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Bergamo, troppi gatti in casa: arriva il veterinario, lo minaccia con un coltello

29/09/2018

Era diventata una guerra quotidiana quella tra vicini di casa che non ne potevano più degli odori molesti provenienti dalla casa di una donna e si lamentavano da tempo per gli odori molesti provenienti dal suo appartamento dove erano ospitati troppi animali. Così un veterinario dell’Ats di Bergamo si è presentato a casa sua nel piccolo comune di Cisano, assieme ai carabinieri forestali di Curno per un normale controllo, ma è stato aggredito e minacciato dalla donna. La 45enne, incensurata, è stata fermata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
In casa della donna, si è scoperto, vivevano una dozzina di animali, soprattutto gatti e qualche cane. Alla vista del veterinario, la donna ha impugnato un coltello e lo ha minacciato. Il fratello e un figlio l’hanno poi bloccata, ma sono scattate le manette. “Ho agito così solo per esasperazione, i vicini mi attaccano per tutto”, ha detto al giudice. L’arresto è stato convalidato e la donna è ora ai domiciliari. Prossima udienza l’11 ottobre. Nel frattempo sarà sottoposta a una perizia psichiatrica. (repubblica.it)


Categorie: Varie

Bio-crime: Fvg-Carinzia alleate contro traffico illegale di animali. Un giro d'affari secondo solo alla droga che minaccia la salute

28/09/2018

Contrastare il traffico illegale di animali da compagnia e ridurre i rischi sanitari per l’uomo. Sono i principali obiettivi del progetto europeo Bio-Crime – di cui la Direzione centrale Salute Regione Fvg e’ capofila nell’ambito del programma Interreg V A Italia-Austria – al centro della due giorni di attivita’ di formazione organizzata a Trieste e avviata ieri pomeriggio. Il progetto europeo nato nel 2015, che coinvolge la Regione Fvg, con le regioni Carinzia e Stiria, dispone di un finanziamento di 1,1 milioni euro e vede la partecipazione di altri partner, tra cui direzioni veterinarie e sanitarie dei due Paesi, come la Polizia postale e finanziaria. Fvg e Land Carinzia sono infatti rotte di transito e di destinazione per il traffico illegale di animali da compagnia. Cani, gatti, destinati a un milionario mercato nero, o anche uccelli. Perche’ e’ da li’ che nasce questo progetto europeo: in seguito a un episodio che ha coinvolto due Paesi frontalieri, Italia e Austria e al sequestro di 3.500 pappagalli malati che hanno infettato il personale delle Forze dell’ordine. Per questo l’idea e’ formare le forze dell’ordine in termini di biosicurezza, mettendole in relazione con sanitari e magistratura a livello transnazionale. Un giro d’affari di centinaia di milioni di euro l’anno. “Il traffico illegale di animali e’ diventato una delle fonti di guadagno piu’ redditizie per le organizzazioni criminali”, ha ricordato aprendo ieri i lavori il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. “In questo senso – ha sottolineato – la collaborazione istituzionale transfrontaliera tra la Regione e la Carinzia ha la finalita’ di contrastare un fenomeno che presenta anche dei seri rischi di carattere sanitario”. Un problema, questo del traffico di animali, che, “e’ ancora poco conosciuto a livello di opinione pubblica e quindi “uno degli obiettivi da conseguire deve essere quello di comunicare alla popolazione i pericoli legati a questa pratica illegale”. “Pericoli – ha ricordato Riccardi – che riguardano in primo luogo le malattie trasmissibili dagli animali all’uomo che possono diffondersi proprio attraverso l’elusione dei controlli”. Di qui, l’importanza del lavoro svolto dai professionisti del settore, dalle forze dell’ordine e dalla magistratura “che stanno sviluppando, grazie anche a eventi come questo, un elevato grado di competenza”. Per questo, ha concluso Riccardi, la Regione e’ impegnata attraverso il servizio di sanita’ pubblica veterinaria e il Corpo forestale, nel rafforzare l’opera di contrasto e di prevenzione che vede coinvolto anche il dipartimento di malattie infettive dei servizi sanitari del governo del Land Carinzia. Il biocrimine passa attraverso il deep web, il livello profondo della rete, per questo, ha spiegato Manlio Palei della Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali Fvg, “Polizia carinziana e del Fvg saranno dotate di fondi per l’acquisto di software di controcriminalita’”. Biocrimine e’ poi sinonimo di bioterrorismo e di prevenzione alla diffusione criminosa di agenti patogeni che vivono in diverse parti del mondo e che possono provocare la diffusione di virus e malattie, come ha ricordato il prof. Jorge E. Osorio della Universita’ del Winsconsin parlando dei programmi di difesa biologici che alla Veterinary Medical School vengono portati avanti e dove ogni anno viene investito 1 miliardo di dollari l’anno nella ricerca e per l’approccio one health, ovvero la sostenibilita’ della salute per le persone, gli animali e l’ambiente e per fare biosicurezza e difesa biologica. Alle due giornate che si concluderanno oggi partecipano piu’ di 90 pubblici ufficiali, tra cui medici e veterinari della sanita’ pubblica di Carinzia e Fvg e appartenenti alla Polizia (stradale e di frontiera), ai Carabinieri, ai Nuclei Antisofisticazioni e Sanita’ dell’Arma, alla Guardia di finanza, al Corpo forestale Fvg, all’Esercito e alla Polizia della Carinzia.


Categorie: Varie

I gatti non sono grandi predatori di topi come si crede. In battaglia tra felini e roditori vincono sempre questi ultimi

28/09/2018

Tra il gatto e il topo, vince sempre il topo. Contrariamente a quella che è l’opinione comune, i gatti non sono grandi predatori di roditori. Lo sostiene uno studio guidato dalla Fordham University, negli Usa, e pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution. Si tende a pensare ai gatti come nemici naturali dei topi, tanto che anche diversi cartoni animati e storie sono dedicati alla disputa tra questi due animali, ma la ricerca evidenzia che i felini preferiscono prede più piccole e indifese, come gli uccelli e la piccola fauna nativa, il che rende i gatti una minaccia per gli ecosistemi urbani. Quando i gatti randagi hanno invaso un centro di riciclaggio di rifiuti di New York, i ricercatori hanno colto l’occasione per osservare i loro comportamenti. La loro squadra stava già studiando una colonia di oltre 100 ratti che vivevano all’interno del centro, microchippandoli. “Ci interessava sapere se la presenza di gatti avesse effetto su otto comportamenti comuni dei ratti o sulla loro direzione di movimento” evidenzia Michael H. Parsons, che ha guidato lo studio. I ricercatori hanno esaminato 306 video con immagini catturate in 79 giorni.
Sebbene fino a tre gatti fossero attivi accanto alla colonia di ratti ogni giorno, si sono registrati solo 20 eventi di caccia al topo e due morti. I roditori hanno evitato attivamente i gatti. “Non stiamo dicendo che i gatti non saranno in grado di predare i topi cittadini, ma solo che le condizioni devono essere corrette perché ciò avvenga – sottolinea Persons.
Deutsch, coautore della ricerca – il gatto deve essere affamato, non avere alternative alimentari meno rischiose e di solito ha bisogno dell’elemento sorpresa”. Il team intende continuare a raccogliere dati, magari con studi in altre città, ma per ora, nella battaglia tra gatti e topi di New York City, sembra che i topi stiano vincendo.


Categorie: Curiosità

Levrieri usati per la caccia illegale alle lepri in Sardegna. Bracconiere recidivo denunciato

28/09/2018

Usava i levrieri addestrati a stanare e catturare lepri. Una pratica crudele, per le profonde lacerazioni provocate nella selvaggina, interrotta dal personale del Corpo forestale della Stazione di Sanluri. Hanno denunciato un 55enne residente nel comune del Sud Sardegna. Gli sono stati contestati i reati di esercizio di caccia in modo. In giornata e contro specie non consentite con pena fino a 6 mesi e ammenda fino a 3mila euro. Gli agenti, durante un pattugliamento nell’agro del paese, hanno sorpreso l’uomo in località Acqua Sassa. Mentre esercitava il bracconaggio utilizzando levrieri. I successivi controlli hanno portato al ritrovamento di due esemplari di Lepre sarda appena uccisi dal morso dei cani, come confermato in seguito dai veterinari della Asl.
L’uomo è un pregiudicato per i reati specifici. Venne già denunciato nel 2014 per i medesimi illeciti. Perché sorpreso insieme ad altre persone a esercitare una battuta di caccia al cinghiale con i cani (levrieri e doghi argentini) nell’Oasi di protezione Faunistica della Giara. Data la crudeltà dell’uccisione delle prede, gli è stato contestato il reato di uccisione di animali previsto dall’articolo 544-bis del codice penale. Ai sensi del quale “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. L’operazione si inquadra nell’attività di presidio e controllo del territorio che il Corpo forestale effettua a tutela della fauna e della pluralità dei cacciatori che eseguono correttamente la pratica venatoria.


Categorie: Varie

Turista tedesca è morta schiacciata da un elefante in Zimbabwe. Forse un selfie la causa

28/09/2018

Una turista tedesca in visita con un gruppo alla riserva di Mana Pools, nel nord dello stato dello Zimbabwe, è è stata uccisa da un elefante a cui si era avvicinata per scattare delle fotografie. Lo riferisce il Daily Mail.
“Secondo le nostre informazioni, i turisti hanno incontrato un branco di elefanti nel parco e hanno iniziato a fotografarli. Tuttavia non sappiamo cosa abbia fatto arrabbiare gli animali e scatenato l’attacco contro la donna”, ha detto Tinashe Faravo, rappresentante dei Parchi Nazionali dello Zimbabwe.
Probabilmente la turista voleva portare a casa quello che reputava essere il cimelio perfetto: un selfie con il pachiderma che, alle sue spalle, agitava la proboscide. Ma quel tentativo di immortalarsi con uno dei simboli della savana si è trasformato in una tragedia.  L’attacco scioccante alla donna è avvenuto sotto gli occhi degli altri turisti che non hanno potuto far nulla per sottrarrla alla furia omicida dell’animale .
La donna, 49 anni, è deceduta la scorsa notte a causa della gravità dei traumi ricevuti.
Un tragico evento che deve farci riflettere e ricordare che la natura va rispettata, sempre.


Categorie: News dal Mondo

Giornata Mondiale contro la rabbia, oggi 28 settembre si fa il punto. La malattia causa 60 mila decessi all'anno

28/09/2018

Nel mondo quasi 60 mila persone muoiono ogni anno di rabbia, 100 bambini al giorno, uno ogni venti minuti, e nella quasi totalità dei casi questa malattia, che porta alla morte certa alla comparsa dei sintomi, è causata da morsi di cani rabbiosi.
La rabbia è una malattia che non è affatto scomparsa e fa ancora paura, a partire dal nome stesso, che evoca sintomi e decorso violenti e fatali. Per questo ogni anno, il 28 settembre, è la Giornata Mondiale dedicata alla lotta contro questa malattia.
In Italia la rabbia è stata eradicata grazie alla prevenzione, con la vaccinazione degli animali. Se vogliamo viaggiare con il nostro cane all’estero, infatti, è richiesta la vaccinazione. Non è così in altri Paesi, soprattutto del sud del mondo, dove ci sono molti i cani randagi e non esiste una profilassi o spesso risulta troppo costosa. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’obiettivo di debellare la rabbia a livello globale entro il 2030 con una campagna chiamata “Zero by Thirty”. Per raggiungere questo ambizioso traguardo, MSD Animal Health, multinazionale del settore veterinario, da anni è impegnata nella lotta alla malattia attraverso le donazioni del suo vaccino antirabbico Nobivac Rabbia e il sostegno alle organizzazioni che combattono questa malattia nelle aree del mondo a maggior rischio, principalmente Africa a India. I principali partner di questo progetto sono Afya Serengeti project (Salviamo il Serengeti in lingua swahili) che lavora per eradicare la rabbia nel Parco nazionale del Serengeti in Tanzania, e Mission Rabies che ha lanciato un programma di vaccinazione per gli animali in paesi quali India, Malawi, Uganda, Sri Lanka, Thailandia e la stessa Tanzania.
Si tratta di veri e propri programmi di controllo della rabbia dove, grazie al contributo dei sanitari locali, viene effettuata la vaccinazione di massa sui cani, con l’obiettivo non secondario di creare una maggiore consapevolezza dei rischi nella popolazione locale e un ‘cordone sanitario’ di animali vaccinati che frenano il diffondersi della malattia in zone dove l’animale è impiegato anche in ambiti lavorativi, come per esempio la difesa del bestiame.
I risultati sono estremamente incoraggianti: con le vaccinazioni del progetto Afya Serengeti, di cui MSD Animal Health è partner dal 1997, ogni anno vengono evitati 600 casi di rabbia canina e vengono vaccinati 50 mila cani. I focolai di rabbia sono pari a zero nelle località in cui la percentuale di cani vaccinati è del 70%. Mission Rabies, fondata nel 2013, ha finora vaccinato oltre 600 mila cani e istruito un milione e 200 mila bambini su cosa fare in caso di morsi, oltre alla formazione di un centinaio di veterinari locali.
Purtroppo – sottolinea Davide De Lorenzi, medico veterinario, da molti anni volontario in Mission Rabies – non esiste un modo precoce per accorgersi se un animale ha la rabbia: i sintomi iniziali sono essenzialmente neurologici e portano solo a lievi cambiamenti caratteriali e comportamentali. La sintomatologia più grave ed evidente si ha solo negli ultimi giorni di malattia quando ormai è troppo tardi. Il morso di una cane rabbioso sull’uomo porta alla trasmissione della malattia e alla morte se non vengono messi in atto specifici interventi di profilassi. Ma le cure mediche sono a spesso troppo costose se paragonate a uno stipendio medio in molte aree rurali dei paesi dove opera la nostra ONG. Il dramma è che il 70% delle persone colpite da rabbia ha meno di 16 anni: sono bambini e ragazzi che banalmente sono abituati a giocare con i cani e che non conoscono i potenziali rischi di un morso o di un graffio”.
I volontari di Mission Rabies si spostano di villaggio in villaggio per cercare focolai e per intervenire con le vaccinazioni dove possibile. “Ci facciamo aiutare da veterinari locali – spiega De Lorenzi – che ci danno una mano anche con la lingua. Il nostro lavoro, oltre a vaccinare gli animali, è anche diffondere le informazioni e aumentare la conoscenza di questa malattia”.
Mai abbassare la guardia, neanche in Europa. “La rabbia è ancora presente in alcuni paesi dell’Est – conclude De Lorenzi – anche se maggiormente diffusa negli animali selvatici, come la volpe, che potrebbe trasmetterla ai cani e quindi all’uomo”.
La rabbia è una malattia grave e pericolosa ma si può prevenire tramite le vaccinazioni.

 


Categorie: News dal Mondo

Olio alla cannabis per curare quattro zampe depressi. Start up napoletana lancia rimedi con cannabis legale per animali

27/09/2018

Gatti e cani depressi, ansiosi o aggressivi? Le cure a base di cannabis arrivano anche nella cuccia. Una start up italiana, Weedentity, ha infatti lanciato dei prodotti a base di olio di cannabis sativa legale, già usata negli Usa, e pensati per gli animali domestici. La novità, creata da quattro giovani imprenditori napoletani under 40, si basa sul’uso aromaterapico del cannabidiolo: l’olio per la pet therapy contiene infatti il 5% di CBD, un principio attivo naturalmente presente nelle piante di cannabis, che ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e serve a combattere e prevenire stati di ansia, panico o insonnia. E’ indicato soprattutto per la cura di cani che manifestano comportamenti aggressivi o di gatti sterilizzati per un migliore decorso post operatorio.
Gli oli, spiegano i giovani imprenditori partenopei, sono prodotti in Svizzera con metodi naturali che escludono l’uso di pesticidi o sostanze chimiche, hanno un’origine al 100% vegetale, provengono da coltivazioni biologiche. Sono testati e analizzati da laboratori svizzeri e, una seconda volta, da laboratori italiani certificati dal ministero della Salute.
“Abbiamo deciso – racconta Chiara Basile, che insieme ai suoi tre soci ha lanciato Weedentity – di aprire quest’attività attraverso il varco legislativo che si è aperto nel 2016. La legge 242 del 2016, infatti, ha dato il via libera all’uso di prodotti realizzati con cannabis sativa entro precisi limiti di THC, uno dei principi attivi della cannabis. E’ stato un primo passaggio importante perché apre all’uso di quella che forse è la pianta più criminalizzata del mondo ma dalle enormi potenzialità”.
“I nostri oli per cani e gatti non hanno effetti psicoattivi ma solo miorilassanti. Gli animali, cioè, non vengono ‘sedati’: come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità – continua Basile – il CBD, l’unico cannabinoide presente negli oli, non crea dipendenza”. (ansa)


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Fiamme distruggono un gattile a Rho (MI): morti oltre 100 mici, salvi solo quelli fuori dalle gabbie Partita la raccolta fondi

27/09/2018

Sarebbe un corto circuito partito dal quadro elettrico ha innescare il devastante incendio che ha provocato la morte di un centinaio di gatti che si trovavano nelle gabbie del gattile di Rho (Milano) gestita dalla onlus Dimensione Animale Rho . Si sono salvati solo alcuni cani e i mici abituati a entrare e uscire e che non erano al chiuso.
Una vera strage e mentre i vigili del fuoco sono ancora impegnati per mettere in sicurezza quel che resta della struttura, sui social network si è già attivato il tam tam della solidarietà: sul gruppo Facebook “Gattile di Rho. Volontari e amici” sono partite collette per recuperare cibo e trovare una sistemazione provvisoria agli animali scampati al rogo. Chiunque voglia contribuire, “può portare il cibo alla clinica veterinaria Anubis di Pogliano Milanese. Loro provvederanno a farcelo avere. Siamo sconvolti: su 150 animali, saranno al massimo 20 i sopravvissuti – spiega Paola Barbieri, una delle responsabili del gattile a larepubblica.it – Adesso i vigili del fuoco hanno chiuso l’area e non possiamo avvicinarci, ma abbiamo spostato alcune cucce fuori dalla struttura, in modo che altri gatti eventualmente fuggiti possano comunque trovare un punto di riferimento qualora tornino qui in cerca di cibo. Si sono salvati gli animali che erano già abituati a entrare e uscire, ma i cuccioli sono morti tutti. E per fortuna negli ultimi tre weekend c’erano state molte adozioni, perché altrimenti il bilancio sarebbe stato ancora più pesante. Si sono salvati anche sei cani, che attualmente sono in stallo dalle nostre volontarie. Per loro avremmo bisogno di trovare al più presto delle famiglie adottanti.È un brutto colpo per tutti gli amanti degli animali, anche perché è crollato il tetto della struttura e quando si riuscirà a spostarlo probabilmente si troveranno altre vittime oltre a quelle già individuate 
Questi i dati per chi volesse fare una donazione al gattile: c/c 18432 intestato a Dimensione Animale Rho della Banca Popolare di Milano – Agenzia 74 – ABI 5584 – CAB 20500 – CIN E (COD. IBAN: IT42E0558420500000000018432).


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In Giappone arriva la guida per animali domestici in caso di calamità

27/09/2018

Consigli pratici di comportamento ai proprietari di animali domestici nel caso di un’emergenza causata da un disastro naturale. Avvertenze che il ministero dell’Ambiente giapponese prova a dispensare con la pubblicazione di un opuscolo di 23 pagine, distribuito a tutte le municipalità del paese, nel quale vengono descritte, ad esempio, le procedure di evacuazione per chi possiede un cane o un gatto – ricordando la necessità di completare le vaccinazioni di routine, assieme agli esercizi per far abituare gli amici a quattro zampe all’interno delle gabbie nell’occorrenza di una calamità.
Il libretto, inoltre, illustra la preparazione del cibo per gli animali in condizioni di pericolo, e le differenze tra i padroni ‘responsabili’ che hanno seguito le raccomandazioni, con le difficoltà di una distacco dal proprio animale domestico provocata dalla mancanza di addestramento. Secondo la Japan Pet Food Association la popolazione degli animali domestici in Giappone, con 23,3 milioni di esemplari, si mantiene costantemente sopra il numero dei bambini sotto i 15 anni di età, a quota 17 milioni. Un’industria che genera un fatturato di 1.200 miliardi di yen, l’equivalente di 13 miliardi di euro, ed è in costante crescita.  


Categorie: News dal Mondo

Boom delle tigri in Nepal: dal 2009 a oggi raddoppiate grazie all'impegno del Governo e sostegno della Fondazione Di Caprio

27/09/2018

Le tigri in Nepal erano 121 nel 2009, sono diventate 198 nel 2013, e oggi sono 235. Quasi raddoppiate in neanche 10 anni, grazie all’impegno delle autorità locali, aiutate dai finanziamenti della Fondazione ambientalista di Leonardo di Caprio. Il dato è stato reso noto dal governo di Katmandu e dal WWF.
“Il nostro impegno per il piano d’azione per la conservazione della tigre continua -, ha dichiarato Bishwa Nath Oli, segretario del Ministero delle foreste e dell’ambiente -.
Proteggere le tigri è una priorità assoluta per il governo, le forze dell’ordine, le comunità locali e la comunità internazionale”.
Le tigri sono state censite dal Nepal tra novembre 2017 e aprile 2018 nel Terai Arc Landscape (TAL), una vasta area transfrontaliera che comprende diversi importanti habitat condivisi con l’India. Per il censimento sono state utilizzate fototrappole e software specializzati nella stima dell’abbondanza e distribuzione delle tigri in natura. Oggi la popolazione di tigre in Asia è stimata in meno di 4.000 esemplari, minacciati da bracconaggio e perdita dell’habitat.
“Il Nepal è stato un leader negli sforzi per raddoppiare le tigri all’interno dei suoi confini e serve da modello per la conservazione della biodiversità in Asia e nel mondo”, ha detto Leonardo Di Caprio, membro del consiglio del WWF-USA e presidente della Fondazione Leonardo Di Caprio, che ha finanziato il programma di conservazione della tigre nel Bardia National Park in Nepal e altrove dal 2010.
A maggio di quest’anno, riferisce il WWF, il Nepal ha celebrato un altro grande risultato nella tutela della fauna: il raggiungimento di 365 giorni di “bracconaggio zero” ai danni dei rinoceronti in cinque anni tra il 2011 e il 2018.


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No cibo a gatti randagi, incontro tra sindaco di Cocullo e animalisti per chiarire.

27/09/2018

Segnali di distensione tra il sindaco di Cocullo (L’Aquila), Sandro Chiocchio, e associazioni e movimenti animalisti, dopo le proteste e le polemiche seguite all’ordinanza del 17 settembre scorso, con cui si vieta ai residenti di dare da mangiare ai gatti randagi in centro storico, pena una multa da 25 a 250 euro.
In un clima di dialogo, il sindaco ha pensato a un incontro pubblico per discutere del fenomeno del randagismo dei gatti.
L’incontro si svolgerà sabato prossimo, 29 settembre alle 15.30, nell’aula consiliare del Comune. L’iniziativa del primo cittadino arriva dopo i contatti con i rappresentanti delle associazioni e movimenti animalisti locali e nazionali.
“E’ stata apprezzata la mia piena disponibilità al dialogo – sottolinea Chiocchio -. Da questi contatti è emersa la volontà di affrontare la tematica del randagismo in un confronto sereno, onesto e costruttivo per giungere alla soluzione del problema”.
Sin da subito il sindaco aveva precisato che l’ordinanza non è stata emessa contro la presenza dei gatti in paese, ma “per tutelare l’igiene del paese stesso, disseminato di escrementi lungo vie e piazze del centro storico”.
All’incontro parteciperanno i rappresentanti dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), Associazione Animalisti Italiani Onlus, Movimento Animalista e Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
“Spero che questo incontro possa rappresentare un momento di confronto positivo, tale da poter veicolare un messaggio di sensibilizzazione che abbia il suo inizio proprio da Cocullo, simbolo da sempre dell’unione tra l’uomo e il mondo animale, e auspico una sentita partecipazione”, conclude il sindaco.


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Balena beluga artica nuota nel Tamigi. Rarissima la sua presenza così a sud

26/09/2018

Una balena nel Tamigi. Un esemplare di beluga, una balena di piccole dimensioni dall’inconfondibile colore bianco latte, è stato avvistato e filmato martedì 25 sul Tamigi nei pressi di Gravesend, nel Kent. I beluga vivono nel Mar Glaciale Artico e la loro presenza così a sud è un evento rarissimo. L’ultimo avvistamento in Gran Bretagna risale al 2015. Il beluga (Delphinapterus leucas) è lungo dai 4 ai 5,5 metri, vive in branco e si nutre di pesci e cefalopodi.
La piccola balena si è certamente persa finendo a migliaia di chilometri dal suo habitat naturale artico. Lo riferiscono alla Bbc i componenti di un team di specialisti, secondo i quali il cetaceo si trova ora non lontano dall’estuario del fiume, presso Gravesend, nell’Inghilterra del sud.
“Si è decisamente perduto”, ha commentato Julia Cable, coordinatore nazionale del British Divers Marine Life Rescue, annunciando che i soccorritori subacquei sono stati inviati nella zona per cercare di avvicinare l’animale e “verificarne le condizioni”. Stando a Lucy Babey, responsabile dell’associazione per la tutela degli animali Orca, si tratta dell’avvistamento “più meridionale mai registrato nel Regno Unito di un beluga”.

Questo tipo di cetaceo, che può crescere fino a oltre 4 metri di lunghezza, vive fra la Groenlandia, l’arcipelago norvegese delle Svalbard e il Mare di Barents, ma può nuotare anche sotto costa.


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