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“Minori che maltrattano animali sono segnali che non possiamo ignorare”. Il monito del Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Toscana

19/12/2019

“C’è un dato di aggressività su cui dobbiamo interrogarci e che disvela un disagio profondo. Episodi di maltrattamento e violenza sugli animali sono segnali che non possiamo ignorare. Le istituzioni, ma anche le famiglie, le scuole e in generale la società, non possono restare silenti e inermi”. Il monito arriva dal Garante toscana per l’Infanzia e l’Adolescenza, Camilla Bianchi che ha commentato i dati diffusi da Legambiente nel rapporto Zoomafia e che attestano una crescita significativa di maltrattamenti su animali ad opera di minori.
“Il trend fotografato – afferma Camilla Bianchi – rappresenta un “segnale di disagio sociale che evidentemente circonda ragazze e ragazzi, bambine e bambini, che subiscono a loro volta direttamente o indirettamente situazioni di maltrattamenti. Il sopruso cresce e si sviluppa all’interno delle proprie cerchie relazionali. Si alimenta di episodi limite, costruendosi nel tempo, fino a sfociare in comportamenti violenti e talvolta particolarmente efferati. Non possiamo non prenderne atto e rimanere inermi. La zooantropologia – continua Bianchi – è una disciplina che studia la relazione tra esseri umani e animali e gli effetti che la stessa genera nell’ambito delle relazioni personali, sociali e familiari della persona. In tal senso, anche per quatto concerne le persone di minore età, la relazione con l’animale attesta una importante valenza, non solo in termini di promozione del benessere psico-fisico e della integrazione sociale ed affettiva, ma anche in termini educativi, inerenti il riconoscimento ed il rispetto ‘dell’altro’, in questo caso l’animale, come soggetto ‘diverso’ da me ma ‘partner’ nella relazione. E’ dunque fondamentale il recupero di questo rispetto”. Secondo la Garante è fondamentale coinvolgere le famiglie, le scuole e le istituzioni, in percorsi educativi e di formazione ”non solo per le persone di minore età ma anche per gli adulti che evidentemente hanno un ruolo educativo decisivo nella costruzione dei valori e delle virtù delle donne e degli uomini di domani”. (enpa)


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Il rocambolesco salvataggio del gatto Tombino, prigioniero sottoterra, liberato grazie ai volontari dell’Enpa di Roma e 3 generosi ragazzi indiani

18/12/2019

Qui di seguito l’articolo di Maurizio Gallo  sul quotidiano “Il Tempo” riportato sul sito dell’Enpa. L’articolo contiene la storia di un gatto liberato da un tombino dai volontari dell’Enpa di Roma
Il nome con cui l’hanno ribattezzato è stato ispirato dalla sua «prigione» nel sottosuolo, un tombino, appunto. Una prigione temporanea, per fortuna, dalla quale è emerso grazie all’intervento di volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali e di tre ragazzi indiani che abitavano nei pressi. Uno di loro si è calato nel «pozzo» e l’ha tirato sù, perché Tombino era gravemente ferito. E le sue condizioni non sono buone neanche ora, a un mese dalla sua caduta. La storia di questo gattino bianco e nero, senza collare, senza medagliette e senza chip, che avrà all’incirca un anno di vita, ha avuto per teatro la località di Campoverde, una frazione del Comune di Aprilia. Erano le undici di sera. Il micio, probabilmente un randagio, si era rifugiato nella caditoia vicino al tombino quasi certamente dopo essere stato investito da un auto o da un camion, perché nella zona ne passano molti. Poi era scivolato nel buco. Una passante ha sentito i suoi disperati miagolii, si è intenerita e ha telefonato al 112, il numero unico delle emergenze. Sul posto sono stati inviati i vigili del fuoco che, si sa, sono «salvatori professionali» di gattini intrappolati sugli alberi o in difficoltà per altri motivi. I «caschi gialli» hanno pensato che bastasse utilizzare delle tavolette di legno per fargli da «ponte» e permettergli di uscire da solo dalla sua prigione. Si sbagliavano.

La signora che aveva segnalato il fatto si è accorta che Tombino, che infatti era ferito, non riusciva ad emergere dal buio del suo «carcere». E ha chiamato l’Enpa, che ha «mobilitato» Elena, una volontaria dell’ente. «Il salvataggio è stato molto particolare; non era facile raggiungere il gatto, perché lo spazio sotto al tombino era profondo un paio di metri – spiega Elena – Per fortuna sono intervenuti tre ragazzi indiani, che abitavano in un palazzo di fronte e avevano sentito i richiami d’aiuto del micio». Il terzetto ha organizzato un salvataggio in «stile Vermicino»: due di loro tenevano il terzo per i piedi e quello si è infilato a testa in giù nel tombino. «Si è calato di testa nel buco e l’ha tirato fuori – continua Elena – Era in ipotermia e aveva la frattura del bacino. L’abbiamo portato alla clinica “S.o.s. Veterinaria» ai Colli Portuensi, che è aperta anche la notte. Lì, dopo una trasfusione, necessaria perché aveva perso molto sangue, l’hanno operato una prima volta per ridurre l’ematoma che aveva sotto l’inguine. È ancora in clinica, ormai è passato un mese, perché forse dovranno sottoporlo a un secondo intervento sempre per la riduzione di quell’ematoma, che gli impedisce di urinare. E bisognerà verificare eventuali problematiche neurologiche…».

Il problema, spiega ancora la volontaria, che vorrebbe tenere Tombino con sé, è che bisogna premergli la vescica manualmente tre volte al giorno e, quindi, l’assistenza è molto impegnativa. Se hai un lavoro e non puoi permetterti una cat-sitter, l’adozione è impossibile. L’unica speranza, dunque, è che Tombino guarisca presto e ridiventi autosufficiente. Poi riuscirà a trovare un padrone o una padrona che lo accolga e gli regali una nuova vita.


Categorie: Varie

Cane reagisce e morde un bambino, per la Cassazione non sempre è colpa del proprietario

18/12/2019

 Chi possiede un cane, pur avendo un “obbligo di vigilanza”, non sempre va incontro a condanne se l’animale causa lesioni a qualcuno. Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui il giudice di pace di Castelvetrano aveva condannato per lesioni personali colpose una 58enne, proprietaria di un cane, finita sotto processo dopo che quest’ultimo aveva morso la gamba di un bambino. La donna, secondo l’accusa, “per negligenza, imprudenza e imperizia” aveva lasciato “incustodito l’animale” sulla pubblica via “senza museruola”. L’imputata, pero’, nel suo ricorso alla Suprema Corte, aveva evidenziato che si era in presenza di “caso fortuito” perche’ il cane aveva morso il bambino dopo che la bicicletta condotta dal minorenne gli era passata sulla coda. Un dettaglio, questo, che il giudice di pace aveva considerato “irrilevante”, ma che, secondo la Cassazione, va valutato nell’ambito del processo: “Se e’ pur vero che la posizione di garanzia che grava sul detentore del cane ‘copre’ anche i comportamenti imprudenti altrui e che la colpa della vittima che ponga in essere un comportamento imprudente puo’ al piu’ concorrere con quella del garante, ma non elide quest’ultima – si legge nella sentenza depositata oggi della quarta sezione penale – va tuttavia osservato come nel caso di specie ci si trovi di fronte ad evenienza caratterizzata da assoluta abnormita’ ed eccentricita’, che andava comunque presa in considerazione e che non poteva ritenersi ‘tout court’ irrilevante”. Inoltre, “trattandosi di affermare la responsabilita’ penale – aggiungono i giudici del ‘Palazzaccio’ – occorre accertare in positivo la colpa dell’imputato e non e’ sufficiente rifarsi alla presunzione stabilita dall’articolo 2052 del codice civile (articolo relativo al danno cagionato da animali, ndr) e all’inversione di prova (dell’eventuale caso fortuito) che la medesima comporta”. (AGI)


Categorie: Varie

Enpa lancia #NOfuochiSÌparty, la campagna contro i botti di fine anno

18/12/2019

Quest’anno rinuncia a botti e petardi e trasforma un gesto di civiltà in un atto d’amore: converti la tua tradizionale spesa di fuochi di artificio in pasti caldi per il Capodanno dei trovatelli Enpa. L’Ente Nazionale Protezione Animali lancia #NOfuochiSÌparty, la campagna di sensibilizzazione contro i botti di Capodanno, un’occasione concreta per contribuire al benessere dei tanti animali di cui l’Enpa si prende cura ogni giorno.
Ogni anno nelle feste – afferma Enpa – gli italiani spendono milioni di euro in fuochi d’artificio: botti spaventosi e luci accecanti che uccidono migliaia di animali, domestici e selvatici. Vuoi fare qualcosa per loro? Rinunciare ai botti è già molto, ma puoi fare ancora di più: trasformare la tua tradizionale spesa di petardi in pasti caldi per il Capodanno dei trovatelli ENPA”.

Scopri come aderire a #NOfuochiSÌparty (QUI) o fare una donazione QUI

Cosa succede agli animali?
Il rumore dei botti è dannoso per quasi tutte le specie animali. Chi ha un animale domestico sa bene, per averlo vissuto, che un cane o un gatto viene letteralmente stordito dal fragore insopportabile delle esplosioni. I domestici sviluppano crisi di panico, tendono a nascondersi o a scappare, mentre il battito cardiaco aumenta e gli sfinteri non tengono. Sono molte le fughe di cani, numerosi i gatti di colonia che il primo gennaio non si trovano più. Spariti. Per non parlare degli animali selvatici. E dei volatili. Questi ultimi spesso perdono la traiettoria, vanno a sbattere contro ostacoli che in una condizione normale riconoscono: i muri dei palazzi, i tronchi degli alberi… E muoiono.

L’appello ai sindaci
Già la scorsa settimana Enpa ha lanciato un appello ai sindaci di tutta Italia. I botti sono un pericolo per la sicurezza pubblica e per gli animali e i primi cittadini pochi giorni prima di Capodanno firmano ordinanze dell’ultim’ora. “Occorre – ha detto Enpa – fare in fretta e bene: in passato alcuni sindaci sensibili ma tardivi (anche di grandi città) hanno emanato all’ultimo momento ordinanze scritte male, che hanno avuto come conseguenza il ricorso dei produttori di fuochi d’artificio. Agire tempestivamente significa anche avere il tempo di pubblicizzare adeguatamente il divieto presso i cittadini. Contemporaneamente occorre vigilare sui canali di vendita e essere implacabili laddove dovessero essere scoperti produttori e venditori di botti illegali.”

Meno quattordici
Mancano meno di due settimane a Capodanno. Naturalmente l’azione di sensibilizzazione di Enpa non si esaurisce qui. Continueremo nei diciassette giorni che mancano a fare una pressante e costante azione nella speranza di convincere il maggior numero di sindaci possibile a emanare ordinanze restrittive per vietare l’uso di botti poiché in tal modo – a giudizio della Protezione Animali – si tutelano le persone, gli animali, l’ambiente. “Ma non c’è ordinanza che possa rilevarsi davvero efficace in mancanza della consapevolezza e della responsabilità delle persone. Per questo Enpa invita tutti a rinunciare ai botti di Capodanno: ci sono molti modi di festeggiare l’inizio del nuovo anno, bisogna scegliere quelli sicuri e rispettosi della vita”. In altri termini: rinunciamo tutti ai botti.


Categorie: Varie

Massimo Wertmuller dà voce all’audiolibro gratuito Enpa-Pizzardi “Un cucciolotto da amare - Consigli per accogliere in famiglia un nuovo amico a quattrozampe” (video)

18/12/2019

“Un cucciolotto da amare – Consigli per accogliere in famiglia un nuovo amico a quattrozampe” diventa un audiolibro distribuito gratuitamente su www.enpa.it, perché l’adozione consapevole è la migliore forma di prevenzione dell’abbandono.
Pubblicato e distribuito nel 2017 gratuitamente in 50.000 copie da Pizzardi Editore, di questo libro educativo nato con l’intento di divenire un utile strumento formativo arriva ora l’edizione in audiolibro letto da un grande amico degli animali: l’attore Massimo Wertmuller. Le musiche originali sono di Enrico Giaretta.
“Questo libro nasce dalla volontà dell’editore Pizzardi, che da sempre con Enpa diffonde educazione e cultura per l’accoglienza degli animali”, ha dichiarato la presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali, Carla Rocchi. E’ un lavoro (i testi sono di Giusy D’Angelo per il Centro Comunicazione e Sviluppo Enpa) destinato innanzitutto ai bambini, ma anche ai genitori: “Un cucciolotto da amare” offre informazioni semplici e utilissime per accogliere un animale domestico nelle migliori condizioni possibili, per comprenderlo, per rispondere ai suoi segnali e ai suoi bisogni, per accudirlo, per amarlo e per essere amati.
L’audiolibro è un nuovo strumento per Enpa: può essere ascoltato in automobile o in bicicletta, a casa o all’aperto, con uno smartphone o con un tablet, da grandi e piccini. Questo testo, poi, si presenta avvincente anche per i bambini e la voce di Massimo conferisce a un testo divulgativo come questo una grande forza espressiva, di certo utile a diffondere ancora di più la nostra mission.
L’idea è nata dopo un confronto con l’autrice dei testi, la nostra Giusy D’Angelo. La realizzazione del progetto è del nostro Ufficio Stampa d’intesa con Pizzardi Editore, con il supporto della documentazione video di Andrea Falconi. Da evidenziare il fatto che l’audiolibro ha anche le musiche originali (e naturalmente offerte gratuitamente) di un grande musicista come Enrico Giaretta.

QUI la pagina con l’audiolibro completo.

QUI, invece, il video di Andrea realizzato il giorno della registrazione dell’audiolibro, con interviste alla nostra Presidente Nazionale, a Massimo Wertmuller e a Enrico Giaretta.

 


Categorie: Animali e Cultura

Finalmente arrestata la donna di Rieti accumulatrice di animali per torturarli

18/12/2019

Era sempre riuscita a sfuggire alla giustizia la donna di Montopoli in Sabina (Ri), nota alle forze dell’ordine per essere un’accumulatrice di animali sottoposta a ben otto sequestri per un totale di circa 500 animali tra cani, gatti e cavalli detenuti illegalmente per tenerli in condizioni tanto critiche simili a torture.
Le vicende di maltrattamento di animali da parte della donna erano venute alla luce già dal 2004 e in zona era ben nota la sua  mania di raccogliere animali di ogni genere non per assisterli ma per infliggere a queste povere creature stenti e sofferenze.
Nonostante gli otto sequestri l’accumulatrice ha proseguito indisturbata nelle sue azioni criminali. Si adoperava in ogni modo, on line, con il passaparola per farsi affidare animali in difficoltà per poi sfogare su di loro i suoi istinti crudeli sottoponendole a pene indicibili.
Basta ricordare che i cani sequestrati nella ‘casa degli orrori’ sono stati circa 500: detenuti in piccole gabbie, denutriti, infestati di parassiti e malati.  Per alcuni di loro la liberazione è avvenuta troppo tardi e sono morti.

Questa vergogna ora è finita: carabinieri e forestali di Poggio Mirteto, su mandato del magistrato del tribunale di Rieti, sono riusciti a trarre in arresto la donna. Nella casa i militari hanno trovato ancora 11 cani e due cavalli.
Per la donna sono scattati gli arresti domiciliari, mentre gli animali sono stati dati in carico all’amministrazione comunale che, a sua volta, li ha affidati ad alcune realtà associative del posto. Una vicenda incredibile.


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"A Natale non comprate cuccioli di razze sofferenti", avverte il Comitato bioetico per la veterinaria

17/12/2019

Gatti nudi, cani con il muso così corto (detti brachicefali) da respirare male, come Carlini o Bulldog. Razze che sono state create dall’uomo per motivi meramente estetici. Se qualcuno, in vista del Natale, avesse intenzione di regalare o regalarsi un cucciolo, il Comitato bioetico per la veterinaria e l’agroalimentare ammonisce: “Non comprare esemplari di razze di animali da compagnia intrinsecamente sofferenti, ovvero con deficit congeniti o vulnerabili geneticamente per patologie severe”.
“Il periodo delle festività, ormai prossimo – si legge in una mozione del Comitato – tradizionalmente induce molte famiglie o singole persone ad assecondare un desiderio largamente diffuso, quello di accogliere un animale da compagnia nella propria casa e, più profondamente, tra i propri affetti. Tale decisione va incoraggiata per gli effetti benefici che produce sugli animali e sulle persone stesse, nonché per il portato simbolico che questo tendere la mano verso la natura reca con sé. Il Comitato Bioetico per la Veterinaria e l’Agroalimentare non entra nel merito della discussione etica sulle modalità attraverso le quali l’animale viene accolto, se per adozione di animali abbandonati o sequestrati dalle autorità, assai auspicabile, oppure a seguito dell’acquisto di un esemplare, in genere di un cucciolo, tramite canali legali e certificati.
Secondo il Comitato etico per la veterinaria, però “esiste un dovere di soccorso verso gli animali che, a causa della selezione genetica di tratti desiderabili quanto a fattezze, colori, assenza di pelo o sua lunghezza eccessiva, conformazione del muso o delle orecchie, dimensioni, andatura, comportamenti, siano stati condannati ad essere intrinsecamente difettosi, come giocattoli fallati il cui deficit non è visibile e anzi talora motivo esso stesso di richiamo”.
“Un cane o un gatto con caratteri fisici esasperati sono spesso malati, provano dolore, disagio, stress, proprio per via di quei caratteri che troviamo divertenti, piacevoli perché stravaganti o raffinati. Il modo più efficace per soccorrerli non è accudirli e curarli secondo necessità ma – è il monito dei veterinari – semplicemente non farli più nascere con quelle caratteristiche, ovvero non comprarli e quindi renderli non più interessanti per il mercato in quanto prodotti non più desiderati. Diversamente, pur rispetto al danno che la loro genetica comporta, saremmo colpevoli di perpetuare tale danno a causa delle nostre scelte di consumatori”, conclude la mozione. (adnkronos)


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"Animali in città" indagine di Legambiente su performance di Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie per i cittadini con 4zampe

17/12/2019

Sono oramai decine di milioni gli animali che vivono con noi nelle nostre case. Ci danno tanto, e hanno bisogno di tutela. A fronte di una spesa pubblica che sembra notevole, il quadro delle politiche e dei servizi offerti a loro tutela è piuttosto disomogeneo.
Parlando con le cifre possiamo dire che nel nostro Paese ci sono fra gli 11 e i 27 milioni di cani. Due dati che, per la loro enorme distanza, possono lasciare perplessi: il primo arriva dalle anagrafi regionali, che ne hanno iscritti 11.630.328; il secondo dalle informazioni pervenute da 50 Comuni di diverse regioni italiane che hanno fornito i dati migliori rispetto all’anagrafe canina: 27.312.000 cani (cioè un cane ogni 2,21 cittadini). Questi i dati del rapporto “Cani in Città” di Legambiente, presentato a Napoli e riportato da Adnkronos. Secondo una stima basata sulle informazioni ricevute da tre Aziende sanitarie locali di Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo che hanno fornito i dati migliori rispetto all’anagrafe canina, i cani sarebbero 21.480.265 (un cane ogni 2,81 cittadini).
Di certo, riporta sempre il rapporto di Legambiente, è che la spesa per la gestione degli animali in città ammonta complessivamente a 220.915.938 euro nel 2018. E che, purtroppo, solo il 16% dei Comuni (ma la percentuale sale all’88% per i Comuni capoluogo) dichiara di avere un canile sanitario, struttura essenziale per il pronto intervento in caso di ritrovamento di un cane ferito. Non è un caso che il fenomeno del randagismo interessi soprattutto i piccoli Comuni. Cani randagi, o ‘vaganti’: un problema riscontrato soprattutto nei Comuni di minore dimensione e delle aree interne o delle regioni meridionali. Se a Milano (1.378.689 cittadini) vi erano 165 cani in canile a fine 2018, a Villa Serio (6.780) ve ne erano 200, a Matelica (9.612) 220, a Lanciano (34.899) 224, a Correggio (25.485) 250, a Tivoli (56.472) 287, a Cava dei Tirreni (52.931) 290, ad Alghero (43.931) 324, a Porto Torres (22.126) 359, a Gioia del Colle (27.573) 437, a Bisceglie (55.251) 450, a Reggio Calabria (180.369) 597, a Sassari (126.870) 679, a Terni (110.749) 741, a Latina (126.746) 751, a Catania (311.594) 1.415.
Per approfondire e conoscere la situazione  nel proprio capoluogo di provincia cliccare qui


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La bella storia di Biagio, il cane con “gli occhi che bucano il cuore”

17/12/2019

Tra tante brutte notizie di cattiveria e abbandono di animali, quando ce ne è una bella come questa di Biagio trovatello salvato dall’Enpa è bello condividerla con tutti.
“E’ un cucciolo randagio come tanti Biagio. Lui e le sue tre sorelline sono stati abbandonati sotto un ponte a Centuripe, in provincia di Enna. Li trova Nicola, volontario del posto che per salvarli affitta anche un pezzo di terreno scosceso in mezzo ai mandorli. Chiuso nel box, in attesa di trovare una nuova famiglia Biagio resta in disparte. Non gioca con le altre cucciole.
“Mi guardava da un angolino tutto serio – racconta Giorgia dell’Enpa, che si è occupata della sua adozione – i suoi occhi tristi mi hanno bucato il cuore. E’ stato allora che gli ho fatto una promessa: ti troverò una famiglia”.
Il tempo passa. Le sorelline di Biagio vengono adottate ma lui no. E intanto diventa più magro, deperito. “Quando è arrivato al Nord, in stallo, – continua Giorgia – abbiamo scoperto il motivo di tutta quella magrezza e stanchezza: Biagio era pieno di brutti parassiti polmonari, gli strongili. Lo abbiamo curato ed è subito rifiorito. E stavolta i suoi occhi non hanno bucato solo il mio cuore. Dopo aver pubblicato il suo appello su una rivista mi chiamarono da Vigevano. Volevano lui. E così è iniziata la nuova vita di Biagio. Per mesi scappava davanti al guinzaglio, voleva uscire solo nel giardino. Abbiamo capito solo in seguito il motivo: stava così bene lì, nella sua nuova famiglia che aveva paura che uscendo avrebbe perso il suo paradiso. Ora Biagio è un colosso di cinquanta chili, buono come il pane, bello, lustro e amato. Siamo andati a trovarlo. Dopo una prima esitazione, ha iniziato a muovere all’impazzata il suo codino mozzo, ringraziandoci per quello che abbiamo fatto per lui. Grazie a te Biagio, è stata una felicità aiutarti!” (enpa)


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Gestione grandi carnivori. Ambientalisti: da Provincia solo 'no'

17/12/2019

Il 4 dicembre scorso le associazioni ambientaliste e animaliste Enpa, Lac, Lipu e Pan Eppaa hanno partecipato al periodico incontro del “Tavolo di partecipazione e informazione per la gestione dei grandi carnivori”, avviato dall’amministrazione precedente. “Pero’ e’ stato anche il tavolo dei no: no grandi come una casa, no che svelano come orsi e lupi siano visti dalla politica come fastidi da limitare, se non addirittura eliminare, piu’ che come (vera!) risorsa sia in chiave pubblicitaria, mostrando un Trentino idealmente naturale e preservato, che per ristabilire gli equilibri naturali e per la tutela della biodiversita’”, affermano le associazioni in una nota unitaria.. “Il primo no, secco e preoccupante, e’ stato quello opposto alla nostra richiesta di attivare i “corridoi faunistici”, seppure gia’ previsti nello sviluppo del progetto europeo “Life Ursus”. Il secondo no, altrettanto secco, affermano ancora le associazioni, “ma se possibile ancora piu’ preoccupante e sicuramente immotivato nel merito, e’ stato quello oppostoci alla richiesta di far ripartire il progetto europeo di coesistenza con i grandi carnivori. Un no motivato solo politicamente, perche’ quasi tutte le parti in causa (di solito contrapposte), rappresentate sia da allevatori e cacciatori che da ambientalisti/animalisti erano unite nel trovare essenziale parteciparvi”. Enpa, Lac, Lipu e Pan Eppaa sostengono sia “un no immotivato, in quanto e’ stato cancellato un progetto gia’ avviato, gia’ sovvenzionato dall’Europa, e che rappresentava uno dei pochi, reali strumenti che potevano permettere di superare, o comunque ridurre notevolmente, i conflitti fra le parti, portando a possibili soluzioni o almeno a sensibili diminuzioni delle problematiche che rendono la questione grandi predatori conflittuale e pericolosa per la tutela della fauna e della biodiversita’, scrivono Ivana Sandri, Caterina Rosa Marino, Sergio Merz e Mauro Nones.(ANSA). 


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Spese veterinarie, aumenta il tetto per le detrazioni

16/12/2019

Sale il tetto per le detrazioni al 19% delle spese veterinarie: la soglia massima passa da poco più di 387 euro a 500. Si potranno quindi detrarre le spese veterinarie fino all’importo di 500 euro, limitatamente alla parte che eccede di 129,11 euro, che rappresenta la franchigia. Con il nuovo tetto massimo, si potrà dunque ottenere una detrazione di 70,46 euro, tenendo conto della franchigia di 129,11 euro e dell’aliquota applicata del 19%. Anche se si tratta di un piccolo aumento, è pur sempre un passo avanti che i possessori di animali domestici apprezzeranno.
“Un risultato importante che riconosce il ruolo degli animali nelle nostre famiglie e il nostro dovere di prendercene cura con responsabilità e costanza”, ha commentato Carla Rocchi, presidente Nazionale dell’Enpa. “Ringraziamo la senatrice Loredana De Petris, prima firmataria dell’emendamento, e tutti i parlamentari che hanno contribuito a questo importante successo che rappresenta un grande passo avanti nel riconoscimento del fondamentale diritto alla salute degli animali. Si tratta di un risultato che va incontro alle mutate esigenze del Paese. La soglia di detraibilità delle spese veterinarie era infatti rimasta immutata da quasi vent’anni, nonostante le condizioni economiche dell’Italia siano cambiate notevolmente”.
Questo risultato si aggiunge a quello ottenuto dall’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, presieduto da Michela Vittoria Brambilla, con l’emendamento che per il 2020 stanzia un milione di euro destinato alla lotta contro il randagismo. Il 60% delle risorse sono riservate all’Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna per la realizzazione di piani straordinari di prevenzione e controllo.


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Uomo morto nel Padovano: non sono stati i cani a ucciderlo ma un problema cardiaco

16/12/2019

Sembrava l’ennesima aggressione mortale di cani “pericolosi”, tutti convinti che ad uccidere un  49enne di Pozzonovo nel padovano, fossero stati i due rottweiler della compagna che vivevano in casa sua. Se qualcuno non accettava questo inspiegabile attacco dei cani, ha avuto molto di più. L’ispezione del corpo della vittima infatti, ha scagionato completamente i rottweiler. L’uomo non e’ morto per l’aggressione dei cani  ma per un malore. E’ quanto emerso dopo l’ispezione sul corpo, come si e’ appreso da fonti della Procura di Rovigo titolare dell’indagine per competenza territoriale, effettuata dai medici. I segni dei morsi dei due cani, una femmina di nove anni e un maschio di due, non sono mortali. L’uomo – come avevano ipotizzato ieri i carabinieri – si sarebbe sentito male (era cardiopatico) e sarebbe caduto per poi morire a causa delle patologie pregresse mentre i due molossi lo avrebbero morso solo successivamente e non in modo fatale quasi a rianimarlo. La procura ha gia’ disposto la consegna della salma ai familiari per il funerale, annullando l’annunciata autopsia.


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