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l Comune di Belluno vieta di distruggere i nidi delle rondini: multe fino a 500 euro

30/03/2019

Premesso che le rondini, i loro nidi, le uova e i nidiacei sono protetti dalla legge n. 157/92 e dall’articolo 635 del codice penale, che ne vieta l’uccisione e la distruzione, il Comune di Belluno ha pubblicato un’ordinanza che impone il «divieto di distruggere, rimuovere o danneggiare nidi di rondine, balestruccio, rondone e specie affini in tutto il territorio comunale», che comporterà la tutela dei nidi anche al di fuori dei periodi riproduttivi (autunno e inverno), così da permetterne il riutilizzo per più anni.
La disposizione vieta anche il deposito di materiali entro due metri dal nido, per non agevolare gli animali predatori. Le violazioni saranno multate da 25 a 500 euro. Inoltre, il Comune prevede campagne di sensibilizzazione tra la cittadinanza e nelle scuole. «Questa ordinanza – spiega l’assessore alle politiche ambientali, Stefania Ganz – nasce dalla volontà di proteggere la rondine e di riconoscerne l’importanza, e si incontra con l’obiettivo che da sempre persegue il Movimento Antispecista bellunese, che da anni lavora per diffondere maggiore sensibilità sui temi della protezione degli animali in generale, e delle rondini in particolare». «Ringraziamo quindi i volontari dell’associazione che ci hanno proposto questa ordinanza – conclude – e annualmente si occupano del posizionamento delle tavolette anti-guano distribuite in città, della loro rimozione, pulizia e ricollocamento».


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Azzannata dal rottweiler di un parente, è grave 85enne: ha perso un braccio. Patentino per proprietari di grossi cani?

30/03/2019

Gravissimo episodio accaduto a Taranto dove un cane di razza rottweiler di proprietà di un familiare, ha azzannato una 85enne riducendola in gravi condizioni. L’attacco è avvenuto nel giardino della sua abitazione. La donna, ricoverata all’ospedale Santissima Annunziata, ha lesioni alla testa ed ha subito l’amputazione di un braccio. Gli agenti della questura stanno tentando di ricostruire quanto accaduto.
I tanti gli episodi drammatici che negli ultimi mesi hanno visto il coinvolgimento dei cani, soprattutto in ambito domestico  sono solitamente la conseguenza di un malgoverno dei cani e dell’ignoranza delle più elementari regole di rispetto tra specie diverse e non solo.
Queste difficoltà a relazionarsi fa tornare in campo l’opportunità per i proprietari di cani di grossa mole e quindi in grado di causare gravi danni, di seguire dei corsi che li aiutino nel rapporto con il loro 4zampe.

Il rispetto deriva dalla conoscenza e dalla consapevolezza che il cane è un “essere senziente” e come tale possiede proprie peculiarità comportamentali e propri bisogni. La comprensione del normale repertorio comportamentale del cane facilita la socializzazione di tale animale con l’uomo e con i suoi consimili e, quindi, la sua integrazione nella società.
La convivenza tra cane e uomo per essere serena e appagante deve rispettare la dignità e le caratteristiche di entrambe le specie: per questo è necessario conoscere ed utilizzare un linguaggio comune. 
Senza demonizzare una razza o un’altra è necessario avere a disposizioni strumenti e metodi efficaci, privilegiando la prevenzione dei problemi e fornendo soluzioni adeguate in caso di patologie o comportamenti indesiderati o peggio pericolosi. 
L’educazione al rispetto ed alla civile coesistenza è un obiettivo raggiungibile che richiede strumenti adeguati, determinazione ed impegno. 
Il Ministro della Salute ha istituito dei “percorsi formativi” per proprietari di cani previsto a  “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”. 
Il percorso formativo che viene messo a disposizione dei medici veterinari e delle Istituzioni deputate ad organizzare i percorsi formativi  è il modello univoco da seguire per l’impostazione e l’organizzazione dei corsi di base cui tutti i proprietari di cani possono accedere volontariamente. È, quindi, lo strumento di cui avvalersi per far conoscere ai proprietari quali siano i doveri e le responsabilità che derivano dalla scelta di convivere con un cane nonché le esigenze etologiche ed il linguaggio del proprio compagno a quattro zampe al fine di evitare errori di educazione, di impostazione della relazione e di comunicazione che possono essere causa di problemi. 
L’istituzione del “patentino” per i proprietari e detentori di cani è un ulteriore passo in avanti nel panorama legislativo nazionale a tutela delle persone ma anche e soprattutto dei cani stessi.
L’obiettivo consiste nella costruzione di un rapporto interspecifico basato su conoscenze scientifiche, finalizzato al benessere dei cani con i quali condividiamo la nostra vita, alla crescita culturale e alla responsabilizzazione dei proprietari con lo scopo di tutelare il cane e prevenire i rischi per l’uomo.


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Il Bioparco di Roma ha un nuovo ospite molto speciale: Arabella, l'orso-gatto che profuma di pop corn (video)

29/03/2019

Al Bioparco di Roma è arrivata Arabella, una femmina di binturong di 13 anni nata allo Zoo di Dortmund e proveniente dal Safari Park di Longleat (Inghilterra).
Binturong, nella lingua malese, significa ”orso gatto”, sebbene l’animale non abbia affinità né con i gatti né con gli orsi: appartiene all’ordine dei carnivori, ma si nutre anche di frutti e fiori, e abita le foreste tropicali del sud-est asiatico, fino a 3.000 m di altitudine.
Si tratta di una specie minacciata di estinzione e la sua consistenza numerica in natura si è ridotta del 30% nell’ultimo ventennio. Le principali cause sono la deforestazione e il bracconaggio per la carne, la pelliccia, il mercato degli animali da compagnia e la medicina tradizionale cinese (le ghiandole perianali sono utilizzate per la cura di malattie mentali).
È considerato “Vulnerabile” dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), per questo il Bioparco partecipa al programma EEP (European Endangered species Programme) per la specie.
Una curiosità su questo schivo animale è che emette un caratteristico odore di pop corn dovuto alla sua urina (video).

 


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Cane abbandonato, risarcito Comune Milano per 'cure e tutela'

29/03/2019

È stato prima ammesso come parte civile e poi il Comune di Milano ha ottenuto un risarcimento, a carico del condannato, come «ente titolare di pubbliche funzioni in materia di convivenza tra uomo e animale», in un processo penale per l’abbandono di un cane lupo cecoslovacco, di nome Randall, tenuto per giorni in un appartamento in condizioni terribili, senza cibo né acqua, tra escrementi e urina.
La sentenza “pilota” del giudice Mauro Gallina del Tribunale milanese ha condannato il proprietario ad un’ammenda, ma soprattutto per la prima volta ha riconosciuto un risarcimento (2200 euro) all’amministrazione comunale, rappresentata dall’avvocato Marco Dal Toso.
Comune che, dopo l’intervento della Polizia locale, per oltre 90 giorni, attraverso l’Ufficio tutela animali, ha rimesso in salute il cane e lo ha aiutato con corsi di “riavvicinamento” nel rapporto animale-uomo. Il cane con la sentenza è stato tecnicamente confiscato e assegnato ad una persona che per 7 volte è andata ad incontrarlo nel canile.
A processo, davanti alla settima sezione penale, è finito un cinese di 23 anni che, stando all’imputazione, avrebbe tenuto nel giugno 2017 Randall, un lupo cecoslovacco di un anno e mezzo, «in condizioni incompatibili con la sua natura» dentro un appartamento in via Ferrari a Milano, «in un ambiente maleodorante e poco igienico», mentre il vero proprietario dell’animale, che viveva là, se ne era tornato in Cina.
L’amministrazione comunale, con l’Ufficio tutela animali, si è presa cura del cane che era stato sequestrato, dopo le lamentele dei vicini che lo sentivano abbaiare, e ha chiesto e ottenuto di essere parte civile nel processo. Nell’atto di costituzione ha chiarito di essere un ente che si occupa della «protezione e della tutela del benessere, della salute e della dignità degli animali d’affezione», oltre a far presente che in città almeno il 50% dei single, per esempio, vive con un cane.
In più, la stessa amministrazione «ha sostenuto le spese di cura e custodia dell’animale maltrattato» per tre mesi e lo ha, in sostanza, anche “rieducato” al rapporto con gli uomini, date le condizioni in cui era stato tenuto. Così per la prima volta, almeno a Milano, il Tribunale ha riconosciuto al Comune un risarcimento.


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Per il benessere degli animali d'allevamento gli italiani sono disposti a spendere di più

29/03/2019

“Quasi 2 italiani su 3 (63%) sarebbero disposti a pagare di più per carne ottenuta rispettando al massimo il benessere degli animali“: è quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè in occasione della firma del protocollo Inalca (Gruppo Cremonini) a Roma.
Un sistema che stabilisce nuovi criteri di qualità nell’allevamento bovino come la corretta gestione dello spazio per ogni animale, il microclima, l’organizzazione delle mandrie, le pratiche di biosicurezza, la nutrizione e l’utilizzo della paglia per la lettiera che avrà un impatto importante per tutto il settore delle carni bovine in Italia grazie agli accordi di filiera avviati con Coldiretti.
Il vero benessere per gli animali sarebbe quello di una vita libera e una fine naturale ma dopo gli orrori scoperti in allevamenti clandestini e non solo, l’obiettivo più a portata di mano è migliorare gli standard qualitativi della produzione di carne in in Italia. Ma forse è solo un modo per mettersi la coscienza a posto.

 


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"Soggetti e non oggetti" animalisti in piazza domenica 31 a Roma: codice civile diritti anche per gli animali

29/03/2019

“Soggetti non oggetti” per questo il Comitato Tutela Diritti Animali sarà in piazza il 31 marzo a Roma, a San Giovanni in Laterano alle 15.00, in una manifestazione nazionale per chiedere che il Codice Civile riconosca tutti gli animali come “esseri senzienti”. Cambiando la legge, spiega il Comitato in una nota, «tutti coloro che giornalmente maltrattano, torturano, abbandonano gli animali, saranno soggetti a pene più severe, in quanto responsabili di reati ben più gravi».
Ad oggi circa 140 Associazioni Animaliste provenienti da tutta Italia hanno aderito ufficialmente e co-organizzano l’iniziativa. «Riteniamo importante partecipare in migliaia da tutta Italia, perchè è a Roma che si fanno le leggi e solo in questo modo acquisiremo il potere contrattuale necessario per essere ascoltati dalla politica e dai mercati», spiega Simonetta Tempesti, presidente del Comitato. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Roma, è completamente apartitica ed è indipendente e non collegata ad altri eventi. Ci sarà un maxi schermo che proietterà video e un palco, che ospiterà personalità del mondo animalista, scientifico e artistico. Lo street artist Moby Dick si esibirà alla manifestazione.


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A Bologna destina 100.000 euro per il cimitero degli animali. Avrà 500 posti

29/03/2019

Circa 100.000 euro di spesa, fino a 500 posti (con possibilità di ampliamento) e servizi accessori. Prende forma il cimitero per gli animali d’affezione annunciato dall’amministrazione comunale di Bologna, tramite un intervento inserito nel piano degli investimenti 2019-2021 della partecipata Bologna servizi cimiteriali (Bsc). Non è stata ancora individuata l’area in cui realizzare il progetto, ma la società conta di completare il tutto tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020: lo ha spiegato oggi in commissione il presidente di Bsc, Simone Spataro.
L’idea sotto le Due torri è in campo dal 2004: in quell’anno il Comune varò un “Regolamento per il funzionamento e la gestione del cimitero per animali d’affezione”, con l’obiettivo di realizzare una struttura a gestione diretta, ma poi l’intervento non si è concretizzato. La nuova impostazione, invece, oggi prevede un cimitero la cui gestione “sarà tutta in capo a Bsc e non ci sarà un impegno del Comune dal punto di vista economico“, spiega Maria Adele Mimmi, a capo dell’area Welfare e Benessere di comunità di Palazzo D’Accursio.
Però l’amministrazione dovrà effettuare un aggiornamento del Regolamento del 2004, avverte Mimmi, perchè ormai quel testo è “un po’ datato rispetto all’impostazione regolativa e progettuale”. Quel Regolamento “va sicuramente aggiornato e rivisto perchè la normativa nel frattempo è cambiata- afferma Silvano Natalini, direttore dell’unità Sanità animale dell’Ausl- ma nella sostanza non ci sono grosse variazioni”. Un aspetto in più da prendere in considerazione, segnala ad esempio Natalini, riguarda il fatto che “andrà pensata anche un’attività di trasporto”.
Con ok Ausl si può sempre seppellire Fido in giardino
Per il resto, come Ausl “confermiamo il nostro ruolo di vigilanza sugli aspetti autorizzativi prima e di controllo dopo” sul cimitero per gli animali, aggiunge il Natalini. Tutto questo senza dimenticare che resta valida la possibilità di seppellire gli animali d’affezione nel proprio terreno, ricorda il dirigente dell’Ausl, a condizione di avere una certificazione veterinaria su malattie infettive e problemi sanitari specifici, più una valutazione sul terreno.
Un approfondimento che gli uffici comunali dovranno effettuare riguarda anche quali animali potranno trovare posto nel cimitero. La normativa autorizza cani, gatti, furetti e altre bestiole. Mentre per altri animali che pure oggi si vedono nelle abitazioni, come i rettili, la tumulazione non è prevista. “Siamo in una fase preliminare di definizione del progetto e di interlocuzione con il Comune- spiega intanto Spataro- sulle aree e su quali attività, anche dal punto di vista gestionale, possano corrispondere alla società”.
La struttura dovrebbe avere anche forno crematorio. Spataro tende ad escludere una collocazione adiacente alla Certosa, ma l’area potrebbe essere diversa anche rispetto alla zona del cimitero di Borgo Panigale. Non si esclude la possibilità di affittare un terreno. In ogni caso sarà un’area separata e “attrezzata, con servizi e parcheggi- anticipa il presidente- accessibile a tutti e presidiata”. Bsc ipotizza 250 posti per il seppellimento (ma si cerca un’area che renda possibile un’estensione) e altri 150-250 posti per la tumulazione a parete, più un cinerario per gli animali cremati. Ci sarà infatti anche questa possibilità e probabilmente il cimitero avrà un proprio forno: “L’idea è quella di dare un servizio completo”, afferma Spataro. Bsc ancora non ha una stima sulla possibile richiesta, “ma prevediamo che il servizio sarà molto utilizzato“, conclude il presidente.


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Abbattimento lupi "aggressivi" in Veneto: legge rinviata per rischio impugnazione

28/03/2019

E’ stato rinviato in Commissione, su proposta del relatore, Nicola Finco (Lega), il progetto di legge veneto sui “grandi carnivori”, che contiene in particolare misure per l’abbattimento selettivo di lupi “aggressivi” che arrechino danni ad allevamenti e colture.
La decisione è stata presa oggi dal Consiglio regionale del Veneto al fine di individuare “modifiche migliorative” per evitare che il testo sia impugnato dal governo.
“La nostra proposta – ha dichiarato Finco – mira ad affrontare le problematiche complesse determinate dalla presenza e diffusione del lupo nella fascia montana e pedemontana veneta, con i gravi danni subiti dagli allevatori e vuole essere anche uno stimolo al governo affinché si possa giungere al più presto al Piano di Gestione nazionale”. Il rinvio è stato approvato dall’aula con 30 voti a favore e tre astenuti.
Soddisfazione e’ stata espressa dall’opposizione di centrosinistra, secondo cui “l’abbattimento del lupo va in archivio”. Il rinvio in Commissione “e’ l’anticamera dell’affossamento: di questo provvedimento ingiusto, sbagliato e incostituzionale probabilmente non sentiremo piu’ parlare”. Gia’ un mese fa la discussione in aula era stata rinviata, formalmente per l’assenza del relatore. 

 


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Partito il concorso fotografico "Conigli alla Riscossa": iniziativa pasquale dell’Enpa. Il buongiorno quotidiano in rima e il concorso fotografico a tema

28/03/2019

Da sempre i conigli sono uno dei simboli del periodo pasquale: quest’anno l’Enpa di Monza ha deciso di accendere i riflettori sul mondo di questi simpaticissimi animali, purtroppo vittime della crudele industria della carne, facendo conoscere le loro caratteristiche troppo spesso sottovalutate come animali da compagnia.
Il buongiorno comincia… con un coniglio. Per cominciare, a partire da lunedì 25 marzo fino alla domenica di Pasqua, il 21 aprile, sulla nostra pagina Facebook (enpa.monzaebrianza/) vi daremo ogni mattina il buongiorno in rima con la foto, a rotazione, di uno dei numerosi conigli che sono ospiti presso il rifugio di via San Damiano in attesa di trovare casa.
Un’occasione questa anche per presentarveli uno a uno e per ricordare a tutti che se a Pasqua è giusto non mangiare l’agnello, è altrettanto giusto non mangiare il coniglio! E poi volete mettere la soddisfazione di condividere la propria vita con un tenero coniglietto?
Concorso fotografico lapino. L’altra novità, dedicata a quanti hanno già scelto di vivere con uno o più conigli, è un debutto assoluto: la 1° edizione del concorso fotografico a tema pasquale dell’Enpa di Monza.
Come ogni concorso che si rispetti, anche questo ha un preciso regolamento:
· Scatenate la vostra fantasia e fotografate il vostro/i coniglio/i in tema pasquale.
· Mandate la foto all’indirizzo selvatici@enpamonza.it entro e non oltre sabato 6 aprile.
· Includete nome e cognome del partecipante, il nome del vostro coniglio/i e una frase o didascalia da pubblicare insieme.
· Includete anche il consenso alla pubblicazione della foto su Facebook ed eventualmente su altri canali o gadget ENPA e al trattamento dei dati personali.
· Domenica 7 aprile tutte le foto verranno caricate in un apposito album su Facebook. Le votazioni saranno aperte fino a sabato sera 20 aprile.
· La mattina di Pasqua, domenica 21 aprile, verrà proclamato il vincitore in base al numero di “like” ricevuto.
· Il vincitore riceverà una sorpresa per il suo amico e un attestato personalizzato.
Allora che aspettate a iscrivervi? Il vostro coniglietto non vede l’ora di diventare una star del web. (enpamonza)


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Due panda giganti dopo 25 anno lasceranno lo Zoo di San Diego per tornare in Cina a tutela della specie

28/03/2019

Lo zoo di San Diego restituirà alla Cina due panda giganti, perdendo così una delle sue principali attrazioni. A fine aprile Bay Yun, femmina di 27 anni, e il suo piccolo Xiao Liwu, nato nello zoo californiano nel 2012, diranno addio a quella che è stata per anni la loro casa e saranno rimpatriati nel loro habitat ancestrale.
“Sappiamo che i panda sono amati in tutto il mondo, anche dal nostro personale, dai nostri volontari e da milioni di visitatori” ha riferito commosso Dwight Scott, direttore dello zoo, dove verrà celebrata una cerimonia di addio. “Vogliamo anche ringraziare il popolo cinese per questa partnership e per i nostri successi congiunti nella salvaguardia di questa specie incredibile”. “Anche se siamo tristi nel vedere andare via questi panda, abbiamo grande speranze per il futuro. In collaborazione con i nostri colleghi in Cina, lo zoo di San Diego è pronto a proseguire il programma a tutela dei panda” ha dichiarato Shawn Dixon, responsabile dei programmi di conservazione dello zoo statunitense.
I panda sono stati ospitati nelle zoo di San Diego, uno dei più grandi al mondo, sulla base di un accordo siglato con Pechino 25 anni, quando i panda giganti erano considerati una specie in via di estinzione. Grazie alle politiche di salvaguardia messe in campo dai due Paesi, ma non solo, ora sono classificati come specie “vulnerabile”.
Il panda gigante è leggermente più piccolo dell’orso bruno americano. Un panda selvatico è alto in media 75 centimetri ed è lungo un metro e mezzo; i maschi sono circa un sesto più larghi delle femmine. Può pesare dai 60 ai 110 kg, quelli in cattività arrivano a pesare fino a 150 kg, mentre da neonati pesano solamente circa 100 grammi. E’ stato selezionato ed usato come simbolo del WWF fin dalla sua nascita, nel 1861. Questa specie, classificata da ‘altamente a rischio estinzione’ a ‘vulnerabile’, vive in Cina e in nessun altro luogo al mondo fuori dalla cattività.


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IHP: nuove analisi per le morti dei cavalli del Centro Recupero di Volterra

28/03/2019

Lungo incontro ieri a Volterra (Pisa) tra IHP, Italian horse protection, e gli enti (Arpat inclusa) che indagano sulla morte improvvisa dei cavalli nel Centro di Recupero di Volterra. Tutti concordano sulla necessità di unire le forze nel comune obiettivo di scoprire cosa ha ucciso i cavalli, si legge nella nota dell’IHP Onlus. Questo si traduce in ulteriori indagini, che richiederanno altro tempo e che a oggi non garantiscono che la causa venga trovata, malgrado tutti gli sforzi possibili e in considerazione dei passaggi tecnici di una vicenda che fin dalle prime settimane si è rivelata essere particolarmente complessa. Parallelamente all’impegno in corso degli enti pubblici coinvolti, IHP sta attivando anche altri canali: grazie all’Università di Torino l’associazione è entrata in contatto con un laboratorio all’avanguardia di Lione e chiederà un nuovo esame approfondito da parte di esperti botanici dell’Università di Firenze.
Da tre mesi il Centro di recupero si trova in una situazione di emergenza, come spiega Sonny Richichi, presidente di IHP, oggi presente all’incontro in rappresentanza dell’associazione. “Confidiamo nell’operato delle sedi coinvolte dell’Izs Lazio e Toscana, così come nelle analisi che Arpat effettuerà sulle acque per trovare la causa di morte dei cavalli e scongiurare che altri decessi si verifichino. Abbiamo 40 ettari di pascoli recintati, lasciati vuoti da tre mesi per proteggere i cavalli da non si sa quale pericolo. Piante, suolo, acqua, o lo spettro del gesto intenzionale: nessuno lo sa. Per tutto l’inverno i cavalli sono usciti in piccoli recinti diurni e sono stati rinchiusi la notte in spazi ristretti, una condizione che con l’innalzarsi delle temperature presto non sarà più praticabile per il benessere stesso dei cavalli. In particolare alcuni soggetti anziani con pregressi problemi respiratori hanno urgenza di restare il più possibile all’aperto. Mentre gli enti procedono con il loro lavoro, ciascuno per le proprie competenze, ci apprestiamo a organizzare una gestione alternativa con l’utilizzo di almeno una parte dei pascoli a disposizione, anche se questo significa esporli a un pericolo che ancora non ha un nome”, ha dichiarato Richichi.


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Medico usa l'ambulanza e il personale del 118 per far uscire il suo cane, esposto in procura a Cosenza

28/03/2019

Il «Coordinamento Associazioni Calabria-Costruiamo Insieme», rappresentata da un legale, ha presentato un esposto-denuncia alla Procura di Cosenza per far luce sulla vicenda di un medico in servizio alla centrale operativa del 118 di Cosenza che, in più occasioni, avrebbe utilizzato il personale sanitario e un’ambulanza per portare fuori il suo cane.
Si tratta di una dottoressa che avrebbe chiesto agli infermieri e all’autista dell’ambulanza in servizio di andare a prendere il suo cane, che si trovava nel suo appartamento, consegnando loro le chiavi di casa, per portarlo a spasso.
Tutto questo – secondo l’esposto-denuncia – mentre la dottoressa era in servizio e non poteva lasciare la sua postazione.
La cura per il proprio animale non deve prevaricare impegno e rispetto per il proprio lavoro. Una persona inaffidabile lo è per tante cose.


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