di una norma (Legge 189/04 e relativo Titolo IX bis c.p.) che ha lo scopo di tutelarli da abuso e violenza.
Gli animali sono esseri senzienti, hanno sentimenti e sensibilità e non si può permettere che per un cavillo legale vengano considerati dei semplici oggetti da restituire solo perché lo ha stabilito la legge. In questa vicenda è stato inoltre completamente ignorato il profondo legame affettivo che si è instaurato in questi anni tra gli adottanti e gli animali adottati.(enpamonza.it)

Foto: Il sequestro dei sette cuccioli nel 2012, con gli agenti della Polizia Provinciale e il responsabile del nucleo anti-maltrattamenti dell’ENPA brianzolo; la pagina del Corriere della Sera.


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Dagli Usa stretta su gli animali a sostegno emotivo in aereo, ammessi solo i cani con cetrtificazione

27/01/2020

Gli Stati Uniti preparano una stretta sugli animali da compagnia come supporto emotivo. In aereo saranno ammessi solo i cani, in base alla nuova proposta del ministero dei Trasporti Usa, anticipata dal Washington Post. In base alle nuove regole saranno dunque banditi dagli aerei tutti gli altri animali oggi classificati “di servizio”.  C’e’ chi ha viaggiato con il suo pappagallo, il suo gatto o il suo criceto.  Le norme in vigore negli Stati Uniti attualmente prevedono che i passeggeri possano portare gratuitamente animali a bordo se questi offrono assistenza ai disabili o sono ritenuti necessari per il benessere dei passeggeri previa presentazione di una lettera specifica del medico. Negli ultimi anni i troppi passeggeri che volano con animali particolari o ingombranti, come la donna che si e’ portata in aereo un pony, hanno causato parecchie lamentele. La nuova proposta del Dipartimento dei Trasporti consente solo ai cani addestrati per l’assistenza a disabili (o psichiatrica) di viaggiare e richiede ai proprietari di compilare appositi moduli per certificare l’addestramento del cane.


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