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Maltrattamento animali, Cassazione: è reato se non gli garantiscono le cure veterinarie veterinario

28/11/2019

Evitare di portare un animale malato dal medico veterinario per sottoporlo alle cure necessarie è reato di maltrattamento. E’ quanto stabilisce la Cassazione con la sentenza n. 22579/2019. In particolare la sentenza si concentra sulla condotta del proprietario che commette reato se non fa curare il proprio animale in presenza “di una malattia manifesta ed evidente dell’animale”.
La Cassazione dunque torna ad affrontare un argomento di grande importanza come quello relativo al maltrattamento degli animali (art 544 ter codice penale) ribadendo che il reato si realizza anche in forma omissiva. Dunque maltrattare non è solo l’agire in modo lesivo ma anche il non agire, impedendo che si realizzi l’evento lesivo.
“Questa sentenza – ha commentando Claudia Ricci, avvocato Enpa – si inserisce in un solco tracciato dalla Cassazione che vede il reato di maltrattamento di animali realizzarsi in forma omissiva. Già la sentenza n. 38409/2018 aveva sottolineato la responsabilità del veterinario nel caso in cui il medico si rifiuti di intervenire, configurando l’omissione come reato di maltrattamento a carico del veterinario stesso che, essendo soggetto ad un preciso obbligo giuridico dettato dal codice deontologico, non adempie al proprio dovere. In questo caso la Cassazione si sofferma invece sulla condotta del proprietario anch’esso soggetto all’obbligo giuridico di prendersi cura del proprio animale. Ritengo dunque – ha concluso Ricci – che sia molto importante tornare a ribadire che il reato di maltrattamento si realizza anche in forma omissiva”.


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Maltempo in Liguria, i volontari Enpa in prima linea per soccorrere gli animali in difficoltà

28/11/2019

L’ondata di maltempo di questi giorni ha colpito duramente l’Italia. Molto critica la situazione in Liguria e Piemonte con frane, esondazioni, allagamenti, strade interrotte ed evacuazioni, soprattutto tra savonese, imperiese, genovese, alessandrino, astigiano e cuneese. In queste ore di difficoltà i volontari Enpa sono stati in prima linea per soccorrere gli animali.
In particolare l’Enpa di Savona ha effettuati diversi interventi. Un’anatra cignata, in difficoltà alla foce del torrente Quiliano, è stato recuperata ed è ora in cura presso la sede della Sezione di Savona, dove sono stati ricoverati anche diversi germani reali e colombi, raccolti alle foci del Letimbro, del Sansobbia e dei rii in via Nizza. I volontari hanno controllato con particolare attenzione il torrente Letimbro, dove all’altezza di Lavagnola si trova una colonia felina su una piattaforma e lungo i bordi dell’argine ma tutti gli animali sono riusciti a risalire a quote sicure.
“L’assenza di vittime – spiega l’Enpa di Savona – è anche dovuta all’impegnativo lavoro condotto da due anni dai volontari ed altri gruppi spontanei di animalisti, che hanno sterilizzato oltre 150 soggetti delle colonie feline con habitat ai margini del torrente, riuscendo a contenerle numericamente e, per quelle presenti nell’ultimo tratto, ad indirizzare i gatti al di sopra dell’alveo ed evitare che vi partorissero dentro come accadeva”.
Grandissimo l’impegno dell’Enpa di Genova che, nonostante l’allerta meteo rossa e le piogge incessanti che hanno caratterizzato il weekend, è rimasto aperto e operativo per soccorrere animali selvatici in difficoltà. “Abbiamo recuperato una poiana letteralmente fradicia – racconta i volontari della Sezione di Genova – inzuppata e infreddolita, in alta Val Polcevera. Il rapace è molto debilitato, probabilmente è stato colto di sorpresa dai temporali che stanno interessando il territorio. Faremo come sempre il possibile per salvarlo: per adesso è stato asciugato, rifocillato e messo al caldo”. Il Centro Recupero Animali Selvatici sta realizzando una raccolta fondi per la realizzazione di una nuova stalla per far crescere la platea di animali da soccorrere, curare e successivamente liberare (per info vedi qui).


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I clienti boicottano un supermercato di Drayton (Regno Unito) per aver messo alla porta il gatto Pumpkin

27/11/2019

La clientela di un supermercato di Drayton (Regno Unito) ha deciso di fare lo sciopero della spesa dopo che il punto vendita ha messo al bando un gatto che ne era diventato un visitatore abituale. Tutti conoscono Pumpkin, un micio che amava entrare dentro il negozio per farsi due passi e poi terminare il tutto con un sonnellino coricato su alcune casse. Il tutto con i sorrisi dei clienti, ma non quelli dei capi dell’esercizio commerciale: il responsabile del negozio ha detto che al gatto non sarebbe stato più permesso entrare nei locali del supermercato: «Il gatto è stato bandito e stiamo facendo del nostro meglio per mostrargli la porta. Non può entrare dentro, non è la nostra politica e stiamo facendo di tutto per scoraggiarlo. Non è assolutamente un animale adatto a stare in negozio».
Tutto è probabilmente iniziato quando qualche cliente uscendo dal negozio lo ha visto e gli ha dato da mangiare. La temperatura piacevole dell’esercizio commerciale ha poi fatto il resto. Ma la decisione della direzione del supermercato non è piaciuta ai clienti: sui social network sono iniziati a piovere i commenti che sottolineano quanto quel micio sia adorabile e che non stia provocando alcun danno al negozio.
Pumpkin non è un gatto randagio, ma ha una famiglia; Jo, il suo proprietario,  racconta come regolarmente il micio faccia visita ai suoi negozi preferiti in città, tra cui un agente immobiliare e il pub locale: «Non dà fastidio, penso che voglia solo un po ‘di attenzione dalla gente! Viviamo a circa 100 metri dal supermercato e c’è una fila di negozi fra cui un agente immobiliare, un estetista e un pub in cui si reca ma da mesi il suo luogo preferito è l’alimentari».
Pumpkin e Jo sono stati inondati dal supporto della comunità locale, con Facebook personale del gatto che ha ricevuto 300 richieste di amicizia nei due giorni successivi al divieto. “Ha più amici di me!” riconosce Jo. ‘Ha seguaci dagli Stati Uniti, dal Canada e dalla Norvegia. Non ho idea di come sia arrivato così lontano! La gente pubblica messaggi di solidarietà per Pumpkin e afferma di boicottare la catena di supermercati a cui appartiene il negozio di Drayton. Forse esagerano….”
Fonte: metro.co.uk

 

 


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Per Filippo, cagnetto abbandonato sul bus a Roma, centinaia di richieste di adozione ma ricordiamoci dei tanti Filippo sconosciuti che aspettano nei canili

27/11/2019

La scorsa settimana un meticcetto bianco e nero è stato trovato (abbandonato) su un autobus, poi ribattezzato dagli stessi operatori Atac Filippo, in onore di San Filippo Neri, patrono degli autoferrotranvieri.
La notizia apparsa sulla pagina facebook dell’Atac ha presto fatto il giro dei social con un messaggio molto speciale.
“L’eco mediatico che ha avuto questo episodio ha fatto si che in neanche 24h ricevessimo più di un CENTINAIO di richieste, tra mail, Facebook e telefonate.
Che cos’ha di speciale Filippo?
Il fatto di essere stato trovato su un autobus lo rende diverso da chi perdendosi è stato trovato in un parco, per strada, nel parcheggio di un supermercato?
Lo rende forse diverso da chi è stato legato a un palo con il libretto vicino, legato al cancello del canile nella notte, perso accidentalmente e mai più cercato o sequestrato per un maltrattamento?
No. E’ un cane come tanti, che è finito nel box di un canile e cerca una casa e una vita serena.
L’unica differenza è che ne hanno parlato i giornali: è diventato “famoso”.
E’ orribile da dire, ma è così.
E purtroppo è una storia che in canile si ripete ogni volta che un cane ha la fortuna di far finire la sua storia nel tam-tam mediatico.
Fu così anche per Thor, Pitbull di 15 anni vissuto in canile per 14, e mai considerato da nessuno. E’ bastato un video che lo ha visto protagonista, diventato subito virale, e come per magia tutta Italia ha sentito il desiderio di prenderlo con sé.
Centinaia di richieste per un solo cane, eppure nessuna di queste si è trasformata nella fortuna per un altro invisibile.
Verranno prese in considerazione più richieste per Filippo, da valutare per scegliere la famiglia più idonea e solo con controlli pre e post affido. E siamo più che fiduciosi che non faticherà ad andare a casa, o meglio, nella casa giusta per lui. Non potremmo rispondere, per ovvie ragioni, a tutte le richieste arrivate per iscritto, ma valuteremo solo chi si presenterà di persona.
Però vorremmo cogliere l’occasione per stimolare una riflessione in tutti voi che ne state facendo richiesta: siete tanti, come tanti sono i cani invisibili che ogni giorno si svegliano e si addormentano nelle nostre gabbie di cemento. Filippo è uno e potrà trovare una sola famiglia.
Tenetevi stretta l’empatia che avete provato leggendo la sua storia e venite in canile, per adottare uno dei tanti “Filippo” che magari oggi si chiamano Pedro, Rocky, Nerone, Billy… e non si offenderanno se vorrete chiamarli Filippo. ?
In onore non più del santo patrono, ma di quel cane che vi ha portati a lui.
?????”


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I viaggi della morte. Nave con 14.000 pecore a bordo si capovolge: salvo l’equipaggio mentre per gli animali non c’è stato niente da fare

27/11/2019

Un vero sterminio il naufragio di un mercantile con un carico di 14mila pecore affondato a largo delle coste rumene. La nave si è capovolta poco dopo la partenza e fortunatamente l’equipaggio ha subito ricevuto soccorsi ma per gli animali, tranne pochi capi non c’è stata possibilità di salvezza.   La nave Queen Hind sarebbe affondata poco dopo la partenza, dal porto di Capu Midia, sulla costa del Mar Nero in Romania e diretta verso Jeddah, in Arabia Saudita.
La nave mercantile di 85 metri con l’ingente carico di ovini si è ribaltata per cause ancora sconosciute, anche se da parte della ONG Animals International è arrivata l’accusa, diretta all’equipaggio, di aver sovraccaricato la nave.
La Guardia costiera, gli agenti di polizia e i vigili del fuoco, messo in salvo l’equipaggio, hanno cercato di portare all’aperto, sul ponte della nave, le pecore, ma la maggior parte degli animali era morto affogato in seguito all’allagamento della stiva, e solo poche pecore sono state portare vive a riva. Mary Pana, presidente dell’associazione Acebop ha lasciato la seguente dichiarazione, pubblicata dal The Guardian: “La nostra associazione è scioccata dal disastro. Se non riusciamo a proteggere il bestiame durante i trasporti a lunga distanza, dovremo vietarlo apertamente”.
La Romania è il terzo più grande allevatore di pecore in Europa, dopo Gran Bretagna e Spagna: ogni anno partono circa 100 navi cariche di pecore, che gli attivisti chiamano “navi della morte”, poiché gli animali rischiano di morire durante il viaggio a causa delle terribili condizioni di trasporto. Il bestiame è principalmente diretto verso i mercati del Medio Oriente.
Lo scorso luglio, l’allora commissario europeo responsabile della salute e della sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, ha chiesto a Bucarest di interrompere il trasporto di 70.000 pecore nel Golfo e ha richiesto alla Commissione europea di indagare sulle pratiche di trasporto degli animali che partono dalla Romania


Categorie: News dal Mondo

La perdita del nostro 4zampe è un lutto di famiglia con effetti emotivi e psicologici di grande sofferenza

27/11/2019

Non una semplice perdita ma un lutto a tutti gli effetti, con forti analogie a quanto avviene per un parente stretto. Un progetto internazionale guidato dall’Università Statale di Milano ha studiato il dolore nelle persone che perdono un quattrozampe, evidenziando un impatto psicologico di intensità decisamente sottovalutata. Come riporta Adnkronos Salute i proprietari sviluppano forti connessioni emotive con cani tanto da considerarli spesso come membri della famiglia. I ricercatori hanno sviluppato e validato scientificamente un questionario che è stato utilizzato per riconoscere e valutare il processo del lutto nelle persone che perdono l’amico cane. I primi risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Animals’ e confermano la tendenza delle persone a umanizzare l’animale domestico e a percepirlo come uguale agli esseri umani in termini di emozioni, bisogni e diritti legali.  L’impatto psicologico è tale che, dopo la sua morte, subentra nella persona una visione negativa della vita, fatta di sensi di colpa, dolore, rabbia, pensieri intrusivi e rimpianti, con qualche differenza legata al genere e all’età del proprietario. Le donne, infatti, mostrano una risposta più intensa al lutto rispetto agli uomini, ma questo potrebbe anche semplicemente riflettere una loro maggior propensione a esprimere la sofferenza. I proprietari più giovani sono invece quelli che più facilmente provano senso di colpa quando muore il cane. Il ‘Mourning Dog Project’, è uno studio guidato da Federica Pirrone, etologa del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli studi di Milano, e Stefania Uccheddu, medico veterinario esperto in comportamento animale del Vetethology Group (Belgio), in collaborazione con un team di studiosi appartenenti a molte università internazionali.


Categorie: Curiosità

Padova, gatti feriti o scomparsi. Enpa lancia l’allarme

27/11/2019

Allarme a Padova per la scomparsa o per il ferimento di diversi gatti delle colonie feline della città. “Vengono catturati da sconosciuti, spariscono; alcuni gatti restano feriti. Ne abbiamo recuperati diversi con brutti tagli”, ha scritto la Sezione padovana dell’Enpa sulla sua pagina Facebook. Pochi giorni fa, un gattino rosso è stato recuperato dai nostri volontari in zona Terranegra per essere curato. E il veterinario ha confermato, dall’esame delle ferite, il tentativo di strangolamento, probabilmente con un cappio. Le zone interessate sono quelle di Forcellini, Sacra Famiglia e Paltana. In una colonia felina mancano all’appello due gatti. La Sezione Enpa invita anche i privati a vigilare sui propri cani e a non lasciarli nei giardini. I vari episodi sono stati segnalati alle autorità dal Consiglio Direttivo della Protezione Animali.


Categorie: Varie

Per aver tagliato orecchie e coda al suo dobermann solo per fini estetici, proprietario dobermann patteggia 2 mesi e 21 giorni

26/11/2019

Aveva tagliato coda e le orecchie al proprio dobermann solamente per fini estestici e non per motivi legati alla sua salute: l’uomo, che era stato denunciato nell’aprile 2018 a seguito di un controllo delle guardie zoofile dell’OIPA Roma poiche’ incapace di fornire la documentazione per giustificare le mutilazioni, ha patteggiato una pena detentiva di 2 mesi e 21 giorni.
Le indagini di polizia giudiziaria condotte dagli agenti dell’OIPA avevano dimostrato, infatti, che il taglio era stato effettuato in violazione della legge.
Nell’ambito dell’operazione dell’OIPA Dirty Beauty(Bellezza Sporca), le guardie zoofile dell’OIPA di Roma da alcuni anni stanno monitorando la pratica illegale della conchectomia (taglio delle orecchie) e caudotomia (taglio della coda), purtroppo ancora diffuse in tutta Italia, in particolare nell’ambiente delle fiere e delle esposizioni canine. Questa pratica, se a fini non curativi, e’ vietata dalla Convenzione Europea per la Protezione degli ANIMALI da Compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la Legge n. 201 del 2010. Le mutilazioni di coda e orecchie sono maltrattamenti puniti dal Codice Penale dell’art. 544 ter, che prevede fino a 18 mesi di reclusione ed una multa fino a 30.000 euro.
(facebook oipa roma)


Categorie: Varie

Ricoverato per ictus torna a torna a parlare quando vede il suo cagnolino

26/11/2019

Se la pet therapy è ormai una cura riconosciuta, questa volta un cagnetto è riuscito a fare qualcosa di veramente grande, quasi un miracolo. Un uomo ricoverato presso l’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze per un  ictus che lo avevano privato della parola, quando ha visto il suo cagnolino è riuscito per la prima volta a pronunciare spontaneamente alcune. Il piccolo Phoebe ha invece scodinzolato contento e poi si appoggiato alle gambe del suo padrone, che non vedeva da un po’ di tempo. Lo rende noto la Asl Toscana Centro con un comunicato. L’incontro è stato organizzato dall’assistenza infermieristica e l’infermiere coordinatore Paola Poggiali ha predisposto in reparto insieme ai medici tutto il necessario per accogliere Phoebe, secondo le procedure previste di igiene e sicurezza al fine di tutelare il paziente, gli altri ricoverati e il personale stesso, con la richiesta preventiva dei requisiti indispensabili (libretti di vaccinazioni).
Il progetto ”Pet Visiting”, (in attuazione alla delibera regionale del 2014) sull’umanizzazione delle cure, è finalizzato a dare sollievo agli ammalati che non hanno la possibilità di muoversi e soffrono separati dai loro animali; è realizzato principalmente dal dipartimento infermieristico in collaborazione con le direzioni sanitarie di presidio e l’area veterinaria e attuato in tutti i presidi ospedalieri dell’Azienda.

”Non è la prima volta che accade di portare gli animali di affezione nei nostri reparti, anche quelli più critici come le terapie intensive e ringrazio il personale per la disponibilità ad assecondare e promuovere questo importante progetto che rappresenta un valore aggiunto nella nostra assistenza agli ammalati”, ha commentato la dottoressa Francesca Ciraolo, direttore del presidio ospedaliero.


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Regno Unito, dà pugni al suo cane al parco. Condannato a 23 settimane di carcere e divieto di detenere cani per dieci anni

26/11/2019

Aveva dato numerosi pugni al suo cane, al parco, ma le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tutta la scena. Così l’autore di questo terribile gesto, con la prova delle riprese, è stato processato per maltrattamenti: il giudice lo ha condannato a a 23 settimane di carcere, a una multa di 115 sterline e gli ha posto il divieto di possedere cani per dieci anni.
È successo a Parsons Close, Newbury, nel Regno Unito. La vicenda di Robert Black, di 51 anni e del suo cane maltrattato è stata ripresa dal Secolo XIX di Genova, che ha pure pubblicato il video. Sorprende – favorevolmente – il tempo trascorso dal maltrattamento alla condanna: l’episodio incriminato è del 21 ottobre scorso, la condanna è dell’altro giorno. Tra l’altro, l’uomo è stato tratto in arresto mentre si trovava ancora al parco dalla Polizia, chiamata da alcuni testimoni del gesto.
Per fortuna, il cane non è rimasto gravemente ferito.
«Black ha dimostrato una significativa crudeltà nei confronti del suo cane dandogli un pugno sul muso diverse volte, senza preoccuparsi del suo benessere”, ha dichiarato l’agente investigativo David Burleigh, come riporta Il Secolo XIX . “Questo comportamento – ha aggiunto – è chiaramente inaccettabile per il proprietario di un animale domestico e sono lieto che non solo abbia ricevuto una pena detentiva per le sue azioni, ma che gli sia stato vietato il possesso di animali per i prossimi 10 anni. Prendiamo sul serio fatti come questi e cercheremo di indagare e agire contro chiunque commetta questo tipo di reato».


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In Cina tornano i cavalli di Przewalski, una specie estinta. Ora ci sono quasi 600 esemplari, un terzo della popolazione mondiale

26/11/2019

La popolazione di cavalli di Przewalski ha superato in Cina le 600 unità, pari a quasi un terzo della popolazione mondiale di questi esemplari. Lo rivelano le ultime statistiche del Xinjiang Wild Horse Breeding & Research Center.
I dati mostrano la presenza di 593 cavalli di Przewalski nella Regione Autonoma di Xinjiang Uygur e nella provincia di Gansu in Cina nordoccidentale. Si contano anche circa 60 cavalli di Przewalski nei giardini zoologici di tutto il Paese.
Il cavallo di Przewalski, che prende il nome dal suo scopritore russo, è una specie in via di estinzione originaria delle praterie desertiche dell’Asia centrale. È considerato l’unico cavallo selvaggio oggi esistente, in totale sono circa 2.000 i cavalli di Przewalski nel mondo.
Tuttavia, la specie è da tempo estinta nello Xinjiang in seguito al dilagare della caccia all’inizio del 19/mo secolo. La Cina ha avviato un programma di riproduzione nel 1986, attraverso 24 cavalli trasportati dalla Gran Bretagna e dalla Germania per ripopolare la sottospecie. Gli ultimi dati del Xinjiang Wild Horse Breeding & Research Center mostrano che la popolazione di cavalli selvatici nello Xinjiang ha raggiunto le 438 unità, di cui 90 in cattività, 240 in natura e 108 in semicattività. La provincia vicina del Gansu conta un totale di 155 cavalli di Przewalski, di cui 48 in cattività e 107 in natura, secondo quanto ha affermato Ma Jizhong, direttore del Centro di protezione degli animali in via di estinzione della provincia di Gansu. (XINHUA).


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Il Cat Café di Chry, un'occasione di lavoro per una giovane cagliaritana e una casa per cinque gatti

26/11/2019

Il primo Cat cafè della Sardegna ha aperto a Cagliari un anno fa: cinque randagi hanno trovato una casa, una ragazza ha creato un’impresa e i clienti posso usufruire della pet therapy nel cuore della città. Certo la Asl ha dovuto studiare un protocollo apposito per dare le autorizzazioni al primo bar con gatti dell’isola, ma dopo aver trovato il locale giusto, la giovane cagliaritana di 26 anni. ha realizzato il sogno nato sui banchi di scuola. E ha trascinando anche una ex compagna di classe che oggi è dipendente del suo Cat cafè da Chry.
“E’ stato il professore di Economia Aziendale a mostrarci questo tipo di realtà, tipico della cultura giapponese. E pensare che la sua era la materia che odiavo di più”, racconta divertita l’imprenditrice all’AGI, parlando di quella lezione appresa all’istituto alberghiero che le ha cambiato la vita. “Ho sempre amato i gatti. E quel format mi era piaciuto così tanto che ci avevo fatto anche un compito in classe: quello sul business plan”, spiega la giovane.
Un esercizio che nel tempo si è rivelato prezioso: dopo il diploma e qualche esperienza di lavoro saltuario,  si è trovata davanti all’occasione di partecipare al Progetto garanzia giovani così ha deciso di provare a trasformare il sogno in realtà. Per convincere la commissione a darle il finanziamento previsto, doveva presentare proprio il business plan del Cat Cafè che voleva aprire. Detto, fatto. “Aspetto che il prof di Economia venga a trovarci, gli altri sono già passati a farci tanti complimenti. Abbiamo avuto sempre un buon rapporto con tutti, anche se alcune materie mi erano meno congeniali”, ride la ragazza che oltre a crearsi un lavoro ha dato rifugio a cinque mici randagi.
“Il locale è la loro casa”, spiega la proprietaria del bar dove Oliver, Tigro, Carlotta, Iris e Hope si fanno coccolare dai clienti a cui restituiscono calore a affetto. “Ormai riconoscono e vanno incontro a chi ci fa spesso visita, mentre sono più diffidenti con i nuovi arrivi. Ma questo è normale”. Una porta a vetri separa i gatti dalla zona preparazioni – come richiesto dall’Asl – e in un’ulteriore stanza separata hanno le lettiere, mentre in sala, tra gli avventori, hanno i lettini, le cucce, le ciotole per cibo e acqua e i giochi. La caffetteria non serve superalcolici, ma solo qualche drink ribattezzato in ‘stile felino’: il miaoito o il gattolibre.
“A noi piace che i clienti si sentano come a casa”, precisa Cristina, questo è il nome della ragazza,che elenca con orgoglio la presenza di abituali, degli studenti che si fermano a fare una pausa con libri e computer o dei curiosi che poi tornano anche solo per usufruire dell’angolo di book-crossing. Anche le volontarie dei rifugi da cui sono arrivati i cinque veri ‘padroni di casa’, “continuano a farci visita e ogni volta sono piu’ contente di vedere i mici rilassati e pasciuti. Questo per noi è motivo di orgoglio”.
Il cat cafè di Chry ha raccolto moltissime simpatie ancor prima di aprire: nei mesi antecedenti all’inaugurazione la pagina Facebook del locale ha fatto incetta di ammiratori e il giorno dell’apertura una folla numerosa di aspiranti clienti si è presentata all’uscio. Non tutti sono riusciti ad entrare, ma in pochi si sono scoraggiati cosi’ una lunga coda di persone ha intasato la strada del quartiere Villanova, in cui si trova il locale. Pazienti e curiosi hanno aspettato fuori, anche per molto, pur di consumare qualcosa in compagnia dei mici.(Agi)


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