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Gatti lasciati in auto azionano chiusura centralizzata e lasciano fuori i proprietari. Intervengono i vigili del fuoco per consentire agli umani di rientrare nella vettura

19/06/2018

Chi ha un gatto sa bene quanto possano essere bravi a combinare guai. La storia riportata dal corrierediarezzo.cor.it ne è una buffa dimostrazione. Una coppia di turisti stranieri si era fermata per riposare ed ha liberato nell’abitacolo i due gatti che portavano con sé a bordo. Ma nel muoversi uno dei gatti ha premuto inavvertitamente il pulsante di chiusura automatica dell’auto ed ha così chiuso fuori la coppia che aveva lasciato le chiavi all’interno. E’ successo durante una sosta in autostrada nei pressi di Arezzo. La coppia si è fermata all’area di servizio di Badia al Pino Ovest per sgranchirsi le gambe e fare uno spuntino. Premurosamente i due hanno pensato di concedere una pausa anche ai gatti liberandoli dal trasportino affinché si muovessero nell’abitacolo non pensando certo che i mici avrebbero premuto il pulsante della chiusura centralizzata bloccando le portiere, con le chiavi all’interno. A risolvere la situazione è stata una squadra dei vigili del fuoco di Arezzo: i vigili hanno aperto la portiera consentendo alla coppia e ai gatti di proseguire il viaggio.


Categorie: Curiosità

Sequestrati a Gorizia 34 cuccioli provenienti dall’Ungheria stipati in due utilitarie: quattro denunce. Fermiamo il traffico, adottiamo!

19/06/2018

Trentaquattro cuccioli di cane, ammassati in scatole di cartone e un cassone di legno nei bagagliai di due utilitarie, sono stati trovati e sequestrati dalla guardia di finanza di Gorizia. Gli animali mostravano segni di maltrattamento ed erano privi del microchip per l’identificazione, delle certificazioni sanitarie e del passaporto individuale. Le operazioni di controllo, svolte in due diverse operazioni della polizia giudiziaria, hanno riguardato due macchine provenienti dall’Ungheria. La prima auto – con a bordo un uomo di 38 anni e una donna di 52 anni di nazionalità ungherese che vivono in provincia di Rovigo – Ë stata fermata nei pressi del casello autostradale di Villesse, dove l’unità cinofila ‘Caboto’ ha segnalato la presenza dei cuccioli: sette bouldogue francesi, tre maschi e quattro femmine, tutti dal mantello fulvo.
La seconda macchina è stata fermata a Gorizia, vicino al valico di Sant’Andrea, con a bordo un uomo di 33 anni e una donna di 4, entrambi di nazionalità italiana, residenti a Napoli, ma che abitano in provincia di Frosinone. Nella macchina sono stati trovati 27 cuccioli: sette bouledogue francesi (quattro maschi e tre femmine dai colori grigio argento, bianco e nero), tre jack russel terrier (due maschi e una femmina, bianchi e neri), 13 chihuahua (nove maschi e quattro femmine dai colori crema e bianco arancio) e quattro pincher maschi nero focati. L’intervento dei veterinari del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda per l’assistenza sanitaria ‘Bassa Friulana – Isontina’ ha accertato la tenera età degli animali, precocemente distaccati dalle madri. Le quattro persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Gorizia per maltrattamenti e introduzione illegale nel territorio nazionale di cuccioli di cane. Il valore Ë stato stimato intorno ad alcune centinaia di euro per cucciolo, fino a 500 euro in alcuni casi, dopo essere stati pagati poche decine di euro. I cuccioli sono stati affidati al Polo zooantropologico dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, con sede a Prosecco, e al canile di Udine. Fermiamo il traffico illegale di cuccioli azzerando la domanda, adottiamo nei rifugi, ci sono tanti quattrozampe  stupendi che ci aspettano.


Categorie: Varie

'Aggredita da un'oca' in una casa di riposo a Carpi. Presenta denuncia ai carabinieri

19/06/2018

‘Aggredita’ da un’oca nell’area di pertinenza di una casa di residenza per anziani di Carpi, una 60enne si è rivolta ai carabinieri sporgendo denuncia contro la struttura: lesioni colpose e omessa custodia di animali. La donna si era recata lì per trovare la sorella, nei giorni scorsi, ma quando le due donne sono uscite nel cortile, dove a quanto pare abitualmente circolano libere appunto le oche, la 60enne è stata prima inseguita dall’animale e poi “aggredita” al punto da riportare sei giorni di prognosi, una volta andata all’ospedale. A fronte dell’accaduto la 60enne si è presentata ai carabinieri carpigiani, sporgendo denuncia nei confronti della responsabile della casa di residenza per anziani.


Categorie: Varie

Cane chiuso in un sacco e gettato giù dal ponte, ma Calik, operato con successo a Sassari, è fuori pericolo e sarà presto adottato (video)

19/06/2018

Calik non è più in pericolo di vita, ma ci vorrà del tempo prima che possa riprendersi completamente. Dall’ospedale didattico veterinario dell’Università di Sassari arrivano notizie incoraggianti sul cane chiuso in un sacco, lanciato da un ponte ad Alghero il 10 giugno e salvato da un pescatore che era lì per caso. “Lo abbiamo operato, stabilizzando una brutta frattura, e sta facendo progressi – racconta Maria Lucia Manunta, direttrice dell’ospedale di via Vienna – Ora riesce a fare piccoli passi con le zampe posteriori che prima dell’intervento chirurgico erano completamente paralizzate”. (video)
L’imponente pastore maremmano, un cucciolone di 28 chili e meno di un anno di età, era stato subito trasportato nelle strutture ospedaliere del Dipartimento di medicina veterinaria dell’ateneo di Sassari in virtù di una convenzione con l’Ats-Asl sassarese. Accordo che prevede un servizio di pronto soccorso per cani randagi operativo 24 ore su 24. “Per noi questi interventi sono all’ordine del giorno – spiega Manunta – Ogni anno accogliamo circa 150 cani. Dal 2010, ne abbiamo trattato 900”. Fondamentale il lavoro degli studenti universitari, non solo nelle cure degli animali, ma anche negli sforzi fatti per far adottare i quattrozampe sfortunati. Nel caso di Calik però non c’è stato bisogno del passaparola perché il giorno dopo l’incidente è arrivata immediata una richiesta di adozione.
Avendo subito un trauma maxillofacciale, con lesioni al globo oculare, Calik (dal nome dello stagno presso il quale si è consumata la sua sventura) ha avuto bisogno fin dall’inizio di antibiotici e analgesici, e dovrà continuare la terapia, rimanendo protetto all’interno dell’ospedale per almeno altri 20 giorni. “Era molto spaventato quando è arrivato. Per prima cosa abbiamo dovuto conquistare la sua fiducia”, racconta la direttrice dell’ospedale. Probabilmente ha subito violenze ripetute. Il maltrattamento degli animali è un reato punito con la reclusione fino a 18 mesi e la multa fino a 30mila euro. (ANSA).


Categorie: Varie

'Luce', la cagnolina incinta torturata e uccisa, che ha fatto nascere 11 cuccioli, simbolo per norme più severe contro chi maltratta e uccide gli animali. Brambilla con i suoi piccoli alla Camera (video)

18/06/2018

La storia di “Luce”, una cagnetta incinta vittima di una “persona malata e socialmente pericolosa” che l’ha “incaprettata” e lasciata morire, è “il caso di crudeltà verso gli animali” che ha spinto la deputata Michela Vittoria Brambilla (FI) a denunciare pubblicamente questo atto “brutale” per ribadire la “necessità di calendarizzare e portare rapidamente in Aula” alla Camera la sua proposta di legge per “inasprire le pene contro chi infierisce contro gli animali”. Un appello quindi al parlamento a votare il provvedimento.
Arrivata a Montecitorio con un cesto contenente i nove cuccioli sopravvissuti (due sono morti), Brambilla – che è presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa) – ha raccontato il maltrattamento e l’uccisione nei giorni scorsi di questa “madre coraggio non umana” e il ritrovamento dei piccoli a Marano Marchesato (Cosenza) affidati ai volontari dell’associazione. La madre, con le quattro zampe legate, era stata “semisepolta sotto un mucchio di foglie e rami secchi e abbandonata sul ciglio di una stradina di campagna” dove sarebbe entrata in coma e poi morta non prima, però, di dare alla luce gli undici cuccioli.  I nove sopravvissuti, assistiti da un veterinario anche nel viaggio oggi da Cosenza a Roma, in due tappe per mangiare, fanno da testimonial per questo nuovo appello al rafforzamento della tutela penale degli animali. (video)
Chiedo all’Italia intera di indignarsi e di schierarsi al mio fianco nella battaglia per cambiare le cose, qui in Parlamento” ha detto la Brambilla mentre allattava uno dei cuccioli con un biberon. Nell’assicurare che i nove cagnolini saranno ospitati in una clinica a Roma e che aggiornerà sulla loro crescita, l’ex ministro ha detto che “se saranno individuati i responsabili, o il responsabile, di questo orribile gesto, perseguibile d’ufficio e già denunciato, e se si arriverà al processo, la Leidaa chiederà di costituirsi parte civile”. La Brambilla ha quindi detto di non essere “più disposta a sopportare altri cinque anni di legislatura senza vedere in Aula la proposta di legge” che – tra l’altro – aumenta fino a cinque e sei anni le pene per il maltrattamento e l’uccisione di animali “in questo Paese di impuniti dove non va mai in galera nessuno”.


Categorie: Varie

Animal Hoarding: scoperti a Ladispoli gatti detenuti tra i rifiuti. Casi di amore distorto da denunciare

18/06/2018

Le Guardie Zoofile Rurali del Nogra hanno effettuato un importante salvataggio di gatti che erano tenuti in pessime condizioni all’interno di un appartamento di Ladispoli, località del litorale laziale.
A seguito della segnalazione fatta al Comune da alcuni residenti della strada, i volontari, insieme ai carabinieri hanno ispezionato la casa scoprendo numerosi gatti che vivevano tra escrementi e rifiuti di ogni genere in un ambiente malsano e maleodorante. Le condizioni disastrose in cui i mici erano tenuti dal proprietario, hanno reso gli animali incattiviti e aggressivi rendendo la cattura dei felini molto difficoltosa. Tutti i gatti sono stati presi in cura e sterilizzati dai veterinari dell’Azienda sanitaria locale di Bracciano e di seguito trasferiti presso una struttura convenzionata per una profilassi sanitaria preventiva.
L’amministrazione comunale ha avuto parole di ringraziamento ed elogio per l’intervento delle Guardie zoofile Nogra  e per l’eccellente coordinamento tra Comune e Volontari. Un ringraziamento anche per le Associazioni Argo, A-mici e Dammi la Zampa che, oltre ad una prima essenziale consulenza, si sono successiva fase di adozione dei gatti salvati.
Tutti i Comuni dovrebbero seguire l’esempio di Ladispoli che ha istituito uno Sportello tutela degli animali dove è possibile segnalare prontamente situazioni di degrado e scarso rispetto dell’igiene e della dignità degli animali.
La salute e la sicurezza della persona e degli animali stessi sono in pericolo a causa delle condizioni malsane.
Se siete a conoscenza di qualcuno che presenti questo tipo di sintomi da disturbo da accumulo, riferitelo immediatamente a un medico.
Per quanto possa sembrare difficile potrebbe essere necessario contattare persino le autorità locali come polizia, pompieri, salute pubblica, servizi sociali per la tutela dei minori o centri di benessere degli animali.
In questi casi, prima si agisce meglio sarà. Non solo potrete salvare la vita a una persona, ma anche a molti animali.


Categorie: Varie

Lav parte civile ottiene 8 mesi di carcere per l’uomo che uccise cane nel Mantovano. E' già qualcosa

18/06/2018

“Al tribunale di Mantova, si è concluso con una condanna a otto mesi di reclusione il processo a carico di un uomo ritenuto colpevole di aver ucciso il cane del vicino con un colpo di fucile”. La Lega antivivisezione (Lav) che si era costituita parte civile nel procedimento, spiegando che “l’uccisione risale al 2011 quando una mattina il cane di nome Dago era a passeggio con il suo compagno umano nelle campagne di Gazoldo. Arrivati nei pressi di una cascina, il cane entra in una corte: il suo compagno umano lo segue, sente uno sparo e il cane guaire, lo raggiunge e lo trova agonizzante con il corpo pieno di pallini. A nulla serve il viaggio verso il veterinario, Dago muore durante il trasporto”. “Terribile la motivazione addotta dall’uomo, oggi condannato, secondo cui avrebbe scambiato il cane per un randagio che spaventava gli uccelli detenuti in una voliera” prosegue la Lav , ricordando che “il pm aveva richiesto 2 mesi e 20 giorni, mentre la difesa sosteneva l’assoluzione per carenza dell’elemento soggettivo del dolo, trattandosi di un tragico errore dovuto a uno sparo accidentale. La LAV parte civile, attraverso il suo avvocato aveva chiesto una condanna esemplare”. “Siamo soddisfatti di questa condanna” ha dichiarato la Lega antivivisezione, che sta seguendo oltre 150 casi di maltrattamento in tutta Italia e che ringrazia l’avvocato Cristian Pasolini del foro di Mantova. “Simili risultati – conclude la nota – sono possibili grazie all’attenzione e all’impegno delle nostre sedi locali e alla loro collaborazione con le aree nazionali di competenza e con l’ufficio legale nazionale dell’associazione e grazie ai tanti avvocati che ci supportano”.


Categorie: Varie

ANMVI, una sola anagrafe per i pet, Parlamento cambi la legge: da 20 database regionali a 1 solo nazionale. Risparmio ed efficienza

18/06/2018

Cani, gatti, furetti: perché continuare a spendere per 20 database regionali invece di uno solo? “A ventisette anni dalla Legge 281 che ha frammentato la demografia canina in tante anagrafi quante sono le Regioni, Ë tempo di pensare ad una sola anagrafe nazionale. Ma per questo serve l’intervento del Parlamento”. Lo sostiene l’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari).
“Utilizzando l’Anagrafe nazionale degli animali d’affezione del ministero della Salute, la Regione Sardegna concorre all’obiettivo della tracciabilità totale in tempo reale. La Regione infatti – dichiara il presidente Anmvi, Marco Melosi – ha fatto propri tutti i vantaggi derivanti dall’utilizzo di una banca dati centralizzata. Così la Sardegna – aggiunge – ha dato un esempio di cooperazione, efficienza e di razionalizzazione della spesa pubblica”.
L’Anagrafe nazionale del ministero della Salute si basa su funzionalità al passo con l’innovazione tecnologica e con un livello di evoluzione digitale sconosciuto all’epoca della Legge 281. Inoltre “supera gli anacronismi e le incompatibilità telematiche delle attuali anagrafi regionali, realizzate con criteri e tecnologie molto diverse fra di loro, non comunicanti, e disomogenee nella tipologia dei dati raccolti”. Un unico centro di spesa nazionale permette, secondo i veterinari, di abbattere i costi di realizzazione, di gestione e di manutenzione informatica oggi moltiplicati in tanti data base quante sono le amministrazioni regionali.
“Appoggiarsi all’anagrafe nazionale – aggiunge Melosi – annulla gli oneri (e i ritardi) di trasferimento dei dati anagrafici dal nodo regionale a quello nazionale: i dati regionali si rendono disponibili su scala nazionale in tempo reale”. Uno snellimento delle operazioni gestionali che si traduce in risparmi di spesa, mentre la disponibilità di dati aggiornati su scala nazionale permette una programmazione finanziaria coordinata e razionale nella lotta al randagismo.
Non solo. “Una tracciabilità confinata al territorio regionale da un lato inficia il rintraccio degli animali di proprietà su scala nazionale, dall’altro impedisce anche un controllo puntuale (sanitario, economico e demografico) dei movimenti intra-regionali di animali senza proprietario trasferiti in altre regioni per adozioni o per nuove allocazioni nei rifugi”. L’Anagrafe nazionale degli animali d’affezione risponde inoltre alla sensibilità e all’esigenza di una identificazione tracciabile estesa alle maggiori specie di animali da compagnia, il gatto e il furetto in particolare e in prospettiva anche altri pet. Ma “serve una legge del Parlamento – spiega Melosi – una norma di rango primario che superi l’obsoleta e fallimentare Legge 281. Questo Parlamento si ponga la questione come una priorità”. (Adnkronos/Salute)


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Gita con sorpresa: al rientro a casa famiglia cuneese trova marmotta nel motore del camper e la salvano

18/06/2018

Una gita al santuario di Sant’Anna di Vinadio, sulle montagne cuneesi della Valle Stura, si Ë trasformata in un’esperienza insolita, ma a lieto fine, per una famiglia di Verolengo, nel torinese. Martedì pomeriggio hanno sentito acuti e prolungati fischi provenire dall’intero del camper, parcheggiato nel cortile della propria abitazione. Una volta aperto il vano motore, dietro la batteria hanno intravisto un animale dal colore simile a quello di un gatto che però emetteva fischi. La signora Alessandra Comacchio ha ricordato di aver sentito quei versi la domenica durante la gita al santuario: erano marmotte. Gli agenti del Servizio tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, chiamati dalla signora, sono intervenuti e hanno catturato con un laccio la spaventata marmotta, con molte difficoltà e con l’ausilio di una veterinaria di Verolengo, Gabriella Capra, intervenuta nel caso vi fosse stato bisogno di narcotizzare l’animale. La marmotta Ë in buono stato di salute e in giornata verrà liberata in alta montagna, in una località idonea e già colonizzata dalle marmotte.
“Questa vicenda a lieto fine – sottolinea il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, con delega alla tutela della fauna e della flora – ci consente di ricordare che la Città metropolitana di Torino, grazie al progetto ‘Salviamoli insieme’ e grazie alla collaborazione dei cittadini, recupera ogni anno circa 3000 animali selvatici, dei quali il 40% circa viene restituito alla vita in natura in quanto in grado di riambientarsi in luoghi adatti”.


Categorie: Curiosità

Gita con sorpresa: al rientro a casa famiglia cuneese trova marmotta nel motore del camper e la salvano

18/06/2018

Una gita al santuario di Sant’Anna di Vinadio, sulle montagne cuneesi della Valle Stura, si Ë trasformata in un’esperienza insolita, ma a lieto fine, per una famiglia di Verolengo, nel torinese. Martedì pomeriggio hanno sentito acuti e prolungati fischi provenire dall’intero del camper, parcheggiato nel cortile della propria abitazione. Una volta aperto il vano motore, dietro la batteria hanno intravisto un animale dal colore simile a quello di un gatto che però emetteva fischi. La signora Alessandra Comacchio ha ricordato di aver sentito quei versi la domenica durante la gita al santuario: erano marmotte. Gli agenti del Servizio tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, chiamati dalla signora, sono intervenuti e hanno catturato con un laccio la spaventata marmotta, con molte difficoltà e con l’ausilio di una veterinaria di Verolengo, Gabriella Capra, intervenuta nel caso vi fosse stato bisogno di narcotizzare l’animale. La marmotta Ë in buono stato di salute e in giornata verrà liberata in alta montagna, in una località idonea e già colonizzata dalle marmotte.
“Questa vicenda a lieto fine – sottolinea il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, con delega alla tutela della fauna e della flora – ci consente di ricordare che la Città metropolitana di Torino, grazie al progetto ‘Salviamoli insieme’ e grazie alla collaborazione dei cittadini, recupera ogni anno circa 3000 animali selvatici, dei quali il 40% circa viene restituito alla vita in natura in quanto in grado di riambientarsi in luoghi adatti”.


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