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Abbandona un cane in strada e il cucciolo muore: ripreso dalle telecamere (video)

02/07/2018

Un’auto che arriva, un uomo in tenuta mimetica che scende dalla macchina e, controllando che non vi sia nessuno, apre il bagagliaio, prende in braccio un cane e, avvicinandosi al marciapiede, lo lascia cadere per terra, per poi allontanarsi senza guardarsi le spalle.
A documentare l’ennesimo caso di abbandono di animali è un video recuperato dalle guardie zoofile dell’Oipa di Agrigento. Le immagini continuano mostrando i passi indecisi di un cucciolo che, di lì a poco, non riuscirà a sopravvivere a causa della disidratazione, nonostante il tentativo disperato di portarlo d’urgenza nella clinica del canile.
L’abbandono è avvenuto nella zona della stazione e l’Oipa, dopo una segnalazione anonima, ha presentato una denuncia portando anche le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza di una tabaccheria.
“Si sente spesso parlare di abbandono, ma raramente esistono prove di questo atto vergognoso – dice Vincenzo di Bella, coordinatore provinciale delle guardie zoofile dell’Oipa di Agrigento -. In questo caso, invece, il gesto è stato filmato e testimonia la noncuranza e cattiveria con la quale gli animali, in questo caso un cucciolo, troppo spesso vengono trattati. Il fenomeno dell’abbandono è purtroppo un problema reale, ancora molto diffuso e questo nonostante gli sforzi di sensibilizzazione e di informazione che ci vedono coinvolti. Abbiamo chiesto di poter condurre le indagini e da questo filmato siamo fiduciosi di poter riuscire ad identificare il colpevole”.

 

 


Categorie: Varie

I capodogli parlano, intelligenza artificiale per capirli. L’apneista e scrittore Nestor: "E' un linguaggio piu' sofisticato di quello umano"

02/07/2018

Utilizzare l’intelligenza artificiale per comprendere il linguaggio dei capodogli, i piu’ grandi animali viventi del mondo muniti di denti. E’ l’obiettivo di una squadra di ricercatori dell’Universita’ di Harvard illustrato a Genova al Galata Museo del Mare dallo scrittore, giornalista scientifico e apneista James Nestor nell’ambito di un incontro sulle creature degli abissi.
“Sappiamo che i capodogli comunicano, hanno un linguaggio molto sofisticato, molto probabilmente molto piu’ sofisticato del linguaggio umano ed e’ per questo che per noi e’ cosi’ difficile da decifrare. – commenta – Stiamo utilizzando dei programmi di apprendimento automatico e di intelligenza artificiale per cercare di capire cosa si dicono”. Al momento i ricercatori stanno svolgendo gli ultimi test sul software in laboratorio, l’obiettivo e’ ‘parlare’ direttamente con i capodogli immergendosi il piu’ presto possibile probabilmente nelle acque dell’Oceano Indiano vicine allo Sri Lanka.(ANSA).


Categorie: News dal Mondo

Difende un cane e lo aggrediscono, lui posta foto su Facebook. La versione della Polizia

02/07/2018

Vede un cane chiuso in un recinto, sotto il sole, tra le feci: chiama la polizia locale che però non interviene. Cerca allora di sensibilizzare il proprietario dell’animale, che gestisce il supermercato poco distante, il quale gli promette di sistemare subito la situazione. Ritorna il giorno successivo e vede però il cane nelle stesse condizioni: chiama nuovamente la polizia locale e risponde la stessa operatrice che decide di non fare intervenire nessuno. Allora va a parlare nuovamente con il proprietario del cane e l’uomo gli lancia addosso delle bottiglie di vetro, colpendolo e procurandogli lesioni in testa, con nove punti di sutura. È questa la storia, raccontata con un post su Facebook, da Giacinto Damiano, di 26 anni, in vacanza a Nardò. Il 26enne ha presentato denuncia alle autorità locali e questa mattina ha ricevuto la telefonata di Enrico Rizzi, presidente nazionale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus, che oltre ad esprimergli «la massima vicinanza e solidarietà, gli ha garantito un immediato interessamento».
«Ho chiesto al coraggioso Giacinto – afferma Rizzi – di trasmettermi copia della denuncia da lui già presentata in quanto anche io denuncerò personalmente l’uomo per maltrattamento di animali, nonché la Polizia Municipale per l’evidente e grave omissione da loro compiuta. Se fossero intervenuti subito, magari oggi il giovane non si sarebbe trovato con la testa spaccata. Ho pertanto garantito a Giacinto che metterò in campo tutte le azioni legali necessarie per portare quella vigilessa in Tribunale, ma nel frattempo invito il sindaco di Nardò, avvocato Giuseppe Mellone, a sanzionare personalmente l’operatrice di polizia coinvolta».
Ma il Corpo di Polizia Locale di Nardò, guidato dal tenente colonnello Cosimo Tarantino, non ci sta e diffonde la propria ricostruzione dei fatti, sostenendo in una nota che l’animale non era sottoposto ad alcun maltrattamento. «Esiste agli atti del Corpo – si sottolinea – una prima segnalazione di circa quindici giorni fa da parte di un cittadino relativa alle condizioni di custodia del cane, che ha originato un primo sopralluogo da parte della Polizia Locale, che tuttavia non ha trovato l’animale nel luogo oggetto della segnalazione stessa. Nonostante questo, gli agenti hanno a loro volta trasmesso la segnalazione alle guardie zoofile dell’associazione Agriambiente Onlus, competenti per il territorio comunale, che sono intervenute più volte senza trovare il cane sino a domenica 24 giugno, stavolta riscontrando la presenza dell’animale, ma nessun segno di cattiva custodia o maltrattamento. Peraltro, è risultata regolare l’iscrizione del cane nell’anagrafe canina. Nelle giornate del 28 e 29 giugno – prosegue la nota – sono effettivamente giunte al Comando le telefonate della persona coinvolta nell’episodio, che non si è mai qualificata all’agente che ha raccolto le telefonate e che non ha dato seguito all’invito di recarsi al comando di via Crispi a formalizzare la denuncia. Nella giornata di oggi, peraltro, il comandante Cosimo Tarantino ha formalmente chiesto una verifica anche da parte del competente dipartimento di prevenzione della Asl Lecce. A fronte della situazione descritta e dei gravi giudizi espressi su Facebook dal protagonista di questa vicenda, il Corpo di Polizia Locale si riserva di verificare gli estremi di una denuncia nei suoi confronti a tutela del nome e della onorabilità del Corpo e di ognuno dei suoi componenti».


Categorie: Varie

Obbligo di denunciare le tartarughe d'acqua Trachemys Scripta

02/07/2018

Forse non tutti sanno che entro il 13 agosto 2018 scatta l’obbligo di denunciare le tartarughe d’acqua Trachemys Scripta per effetto del decreto legislativo n° 230 del 15 dicembre 2017 entrato in vigore il 14 febbraio 2018. Esso ne vieta di fatto la commercializzazione, l’introduzione sul territorio nazionale, e il rilascio in natura. Chi possiede uno o più esemplari deve denunciare il possesso della Trachemys scripta entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Qualsiasi sottospecie deve essere denunciata, nessuna esclusa.
COME?
Attraverso l’invio del modulo che potete scaricare al fondo di questa paginaPERCHE’?
Le Trachemys scripta sono considerate invasive perché si adattano bene al nostro clima e proliferano anche in natura modificando gli ecosistemi in cui sono introdotte.
A CHI?
La denuncia del possesso di uno o più esemplari della Trachemys scripta va inoltrata al Ministero dell’Ambiente attraverso:
• Posta elettronica certificata: pnm-II@pec.minambiente.it ( bisogna usare come mittente un indirizzo di posta elettronica certificata
oppure
• Raccomandata con ricevuta di ritorno a: Ministero dell’Ambiente, Direzione Protezione Natura, Divisione II, Via Cristoforo Colombo n. 44 – 00147 – Roma.
oppure
• Via FAX al numero: 06-57223468.
Per maggiori informazioni (NON per la spedizione del modulo) potete mettervi in contatto col Ministero dell’Ambiente attraverso l’indirizzo di posta elettronica esoticheinvasive@minambiente.it .
COME COMPILARE IL MODULO? Alcuni consigli … ( fonte rugatartaruga )
• I dati personali da inserire sono quelli del titolare della tartaruga / tartarughe. Se la tartaruga è stata regalata a un minore è chiaro che dovrà essere intestata a uno dei genitori o al tutore legale del minore.
• Alla voce ‘Specie custodita’, scrivi il nome della specie in tuo possesso. Non basta scrivere Trachemys scripta, ma dovrai ad esempio scrivere Trachemys scripta troostii. Se hai più esemplari di diversa sottospecie, scrivi i nomi separandoli con una virgola e scrivi accanto quanti esemplari per ciascuna specie possiedi.
• Riporta il numero di esemplari da dichiarare — 1, 2, 4, ecc. —. Qui riporti il totale degli esemplari.
• Scrivi l’età della tua tarta. Se non sei sicura/o, scrivine una che si avvicini. Altrimenti lascia stare. Se hai più di un esemplare riporta le età separandole con la virgola. Se hai esemplari di diversa specie, scrivi l’età e tra parentesi solo la sottospecie. Esempio: 8 anni (elegans); 5 anni (troostii).
• Il sesso. Se non conosci il sesso, fatti aiutare da un veterinario esperto in rettili. In particolare se hai più di un esemplare, indicare il sesso potrebbe essere determinante per non vedersi “bocciata” la denuncia.
• Modalità di custodia, riproduzione e fuga. Qui viene la parte più delicata. Devi specificare come custodisci la tartaruga e come fai a impedirne la fuga. Come sai le tartarughe sono delle “simpatiche scalatrici”.
• Per quanto riguarda la riproduzione, se hai un solo esemplare non serve spiegare nulla, è implicito. Ma se hai una coppia di maschio e femmina, oppure hai un “harem” (due o tre femmine e un maschio) dovrai specificare che d’ora in poi vivranno separati.
• L’indirizzo dove sono custodite. Sembra una domanda bizzarra ma chi le tiene in campagna ha compreso cosa si intende qui. Mentre sopra hai scritto dove hai la residenza tua, qui devi scrivere “la residenza della tartaruga” nel caso tu l’abbia da un’altra parte: in campagna, laghetto della nonna…
RACCOMANDAZIONI
• Da adesso non è più possibile l’accoppiamento della Trachemys scripta di qualsiasi sottospecie. Va da sè che quindi non è più possibile far fare la deposizione delle uova alle Trachemys scripta femmina, di qualsiasi sottospecie. Se si vuole continuare a farlo e si dovesse essere scoperti si rischiano multe salate: da 1.000 euro a 50.000 euro (art. 25, comma 4, lettera a).
• Con l’introduzione del nuovo decreto, importare o commercializzare Trachemys scripta è illegale. Ed è illegale addirittura regalarle… già, addirittura. Si possono solo cedere gli esemplari ai centri autorizzati.
MODULO DI DENUNCIA TARTARUGHE


Categorie: Varie

Piccole accortezze per aiutare il nostro gatto ad affrontare il caldo estivo

02/07/2018

Dopo un inizio incerto, tra temporali e forti venti, finalmente l’estate sembra essere arrivata. Cielo azzurro, sole e… alte temperature.  Se i nostri gatti detestano il freddo, il caldo per loro potrebbe addirittura essere una minaccia.
La temperatura del gatto è naturalmente alta e questo rende più bassa la soglia di sopportazione del caldo.
Ecco un breve vademecum per rendere la calura più sopportabile al nostro micio.
Acqua fresca: non lesiniamo l’acqua e cambiamola spesso perché sia sempre fresca.Con iln estate il gatto cercherà naturalmente l’acqua fresca per dissetarsi. Qualora si fosse costretti a rimanere fuori casa per tutto il giorno, si acquistino quelle ciotole auto-riempienti oppure si inserisca un cubetto di ghiaccio in acqua, affinché non si surriscaldi troppo;
Alimentazione: la dieta non deve essere troppo pesante, seppur completa di ogni elemento nutritivo, dalle proteine ai sali minerali. Può essere utile spezzettare la pappa in più round durante la giornata, affinché la digestione non appesantisca troppo l’animale;
Cuccia: oltre che a prevedere un giaciglio all’ombra per la cuccia o il cestino del micio, si provveda a sopraelevare il tutto di qualche centimetro. L’assenza di contatto diretto con il terreno faciliterà la circolazione dell’aria;
Ventole e condizionatori: mantenere il gatto in casa nelle ore più calde della giornata. Se la propria abitazione fosse dotata di ventilatori e condizionatori, i mici sono molto attratti dall’aria spostata dalle pale delle ventole, per un immediato refrigerio fare attenzione, però, perché la griglia e l’elettrodomestico non devono essere facilmente raggiungibili: il gatto potrebbe ferirsi;
Toelettatura: se il micio fosse di una razza a pelo lungo, è bene spazzolare quotidianamente il mantello per arieggiarlo. Particolare attenzione va riservata agli esemplari dai colori chiari: hanno una pelle praticamente bianca che, non protetta con una specifica crema potrebbe essere gravemente aggredita dai raggi solari.
Panno inumidito: provate a rifrescare il vostro gatto con qualche doccia fresca ma se come molti gatti non amasse l’acqua, provate ad avvolgerlo, nelle ore più calde, in un panno lievemente inumidito. Sono ora in commercio dei tappetini refrigeranti: se lo vorrà, il gatto di tanto in tanto vi si adagerà, ottimi anche per i cani;
Tende e tapparelle: se il gatto vivesse prevalentemente in casa, una buona idea è abbassare le tapparelle o chiudere le tende nelle ore più calde della giornata;
Refrigeranti chimici: evitare assolutamente di mettergli accnto i refrigeranti chimici, come le buste in gel blu da mettere in freezer. Sebbene innocue per l’uomo, il gatto potrebbe morderle e avvelenarsi scambiandole per giocattoli;
Automobile: limitare i trasporti in auto durante l’estate e, soprattutto, mai lasciare il gatto incustodito in un parcheggio o mentre si fa la spesa. Il veicolo sotto il sole diventa un vero forno e l’animale può morire. Inoltre, questa azione è considerata maltrattamento di animali e si rischiano serie conseguenze penali;
Massimizzare la sera: il gatto è un animale prevalentemente notturno, quindi non sarà di certo dispiaciuto di rimanere in casa a sonnecchiare durante la giornata. La sera, a fronte di questa privazione, si dovranno però concedere delle libertà in più tra gioco e pappa. Potrà forse disturbare il sonno, ma è normale che dopo una giornata noiosa arrivato il fresco della notte il micio si sfoghi.


Categorie: Curiosità