Il portale dedicato
al mondo degli animali
Online
dal 2010

Patrocinato 
dall’Ente 
Nazionale 

Protezione 
Animali 

Con il patrocinio di ENPA

Gatto selvatico torna in Trentino e fa la sua prima comparsa sul monte Bondone

05/04/2018

L’immagine, scattata da una fototrappola posizionata per monitorare i movimenti dell’orso bruno, è la prima “prova” della presenza in Trentino del gatto selvativo europeo, un evento storico che si inserisce nel quadro di espansione della specie nel Triveneto e che sta suscitando grande interesse e curiosità a livello nazionale. Il gatto selvativo europeo(Felis silvestris) è un specie particolarmente protetta dalla normativa europea (all. IV della Direttiva Habitat 43/92 CEE) e nazionale (art. 2 della Legge n. 157/92). Un esemplare è stato immortalato il 5 dicembre scorso sulle pendici orientali del monte Bondone, a circa 650 metri di quota. Il gatto selvatico europeo si distingue dal gatto domestico per vari caratteri interni ed esterni, ma anche il solo esame del disegno e del colore del mantello consente di riconoscerlo con precisione. Ciò ha permesso di identificare líanimale ripreso dalla fototrappola. Questo soprattutto grazie alle conoscenze derivanti dallo studio genetico e morfologico di più di un centinaio di gatti selvatici del Triveneto (da parte del Museo Friulano di Storia Naturale e di Ispra) che ha evidenziato come vi sia una notevole congruenza fra criteri di identificazione morfologici e quelli genetici. In particolare i principali elementi distintivi sono la coda clavata con anelli neri distintamente staccati uno dallíaltro, la striscia nera vertebrale che si arresta prima dell’origine della coda, le orecchie color ocra senza apice nerastro, quattro strisce nere nella regione occipito-cervicale (due per lato), quattro strisce toraciche verticali nere ed il colore fieno che costituisce lo sfondo del mantello.Secondo gli esperti che operano sulla specie in Friuli V.G., Slovenia, Toscana e Germania e che hanno potuto visionato le foto, si tratta di un maschio giovane. E’ il primo dato di presenza di questa specie in Trentino, la cui origine resta incerta, forse legata alla popolazione presente nella vicina provincia di Belluno. Per il Trentino non sono noti neppure dati storici di presenza del felide.


Categorie: News dal Mondo

Cane ucciso e bruciato in Basilicta. Denuncia della LEIDAA

05/04/2018

Ancora crudeltà che getta vegogna e discretito sugli abitanti di un centro del sud. Un cane e’ stato “brutalmente ammazzato e poi dato alle fiamme”, a Rionero in Vulture (Potenza). Lo ha reso noto sul sito di nelcuore.it Rinaldo Sidoli, responsabile dei progetti e delle iniziative speciali della “Lega italiana difesa animali e ambiente” (Leidaa), precisando che il cadavere del cane e’ stato ritrovato in una zona rurale del centro del Vulture. “Siamo davanti – ha aggiunto in una nota Sidoli – all’ennesimo atto di incivilta’ e ignoranza. Non lasciamo che l’omerta’ difenda dei criminali. Chi ha visto, parli. Abbiamo bisogno di ricostruire i fatti e le responsabilita’ dell’uccisione. Gli animali non sono solo vittime di maltrattamenti, subiscono troppo spesso violenze inaudite configurabili come vere e proprie torture. La normativa vigente e’ inadeguata. Questo ennesimo atto di crudelta’ fa emergere l’esigenza di punire con maggiore severita’ reati come l’uccisione di animali e il maltrattamento. I nostri amici a quattro zampe hanno il diritto di essere tutelati e rispettati in tutti gli aspetti della loro vita. Non si puo’ ignorare chi e’ piu’ debole, chi e’ senza voce va difeso”. La responsabile del “Movimento animalista Basilicata”, Caterina De Canio, nella stessa nota, ha annunciato l’intenzione del movimento di costituirsi parte civile “per ottenere giustizia: ci batteremo affinche’ i colpevoli vengano condannati. Chi maltratta gli animali, va fermato perche’ e’ un soggetto pericoloso portato a delinquere e a usare violenza in particolare sulle categorie piu’ fragili come donne e bambini”.


Categorie: News dal Mondo

31mila dollari per far tornare in aereo da Tokyo a Houston il suo mastiff. Tutti in Giappone fino a tempi migliori (video)

04/04/2018

La padrona di un mastiff inglese di 100 kg decisa a far ritorno negli USA dal Giappone si trova davanti a un problema non indifferente:rischia di pagare un biglietto da 31mila euro per far viaggiore il suo cane in aereo. Tutta colpa della United Airlines che ha deciso di sospendere il servizio di trasporto per gli animali domestici dopo che tre cani sono stati inviati in destinazioni sbagliate e un quarto è morto.
Quando due anni fa, la proprietaria del mastiff, la guardia costiera Jennifer McKay, si era trasferita a Tokyo per lavoro, non ci ha pensato due volte a portare con lei il suo cagnone di 100 kg con la compagnia aerea United Airlines. Ai tempi, infatti, il suo quattro zampe, di nome George Jefferson, viaggiava in una gabbia di 45 kg, al prezzo “ragionevole” di 3.200 dollari. Convinta di riportarlo a casa nella stessa maniera, la donna si è trovata di fronte a un bel problema. Infatti, la compagnia aerea statunitense ha sospeso il servizio di trasporto di animali domestici dopo che tre cani sono stati inviati verso destinazioni sbagliate e, un quarto è morto nella cappelliera su un volo da Houston a New York.
Pur essendoci altre opzioni per trasportare un cane in America, nel caso di George la situazione si complica. Infatti, essendo un cane di stazza molto grande, i costi variano notevolmente. In più, la scelta si limita a due compagnie perché solo la United e la All Nippon Airways (Ana), offrono il volo diretto da Tokyo a Houston.
“Sono un genitore single che sta cercando di tornare a casa negli Stati Uniti con il proprio figlio e il proprio cane. Le alternative per farlo sono finanziariamente irragionevoli. La Ana ha detto che potevano trasportarlo, ma lo spazio richiesto è più grande di un pallet e quindi avrei dovuto pagare un extra”. Infatti, la richiesta della compagnia giapponese è di 31mila dollari circa. Jennifer è, quindi, con le spalle al muro ed è decisa a rimanere in Giappone con il suo cagnolone, finché non troverà una soluzione low cost. “Il mio cane è la mia famiglia e non lo lascerò indietro” ha concluso.(tgcom24)


Categorie: News dal Mondo

La storia di Emma, bambina autistica e i cambiamenti straordinari grazie alla pet therapy con asinelli

04/04/2018

“Emma è una bambina di 4 anni e mezzo, problematica fin dalla nascita. Era sofferente, aveva crisi di pianto continue, era inconsolabile. Non ricordo una giornata tranquilla trascorsa al parco con il passeggino perché lei lanciava le scarpe. Era davvero ingestibile”. Parte da qui la testimonianza della madre Laura Monaco, intervenuta alla trasmissione UnoMattina in occasione della XI giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo.
Come lei ci sono in Italia altre 500 mila famiglie con figli coinvolti nei disturbi dello spettro autistico e a loro oggi è dedicata una giornata per la sensibilizzazione e conoscenza di una sindrome che riguarda nel mondo un bambino ogni 100 (negli Usa 1 ogni 68).
“Emma è nata con un forte reflusso gastroesofageo e noi attribuivamo a questo problema tutte le sue sofferenze, ma non era così. A 30 mesi non parlava, non diceva mamma e papà, non pronunciava nessuna parola…. Mia figlia fu visitata da Federico Bianchi di Castelbianco, il direttore dell’IdO, che la rimandò alla sua equipe. Arrivò così la diagnosi- continua Monaco- e fu sofferta perché nessun genitore vuol sentir parlare di questa sindrome“.
La bambina venne subito inserita nel piano terapeutico previsto dal Progetto Tartaruga e “nel corso del tempo, da quando ha iniziato la terapia, ha avuto un cambiamento straordinario, inspiegabile per noi genitori. Emma prima non dormiva mai e ha cominciato a dormire. Era molto selettiva nel cibo e invece grazie alla pet therapy – con gli asinelli l’anno scorso e da quest’anno anche con gli animali domestici – ha iniziato a mangiare cose diverse. Infine, da un punto di vista relazionale ha cominciato ad approcciare ai bambini anche se non sapeva giocare”.

Per continuare a leggere cliccare qui


Categorie: News dal Mondo

Nasce l'astroecologia, monitora gli animali a rischio d'estinzione. Software leggono le riprese dei droni

04/04/2018

In difesa delle specie a rischio nasce l’astroecologia, che sfrutta software e algoritmi sviluppati dagli astrofisici per monitorare gli animali nei loro habitat naturali. Ripresi nelle immagini a infrarossi girate dai droni, i loro corpi caldi appaiono brillanti come stelle e possono essere monitorati per fare censimenti e contrastare il bracconaggio. A dimostrarlo sono i test della Liverpool John Moores University presentati alla Settimana europea dell’Astronomia e della Scienza spaziale.
L’astroecologia si basa su algoritmi di apprendimento automatico e strumenti di identificazione che gli astrofisici hanno sviluppato attraverso il software open source Astropy per individuare stelle e galassie. Inizialmente testato per identificare uomini e bovini nelle immagini a infrarossi dei droni su una fattoria, i ricercatori hanno poi collaborato con gli zoo per costruire un database di immagini con cui addestrare il sistema a riconoscere diversi animali nei loro habitat, anche se nascosti dalla vegetazione.
A settembre sono cominciati i primi esperimenti sul campo, con il monitoraggio in Sud Africa di una delle specie di mammifero più minacciate: il coniglio di fiume. Nei prossimi mesi saranno condotti nuovi test con l’orangotango della Malesia, la scimmia ragno del Messico e il delfino di fiume brasiliano. (ansa)

Foto: Rinoceronti in Sudafrica osservati nell’infrarosso (fonte: Endangered Wildlife Trust/LJMU)


Categorie: News dal Mondo

Athos, cane ucciso nel Vicentino. Il proprietario, un cacciatore, confessa: è stato lui a sparare. La parola passa alla Procura

04/04/2018

Il caso del cane Athos, trovato senza vita a Coltrano, è stato al centro delle cronache per diversi giorni. A catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica anche gli attacchi e le minacce indirizzate da una parte del mondo venatorio a Federica De Pretto, presidente dell’Enpa di Thiene-Schio, che aveva denunciato e scoperto il delitto. La “colpa” di Ferderica, secondo i cacciatori, era quella di aver accusato dell’uccisione del povero cane la categorie delle “doppiette”. E invece sembra proprio che la presidente dell’Enpa di Thiene-Schio ci avesse visto giusto. Intatti, un paio di giorni dopo la scoperta dell’animalicidio, due Guardie Zoofile dell’Enpa accompagnate da un incaricato del Comune, si sono recate sul posto (una zona impervia in località Grengaro a Caltrano, Vicenza) per recuperare il corpo del cane e consegnarlo all’Istituto Zooprofilattico per l’esame autoptico. Impietoso referto. Il quattro zampe è stato vittima di una vera esecuzione: due colpi di arma da fuoco sparati alla testa da distanza ravvicinata, circa cinquanta centimetri. I due proiettili rimasti nella parte bassa del cranio hanno fornito informazioni circa il tipo di arma utilizzata. Dalla lettura del microchip, il cane è risultato essere Athos, età sei anni circa, di proprietà di un cittadino residente a Caltrano.
Con questo quadro indiziario, le Guardie Zoofile dell’Enpa si sono presentate dal proprietario del bracco – un cacciatore che svolgeva anche le funzioni di selecontrollore (categoria che partecipa alle operazioni di “controllo” numerico sulla popolazioni dei selvatici) – chiedendogli di chiarire la sua posizione in merito all’acaduto. L’uomo, posto di fornte all’evidenza dei fatti, non potuto far altro se non confessare il delitto e farsi carico delle proprie responsabilità.
A.R., questo il nome del reo confesso, è stato trovato in possesso di oltre 20 armi tra fucili e pistole, ed è  stato denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza per uccisione di animale, e per altri tre reati. Nel caso di una condanna, che Enpa auspica essere esemplare, spetterà alla Questura decidere se l’uomo è ancora ideoneo alla detenzione e all’uso di armi.  


Categorie: News dal Mondo

Germania, madre e figlio uccisi dal loro staffordshire terrier, cane nato per combattare ma diventato affidabile per compagnia

04/04/2018

Una donna di 52 anni e il figlio di 27 anni sono stati ritrovati senza vita nella loro abitazione di Hannover, nel Nord della Germania. Con tutta probabilità ad ucciderli è stato il cane di famiglia, uno Staffordshire-Terrier, un animale una volta usato per i combattimenti.
“Secondo le prime perizie del medico legale la donna di 52 anni e il figlio di 27 sono stati uccisi dal cane”, si legge in un comunicato della polizia tedesca riportato da Bild. Ad allertare la polizia è stata la sorella del 27enne che, non essendo riuscita a contattare i familiari, è andata a casa e ha visto dall’esterno il fratello in un lago di sangue. I vigili del fuoco hanno dovuto catturare il cane con un laccio prima di poter entrare nell’appartamento.
Lo Staffordshire Terrier è una razza canina di taglia media selezionata agli inizi come cane da combattimento ma nel tempo, con un’attenta educazione si è trasformato in un quattrozampe per famiglie.Il suo carattere deciso ma non violento, smessi i panni di combattente lo rende ideale per altri tipi di compiti e per essere sempre più scelto come cane da compagnia.
È un cane affettuoso e fedele al suo padrone ed alla famiglia tutta, con la quale instaura un rapporto di complicità e fiducia reciproci. È un grande giocherellone e per questo ti chiederà spesso di giocare con lui.
Purtroppo il suo aspetto un po’ rude fa sì che molte persone lo associno ad un cane aggressivo o violento. Non è affatto così e la riprova è data dal fatto che molte famiglie hanno lo Staffordshire bull terrier come cane da compagnia per i bambini senza alcun pericolo.
Relativamente alle storie che si possono sentire di aggressioni, ciò dipende anche da come viene educato; un cane che cresce in un ambiente sereno e con numerosi stimoli affettivi sarà un animale sereno e pacifico.
Altro punto da non sottovalutare è l’educazione che deve ricevere lo Staffordshire bull terrier. Si tratta infatti di un cane estremamente deciso e per questo richiede un padrone altrettanto forte di carattere.


Categorie: News dal Mondo

Pasqua, crolla il consumo di ovini: -10% rispetto al 2017. Cresce la sensibilità per la sofferenza degli agnellini

03/04/2018

La battaglie degli animalisti continua a dare i suoi frutti: come confermato dal Codacons, che ha monitorando i consumi delle famiglie durante le festività, a Pasqua 2018 è crollato il consumo di carne d’ agnello.
Quest’ anno, in occasione del tradizionale pranzo di Pasqua, sulle tavole degli italiani è finito il 10% di agnello in meno, una contrazione dei consumi che avviene nonostante i prezzi per tale tipologia di carne risultino in calo del -5% rispetto allo scorso anno. Meno di 5mila tonnellate di agnello sono state consumate durante la Pasqua, confermando la tendenza delle famiglie a sostituire la carne ovina con pollo, tacchino e maiale. Una scelta su cui pesano le tante campagne di sensibilizzazione avviate negli ultimi anni dagli animalisti, e che hanno modificato le abitudini degli italiani.
Stando ai dati Istat, il primo significativo calo di consumo di carne ovina c’è stato tra il 2012 e il 2013 i, considerando che il numero di animali macellati, tra agnelli, agnelloni e capretti, è passato dagli oltre 5 milioni del 2012 ai circa 2,8 milioni degli ultimi tre anni. Tuttavia – come spiega Enpa – dopo il minimo del 2014, con 2,5 milioni di animali macellati, il numero nel 2017 è tornato a crescere, anche se non sui livelli del 2012”.
Ma il cammino da compiere è ancora molto lungo: in molti, troppi, continuano a morire in ossequio ad una che con la tradizione cristiana non ha nulla a che fare.
Crudele, anche perché le sofferenze dei poveri animali non iniziano con l’ingresso nel mattatoio. Cominciano, infatti, molto prima, quando i piccoli vengono sottratti alle loro mamme per iniziare un viaggio estenuante – lungo anche migliaia di chilometri – sui trasporti della morte. Tanti di loro muoiono sui camion, per fame, per fatica o per un viaggio in condizioni al limite della sopravvivenza. E per chi ce la fa, l’arrivo a destinazione ha il sapore di una beffa poiché non potrà mai esserci salvezza in un mattatoio. “A differenza dei cuccioli di pecora – aggiunge Enpa – noi abbiamo la possibilità di scegliere e, con la nostra scelta, di mettere fine al massacro, salvando così milioni di vite”.
D’altro canto, anche autorevoli esponenti della Chiesa cattolica hanno ricordato più volte come la mattanza di agnelli non abbia nulla a che vedere con la celebrazione della Pasqua. Ultimo, in ordine di tempo l’autorevole arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Michele Castoro. “La Pasqua cristiana non ha nulla a che fare con la strage di milioni di agnellini – queste le parole dell’arcivescovo riportate dal Resto del Gargano – in quanto Cristo, vero agnello pasquale, ha immolato se stesso per riscattarci dalla malvagità, dalla ingiustizia e da tanti altri mali che affliggono l’uomo e il creato. Noi come Chiesa inoltre crediamo che l’uomo non sia il padrone del creato ma solo il custode, il quale è chiamato ad amare, a prendersi cura e a promuovere la bellezza e la vita del creato nelle sue diverse forme”. (Fonte: Italia che cambia)


Categorie: News dal Mondo

E' arrivata la primavera: come prendersi cura dei propri animali: dalla cura del pelo all’uso dell’antiparassitario per gatti e cani

03/04/2018

Arriva la primavera e i nostri amici a quattro zampe sono i primi ad accorgersene: diventano più attivi, hanno spesso voglia di uscire per lunghe passeggiate, sentono tutti i profumi che la bella stagione restituisce alla terra. Ma è anche un periodo delicato per loro durante il quale perdono molto pelo e sono più soggetti agli sbalzi di temperatura e all’arrivo dei parassiti di stagione. Come prendersi cura del proprio gatto e del proprio cane in vista della primavera? La catena di supermercati per animali Arcaplanet, ha stilato un vademecum con alcuni consigli per la cura dei nostri amici animali in questo periodo.

Vita all’aria aperta
Con la bella stagione cominciano le passeggiate con il nostro fidato compagno di avventure. Una gita in campagna è un’ottima occasione per fare un po’ di movimento anche per il nostro cane, avendo qualche accorgimento per tutelarne al meglio la salute. Se passeggiate in giro per i campi fate attenzione al temutissimo ‘forasacco’, una sterpaglia che spesso si inserisce nelle orecchie di cani e gatti provocando irritazione.In primavera l’animale potrebbe contrarre patologie come la filaria, trasmessa tramite la puntura di zanzara. Per questo è necessario essere sempre in regola con le vaccinazioni.
L’antiparassitario per gatti e cani: come sceglierlo
Per difendersi da parassiti, pulci o zecche, nel periodo in cui si schiudono le prime uova, è importante scegliere un antiparassitario per gatti o per cani e applicarlo ogni mese leggendo accuratamente le istruzioni del prodotto. Per scegliere l’antiparassitario più adeguato è importante valutare il tipo di situazione in cui vive il nostro animale domestico. Il tipo di antiparassitario più adatto varia essenzialmente in base al peso e alla taglia del vostro animale domestico. Se, per esempio, il vostro cane vive in campagna e trascorre sia la notte che il giorno all’aperto è necessario un prodotto che copra anche da insetti o parassiti che pungono nelle ore notturne come i flebotomi. Diverso il caso in cui i cani convivono con gatti: in questa circostanza è meglio utilizzare un tipo di antiparassitario adatto per entrambi poiché i principi attivi che sono innocui per il cane potrebbero non esserlo anche per il gatto. Utilizzate sempre prodotti specifici di qualità, sia sui vostri amici a quattro zampe sia nelle loro cucce.
Allergie e rimedi
Nel periodo primaverile, bisogna prestare molta attenzione alle allergie: gli animali, come gli esseri umani potrebbero essere allergici o intolleranti a pollini ed erbe di stagione. Come si manifesta l’allergia? I cani starnutiscono, si grattano, leccano o mordicchiano le zampe, oppure sfregano frequentemente il muso. Inoltre, in caso di allergia, potrebbe aumentare la lacrimazione e l’insorgere di dermatiti. In questo caso seguite anzitutto i consigli del vostro veterinario. Inoltre, conviene portare a spasso i vostri animali preferibilmente nelle ore serali, quando i pollini non sono in circolazione.
Primavera: tempo di muta
Se il vostro cane o il vostro gatto perdono letteralmente ‘palle di pelo’ in giro per casa, non è necessario allarmarsi, perché la primavera è un momento di passaggio anche per loro e con il primo caldo inizia il periodo della muta. Spazzolare frequentemente il pelo del proprio gatto o del proprio cane è segno di grande cura e attenzione verso di loro. Questa abitudine favorirà non solo la rimozione del pelo morto, ma anche la crescita di quello nuovo


Categorie: Curiosità

Otto pastori tedeschi avvelenati a Castelfranco di Sotto (Pisa)

03/04/2018

La crudeltà gratuita contro gli animali sembra non conoscere confini. Dopo gli avvelenamenti seriali avvenuti in Sicilia ora una strage di cani a Castelfranco di Sotto (Pisa) dove polpette avvelenate sono state lanciate in una zona recintata nella quale viveva una ‘famiglia’ di 10 pastori tedeschi: solo 2, in gravi condizioni, sono sopravvissuti e ora sono sottoposti a terapia intensiva.
Gli animali, 2 genitori e i loro 8 figli di proprietà di un noto ristoratore fiorentino, vivevano in una tenuta nella frazione di Villa Campanile. Per capire che tipo di veleno sia stato impiegato verrà fatta un’autopsia, mentre i carabinieri hanno avviato le indagini. “Non so con cosa li abbiano avvelenati – spiega il proprietario Lionello Briganti -. Non credo di avere nemici e forse questo potrebbe essere stato il gesto di un pazzoide. Non auguro a nessuno
di vedere una strage del genere”.
Briganti ha spiegato di aver ricevuto una telefonata del sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti, che “mi ha detto che proprio poco tempo fa aveva scritto su facebook di stare attenti perché c’erano voci di cani avvelenati”.
L’uomo ha promesso una ricompensa a chiunque sia in grado di dare informazioni su chi possa essere il responsabile del gesto. Sull’episodio indagano anche i Carabinieri di Castelfranco di Sotto. “

P


Categorie: News dal Mondo

Una petizione per mettere al bando i trofei di caccia negli USA

03/04/2018

Pubblichiamo di seguito il link ad una petizione perché al Presidente Trump, all’Agenzia per la Pesca e la Fauna Selvatica degli Stati Uniti, e a tutte le autorità per la protezione degli animali nel mondo di vietare l’importazione negli Stati Uniti dei cosiddetti trofei di caccia. Una decisione, questa, che mette a repentaglio la sopravvivenza di molte specie.
Primi fra tutti gli elefanti, che rischiano l’estinzione e togliere loro ulteriori protezioni è semplicemente assurdo. La caccia ai trofei ne incoraggia il massacro, aumenta la domanda delle parti dei loro corpi, e crea un mercato parallelo che rende più difficile combattere il bracconaggio per l’avorio. La proposta di valutare caso per caso è arbitraria e non sufficiente a proteggere questa specie meravigliosa. Vi chiediamo di aprire un dibattito pubblico e di fare tutto il possibile per proibire ogni importazione di parti di elefanti come trofei di caccia negli USA. Clicca qui per firmare la petizione.


Categorie: News dal Mondo

Crisi dell’ippica: i cavalli de “La Favorita”, ippodromo di Palermo, senza luce e acqua. Enpa e Leidaa: "Il Comune trovi una soluzione istituzionale"

03/04/2018

Le associazioni Enpa e Leidaa esprimono grande preoccupazione per la sorte dei cavalli dell’ippodromo “La Favorita” di Palermo. Gli animali, infatti, su cui pende un’ordinanza comunale di trasferimento dalla struttura, si trovano in una situazione di grande precarietà con luce e l’acqua razionate, secondo alcune segnalazioni. Enpa e Leidaa hanno chiesto conferma al Comune di Palermo senza però ricevere alcuna risposta. Insomma, se confermata, si tratta di una situazione insostenibile che si protrae ormai da troppo tempo e che, come è evidente, mette a serio rischio la salute e il benessere degli animali. Per questo, Leidaa ed Enpa chiedono al Comune di Palermo di individuare con urgenza un soggetto istituzionale che si faccia carico dell’emergenza e che trovi una via d’uscita in linea con i bisogni e le esigenze etologiche degli equidi.
Come noto, il problema nasce a seguito dell’interdittiva antimafia disposta dal prefetto a carico del gestore dell’ippodromo, la società Ires. Al provvedimento prefettizio è seguita un’ordinanza del sindaco di Palermo con cui il Comune, oltre a revocare la gestione dell’ippodromo, imponeva lo sgombero dei box che la stessa Ires aveva affittato e dove sono tuttora accuditi circa cento animali. La situazione è paradossale: a breve il Comune dovrebbe indire una gara per identificare il nuovo gestore dell’ippodromo, ma intanto i cavalli della “Favorita” sono senza casa, senza certezze e, forse, con i servizi essenziali ridotti al minimo.
«Non è nostra intenzione – spiegano Leidaa ed Enpa – entrare nel merito delle vicende giudiziarie della Ires né del mondo delle competizioni con animali; un mondo rispetto al quale, da animalisti, ci troviamo agli antipodi. Tuttavia non possiamo non essere molto preoccupati per la sorte dei cavalli, per i quali è estremamente difficile trovare una soluzione alternativa rispetto a quella offerta dall’ippodromo palermitano. E’ inaccettabile che, ancora una volta, siano gli animali a scontare le colpe degli uomini e a pagare il prezzo delle pastoie burocratiche. Al sindaco Orlando chiediamo un gesto di grande responsabilità e di sensibilità; gli chiediamo cioè risolvere questa emergenza o di individuare con urgenza una figura istituzionale che lo faccia».


Categorie: News dal Mondo