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Bebè in arrivo quando a casa c'è un gatto, tra miti da sfatare e consigli per una felice convivenza

30/11/2018

Bebè in arrivo quando a casa c’è un gatto, i miti da sfatare e tanti consigli: Sabrina Giussani – medico veterinario esperto in comportamento animale – aiuta i lettori di Ansa Lifestyle sul rapporto tra gatti e bimbi. Fin dai primi mesi di gravidanza possiamo annunciare al gatto l’arrivo del neonato: la mamma, massaggiando la pancia, trasmetterà al piccolo felino la gioia provata. La comunicazione emozionale, infatti, è percepita con facilità dal nostro gatto. L’arrivo a casa e la conoscenza tra i piccoli di casa deve essere mediata dai genitori così che l’interazione inizi nel migliore dei modi. Il tema è al centro di un aperi-cena felino al Crazy Cat Cafè di Milano, organizzato in collaborazione con Feliway:  L’arrivo di un bebè quando a casa c’è un gatto, il 5 novembre.

Ecco un approfondimento sul tema bebè e gatto:

1. Cosa succede al gatto quando la padrona di casa (e del gatto) è incinta? In qualche modo avverte che qualcosa sta cambiando? Che tipo di reazione ci possiamo aspettare? Quanta verità c’è nel pericolo di malattie trasmissibili (toxo)?
Gli animali che vivono con noi sono in grado di percepire il cambiamento dell’odore legato agli ormoni che indicano la presenza di una gravidanza. Poiché il gatto si acciambella volentieri sull’addome dei proprietari, il piccolo felino percepisce fin da subito i movimenti del feto. Le emozioni positive (la gioia) trasmessa dalla gestante quando si accarezza l’addome, sono percepite dal gatto; dando un nome al nascituro/ a, legheremo emozioni positive al neonato così che all’arrivo a casa il gatto sarà facilitato nella conoscenza.
La toxoplasmosi è una malattia trasmissibile dal gatto attraverso le feci. Per evitare di contrarla è necessario effettuare un esame delle feci al gatto così che il parassita possa essere eliminato attraverso una terapia. La prevenzione della malattia consiste nel lavare accuratamente le mani dopo aver pulito la cassetta oppure usare i guanti. È necessario però evidenziare che in altri animali (bovino, cavallo e così via) il toxoplasma può incistarsi nella muscolatura. Ecco perché è necessario seguire il piano alimentare proposta dal Medico curante.

2. Sul rapporto tra gatti e bambini ci sono molti miti di felicità reciproca misti ad ansie, ad esempio per malattie. I gatti possono trasmettere virus, batteri, allergeni ai neonati? quali cautele adottare? Possono esistere rischi di comportamenti aggressivi o violenti verso il nuovo arrivato?
Le visite sanitarie periodiche presso il Medico Veterinario curante garantiscono lo stato di buona salute del gatto. Gli allergeni non sono costituiti tanto dal pelo o dalla saliva del gatto quanto da una proteina secreta dalle ghiandole sebacee della cute del gatto. È difficile sapere se il nascituro sarà o meno sensibile agli allergeni presenti nel mondo esterno all’utero. Recentemente per aiutare la cute del neonato ad adattarsi lentamente al nuovo ambiente di vita, non viene lavata dalle secrezioni vaginali e dal liquido amniotico. La “pellicola” formata da questi liquidi quando si seccano è come un “impermeabile” che permette alla cute del piccolo di mantenere una corretta idratazione.
Per favorire la conoscenza tra gatto e neonato è necessario lasciare all’animale i “propri” tempi. Alcuni piccoli felini saranno più timidi mentre altri più intraprendenti. È opportuno concedere al gatto di entrare nella culla, salire sul passeggino e sul fasciatoio nelle settimane che precedono il parto. Così facendo l’animale conoscerà i nuovi oggetti e rapidamente l’interesse per questi manufatti scemerà. Lasciare a disposizione cuccette e inserirne di nuove permetterà al gatto di sentirsi “soddisfatto”: il piccolo felino eviterà di occupare la nuova “cuccia grande”, cioè la culla del neonato.
Per favorire la nascita di una corretta relazione tra gatto e neonato consiglio di realizzare già durante la gravidanza una visita comportamentale presso un Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale. La visita permette di realizzare la valutazione del rischio di comparsa di un comportamento di aggressione e tracciare un progetto di intervento.

3. Come vede un gatto il nuovo arrivato?
Il neonato porta con sé l’odore e i feromoni della mamma. Il gatto “annusa”, più che “vede” il neonato come una “possibile parte” della famiglia. Per fare in modo che il gatto integri il bambino nel sistema famiglia è necessario che i due si conoscano con il passare del tempo.

4. Come creare i presupposti per una felice convivenza?
Per “partire” con il piede giusto è opportuno:
• Fin dai primi mesi di gravidanza, annunciare al gatto l’arrivo del neonato. Mamma può massaggiare la “pancia” e, rivolgendosi al gatto, spiegare che arriverà un piccolino. Le emozioni positive saranno lette dall’animale e “legate” al nascituro!
• Coinvolgere il gatto durante l’allestimento della cameretta del bambino e consentire all’animale l’ingresso alla stanza in libertà o quando Mamma e Papà sono presenti. Così facendo, la curiosità della “camera proibita” scemerà rapidamente
• Poiché numerosi gatti gradiscono riposare nella culla, è opportuno predisporre numerosi luoghi di riposo (cuccette, scatole di cartone, in bella vista o nascosti secondo le preferenze del gatto) nella cameretta così che l’animale possa acciambellarvisi con tranquillità!
• Mostrare al gatto, qualche settimana prima dell’arrivo del bambino la carrozzina sia immobile, collocata in differenti stanze dell’abitazione, sia in movimento all’interno delle mura domestiche. Così facendo, l’animale imparerà a non avere paura di quest’oggetto!
• Lasciare che il gatto si avvicini al bambino e lo annusi spontaneamente, senza forzarne l’interazione e il contatto. È opportuno evitare di alzare la voce (o gridare), sollevare e spostare rapidamente il bambino o voltarsi di scatto all’arrivo dell’animale per non preoccupare o spaventare il gatto!
• Limitare, durante i primi giorni dopo la dimissione, la presenza dei parenti a quelli maggiormente conosciuti dal gatto in modo che la famiglia possa “conoscersi” in tutta tranquillità!
• Coinvolgere il gatto (se questi lo desidera) nella cura del neonato chiamandolo quando il piccolo si sveglia, piange, è allattato, deve essere cambiato e così via. Inoltre, è opportuno interagire con l’animale (coccole, giochi, bocconcini) durante i periodi di veglia del neonato. All’arrivo di parenti e amici, questi saluteranno dapprima il gatto e solo in un secondo tempo il bambino. Così facendo, l’animale si sentirà parte del gruppo e integrerà rapidamente il nuovo arrivato nella famiglia
• Distogliere l’attenzione del neonato dal gatto fin dai primi giorni dopo l’arrivo a casa, coinvolgendo il bambino in altre attività spiegando che “Luna ha bisogno di fare la nanna” o “Luna sta mangiando”. Così facendo, quando il bimbo inizierà a gattonare, rispetterà anch’egli gli spazi dell’animale prevenendo la comparsa di eventuali comportamenti di aggressione difensiva!
• Mamma e Papà saranno, per il bambino, i modelli comportamentali d’interazione con l’animale (neuroni specchio, imitazione). È necessario, per esempio, coccolare il gatto evitando di accarezzarlo quando si trova nel luogo di riposo preferito. Così facendo, quando il bimbo inizierà a gattonare e a camminare rispetterà anch’egli gli spazi dell’animale prevenendo la comparsa di eventuali comportamenti di aggressione difensiva!
• È opportuno compiere i giochi che la famiglia interspecifica realizza abitualmente, preferendo quelli di calma ai giochi di eccitazione. Il Clinico deve suggerire con attenzione nuovi giochi poiché, ingaggiare un gatto nello svolgimento di un’attività a lui sconosciuta, non è di facile attuazione.
• Sorvegliare l’interazione tra gatto e bambino, evitando che rimangano soli in assenza di un adulto.
L’uso di feromoni, che trasmettono un naturale messaggio di tranquillità ai gatti, diffusi nell’ambiente domestico – che non sono percepiti dalle persone e nemmeno dai bebè – sono un valido aiuto nella fase del cambiamento, quindi da usare da poco prima del termine per il parto al periodo immediatamente successivo l’arrivo del piccolo di casa. (ansa/lifestyle.it)


Categorie: Curiosità

Setter rapito a Venezia ritrovato 36 ore dopo a Chiasso: il lieto fine grazie a Facebook

30/11/2018

Molte sono i gruppi nati su facebook che segnalano smarrimenti, ritrovamenti, avvistamenti e situazioni di emergenza relativamente ai propri territori. Proprio grazie ad una di queste community, come riportato anche da leggo.it è stato possibile per un cane di tornare sano e salvo dalla sua famiglia. Una vicenda a lieto fine quella di Skipper, un setter inglese rapito a Venezia da un uomo e ritrovato, 36 ore dopo, a Chiasso, in Svizzera, grazie al passaparola sui social network.
Il dramma di Chiara, una donna di Venezia, inizia lunedì, quando la dog-sitter che solitamente si occupa di Skipper lo aveva lasciato legato, per non più di cinque minuti, all’esterno di un negozio dove era andata a far compere. All’uscita, la donna non lo ha trovato e ha subito avvertito la proprietaria, che ha lanciato un appello pubblico sui social: «Non può essersi allontanato, ha la medaglietta col numero di telefono e il microchip, è stato sicuramente rapito».
Il presentimento di Chiara era giusto: il post, pubblicato inizialmente da lei e da alcuni familiari, è diventato virale, totalizzando oltre 10mila condivisioni e consentendo così di far giungere alla famiglia una prima segnalazione. Skipper, infatti, era stato avvistato, al guinzaglio di un uomo con un forte accento dell’Est, alla stazione di Milano prima e a quella di Como poi. «Avevamo fatto subito la denuncia, ma continuavano a dirci che era scappato» – racconta Chiara a La Repubblica – «Poi, però, la polizia ferroviaria si è attivata subito ed ha consentito di identificare e fermare l’uomo».
Skipper e l’uomo che l’aveva rapito, dopo la segnalazione della Polfer ai colleghi svizzeri, sono stati intercettati a Chiasso, a breve distanza dal confine. La polizia cantonale ha fermato l’uomo, un senza fissa dimora, ed ha accudito il cane, in attesa dell’arrivo di Chiara, che ha continuato a raccontare: «Mi hanno colpito la mobilitazione e la solidarietà di tutta Italia. Oltre alle foto scattate in stazione a Milano, mentre Skipper e quell’uomo salivano sul treno per Lugano, ho ricevuto segnalazioni in tutta la Lombardia, da parte di vari pendolari».
Alla fine, Chiara ha riabbracciato il suo Skipper a Chiasso: il cane, pur coccolato dalle volontarie e dagli agenti di polizia, era terrorizzato e senza la propria padrona non voleva sapere di mangiare. Se da un lato, la potenza dei social ha permesso il lieto fine, dall’altro Chiara rivela il ‘lato oscuro’ e si sfoga così: «Ci hanno mandato messaggi di accusa, sostenendo che eravamo dei delinquenti perché non in grado di custodire il nostro cane. La signora che lo ha legato fuori dal negozio lo ha lasciato il tempo necessario per comprare un pacchetto di sale, a Venezia non abbiamo le auto in cui lasciarli se si va per una commissione rapida. Era inconsolabile, ha pianto per ore».


Categorie: Varie

Addio Billy! Ogni giorno sulla tomba del padrone a Vietri sul Mare. Avrà una tomba con targa e statua

30/11/2018

Andava ogni giorno al cimitero, dal suo padrone. Era solo, Billy. Ma da anni aveva una grande famiglia, un intero comune della Costiera Amalfitana, Vietri sul Mare, noto in tutto il mondo per gli artigiani ceramisti. Sì perché Billy era un cane randagio ma da quando il suo padrone era morto, era diventato il cane di quartiere: il prete lo accudiva in chiesa anche di notte, gli artigiani ceramisti gli fornivano il cibo. Qualche giorno fa Billy è morto ed ora tutto il comune vorrebbe fare qualcosa per lui. Qualcuno vorrebbe realizzare una targa, altri addirittura vorrebbero far costruire una statua.
Quando qualche giorno fa i cittadini di Vietri hanno visto che le sue condizioni di salute stavano peggiorando, subito c’è chi lo ha portato dal veterinario e lo ha accudito fino alla fine. Per lui, per il “cane di tutti”, anche una piccola tomba.
La notizia della sua morte, per vecchiaia, ha fatto il giro dei social. Da qui la ‘gara’ per ricordarlo e per ricordare l’amore di un intero paese per lui.


Categorie: Varie

Mustafà, raro esemplare di leone biano, messo all'asta per rimpinguare i fondi del Ministero Ambiente Sudafricano

30/11/2018

La notizia è di quasi un mese fa e diffusa in questi giorni dai media ma non per questo più sconvolgente.
Per fare cassa, il Ministero dell’ambiente sudafricano sarebbe disposto a metterlo all’asta per  una finta caccia, dove,  chi se lo aggiudicherà lo potrà uccidere e esibirlo come trofeo.
Premesso l’orrore di questa macchinazione è bene sapere che i leoni bianchi sono una delle specie di mammiferi più a rischio di estinzione. Al mondo ne sono rimasti solo 300, 13 dei quali in libertà mentre gli altri vivono rinchiusi in zoo o riserve naturali. Tuttavia, Mustafàun maestoso esemplare di leone bianco, ora rischia di essere venduto ad un privato, per poi essere ucciso in una finta battuta di caccia e la sua testa esposta come trofeo.
In Sudafrica, luogo in cui si trova adesso il leone, si sono scatenate le proteste e una petizione ha già raccolto quasi 350 mila adesioni per scongiurare il pericolo e portare Mufasa in salvo. Come racconta il giornale online Pretoria News, l’animale era stato confiscato dalle autorità nel 2015, poiché detenuto illegalmente da una famiglia. Per lui, che nel frattempo era stato affidato al Wild for Life Rehabilitation Center di Rustenburg in Sudafrica, la salvezza era vicina. Tuttavia la sua liberazione adesso non è scontata, poiché Mufasa appartiene ancora al National Conservation, dipartimento del ministero dell’ambiente sudafricano, che non solo non ha autorizzato il suo trasferimento al Sanwill, ma ha anche annunciato che lo avrebbe presto messo all’asta per “raccogliere fondi per il dipartimento”. La vendita potrebbe culminare con una finta caccia, in cui l’animale verrebbe ucciso e la sua testa esibita come trofeo.
Il Wild for Life Rehabilitation Center di Rustenburg sta facendo di tutto per scongiurare il pericolo che il leone finisca nella rete dei cacciatori di trofei che spacciano per sport la “caccia in scatola”, come viene chiamata la tristemente nota pratica di partecipare a sanguinosi safari in Africa durante i quali si cacciano leoni rinchiusi in gabbie. La speranza è che la mobilitazione pubblica, la raccolta firme e gli impegni presi dai due enti per la protezione degli animali, possano bastare al dipartimento del Ministero per bloccare la vendita di Mufasa.


Categorie: News dal Mondo

Un Natale per la Natura, 1-2 dicembre nelle piazze italiane torna la campagna LIPU in difesa degli animali selvativi e della natura

30/11/2018

Lenticchie, pasta e vino biologici che rispettano la natura, saranno proposti dai volontari dell’associazione ambientalista in cambio di un contributo per le attività di difesa della natura e degli uccelli selvatici. La campagna, giunta alla sua 23esima edizione, sosterrà tre attività centrali per la Lipu: il sistema delle oasi e delle riserve, l’attività di recupero della fauna selvatica e infine l’educazione ambientale. Con 25 oasi e riserve distribuite sull’intero territorio nazionale, la Lipu tutela 4mila ettari di territorio, 350 specie di uccelli selvatici, 18 di anfibi, 23 di rettili e 53 di mammiferi; i 10 Centri di recupero della fauna selvatica ricoverano ogni anno oltre 18mila animali selvatici che necessitano di cure e forniscono indicazioni ai cittadini su come comportarsi in caso di ritrovamento di animali feriti o in difficoltà. Infine le attività di educazione ambientale, rivolti a tutti ma soprattutto ai bambini e ai ragazzi delle scuole. “Il Natale della Lipu – spiega Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu – è una bella occasione per incontrare i soci, i donatori, la gente, e parlare di quale patrimonio sia la natura, con i suoi valori inestimabili. In questi momenti momenti di festa e di famiglia è molto importante anche questo: pensare al bene comune e a quanto sia importante, per tutti noi, prendercene cura”. Ai banchetti – presenti a Torino, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Roma, Palermo e in altre 40 città in tutta Italia tra capoluoghi di provincia e città minori (elenco su www.lipu.it) – i volontari presenteranno i prodotti realizzati per la Lipu da La Terra e il Cielo e, per i vini, da Vinicola Decordi, che saranno disponibili in 3 tipologie di confezioni: la scatola blu gufo (lenticchie piccole di montagna con strozzapreti di farro integrale e una bottiglia di Grillo Pinot grigio); la scatola gialla cinciallegra (pasta di semola di grano duro e bottiglia di Prosecco doc), la scatola verde pettirosso (lenticchie piccole di montagna, pasta di semola di grano duro e bottiglia di Nero D’Avola Syrah). Per informazioni sulla campagna Un Natale per la Natura e sulle piazze dell’1 e 2 dicembre si può telefonare al numero 0521.273043, scrivere all’indirizzo e-mail info@lipu.it, visitare la pagina del nostro sito (clicca QUI) o la pagina Facebook “LIPU” (comunicato stampa)


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Alla Scala come al circo, cavalli in scena per la prima del 7 dicembre. Enpa Milano chiede di sospendere utilizzo degli animali alla Scala

29/11/2018

“Abbiamo appreso che anche quest’anno, durante la rappresentazione dell’opera Attila di Giuseppe Verdi alla Scala di Milano, saranno portati sul palco due cavalli” ha commentato Ermanno Giudici presidente E?npa? Milano “nonostante in passato la presenza degli animali durante gli spettacoli sia stata già ampiamente criticata da E?npa e non soltanto “.
Inizia così la lettera che il presidente dell’associazione animalista milanese ha inviato al Sovrintendente della Scala, al regista dell’opera e alle istituzioni del comune di Milano, per chiedere di sospendere l’ennesimo utilizzo di animali sul palco scaligero.
Dopo l’orso utilizzato per lo spot della Mercedes, trasferito a Milano dall’Ungheria, anche l’utilizzo dei cavalli per una manifestazione teatrale dimostra che purtroppo non si presta ancora abbastanza attenzione alla tutela dei diritti degli animali.
“Gli spettacoli con l’uso di animali, seppure nel caso dello spettacolo teatrale siano cavalli abituati con l’uomo, sono oramai fuori dal tempo e non hanno il gradimento della parte più attenta dell’opinione pubblica”?,? prosegue Ermanno Giudici.
“Peraltro non può sfuggire quanto un palco come quello del teatro meneghino sia davvero inopportuno, pericoloso e possibile fonte di maltrattamenti per gli animali oltre che dell’incolumità delle persone presenti durante la rappresentazione”.
Proprio per questo motivo lo stesso appello è stato rivolto anche al Questore e al Prefetto di Milano, sottolineando il fatto che l’omissione di un provvedimento di cautela a difesa delle persone che saranno presenti, potrebbe portare a incidenti ben più gravi.


Categorie: Animali e Cultura

Gli muore la padroncina, il cane Husky fugge da New York e ricompare in Florida

29/11/2018

Nessuno sa come abbia fatto. Ma la storia di Sinatra, un cane Husky dal pelo marrone e bianco e dagli occhi azzurri, sta commuovendo l’America. L’animale ha infatti percorso da solo 1770 chilometri, arrivando a New York, da dove era scomparso l’anno scorso, fino a Seffner, in Florida, dove è stato ritrovato nei giorni scorsi.
Secondo quanto riportano i media locali, il quattrozampe era fuggito dalla sua casa di Brooklyn circa un mese dopo la tragica morte della sua padroncina 16enne, Zion Willi, rimasta uccisa in un incidente con un’arma da fuoco, da cui era partito un proiettile per sbaglio. «Avevano un legame molto stretto – ha detto ad Abc News suo padre, Lesmore Willis Jr – Erano entrambi tenaci e pieni di energia».
Proprio lo sconforto per la perdita della padrona potrebbe aver spinto Sinatra a fuggire così lontano fino ad essere trovato, 18 mesi dopo, dalla 13enne Rose Verill, mentre vagabondava stanco e indebolito per la città. I genitori della ragazzina hanno tentato di rintracciare i proprietari del cane facendo leggere il chip identificativo da un veterinario, ma il nome sulla targhetta era usurato e mancava una cifra al numero da chiamare. L’unico nome associato al chip era Willis Les.
Dopo aver fatto una ricerca su Facebook hanno scoperto che esisteva il signor Lesmore Willis Jr. «Abbiamo visto che viveva a Brooklyn e abbiamo subito pensato che non potesse essere la persona giusta: era troppo distante. Però, quasi per ridere, gli abbiamo mandato un messaggio chiedendogli “Hai un husky?”. Di certo non ci saremmo mai aspettati che quel cane fosse veramente il suo. Quando gli abbiamo mandato una foto dell’Husky e lo abbiamo chiamato al telefono lui riusciva a malapena a parlare. Riusciva solo a dirci quanto fosse importante per lui».
A confermare che si trattava proprio di Sinatra, il fatto che sia il cane avesse un problema alla zampa destra. «L’ultima cosa che pensavo era che sarebbe finito in Florida – ha detto Willis -. È un husky quindi ho pensato che sarebbe finito al Nord. Riaverlo è stato come riavere indietro una parte di mia figlia».


Categorie: News dal Mondo

Randagismo, a Roma arrivano prestazioni veterinarie gratuite per i “trovatelli”

29/11/2018

E’ in dirittura d’arrivo l’iter amministrativo finalizzato all’erogazione di prestazioni veterinarie gratuite. Secondo quanto resto noto dal Comune di Roma, le attività partiranno entro fine novembre o, al massimo, i primi giorni di dicembre. A beneficiare degli interventi, previsti fino all’esaurimento delle risorse disponibili, sono i gatti delle Colonie Feline riconosciute dalle Asl, gli animali delle strutture private convenzionate con Roma Capitale, gli animali d’affezione accuditi da enti e associazioni per la tutela animale.
L’iniziativa promossa dal Comune di Roma si inserisce nel quadro degli interventi di prevenzione e di contrasto al randagismo; l’obiettivo prioritario è quello sterilizzare e microchippare gli animali d’affezione. Ma non solo, perché per i gatti delle colonie feline e per i cani e i gatti delle strutture convenzionate, sarà possibile chiedere ulteriori prestazioni medico-veterinarie, quali interventi chirurgici o esami diagnostici.
Le richieste possono essere inoltrata dai referenti delle Colonie, dal Direttore Sanitario delle strutture convenzionate, dal Rappresentante legale/Presidente dell’Associazione.
Le prestazioni sono previste anche per i cittadini appartenenti a famiglie con reddito certificato con modulo fiscale ISEE non superiore a 25.000 Euro; per i titolari di pensione sociale; per i cittadini non vedenti con cane conduttore; per le famiglie con un componente disabile ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992 o con invalidità superiore al 66%.
Tutti i dettagli sono disponibili qui: https://www.comune.roma.it/web/it/informazione-di-servizio.page?contentId=IDS201582


Categorie: Varie

Ciwf: “Anche i pesci sono esseri senzienti ma vengono allevati e macellati con incredibile crudeltà negli allevamenti europei”

29/11/2018

Il Ciwf chiede al ministro della Salute di introdurre misure immediate che obblighino all’uso di metodi di macellazione che evitino sofferenze inutili ai pesci così come richiede il regolamento europeo 1099/2009. Secondo la Commissione europea, la conformità al Regolamento è garantita dall’aderenza alle Linee guida della Organizzazione mondiale della salute animale (Oie) in materia di stordimento e abbattimento del pesce da allevamento, sottoscritte da tutti gli Stati membri. Una recente relazione della Commissione, tuttavia, ha stabilito che la maggior parte degli Stati membri oggetto di indagine, Italia compresa, attualmente violano dette linee guida.Molti produttori infatti utilizzano metodi di macellazione considerati crudeli dall’Oie.
Per dimostrare le sofferenze che patiscono i pesci negli allevamenti intensivi, il Ciwf ha diffuso oggi un video con immagini molto esplicative: pesci feriti, che si dimenano, anche dopo il presunto stordimento, in una vasca per il dissanguamento, che restano vivi anche quando sono estratti dalla vasca per essere trasportati alla macellazione. Pesci che galleggiano, morti, nei contenitori prima ancora di essere storditi e macellati. Pesci che, in teoria anestetizzati, si dimenano quando vengono estratte le uova dal loro corpo, per poterle inviare in altri allevamenti; e ancora pesci che muoiono a causa del sovraffollamento, o dopo una lunga agonia a contatto con il ghiaccio. Anche i pesci pescati muoiono per soffocamento, sui pescherecci, molto tempo dopo essere stati estratti dall’acqua. Secondo la legge invece, ai pesci dovrebbero essere evitare inutili sofferenze durante l’abbattimento e dovrebbero quindi essere storditi efficacemente prima di essere macellati.
“I pesci sono esseri senzienti come tutti gli altri animali. Eppure, la loro sofferenza è la più dimenticata e anche quella che coinvolge i numeri più spropositati- miliardi di animali ogni anno. Ci appelliamo al Ministro della Salute affinchè compia urgentemente un primo importante passo per la loro tutela.” (Il salvagente)


Categorie: Curiosità, Varie

Salva un gattino randagio e malato: donna multata di 166 euro

29/11/2018

Per avere soccorso un gattino randagio in difficolta’ portandolo a sue spese dal veterinario, una donna si e’ vista recapitare dal Comune di Lecce una sanzione di 166,66 euro. A segnalare il caso e’ stato il consigliere comunale Gaetano Messuti che stigmatizza il comportamento degli uffici comunali accusandoli di cinica applicazione delle norme. A sanzionare la signora leccese che aveva soccorso il gatto forse investito da un’auto, e’ stato il Nucleo ambientale comunale in applicazione di un’ordinanza. “Insomma la realta’ supera la fantasia ed ai cittadini leccesi avere un buon cuore puo’ costare caro”, sostiene il consigliere Messuti. Il Comune, da parte sua, si limita a difendere il suo operato spiegando che qualora gli animali vengano coinvolti in incidenti sul territorio comunale, i cittadini devono inoltrare la segnalazione agli uffici competenti che intervengono 24 ore su 24 (?). “Con un accordo Stato – Regione si impone che gli animali rilevati sul territorio debbano essere microcippati, normativa giusta e legittima – commenta Gaetano Messuti – in tutela degli animali, ma a Lecce si e’ voluto andare oltre, emanando un’ordinanza con la quale si impone il divieto di prendere gli animali, anche in forte stato di necessita’, interpretando sempre secondo un principio militarista l’appiglio nazionale”.


Categorie: Varie

Torna "BODY BAZAR" il mercatino di Natale a Rivalta (TO) per aiutare i 4zampe del Rifugio del cane randagio

28/11/2018

“BOBY BAZAR” mercatino di Natale dell’Associazione Amici degli Animali Abbandonati torna con l’edizione 2018 a sostegno del Rifugio del cane randagio – Arca di Piera a Rivalta di Torino (TO).
Come negli ultimi anni la raccolta fondi a sostegno dei cani e i gatti del Rifugio gestito da Piera Ghiradi si terrà dal 29 novembre al 2 dicembre con orario continuato 10 – 19 presso il salone dell’Oratorio San Felice di Torino (Via Giuseppe Giusti 8, angolo C.so Bolzano, davanti alla Stazione Porta Susa); lo spazio è facilmente raggiungibile tramite i mezzi pubblici (le linee 7, 10, 55, 60 e 60), e la metropolitana (fermata Porta Susa).
Al BOBY BAZAR è possibile trovare articoli per la casa, libri, prodotti dolciari e alimentari, regali per Natale, ecc… C’è  anche un mercatino delle pulci e il reparto dedicato ai bambini con peluche e giocattoli, e quello riservato ai nostri amici a quattro zampe. Il ricavato servirà per coprire buona parte delle attività del Rifugio del cane randagio – Arca di Piera (cibo, spese veterinarie, medicine, vaccini, sterilizzazioni, manutenzione delle strutture), ma anche per provvedere al sostentamento di Piera Ghirardi, oggi ottantacinquenne, che dalla fine degli anni ’60, e con grandi sacrifici personali e uno spirito profondamente francescano, si prende cura dei tantissimi cani e gatti abbandonati. È importante ricordare che il “Rifugio di Piera” non ha nessun tipo di sovvenzione pubblica e si basa esclusivamente sul volontariato; attualmente il “Rifugio di Piera” ospita circa 200 tra cani e gatti, ma in passato ha dato accoglienza a quasi 800 animali.
Con una visita si potrà rendere il Natale di queste bestiole sfortunate più sereno.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Ares gravemente ferito in un fosso salvato da tre ragazzi, Enpa si fa carico delle spese veterinarie e lui torna a vivere

28/11/2018

Lo avevano trovato tre ragazzi in un fosso profondo tre metri, a Motta Santa Lucia, nel Catanzarese. Lo avevano soccorso e caricato con una barella improvvisata, affidandolo alle cure di un veterinario. Le condizioni di Ares, un cucciolo fantasia di pochi mesi, apparivano però disperate. Il cane era magrissimo e infestato dai parassiti. Presentava inoltre una frattura del cranio, un forte trauma della spina dorsale e un danno neurologico. E invece la voglia di vivere di Ares ha prevalso su tutto. “A fare la differenza – afferma l’Enpa in una nota – non è stata soltanto la professionalità della veterinaria che lo ha avuto in cura, ma anche l’intervento dell’Ente nazionale protezione animali. Grazie al progetto ‘Rete Solidale’ di cui è responsabile Paola Tintori, Enpa si è fatta carico del cucciolo coprendo tutte le spese medico-veterinarie e di degenza e trovandogli una sistemazione non appena le sue condizioni lo avessero consentito. E alla fine Ares ce l’ha fatta” come mostrano le immagini in alto.


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