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"Una Zampa in famiglia" didattica veterinaria con i bambini per affrontare l'arrivo di un cucciolo in casa

28/02/2019

Per l’ottavo anno consecutivo, ANMVI torna in classe con un nuovo progetto: “Una zampa in famiglia”. Il
progetto di quest’anno accompagnerà i bambini nei primi mesi di vita di un cucciolo di cane: la gravidanza
di mamma cagna, il rapporto con i fratellini, l’arrivo nella nuova famiglia, la conoscenza del mondo. A ogni tappa verrà presentato alle classi Zampa, il cane protagonista di questa iniziativa, insieme a Mimì la micia e Lillo il coniglio. Durante le lezioni, i veterinari sensibilizzeranno su come si accoglie un cucciolo in famiglia, e quanto questo gesto rappresenti una scelta responsabile che coinvolge tutta la famiglia.
È Zampa stesso a raccontare la propria storia, in una narrazione che permette al bambino di mantenere
contatto con l’argomento e di incrementare il flusso empatico. In ogni lezione infine, una parte narrata
direttamente dal Veterinario racchiuderà consigli e informazioni utili per l’adozione, l’accoglienza e la cura
di un cucciolo. Obiettivo del progetto non è accrescere la richiesta di un cucciolo da parte dei bambini,
ma far capire loro che accogliere un animale in famiglia deve essere una scelta ponderata e condivisa: un
animale offre infinite possibilità di gioia e crescita soltanto se la famiglia è pronta a prendersene cura
giorno dopo giorno, affrontando con lui i piccoli problemi e le incognite della vita quotidiana, nel rispetto
reciproco e in libertà di espressione delle caratteristiche etologico -comportamentali delle specie. Grazie
ai suoi contenuti trasversali, il progetto è utilizzabile in modalità interdisciplinare. L’animale riesce a incuriosire e attrarre il bambino, lo affascina e lo cattura. La didattica può sfruttare queste valenze e prenderne spunto per affrontare temi di scienze, letteratura, storia. Il progetto di questo anno amplifica il concetto del prendersi cura e incrementa fortemente il rapporto scuola -famiglia. In quanto inizio di storia narrata, permette di gettare le basi per un progetto di continuità.
Il progetto è svolto esclusivamente da Medici Veterinari, supportati nella preparazione e nello svolgimento dal Gruppo di Studio di Metodologia Didattica Veterinaria ANMVI.
Gli incontri sono finanziati da MSD Animal Health Italia. Il costo per le scuole quindi, nei limiti del numero di progetti finanziati, è pari a zero.
Dai link sottostanti è possibile scaricare il materiale a supporto del progetto, pensati per i piccoli, ma anche per gli adulti. Buon divertimento e… benvenuti in famiglia!

Per il tuo gatto, scarica qui i consigli di Mimì!

Per il tuo cane, scarica qui i consigli di Zampa! 

Gioca e impara, con Zampa e i suoi amici!


Categorie: Varie

“Le sofferenze del bestiame non sono ridotte al minimo”, per la UE la carne halal non può essere bio

28/02/2019

Il logo di produzione biologica europeo non puo’ essere apposto a carni provenienti da macellazione rituale senza previo stordimento, in quanto si tratta di ‘una pratica di macellazione che non rispetta le norme piu’ elevate in materia di benessere degli animali’. Lo ha deciso il tribunale dell’Unione europea. Nel 2012, l’associazione francese uvre d’assistance aux betes d’abattoirs (Oaba) aveva rivolto al ministero dell’Agricoltura una domanda per far vietare la dicitura ‘agricoltura biologica’ sulle pubblicita’ e gli imballaggi di hamburger di carne bovina certificati ‘halal’ provenienti da animali macellati senza previo stordimento. L’organismo certificatore interessato, Ecocert, ha implicitamente respinto la domanda e il giudice competente non ha accolto il ricorso. La Corte d’appello amministrativa di Versailles, ha chiesto alla Corte di giustizia se le regole di diritto dell’Unione vadano interpretate nel senso che autorizzino o vietino il “rilascio dell’etichetta europea AB” a prodotti provenienti da animali che sono stati oggetto di macellazione rituale senza stordimento. La Corte dichiara che il legislatore dell’Unione sottolinea in diverse occasioni la propria volonta’ di garantire un livello elevato di benessere degli animali nel contesto di questo modo di produzione, caratterizzato dunque dall’osservanza di norme rinforzate in materia di benessere degli animali in tutti i luoghi e in tutte le fasi di detta produzione in cui sia possibile migliorare ulteriormente tale benessere, anche durante la macellazione. La Corte ricorda inoltre che taluni studi scientifici hanno dimostrato che lo stordimento costituisce la tecnica meno lesiva del benessere degli animali al momento della macellazione. Il Tribunale Ue rileva quindi che la pratica della macellazione rituale, nel corso della quale l’animale puo’ essere messo a morte senza previo stordimento, che e’ autorizzata a titolo derogatorio nell’Unione e solo al fine di garantire il rispetto della liberta’ di religione, non e’ tale da attenuare del tutto il dolore, la paura o la sofferenza degli animali in modo tanto efficace quanto la macellazione preceduta da stordimento. La Corte conclude quindi che i metodi particolari di macellazione prescritti da riti religiosi, che sono eseguiti senza previo stordimento, non equivalgono, in termini di garanzia di un livello elevato di benessere degli animali al momento del loro abbattimento, al metodo della macellazione con stordimento previo, in linea di principio imposto dal diritto dell’Unione.


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Rocambolesco salvataggio di un topo "cicciottello" incastrato in un tombino in Germania

28/02/2019

Un intero team di soccorritori è intervenuto in Germania per liberare un grosso topo rimasto incastrato in un tombino. La vicenda, diventata in poche ore virale sui social per via del video che ha documentato l’agonia del povero roditore, è accaduta nella città tedesca di Bensheim. “Aveva un sacco di grasso accumulato sull’addome durante l’inverno. Era bloccato e non poteva andare né avanti né indietro”, ha dichiarato alla Dpa Michael Sehr, esperto di salvataggio di animali che ha partecipato alle operazioni. A notare l’animale sono stati dei passanti che hanno chiesto l’intervento degli animalisti della Berufstierrettung Rhein Neckar. Per riuscire a liberarlo è stata però necessaria un’operazione di soccorso da parte dei vigili del fuoco volontari di Auerbach, durata ben 25 minuti. In particolare ci sono voluti circa otto pompieri e un esperto di animali per aiutare il topo a tornare alla libertà. Il video del salvataggio, come le foto del topo con la metà inferiore del corpo incastrata nella grata e la testa che spuntava fuori come per chiedere aiuto, sono stati pubblicati dai volontari dei vigili del fuoco sulla loro pagina Facebook e accolte da un’ondata di commenti positivi degli utenti. E a chi chiedeva se valesse davvero la pena compiere uno sforzo così grande per salvare la vita di un roditore, Sehr ha risposto lapidario: “Persino gli animali odiati da molte persone meritano rispetto”.


Categorie: News dal Mondo

Piano lupo, Costa: no agli abbattimenti, sì a iniziative di mitigazione

28/02/2019

«Il piano lupo è pronto per essere consegnato alla Conferenza Stato-Regioni, esclude gli abbattimenti e prevede 23 azioni di gestione, compresa – ed è una rilevante novità – la sperimentazione di iniziative di mitigazione a livello microterritoriale». Lo ha detto a Montecitorio il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenendo mercoledì ad un’affollatissima riunione dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, presieduto da Michela Vittoria Brambilla, sui temi della tutela dei grandi carnivori e della lotta al bracconaggio. «Il piano lupo  – spiega Costa – ha come obiettivo la protezione della specie e quindi esclude in linea di principio gli abbattimenti. Prevede invece 23 azioni, in gran parte mutuate dal piano che non passò nell'”ultimo miglio” della scorsa legislatura. Dopo aver incontrato e ascoltato i rappresentanti dei territori, in particolare delle Province autonome di Trento e Bolzano, ho integrato il piano con la proposta di sperimentare, dove se ne manifesterà l’esigenza, particolari azioni di mitigazione».
«All’attività del lupo  – sostiene il ministro – sono attribuiti più danni di quelli che effettivamente produce. Di qui la particolare attenzione riservata al problema degli ibridi e alla sterilizzazione come opportuno strumento di intervento, anche se sugli ibridi la competenza è in capo alle autorità sanitarie». Costa ha infine ricordato che la lotta al bracconaggio è materia contenuta nel contratto di governo ed ha convenuto con l’onorevole Brambilla sulla necessità di trasformare in delitti i reati contro le specie e gli habitat protetti, attualmente di tipo contravvenzionale. «Il che consentirebbe – specifica – di intensificare in qualità e quantità la repressione di reati che ormai hanno quasi sempre forma associativa e organizzata». (9 Colonne)


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Traffico cuccioli di barbone dall'Est. Scoperto a Prato un allevamento abusivo della stessa razza

28/02/2019

Un mercato basato sulla crudeltà verso i più deboli che non conosce crisi. Continuano i sequestri di cuccioli destinati a un mercato clandestino dove spesso arriveranno morti.
La Guardia di Finanza ha scoperto un allevamento abusivo di cani e un traffico illegale degli stessi animali, dall’Est Europa verso l’Italia. I militari hanno compiuto una operazione sequestrando 35 esemplari, cuccioli, tra Fvg e Toscana.
L’operazione è cominciata quando gli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Monfalcone (Gorizia), nel corso di un controllo nei pressi del casello autostradale del “Lisert” nel comune di Doberdò del Lago (Gorizia), hanno fermato un’auto guidata da un cittadino polacco a bordo della quale viaggiavano tre cuccioli di razza ‘barbone’.
Gli animali, di poche settimane di vita, viaggiavano nel bagagliaio di un’utilitaria e in un trasportino occultato tra borse e valige, senza ricambio d’aria, cibo e in evidente stato di maltrattamento e di paura, privi di sistemi per l’identificazione, delle certificazioni sanitarie e del passaporto individuale. I cuccioli, destinati a una cittadina italiana residente a Prato, sono stati sequestrati e l’uomo denunciato per i reati di “maltrattamento di animali” e per “traffico illecito di animali da compagnia”.
Con la collaborazione del Comando della Guardia di Finanza di Prato, è stata eseguita una perquisizione domiciliare a Prato, dove è stato scoperto un allevamento abusivo di cani di razza. In particolare, sono stati rinvenuti e sequestrati altri 32 cuccioli di razza “barbone”, presumibilmente importati con le medesime modalità, nonché documentazione varia comprovante la sistematica commercializzazione illegale.


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Quando il nostro gatto ci fa capire che non sta bene

27/02/2019

Anche i gatti si ammalano anche se dedichiamo loro mille attenzioni specialmente in questo periodo di tempo mutevole e possibile che l’infreddatura sia sempre dietro l’angolo.
La conseguenza del freddo e del contatto con gli altri gatti può portare a contrarre alcune malattie, anche leggere come le infezioni respiratorie.
Sul blog di Miciogatto esiste una sezione di articoli, scritti dal veterinario Dott. Valerio Guiggi che possono aiutarci ad individuare i sinomi prima che possano aggravarsi.
Il problema è che noi tendiamo a non interpretare i segni di malessere del gatto semplicemente perché non si conoscono: quando noi stiamo male ce ne stiamo a letto, ci lamentiamo per tutto il giorno e guardiamo la televisione…Un gatto non fa così, ma principalmente tende a sparire, e non pensandoci immaginiamo che stia solo dormendo da qualche parte.
Ecco quindi una serie di consigli utili per capire se il nostro gatto sta male, per cui quando è il momento di portarlo da un veterinario.
L’isolamento è in assoluto la prima cosa che contraddistingue un gatto che sta male.
Il gatto di per sé non è un animale particolarmente socievole, ma specialmente quando il padrone torna a casa arriva e si mette a fare le fusa.
Se non lo fa, magari per qualche giorno, ma guardiamo dov’è e lo troviamo magari sotto il letto a dormire, per il suo bene tiriamolo fuori e guardiamolo attentamente: potrebbe avere qualcosa che non va.

  • Altro sintomo importante è il fatto che il gatto non mangia.
    Un gatto tende a mangiare, e tanto, e se seguiamo i consigli del veterinario non lasciando il cibo a disposizione a volontà ma fornendo una dose consigliata, il gatto lo mangia tutto o ne lascia pochissimo.
    Se a fine giornata è sempre quasi tutto lì potrebbe essere indice che c’è qualcosa che non va, magari ha la febbre, e chiaramente proprio come noi quando siamo malati non ha fame.
  • Situazione opposta invece per quanto riguarda l’acqua,che generalmente è più consumata del solito.
    Purtroppo il gatto è piccolo e le ciotole sono grandi, per cui è difficile quantificare quanto ha bevuto, ma possiamo fare così: togliamogli la ciotola per una mezz’oretta e poi chiamiamolo quando la rimettiamo, per valutare quanta sete ha.
    Se aveva molta sete (i gatti generalmente non bevono tantissimo) potrebbe non stare bene.
  • Molto indicativo è poi lo stato del pelo.
    Il gatto tiene molto alla sua igiene personale, e passa gran parte del giorno a leccarsi e a pulirsi avendo così sempre il pelo molto pulito. Se notiamo che questo è sporco, poco lucente e arruffato (si sente con la mano e si vede bene sotto la luce, il pelo non è luminoso come sempre) potrebbe significare che il gatto non si lecca da qualche giorno, e che magari non sta bene.In generale, i riflessi del gatto sono diminuiti.
  • Ci mette un po’ a rendersi conto che lo chiamiamo, che lo accarezziamo, che siamo lì con lui. Diremmo è in una fase di post-sbornia, che significa generalmente febbre.
  • Per individuare la febbre senza dover mettere il termometro nostro nel culetto al gatto (lo farà il veterinario con quello apposito) vale sempre la regola classica di toccare il naso, che se il gatto ha la febbre sarà caldo e asciutto, se sta bene umido e freddo.
    Non è una regola che vale sempre, chiaramente, ma è piuttosto indicativa.
  • Infine, ovviamente, ci sono tutti i sintomi classici del malessere: per prima cosa la diarrea, che si vede bene nella lettiera (e il fatto che magari non ce la fa a raggiungerla e defeca in giro per la casa, può succedere); la pipì che viene persa a gocce sul pavimento; il vomito, che in generale non è indice di buona salute (anche se i gatti tendono a vomitare anche senza nessun motivo).

E poi ci sono i problemi di movimento, movimenti delle zampe non coordinati, indolenzimento, barcollamenti, la perdita di pelo, la ricerca del freddo e non del caldo, la pancia gonfia, tutti sintomi che potrebbero essere causati anche da malattie infettive come la FIV o metabolici come l’ipertiroidismo.
Situazioni che comunque possono essere pericolose per la salute del gatto, motivo per cui, quando c’è qualcosa anche di lieve che non va, andiamo dal veterinario.
Al più si tratta solamente di un’infezione batterica stagionale che si risolve con un po’ di antibiotico e tenendo qualche giorno il gatto in casa al caldo senza farlo uscire.
Ma meglio esserne sempre sicuri.


Categorie: Curiosità

"Al canile della Muratella situazione drammatica", la Raggi si assuma le sue responsabilità

27/02/2019

Un cane morto senza ricevere le dovute cure e condizioni igienico-sanitarie a dir poco precarie segnalate da cittadini e volontari. Le Associazioni scrivono alla Sindaca Raggi ricordando che la responsabilità del benessere e della salute degli animali è del Comune di Roma, in quanto proprietario degli animali.
Puzzola era un cane giovane, di appena 3 anni, entrato al canile sanitario della Muratella il 10 febbraio e morto solo una settimana dopo a causa di una gastroenterite virale. Una morte che molto probabilmente si poteva evitare se il meticcio fosse stato ricoverato presso un’adeguata struttura veterinaria con assistenza h24 e le dovute cure.
Questo drammatico caso ha fatto tornare alla luce le pessime condizioni igienico-sanitarie della struttura pubblica gestita dalla ASL, denunciate nei giorni scorsi anche da alcuni consiglieri comunali di opposizione. Sull’argomento è intervenuto il Presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, affermando che l’unico soggetto competente per le carenze di carattere sanitario all’interno del canile è la ASL.
A tal proposito, le associazioni Animalisti Italiani, ENPA, LAV, LEAL, LEIDAA, LNDC e OIPA hanno scritto una lettera alla Sindaca Virginia Raggi ricordandole che il Comune di Roma è il proprietario degli animali ricoverati presso la struttura e quindi il principale responsabile del loro benessere e della loro salute. Il Comune è pertanto tenuto a vigilare sulle condizioni di detenzione e sulle cure prestate ai cani e gatti di sua proprietà.
Infine, le Associazioni hanno fatto presente la necessità di verificare il potenziale conflitto di interessi di uno dei veterinari ASL che è anche socio della clinica veterinaria privata a cui vengono portati gli animali del Comune per tutti quegli interventi e/o esami diagnostici che non è possibile effettuare nella struttura pubblica.
“Ci aspettiamo che il Comune di Roma si assuma le proprie responsabilità e si attivi immediatamente per risolvere le gravi carenze del canile sanitario e del rifugio comunale al fine di tutelare al meglio la salute e il benessere degli animali che vi sono ospitati”, concludono le Associazioni. (dire,it)


Categorie: Varie

Un ippopotamo nel giardino di un noto imprenditore bolognese. Intervengono i carabinieri

27/02/2019

n ippopotamo nel giardino di Gianluca Vacchi, imprenditore bolognese e star dei social: il video sul suo profilo Instagram diventa virale, tanto da far scattare segnalazioni e controlli dei carabinieri forestali.
La clip è stata pubblicata da Vacchi su Instagram il 10 febbraio e ha totalizzato cinque milioni di visualizzazioni e oltre 10mila commenti. Nel video si vede l’imprenditore che offre alcune mele al pachiderma `Pippo´ nel giardino della sua villa a Castenaso, in provincia di Bologna. Dalle immagini i carabinieri forestali hanno avviato accertamenti e, su disposizione della Procura, hanno effettuato un sopralluogo nella residenza, senza però trovare il pachiderma. Al vaglio dei militari, specializzati nella tutela di animali e piante protette, anche la spiegazione fornita da Vacchi. E cioè che l’ippopotamo sarebbe rimasto nella sua residenza il tempo per girare il video. I carabinieri dovranno chiarire da dove provenisse esattamente l’animale e se, per la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, si possano profilare sanzioni amministrative o penali per la sua presenza in un’abitazione


Categorie: Varie

L'appello del Wwf per la Giornata Mondiale : entro prossimi 35 anni a rischio il 30% orsi polari

27/02/2019

Di anno in anno l’habitat dell’orso polare si riduce sempre di più a causa del riscaldamento globale. Se il fenomeno continuerà a questa velocità entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare esistente. Non solo, il cambiamento climatico aumenta i conflitti tra uomini e predatori. E’ il grido di allarme lanciato dal Wwf in occasione della Giornata Mondiale dell’orso polare, che si celebra il 27 febbraio di ogni anno, che racconta anche come, sulla costa orientale della Groenlandia, stia aiutando gli orsi polari e gli esseri umani a vivere in spazi sempre più vicini, garantendo la sicurezza e la sopravvivenza di entrambi.
Il riscaldamento del pianeta sta portando a una drammatica riduzione dei ghiacci marini estivi, riducendo l’habitat di caccia della specie. La scomparsa dell’habitat e la speranza di trovare nuove fonti di cibo, portano questo schivo predatore ad avvicinarsi ai centri abitati dall’uomo, mettendo a rischio la sua vita e la sicurezza delle comunità.
Il WWF ha lavorato e lavora tuttora con i governi e le comunità artiche per limitare i rischi per orsi polari e persone. La prima “pattuglia a tutela dell’orso polare” è stata inviata nel 2006 a Chukotka, in Russia nord-orientale, dove si occupava di allontanare gli animali che creavano problemi, senza però sparare per fermarli. Oggi il WWF continua a sostenere squadre in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia. In genere, spiega l’associazione, quando la pattuglia incontra un orso vicino a una comunità, cerca per prima cosa di allontanarlo con il rumore del motore dell’ATV o degli spari di fucile. Oggi la popolazione di orsi polari è stimata tra i 22.000 e 31.000 individui, il 60% dei quali si trovano in Canada. Alcuni studi, basandosi sul trend di fusione dei ghiacci polari e sulla drammatica scomparsa dell’ habitat idoneo e delle sue risorse, stimano che entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare esistente. (ansa)


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Il mistero della balena spiaggiata nella foresta amazzonica

26/02/2019

Un alone di mistero sembrerebbe circondare il ritrovamento di una balena nella foresta amazzonica.
Chi si è imbattuto nel corpo del giovane cetaceo nel fitto sottobosco dell’isola di Marajó in Brasile è rimasto stupefatto su come quel grosso mammifero marino potesse essere lì.
Anche hanno avuto delle perplessità per trovare una spiegazione su  come possa essere finita una megattera morta nella giungla a 15 metri dalla riva dell’oceano. A far scoprire l’insolita presenza sull’isola sono sono stati alcuni avvoltoi che volavano in circolo sopra qualcosa. Con stupore si è visto che si trattava appunto di una balena.
L’esemplare è stato poi fotografato ed esaminato dall’istituto che si occupa di tutela e conservazione della fauna selvatica, Bicho D’água, e dal Segretariato comunale della salute, delle strutture igienico-sanitarie e dell’ambiente (SEMMA). Si è scoperto così che la balena aveva circa 1 anno di età ed era lunga otto metri dalla testa alla coda.
Restava il mistero di come la balena fosse finita all’interno della giungla. L’ipotesi più accreditata è che la piccola viaggiasse con sua madre nel corso di un ciclo migratorio. Perso poi l’orientamento sarebbe finita prigioniera in una rete da pesca o sarebbe morta in seguito alla collisione con uno scafo. A trascinarla nell’entroterra, invece, sarebbe stata l’alta marea che si è registrata negli ultimi giorni.

Fonte: greenme.it


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Elefante bruca tranquillamente sulla via dell'Idroscalo a Milano. Per i circensi è normale

26/02/2019

Qualcuno avrà pensato ad un’allucinazione quando ha visto, passando con la macchina, un pachiderma intento a brucare sulla trafficatissima via che porta all’Idroscalo,  tra le auto.
Tra quelli che si trovavano a passare di li quando era già buio Massimo Giunta, un addestratore cinofilo che si è immediatamente adoperato per fermare i veicoli, così da mettere in sicurezza l’animale come mostra il video da lui postato.
In un primo tempo si era ipotizzato che l’elefantessa fosse “scappata” dal recinto in cui viene abitualmente tenuta. Ma Andreina Togni, dell’entourage del circo, ha chiarito che, in realtà, “i nostri elefanti sono sempre nel campo, liberi di giocare, con tantissimo spazio. La nostra elefantessa non è scappata ma si è solo diretta dove c’era l’erba più fresca da mangiare”.
Una spiegazione incredibile perchè i rischi per l’animale e gli automobilisti di passaggio potrebbero essere mortali.

 

 


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Nevrotico o socievole, il gatto è lo specchio del padrone

26/02/2019

Dimmi come sei e ti dirò com’è il tuo gatto. Perché se è noto che ‘tale madre tale figlio’, sembrerebbe anche che tale è il padrone e così sarà il suo micio. A declinare il detto in ‘salsa etologica’ è una ricerca firmata da Lauren Finka e colleghi della Nottingham Trent University britannica. Nel lavoro, pubblicato su ‘Plos One‘, gli scienziati dimostrano che l’indole del proprietario può influenzare il felino domestico. Innanzitutto nel comportamento, ma anche nel benessere fisico, condizionandone caratteristiche strettamente correlate alla salute come il peso.
“La personalità umana può influenzare in modo sostanziale la natura delle cure fornite alle persone a carico – scrivono gli autori nell’articolo – Il collegamento è stato ben studiato in genitori e figli, mentre si sa relativamente poco di questa dinamica applicata ai rapporti uomo-animale“. Per indagare su questo fronte il team inglese ha scelto di concentrarsi sui gatti, provando ad associare le innumerevoli ‘sfumature di miao’ al carattere dei padroni. L’analisi ha coinvolto 3.331 proprietari che hanno risposto online a un questionario utile da un lato a inquadrarne la personalità sulla base di 5 parametri (piacevolezza, coscienziosità, estroversione, nevrosi, apertura), dall’altro a raccogliere elementi sui comportamenti e gli stili di vita dei rispettivi mici.
E’ così che gli scienziati hanno rilevato diversi elementi di somiglianza tra il padrone e il suo gatto, evidenziando per esempio un profilo particolarmente critico per i ‘quattrozampe’ dei proprietari più nervosi: erano quelli con meno possibilità di libere uscite all’aria aperta; mostravano più spesso “problemi comportamentali” con livelli maggiori di aggressività, ansia, paura e stress, nonché disturbi di salute e sovrappeso. Più mondani i mici dei padroni estroversi, lasciati liberi di gironzolare a piacimento. Snelli e in forma, lo specchio della salute, apparivano poi gli animali dei proprietari ad alto tasso di gradevolezza. Ma brillavano su tutti i gatti dei padroni modello, sensibili e attenti al loro pet: socievoli e giocherelloni, livelli minimi di ansia, aggressività e paura. Solo fusa, niente soffi.
“Molti proprietari – commenta Finka al ‘Telegraph’ – considerano i propri animali domestici come membri della famiglia a tutti gli effetti, stringendo con loro legami molto profondi. E’ quindi assai probabile che gli animali possano essere influenzati dal modo in cui li gestiamo e interagiamo con loro, e che a loro volta entrambi questi fattori siano condizionati dalle nostre differenze di personalità“.
Benché siano “necessarie ulteriori ricerche per far luce sui rapporti causa-effetto di questa relazione” tra le caratteristiche dell’uomo e quelle del suo felino, accertando in particolare “se e in che modo la psicologia del proprietario influenzi direttamente il comportamento e la salute del gatto“, secondo la studiosa già “questi risultati evidenziano un’importante relazione fra le nostre personalità e il benessere dei nostri animali domestici“.
“I gatti sono dei ‘mini-noi’ – conferma al ‘Times’ Danielle Gunn-Moore, esperta di medicina felina dell’università scozzese di Edimburgo, non coinvolta nella ricerca – Sono creature senzienti fortemente condizionate dalle persone che li circondano“, aggiunge. E a dispetto di chi li dipinge come creature egocentriche e individualiste, innamorate più che del padrone del suo divano, “i gatti sono intimamente legati ai loro proprietari con i quali si influenzano vicendevolmente“.


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