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Come scegliere la ciotola migliore per far mangiare i nostri pets. Plastica, acciaio o ceramica?

29/06/2018

La ciotola, per il cibo e per l’acqua, è senza dubbio l’oggetto che si acquista per primo all’arrivo di un cane o gatto in famiglia. Ma quali criteri seguire per scegliere quelle più indicate nell’accudimento del nostro pet? Nella ciotola per il cibo un cane ci mangia almeno una o due volte al giorno, il gatto molto più spesso e poi c’è quella per l’acqua, che deve sempre essere a disposizione dell’animale affinché possa bere più volte al giorno. Ma quali caratteristiche deve avere una ciotola per gatti e per cani e di quale materiale, tra plastica, acciaio o ceramica, deve essere fatta?
Molti veterinari che consigliano ciotole di acciaio inox anzi che di plastica. Le ciotole di plastica infatti possono causare disturbi dermatologici al muso. I gatti, in particolare, hanno l’abitudine di mordicchiarle così facendo graffiano i bordi favorendo il proliferare di batteri, inoltre, anche dopo lavato queste ciotole, spesso preservano cattivo odore.
Se vi accorgete che vostro micio ha problema alla pelle del muso, al mento o alle labbra è bene ora di cambiare le ciotole. Le ciotole devono essere sempre pulite. Gatti sono molto schizzinosi, piuttosto che mangiare in una ciotola sporca saltano il pasto.

Nella scelta di una ciotola per cane, la prima caratteristica da considerare sono le dimensioni: i cani di grossa taglia hanno infatti bisogno di una ciotola di diametro e profondità tali da permettere loro di infilare il muso senza toccare i bordi; i cani di piccola taglia invece possono mangiare in una ciotola più piccola, sufficiente a contenere la razione di cibo. Una volta stabilite le dimensioni della ciotola ideale per il proprio cane occorre valutare anche il materiale con cui è fatta, potendo, anche qui, scegliere tra ciotole in acciaio, ceramica o plastica.
Le ciotole per cani in plastica sono senza dubbio le più diffuse e per molti anche le più pratiche: sono infatti leggere e infrangibili e tuttavia possono risultare troppo leggere, soprattutto con cani molto voraci che tendono a ribaltarle. C’è poi da considerare l’aspetto igienico: la plastica può tendere a trattenere odori e incrostazioni nonché a rilasciare sostanze tossiche se di dubbia provenienza. Al momento dell’acquisto è quindi importante valutare la provenienza del prodotto e affidarsi a marchi conosciuti senza valutare unicamente il costo e il risparmio.
Le ciotole in acciaio sono senza dubbio le più pratiche, potendole lavare anche in lavastoviglie, e risultano per questo anche molto igieniche, con anche il vantaggio di pesare più della plastica e risultare più stabili, anche con cani voraci o di grossa taglia. L’importante è che abbiano il bordo inferiore di gomma, per evitare che si spostino durante il pasto, e poi occorre qualche attenzione in più per i cani che vivono o mangiano all’aperto: le ciotole per cani in acciaio rischiano infatti di surriscaldarsi in estate, se lasciate al sole, o diventare molto fredde se non ghiacciate, in inverno, rendendo indigesto il pasto del cane.
Una ciotola per cani in ceramica non è affatto una scelta particolare: la ceramica infatti è il materiale più igienico che ci sia (non a caso si usa anche per i piatti e i sanitari di casa) e facile da pulire. Ovviamente la ceramica non è infrangibile e occorre valutare con attenzione il carattere e il comportamento del proprio cane durante i pasti per evitare incidenti spiacevoli nel caso di cadute o sfregamenti per terra.
Fate ora la vostra scelta e buon appetito!


Categorie: Curiosità

Saki, il cane smarrito e rifugiastosi in un bar a Palermo, ritrova la sua famiglia grazie a Facebook

29/06/2018

E’ veramente incredibile la storia di Saki, un cane fuggito di casa spaventato dai tuoni e finito nel bar di un uomo che non ha simpatia né per i cani né per i gatti ma che un po’ deve essersi intenerito davanti a quel 4zampe sconsolato che chiedeva solo di non essere scacciato. La notizia è riportata da tgcom24.mediaset.it
“Non ho mai amato avere gli animali tra i piedi. Non amo i cani, non amo i gatti. Però. Però due giorni fa è entrato al bar un cane abbandonato, ha vagato un po’ per la sala e si è poi accucciato davanti all’ingresso, come a guardare il viavai di gente. Ho cercato più volte di portarlo fuori, di accompagnarlo verso l’uscita[…] È tornato stamattina, è un cane con la faccia buona, non abbaia, non disturba. È un cane triste. In altre circostanze, in altri momenti, l’avrei cacciato (ho pur sempre un bar e io il bar tendo sempre a privilegiarlo su qualsiasi altra cosa) ma non so come spiegarvelo, stavolta non va così”. Comincia così il post che ha pubblicato sulla propria pagina Facebook Francesco Massaro, titolare di un bar di Palermo. La sua segnalazione sul cane disperso ha ricevuto in pochi giorni oltre 63mila like e più di 12mila condivisioni riuscendo a ritrovare i proprietari del solitario animale che aveva scelto il suo locale come nuova dimora.
È lo stesso Massaro a raccontare nel dettaglio il boom di contatti social che ha ricevuto inaspettatamente in questi giorni sul sito “Buttanissima” e sul “Giornale di Sicilia”: “Ho raccontato una piccola storia. Non immaginavo certo l’uragano che avrebbe scatenato […] Il mondo di Facebook che si riversa nel mondo reale, impadronendosene e fagocitandolo. L’universo di Facebook che mostra tutta la sua forza dirompente arrivando nelle nostre case e compiendo il Miracolo tanto atteso: grazie al tam tam i padroni hanno ritrovato il cane e vissero tutti felici e contenti. Si chiama Saki ed era scappato lunedì dalla villa in cui vive, impaurito dai tuoni e dai lampi di quella notte di bufera”.
Ma la solidarietà per l’animale disperso è uscita dal perimetro social per entrare anche nella vita vera. Così prosegue Massaro: “Ieri mattina quando sono arrivato al bar c’era una piccola delegazione di donne che quando m’ha visto, non esagero, sono corse ad abbracciarmi. ‘Veniamo apposta dall’altra parte della città per esprimerle la nostra stima e ammirazione’. E poi decine di messaggi privati, centinaia di richieste di amicizia, inviti a inaugurazioni di mostre e di canili, un’anima pia ha addirittura pensato che io potessi fare il moderatore a un convegno sul randagismo nelle Marche”.


Categorie: Varie

"Il lupo: realta' e leggenda", conoscerlo per una migliore convivenza

29/06/2018

Il lupo cattivo esiste solo nelle fiabe, nella realtà è un predatore da rispettare che vanta un passato da protagonista delle mitologie di tutto il mondo.
Il ritorno di questo animale in Italia e in Europa – quindi anche in Piemonte –  è un fenomeno spontaneo dovuto prevalentemente alla disponibilità di habitat ricchi di prede naturali.
“Il lupo: realtà e leggenda” è il titolo del convegno promosso dal Garante regionale per i diritti degli animali, che si è tenuto mercoledì 27 giugno in Consiglio regionale.
“Tema centrale dell’iniziativa è fornire più conoscenze possibili sul lupo, fornendo un’informazione corretta per cercare di individuare strategie comuni di convivenza”, ha spiegato il Garante Enrico Moriconi.
Il consigliere Elvio Rostagno, nel portare il saluto dell’Assemblea, ha sottolineato l’importanza del sostegno che la Regione Piemonte ha fornito al progetto Life Wolf Alps. Ai lavori era presente anche il consigliere Walter Ottria.
Gli interventi di Mauro Bruno, medico veterinario Asl To 3, Giuseppe Quaranta e Mitzy Mauthe von Degerfelddell’ Università di Medicina Veterinaria di Torino, hanno messo in evidenza come la rinnovata presenza del lupo sollevi rilevanti problemi gestionali, principalmente connessi alla predazione sul bestiame domestico, alla percezione di pericolosità della specie e alle cure dei soggetti che sempre più spesso sono vittime di investimenti stradali.
Nel grande pubblico, infatti, c’è una percezione del lupo spesso calibrata su conoscenze popolari non “educate”. Spesso poi l’argomento viene sfruttato, soprattutto su scala locale, per veicolare malumori o “scaricare” responsabilità degli ovvi risultati di una gestione del territorio non adeguata.
Oggi il lupo è ampiamente presente in Piemonte,  regione che ospita circa il 90 per cento della popolazione totale. La specie è in crescita sull’intero territorio montano. È aumentata in numero, circa 200 capi (31 branchi e 8 coppie), distribuzione e densità, raggiungendo anche le zone più collinari.
Questo è quanto emerge dalla pubblicazione dei dati ufficiali del progetto europeo Life WolfAlps, argomento trattato da Giuseppe Canavese, direttore Ente Gestione Parco Alpi Marittime.
Cofinanziata dall’Unione europea, l’iniziativa ha avuto l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina del lupo. È intervenuta in sette aree chiave, individuate in quanto particolarmente importanti per la presenza della specie o perché determinanti per la sua diffusione nell’intero ecosistema alpino.
Tra gli obiettivi di Life Wolfalps c’è l’individuazione di strategie funzionali per assicurare una convivenza stabile tra il lupo e le attività economiche, in primo luogo la pastorizia. Il progetto è stato realizzato con il lavoro congiunto di dieci partner italiani, due partner sloveni e numerosi enti sostenitori. Vi  sono anche misure di prevenzione degli attacchi del lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio e strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane, necessarie per mantenere a lungo termine la diversità genetica della popolazione alpina del lupo.
“Con questo convegno abbiamo voluto dare il nostro fattivo contributo alla comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze e incentivare la tolleranza nei confronti del lupo”, ha concluso Moriconi.


Categorie: Animali e Cultura

Sabato 30 giugno e domenica 1 luglio Giornata nazionale antiabbandono. Enpa in 140 piazze: no ai reati contro gli animali. Aumentano i processi. I dati sull’abbandono

29/06/2018

E’ dedicata al contrasto e alla prevenzione dei reati contro gli animali l’edizione 2018 della Giornata nazionale antiabbandono che si tiene sabato 30 giugno e domenica 1° luglio in più di 140 piazze italiane. La organizza l’Enpa con il supporto di Petreet e dell’agenzia “Ruby & Truby”, ideatrice  pro bono  della campagna estiva 2018 “Abbandonarlo è un reato. Testimonia”.

«Dal maltrattamento alla detenzione incompatibile, fino all’uccisione, troppo spesso chi è testimone di reati contro gli animali si volta dall’altra parte. E invece – spiega Marco Bravi, presidente del Consiglio Nazionale Enpa e responsabile Comunicazione e Sviluppo Iniziative – in questi casi è fondamentale che i testimoni denuncino il fatto, anche contattando il nostro ufficio legale. E’ lo strumento più efficace di cui disponiamo».

Nonostante i cittadini siano ancora restii a contattare le autorità di polizia, negli ultimi anni i procedimenti giudiziari per reati contro gli animali sono comunque in crescita. Ad oggi, solo per citare quelli in cui è coinvolta l’ Enpa, l’associazione è parte civile in ben 69  processi (57 pendenti, 9 in appello e 3 in cassazione), ai quali si aggiungono più di 200 denunce ed esposti attualmente pendenti nelle Procure di tutta Italia. «Un sistema di monitoraggio non esiste, tuttavia – prosegue Bravi –  abbiamo fatto passi avanti rispetto al passato, quando le iniziative giudiziarie erano molto meno sistematiche».
Novità importanti arrivano poi dal fronte abbandoni – anche questo è un reato (articolo 727 del codice penale) – rispetto al quale Enpa segnala alcune tendenze incoraggianti. Si tratta, è bene precisarlo, di statistiche da prendere con cautela poiché non esistono banche dati (né nazionali né regionali), ma sono comunque utili per avere alcuni termini di riferimento.
Nel 2016, i cani randagi censiti dal Ministero della Salute (non tutti i trovatelli ma solo quelli recuperati e affidati a un canile sanitario) hanno sfiorato quota 89mila. Nello stesso anno le strutture Enpa ne hanno accolti ben 33.800 tra cani (11.234), gatti (14.119) e animali appartenenti ad altre specie (8.454). Ma il dato più positivo è rappresentato da quei 19.783 animali che hanno trovato famiglia (+10% rispetto al 2015). In crescita soprattutto le adozioni dei cani (duemila in più), mentre quelle dei gatti sono stabili intorno a quota 9.500. Contestualmente, tra il 2015 e il 2016 è diminuito (-7%) anche il numero di animali accolti da Enpa, grazie a una forte contrazione nel numero di cani e gatti; ciò fa pensare a una diminuzione complessiva degli abbandoni. In controtendenza, invece, il dato relativo alle altre specie, inchiodato nel 2015 e 2016 a quota 8.500 prefigurando quindi un incremento dei “nuovi” abbandoni (criceti, rettili, conigli) rispetto a quelli tradizionali.
Questi numeri sono sostanzialmente in linea con quelli del 2017 (sono provvisori perché raccolta è in corso), i quali al momento registrano 15.700 adozioni totali a fronte di oltre 27mila animali ospitati. Complessivamente, nel triennio 2015-2017, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha accolto 97 mila animali, facendone adottare ben 52.650.

Per conoscere tutte le piazze cliccare qui


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Getta due cuccioli nella spazzatura e a casa gli agenti ne trovano un terzo. Mamma e piccoli riuniti e in salvo. Donna denunciata a Genova

29/06/2018

A Genova una donna di 41 anni è stata denunciata dalla polizia per maltrattamento di animali dopo aver gettato due cuccioli di cane in un bidone della spazzatura. Ad allertare le forze dell’ordine è stata una ragazza, che aveva visto la donna buttare in un bidone dell’immondizia un lenzuolo arrotolato, per poi allontanarsi frettolosamente. Insospettita, si è avvicinata e ha scoperto che al suo interno c’era un cucciolo di cane appena nato. La ragazza, che aveva letto su Facebook del ritrovamento mezz’ora prima in quegli stessi bidoni di un altro cucciolo, ha quindi chiamato la polizia, che si è subito recata nell’abitazione della 41enne, che ha ammesso di aver gettato nella spazzatura entrambi i cuccioli, nati da uno dei suoi cani, perché al momento della nascita non avevano dato segni di vita. Mentre si trovavano ancora nell’abitazione della donna, gli agenti hanno poi assistito alla nascita di un terzo cucciolo. E’ stato quindi chiesto l’intervento dei volontari della Croce Gialla Servizio Animali, che hanno prelevato i tre cuccioli e la loro madre, affidandoli alle cure di un centro veterinario. “


Categorie: Varie

associazioni animaliste a ministro Costa: “lotta al bracconaggio, tutela dei grandi carnivori, no al “bagno” con i delfini, risorse per togliere gli animali dai circhi”

28/06/2018

 

Una più efficace tutela penale degli animali, un’azione più incisiva contro il traffico di specie protette, uno “stop” senza se e senza ma al tentativo delle Regioni di riaprire la caccia selettiva ai grandi carnivori (lupi e orsi), la cancellazione del decreto Galletti che di fatto permette di “fare il bagno” con i delfini nei delfinari, un adeguato finanziamento per consentire il puntuale esercizio della delega che prevede la dismissione degli animali dai circhi. Sono le principali richieste al ministro dell’Ambiente Sergio Costa avanzate durante l’incontro odierno dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, che raggruppa una cinquantina di organizzazioni protezioniste e ambientaliste.
All’incontro hanno partecipato i presidenti delle associazioni fondatrici – Enpa (Carla Rocchi), Lav (Gianluca Felicetti), Lega del cane (Piera Rosati), Leidaa (Michela Vittoria Brambilla), Oipa (Massimo Comparotto) – e di numerose organizzazioni associate o legate alla Federazione da patti di scopo, tra cui AAE, Gaia Animali e Ambiente, Earth,  Anima equina, Animalisti Italiani e Lac.
“Siamo molto lieti di avere un interlocutore di cosi grande prestigio e competenza – hanno precisato le associazioni – Come ex ufficiale del Corpo forestale dello Stato, il cui assorbimento da parte dell’Arma dei carabinieri lascia comunque aperti dei problemi, il ministro si è occupato a lungo di bracconaggio e traffico di specie protette, quindi sa benissimo quali dimensioni abbia il giro d’affari e quale ne sia la pericolosità, anche come fonte di finanziamento di altre attività criminali. Ci aspettiamo un forte giro di vite su bracconaggio e commercio illegale di animali o parti di animali. E’ a nostro avviso indispensabile introdurre il delitto di uccisione di specie protetta ricomprendendo ovviamente non solo l’uccisione ma tutte le attività illecite su specie protette (la cattura, il commercio etc.) e prevedendo pene severe. Vanno inoltre respinti, con la massima fermezza, tutti i tentativi delle Regioni e delle Province autonome di indebolire la tutela dei grandi carnivori: dall’emendamento al decreto applicativo della direttiva Habitat ai disegni di legge di Trento e Bolzano, le stanno provando tutte per poter catturare o uccidere lupi e orsi, negando decenni di politiche di protezione e ripopolamento. Non dimenticando la necessita di fermare i piani di eradicazione delle nutrie che sono adottati senza prendere in consoderazione altre soluzioni”.
“Un vero e proprio scandalo che chiediamo al ministro di eliminare subito – hanno aggiunto le associazioni – è il decreto Galletti del 20/12/2017: contro ogni evidenza scientifica e di buon senso, dà il via libera al nuoto con i delfini in cattività nei delfinari: un evidente “saldo di fine legislatura”, con il pretesto dell’”educazione e sensibilizzazione del pubblico”, a vantaggio dei privati che lucrano sui cetacei. Infine c’è la legge-delega 175/2017 che impone “il graduale superamento dell’utilizzo degli animali” nelle attività circensi. Chiediamo che la delega sia esercitata nei tempi indicati, cioè entro il 27 dicembre di quest’anno, preveda un censimento degli animali impiegati sotto i tendoni o comunque detenuti, ne vieti la riproduzione, stabilisca tempi certi e ragionevolmente ravvicinati per superarne l’utilizzo e stanzi risorse adeguate per gli animali che non è possibile reimmettere in natura”.


Categorie: Varie

"Farmers & Predators" cibo gratis per i cani da guardia contro i lupi

28/06/2018

Cibo gratis per un anno alle aziende agricole che hanno cani da guardia contro i lupi. E’ quanto prevede il  progetto “Farmers & Predators”, ovvero contadini e predatori, di Almo Nature, azienda produttrice di cibo per cani.  In Trentino il  protocollo è stato sotttoscritto da otto aziende agricole: 26 pastori maremmani ed un san bernardo avranno la “pappa” assicurata per tutto il 2018, 500 grammi al giorno, per un totale di 1.620 chili di alimento secco. I grandi cani bianchi sorvegliano e difendono le greggi di pecore e vacche, mentre il ‘gigante delle Alpi’, dato il suo carattere molto territoriale, protegge il vigneto ed il raccolto.
“Il lupo non è cattivo, è furbo. Una buona soluzione è studiarlo per capire i suoi comportamenti e prevenire il più possibile i suoi attacchi – spiega Bruno Viola, presidente dell’Associazione per la Difesa del Patrimonio Zootecnico dai Grandi Predatori – Piangere non serve, bisogna accettare di gestire il bestiame in maniera differente dal passato e valorizzare il lavoro del pastore che, con il prezioso aiuto dei cani da conduzione e soprattutto da guardiania, affiancati da adeguate recinzioni per il ricovero degli animali, gioca un ruolo fondamentale in questo difficile conflitto”.
“ Il lupo c’è ed è un elemento fondamentale dell’ecosistema. L’unica vera soluzione è quella di organizzarsi per potersi difendere al meglio, nel pieno rispetto della natura e della biodiversità. – spiega Camila Arza Garcia, responsabile del progetto Farmers&Predators di Almo Nature – Ci schieriamo dalla parte del lupo e sosteniamo tutti quegli allevatori che scelgono la via della prevenzione. Supporteremo la produzione alimentare, di qualità certificata, di tutti gli allevatori che si impegneranno a non uccidere i predatori perché questa non sarà mai la soluzione alle difficoltà economiche del lavoro”.
L’azienda specializzata nel pet food è diventata una Fondazione: significa che tutti i profitti potranno essere reinvestiti in progetti come questo. Un aiuto concreto per gli allevatori che scelgono di utilizzare soluzioni concrete per un problema, inutile negarlo, altrettanto concreto.

 


Categorie: Varie

Orsa con i cuccioli avvistata sui monti di Arco, forse attratta dalle ciliegie. Regole di comportamento in caso di incontro ravvicinato

28/06/2018

Da circa due settimane i forestali del Trentino hanno notato la presenza di un’orsa accompagnata dai cuccioli nelle aree di San Giovanni al Monte – Biaina – val di Tovo, sui monti sovrastanti Arco.Si tratta di una delle 4-5 orse con piccoli dell’anno la cui presenza è stata finora documentata in provincia. Si veda a questo proposito la mappa di distribuzione delle segnalazioni pervenute al seguente link. A dare risalto alla notizia tutta la stampa locale.
Non è il primo anno che ciò accade: è probabile che la disponibilità in questa stagione delle ciliegie costituisca il motivo principale della presenza, probabilmente temporanea, di quest’orsa in zona. Si tratta di un animale il cui comportamento è stato caratterizzato sinora dalla tendenza ad evitare l’uomo, quando possibile, e dalla mancanza di atteggiamenti aggressivi.
L’area in questione è però piuttosto frequentata, sia dai locali che dai turisti, soprattutto nei fine settimana. Ciò rende di fatto possibili incontri con l’orsa (alcuni si sono già verificati) ed è dunque necessario adottare innanzitutto gli accorgimenti necessari a ridurre le occasioni di vicinanza dell’orsa alle aree abitate: eliminare possibili fonti di attrazione quali i rifiuti organici, evitare di tentare di attirare l’animale con esche alimentari al fine di fotografarlo ed evitare di andare a cercarlo. Quando si è nel bosco è importante anche fare un po’ di rumore ogni tanto, soprattutto se si cammina da soli, e tenere il proprio cane al guinzaglio.
In caso di incontro ravvicinato vanno ricordate le più opportune regole di comportamento, visibili e scaricabili al seguente link.
L’Amministrazione provinciale, tramite il Corpo Forestale trentino, ha da parte sua intensificato la comunicazione in zona, apponendo nuova segnaletica ad hoc ed informando a più riprese, direttamente, residenti e turisti; il monitoraggio pure è stato intensificato, con una presenza quotidiana del personale forestale, il controllo dei siti e la raccolta di materiale organico utile all’identificazione degli orsi presenti. Ancora, sono da tempo installate e funzionanti in zona alcune opere di prevenzione dei danni (recinzioni elettriche) su apiari, pollai e bestiame domestico.


Categorie: Varie

Tenny, la gatta che aspetta da mesi il padrone davanti all'ospedale di Oderzo nel trevigiano (video)

28/06/2018

La storia di Tenny, gattina che attende imperterrita col sole e con la neve il ritorno del suo umano, serve proprio a smentire quanti siano ancora convinti del legame dei gatti con la casa ma non con il proprietario. Tenny è lì, davanti all’ingresso dell’ospedale e guarda speranzosa che la porta. E’ come se si aspettasse che da un momento all’altro da quelle porte a vetri uscisse una persona cara, forse il suo padrone. Che forse in ospedale ci è entrato e non è mai più tornato a casa. È da parecchio tempo che Tenny ha fatto dell’ospedale la sua casa. I dipendenti dell’azienda sanitaria l’hanno notata ancora lo scorso inverno quando, incurante del freddo e della pioggia, la gattina ha continuato a sorvegliare l’ingresso della struttura. Una presenza che ha commosso tanti lavoratori che hanno adottato la gatta (video). Ribattezzata Tenny, diminutivo di tenacia. C’è stato chi ha portato una cuccia, in modo da fornirle un riparo nel giardinetto dell’ospedale. Altri le forniscono tutti i giorni di cibo e acqua. C’è stato chi l’ha portata dal veterinario per farla sterilizzare.
E c’è stato chi le aveva pure trovato una casa, una famiglia pronta ad accoglierla. Niente da fare Tenny ha resistito per un paio di giorni nella sua nuova sistemazione poi è scappata. Per ritornare davanti alla portineria dell’ospedale, tenace e risoluta nella sua perenne attesa di rivedere colui o colei che, con ogni probabilità, in questo mondo non c’è più. Tenny sembra quasi essere la versione felina di Hachiko, il cane realmente esistito, reso famoso dal film con Richard Gere nei panni del professor Parker Wilson. Hachiko accompagnava ogni giorno il suo padrone alla stazione e continuerà a recarsi in stazione per anni, anche dopo che il professor Parker Wilson era morto, colpito da un ictus. Come Hachi, Tenny non si allontana dal luogo dove ha probabilmente visto per l’ultima volta la persona che tanto ama. Un comportamento che ha commosso il personale ospedaliero. (leggo.it)


Categorie: Curiosità

“Cane Sicuro” parte a Verona, prima città in Italia, il progetto per la verifica sistematica sui microchip

28/06/2018

Parte da Verona il progetto pilota ‘Cane sicuro’, che verifica a tappeto la presenza del microchip sui cani a passeggio in città. L’iniziativa, nata dalla collaborazione fra Comune, Polizia locale e veterinari del Canile Sanitario – primi a segnalare l’alto numero di cani senza microchip – punta ad accrescere fra i cittadini l’attenzione per la sicurezza e la cura del loro animale. Si tratta del primo controllo sistematico effettuato in una città italiana.
Ad oggi, nel solo Comune di Verona, i cani che risultano iscritti all’apposita anagrafe sono 28.125, mentre in Veneto, secondo l’Istat, ne sono censiti più di 1 milione e 213 mila. Il Veneto con 1.200.000 animali chippati è seconda in Italia dietro alla Lombardia. Si stima siano ancora numerosi i proprietari che, disattendendo la legge, non applicano al cane il microchip sottocutaneo con codice magnetico di 15 cifre valido per il riconoscimento. Nelle prime due settimane di verifiche, agenti della Polizia municipale specificatamente formati con il supporto del Canile Sanitario, hanno controllato complessivamente 84 cani, di cui tre sono risultati senza il chip. “Grazie all’operazione ‘Cane Sicuro’ – spiega la consigliera delegata alla Tutela degli animali Laura Bocchi -, Verona è la prima città d’Italia ad attivare una specifica campagna di controllo per individuare tutti quei proprietari di cani che, non rispettando la legge, non microchippano il proprio animale. L’operazione, fortemente voluta dall’Amministrazione, punta ad accrescere l’attenzione verso il mondo animale e, in particolare, verso una obbligatorietà di legge che, nel caso dei cani, ne garantisce il controllo e una maggior sicurezza”. La Polizia municipale di Verona, con l’inizio dell’estate, spiega il Comandante Luigi Altamura, ha deciso “di incrementare, con l’utilizzo di un innovativo sistema di controllo, le verifiche sui microchip dei cani a passeggio in città. Con un semplice passaggio all’altezza del collo dell’animale è possibile accertare immediatamente la presenza o meno del cip e la correttezza dell’anagrafica inseriti nella banca dati del Veneto e all’Anagrafe canina nazionale. Ricordo che registrare il proprio cane, con relativo cip, è obbligatorio per legge”.


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“Amici Fedeli”, un conto corrente anche per cani e gatti: il primo servizio bancario destinato agli animali

27/06/2018

Da oggi ciò che sembrava fantascientifico è diventato realtà: anche i cani e gatti potranno avere un conto corrente. L’iniziativa è partita dalla Banca di Piacenza e prende il nome di “Amici Fedeli”. Ovviamente, come tutti i conti corrente, avrà un costo mensile ma allo stesso tempo offrirà agevolazioni per gli amici a quattro zampe. Ecco maggiori notizie.
“Amici Fedeli” è il conto corrente per cani e gatti che costerà 6 euro al mese e metterà a disposizione dei suoi correntisti una serie di prodotti e servizi nonché consigli utili per il mantenimento e la cura dei pelosi. Attivando il conto corrente si potrà sottoscrivere anche la polizza assicurativa civile “Zero Pensieri” a condizioni agevolate. Banca di Piacenza comunica inoltre che aprendo il conto “Amici Fedeli” si riceverà l’iscrizione per il primo anno in forma totalmente gratuita all’associazione “Amici Veri”. Inoltre si riceveranno molte promozioni presso cliniche veterinarie convenzionate (basterà presentare la tessera rilasciata dalla Banca) e presso alcuni punti vendita.
Il nome dell’animale, insieme a quello del padrone, comparirà sui documenti e risulterà anche nel database della Banca. Al momento sono già un centinaio i piacentini che hanno aperto tale conto e se si stima che quasi in ogni famiglia c’è un amico a quattro zampe tale conto potrebbe essere lanciato anche da altre Banche, ecco il link dettagliato di Banca di Piacenza.


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Sette cuccioli stipati in due trasportini, scoperti all’aeroporto di Bologna provenienti dalla Russia. Due donne russe denunciate e respinte alla dogana

27/06/2018

Sette cagnolini, costretti a viaggiare in aereo dentro due piccoli trasportini in condizioni non idonee al punto da mettere a rischio la loro salute, sono stati sequestrati dalla Polizia all’aeroporto Marconi di Bologna. Nei guai sono finite due cittadine russe, una donna di 50 anni e una di 55, sbarcate in Italia con un volo Aeroflot proveniente da Mosca.
I cani che avevano con se’ sono quattro chihuahua e tre  volpini: dopo le prime cure prestate con la collaborazione dell’ufficio veterinario della Ausl di Bologna, sono stati affidati dagli agenti della Polaria al canile municipale di Castel Maggiore. Le due donne sono state denunciate per maltrattamento di animali, quella che trasportava i chihuahua anche per traffico illecito di animali da compagnia, perchè due cani non avevano alcun documento. Le donne, oltre alla denuncia, saranno respinte e dovranno fare rientro in Russia. Il controllo e’ scattato su segnalazione dell’associazione protezione animali Nogez di Roma. (ansa)


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