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I gatti soffrono la solitudine? Un recente studio dell'University of Lincoln (UK) dice di no

30/04/2018

La scelta di un amico a quattrozampe cade spesso su un gatto perché i ritmi frenetici della nostra vita, specie se single, ci fa temere che i lunghi tempi di solitudine in casa per un cane sarebbero un vero abbandono, un maltrattamento. Allora si sceglie un gatto o più facilmente lo si accoglie in casa, convinti che sia più autosufficiente e sappia badare a se stesso. Resta comunque, quando lo si lascia a casa tutto solo in attesa del nostro ritorno, la colpevole sensazione che possa essere triste, insomma temiamo che soffra di solitudine. Ma una ricerca compiuta dall’University of Lincoln (UK) sembra dimostrare il contrario. Secondo lo studio condotto i gatti sembra che non soffrano quando vengono lasciati da soli.
I ricercatori si sono basati su una versione simile del Ainsworth Strange Situation Test (SST), che serve a dimostrare l’attaccamento fra genitori, bambini, cani e proprietari. Secondo il SST esiste un legame particolare fra i diversi soggetti, in cui quello considerato più debole mostra un attaccamento sicuro verso colui che rappresenta il punto di riferimento nelle prime cure.
Lo studio ha osservato la reazione di 20 gatti posti in ambiente sicuro insieme al proprietario, da soli o con un estraneo.
Lo scopo era quello di notare l’eventuale attaccamento dei gatti verso il padrone e la reazione al suo allontanamento, misurando la quantità di richiesta di contatti e i segni di sofferenza.
Il ricercatore Daniel Mills, autore della ricerca, ha evidenziato che sebbene i gatti miagolassero di più al momento dell’allontanamento del proprietario rispetto ad un estraneo, non ci sono stati altri segnali di disagio o sofferenza.
L’aumento del miagolio dei gatti è stato spiegato come segno di frustrazione fine a se stesso, non come elemento che possa dimostrare che il rapporto gatto/proprietario sia basato su un effettivo bisogno di sicurezza e cura da parte del gatto.
La scienza ha le sue tesi ma chi vive con un gatto sa bene che questi straordinari felini sono come noi e sentono la nostra mancanza, soprattutto se non hanno altri compagni della stessa specie.


Categorie: Curiosità

L’intraprendente cagnolina Maya sale in treno da sola e lascia il proprietario a terra. Agenti Polfer la riportano indietro

30/04/2018

Avventura a lieto fine per Maya, una cagnolina indipendente che salita sul treno a Gallarate è arrivata tutta sola a Milano mentre il suo proprietario era rimasto sulla banchina della stazione. Ma la passeggera a quattrozampe è stata notata dagli agenti della Polfer, alla Stazione di Porta Garibaldi dove è finito il viaggio di Maya. Gli agenti, dopo averla trovata si sono mossi per risalire al proprietario chiedendo informazioni in tutte le stazioni della Lombardia scoprendo che a Gallarate un uomo si era rivolto a personale ferroviario proprio perché aveva visto la sua Maya salire sul treno. Il proprietario ha poi atteso negli uffici Polfer dove gli agenti hanno riportato indietro la sua cagnolina. Abbraccio festoso tra i due e partenza, stavolta insieme, per tornare in Sicilia, finalmente a casa.


Categorie: News dal Mondo

SoFi, il pesce robot del MIT che studia da vicino la barriera corallina e la sua fauna aggredite da cambiamenti climatici e inquinamento (video)

30/04/2018

Nei mari tropicali ora nuota un nuovo pesce, è Sofi, un sofisticato robot realizzato per studiare e proteggere i mari dalle aggressioni umane. E’ il modello più avanzato, non certo il primo della lista ed è stato presentato qualche giorno fa. Il nome Sofi significa Soft Robotic Fish, morbido pesce robot. Nuota, osserva, registra, trasmette e interagisce con gli altri pesci. Non li fa scappare via, insomma, il che è proprio quello che serve se mandi in giro per gli oceani un pesce esploratore a scoprire quello che succede là sotto (video).
SOFI è stato realizzato da un team del Laboratorio di Informatica e Intelligenza artificiale del MIT di Boston. Rispetto ai predecessori è il primo pesce robot capace di nuotare in tre dimensioni in autonomia, grazie ad una batteria al litio non molto diversa da quelle che alimentano i nostri telefonini. Nel test effettuato alle isole Fiji ha nuotato a quindici metri di profondità per 40 minuti controllato a distanza da un controller da videogiochi, quello del Super Nintendo.
Non è velocissimo, in media nuota a 21,7 centimetri al secondo, il che vuol dire che in un’ora si ferma sotto il chilometro. Ma in mare va bene così non serve un razzo, serve un pesce, ovvero un robot che si confonda con i pesci per osservarli meglio. Ci aiuterà a capire che effetto fanno le migliaia di tonnellate di plastica che gettiamo distrattamente in mare, o cosa succede quando qualcuno rompe una barriera corallina, o come cambia la vita sottomarina con il riscaldamento globale.


Categorie: Curiosità

Tre labrador e sei pastori Malinois prime Unità Cinofile della scuola di formazione Safa di Legambiente e Forestali contro il bracconaggio

30/04/2018

Sono pronte le prime Unità Cinofile Antibracconaggio. Arrivano dalla Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio (Safa) di Legambiente e dai Carabinieri forestali. Sono composte da tre esemplari di razza labrador e sei di pastore belga Malinois e grazie a delle tecniche specializzate contribuiranno a contrastare un fenomeno che in Italia è molto diffuso, con 20 infrazioni, 16,5 persone denunciate e 6,9 sequestri per questi reati registrati ogni giorno dalle Forze dell’ordine.
Il programma nazionale della Safa
I primi esemplari delle unità cinofile si chiamano Mora, Furia, Titam, Kenia, Africa, Dingo, India, Lapa e Puma: sono stati addestrati dalla Safa nel primo corso nazionale iniziato lo scorso 25 gennaio e in programma fino al 4 novembre 2018. In un incontro organizzato con la stampa presso il Comando Generale Unità Forestali Ambientali Agroalimentari Arma dei Carabinieri (Cufaa) di Roma, i cani hanno dato prova delle loro capacità attraverso dimostrazioni pratiche. Lo scopo della scuola, nata all’inizio dell’anno per volontà di Legambiente in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, è quello di salvaguardare lupi, orsi, rapaci e altre specie protette in Italia. La Safa, in partnership con l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana e Almo nature, e con il patrocinio della Federazione Italiana Parchi e Riserve naturali, svolge la formazione in a Rispescia ,in provincia di Grosseto. “Il bracconaggio ci riguarda tutti, con criteri diversi a seconda delle competenze – afferma Antonio Ricciardi, Generale Corpo Armata, Comandante Cufaa Carabinieri – e anche questo corso è figlio del Piano Nazionale Antibracconaggio che porta ad una consapevolezza dell’importanza di una collaborazione trasversale, perché tutti insieme siamo l’esercito dell’antibracconaggio”.


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Animali selvatici, appello di Enpa Savona: non toccare i cuccioli di caprioli, daini e lepri

30/04/2018

Tra pochi giorni mamma capriolo (ma anche mamma daino e lepre) comincerà a “parcheggiare” il suo piccolo nei prati dell’entroterra savonese in mezzo all’erba ed agli arbusti; mentre lei si allontanerà per mangiare lui, favorito dal mantello mimetico e senza alcun odore, starà immobile in attesa del suo ritorno. L’appello della Protezione Animali savonese è quindi pressante: “Se nelle vostre passeggiate primaverili intravvedete un cucciolo di capriolo, daino o lepre nell’erba, non avvicinatevi, non toccatelo e, soprattutto, non portatelo via nell’errata convinzione che sia abbandonato, perché non è vero; se proprio avete qualche dubbio telefonateci e vi daremo tute le informazioni ed istruzioni su come comportarvi.”
Prelevare un cucciolo di capriolo, daino o lepre è non solo una violazione della legge a loro tutela ma vuol dire condannarlo ad una vita di prigionia e spesso ad una morte precoce, perché perde gli anticorpi ed il bagaglio di informazioni e comportamenti essenziali alla sopravvivenza in natura che solo la madre può dargli; e affidato ad una struttura di recupero, malgrado ogni cautela nell’allattamento artificiale e nella custodia, difficilmente riesce a diventare autosufficiente ed indipendente per essere poi rimesso in libertà.
Ma vi sono anche giovani di altre specie selvatiche che sembrano abbandonati dai genitori ma non lo sono; sono i piccoli di gabbiano, merlo e cornacchia, che scendono, non si sa perché, dai nidi prima ancora di saper volare ed i genitori li accudiscono a terra portandogli da mangiare e proteggendoli come possono; eguale comportamento avventuroso hanno spesso i piccoli di cinghiale; se quindi gli animaletti non sono feriti e si trovano in un ambiente naturale, occorre non toccarli e lasciarli dove si trovano; diversa è la situazione se si trovano – accade sempre più spesso – in zone urbane con il pericolo di essere vittime del traffico o di cani e gatti; ma solo dopo aver accertato l’effettivo pericolo, si possono recuperare.
In tutti i casi è meglio consultarsi con chi è più esperto; l’ENPA di Savona, che soccorre la fauna selvatica su autorizzazione della Regione Liguria, mette a disposizione un numero di cellulare (345 635 0596), riservato agli animali selvatici, tutti i giorni dalle 9 alle 19. La Protezione Animali ricorda infine che il prelievo non autorizzato di fauna selvatica (ma anche il solo possesso) è un illecito penale sanzionato con un’ammenda sino a 1.500 euro di competenza del tribunale.


Categorie: Curiosità

Caprette di Palmaria. “Toccano terra” le prime 8. Fanno parte di un nucleo familiare composto da mamma, cucciolo, zie e cugine. Al via le pre-adozioni

28/04/2018

Le prime otto caprette dell’isola Palmaria, di fronte a Porto Venere, sono state trasferite nella mattinata di ieri presso la fattoria didattica del Carpanedo alla Spezia. In totale, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha stimato che sull’isola ci sarebbero un totale di 80 esemplari. Il loro trasferimento si è reso necessario quando l’amministrazione comunale aveva ipotizzato la loro soppressione in quanto costituirebbero un problema per l’habitat locale. Questi primi otto esemplari verranno sottoposti alle analisi di routine per accertare il loro stato di salute e, successivamente, saranno trasferiti anche gli altri a gruppi di 20.
Contro l’abbattimento delle caprette sono scese in campo diverse associazioni animaliste in questi mesi. La soluzione per evitare la loro soppressione e, al contempo, tutelare l’ambiente dell’isola del Golfo della Spezia, è stata appunto quella di trasferirle in un centro ad hoc, dove potranno ricevere tutta l’assistenza e le cure necessarie. “Le caprette – ha spiegato Massimo Pigoni, vicepresidente nazionale Enpa che insieme a Asl 5 ha curato queste prime catture – resteranno alla fattoria didattica per sei mesi, il tempo di completare le verifiche sanitarie. Poi potranno essere adottate”.L’obiettivo, infatti, è quello di trasferire gli animali rispettando la composizione dei diversi gruppi presenti sull’isola ed evitando di spezzare i legami sociali e familiari consolidatisi nel tempo. «Separare gli esemplari di uno stesso gruppo – spiega Massimo Pigoni, vicepresidente nazionale di Enpa e responsabile del Centro Recupero Selvatici di Campomorone (Genova) – avrebbe ripercussioni estremamente negative loro salute e sul benessere psico-fisico degli animali rimasti sull’isola».
Naturalmente, questo approccio strategico ha richiesto una surplus di lavoro ai volontari dell’Enpa, i quali hanno dovuto censire i singoli animali, ricostruire i loro legami sociali, individuare i diversi nuclei e collocare ogni esemplare all’interno di un gruppo. Insomma una vera mappatura, complessa ed estremamente laboriosa; il via libera al trasferimento è arrivato solo con il completamento della lunga fase propedeutica.
Ma prima di partire, per le 8 fortunate viaggiatrici, c’è stato un ultimo “adempimento”. Le caprette, infatti, sono state visitate dai veterinari della Asl 5 della Spezia, i quali, oltre a valutarne le condizioni fisiche generali, hanno prelevato alcuni campioni biologici per accertare che non siano affette da patologie infettive. Tutti i membri della famigliola trasferita oggi, composta da mamma, cucciolo, sorelle, zie e cugine, sono apparsi in salute, con la sola eccezione di un esemplare – claudicante – che sarà curato non appena raggiungerà la fattoria didattica. Anche se, per gli esami epidemiologici, si devono attendere 6 mesi. Un arco di tempo  durante il quale Enpa sospenderà le operazioni per non mettere in pericolo la sicurezza degli animali.
«Le 8 caprette possono essere considerate come un vero gruppo pilota, una cartina di tornasole che può darci indicazioni attendibili circa lo stato di salute delle altre 80 presenti sull’isola. I nostri viaggi verso la fattoria didattica – prosegue Pigoni – riprenderanno solo quando avremo la ragionevole certezza che gli animali non sono affetti da patologie infettive».
Intanto, la Protezione Animali ha già aperto le procedure di adozione. Chi fosse interessato può scrivere alla mailgenova@enpa.org o contattare lo 010.721217. «Le caprette – conclude Pigoni – possono essere pre-adottate già a partire da oggi. Ricevere ora le prime richieste ci aiuterebbe moltissimo a ottimizzare le operazioni di trasferimento. L’adozione vera e propria scatterà a settembre quando avremo il responso delle analisi».


Categorie: News dal Mondo

Enpa con Bicifestazione oggi a Roma: basta strage animali sulle strade, uccisi a migliaia dalle auto in Italia

28/04/2018

L’Ente Nazionale Protezione Animali ha aderito alla Bicifestazione, la grande manifestazione nazionale su due ruote in programma domani (sabato 28 aprile) a Roma, con partenza alle 16 dai Fori Imperiali.
“Vogliamo spazio condiviso sulle strade, rispetto, diritti, sicurezza – scrive Enpa in un comunicato -. Vogliamo un nuovo Codice della Strada che tuteli le persone, chi usa la carrozzella, chi cammina e chi pedala. Vogliamo sostegno per chi vuole cambiare il modo di spostarsi in Italia. Vogliamo meno smog e più trasporto pubblico. Vogliamo salire su tutti i treni con la bici”.
“E lo vogliamo – prosegue l’associazione – anche e soprattutto perché non si può più prescindere da una mobilità green, rispettosa di tutti. Ce lo chiede l’ambiente, devastato dall’asfalto, dagli scarichi delle auto, dai gas serra. Ma ce lo chiedono gli animali, uccisi a migliaia sulle strade del nostro Paese. Non esistono statistiche ufficiali al riguardo. Per i primi 7 mesi del 2017, l’Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) ha stimato 75 incidenti con animali selvatici, ma si tratta di un dato puramente indicativo”.
“In mancanza di un database nazionale, non resta che affidarsi a rilevazioni approssimative raccolte a macchia di leopardo – prosegue Enpa -. Si passa così dai circa 300 incidenti l’anno stimati nella comunità montana del Verbano agli 800 di quella di Varese. Tra caprioli, daini, volpi, ricci, rospi, cinghiali dobbiamo comunque ragionare nell’ordine delle decine di migliaia di esemplari uccisi ogni anno. E migliaia sono anche gli animali d’affezione, cani e gatti anzitutto, che vengono investiti”. (ANSA).


Categorie: Eventi e Appuntamenti

In Albania nuovi pogrom contro i randagi. L’Enpa scrive all’ambasciatore italiano per indagare e difendere gli animali

28/04/2018

Cani fatti sparire dai quartieri dove vivono. Cani caricati su camion e portati chissà dove. Cani uccisi e poi gettati in discarica come fossero rifiuti. Queste le inquietanti notizie raccolte da Enpa attraverso i propri corrispondenti oltreadriatico in merito all’ennesimo pogrom contro i randagi, che sarebbe in atto a Tirana. Ancora più allarmanti, poi, le testimonianze circa un possibile coinvolgimento delle autorità albanesi.
Per questo, la Presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha scritto all’ambasciatore italiano in Albania, Alberto Cutillo. «Conosciamo la vostra sensibilità in merito alla tutela del benessere degli animali; sensibilità che si è tradotta in azioni concrete anche con la meritoria elargizione di contributi per la sterilizzazione, la cura e la vaccinazione di animali randagi», scrive Rocchi. «Tuttavia – si legge ancora nella lettera – le chiedo di verificare, nell’immediato, i contorni della vicenda, chiedendole inoltre di valutare la possibilità di sospendere ogni contributo ad articolazioni dello Stato albanese che invece di tutelare il benessere animale, arrivino ad adottare soluzioni tragiche quanto inutili come la soppressione di poveri e indifesi animali».
Con l’occasione, l’Ente Nazionale Protezione Animali ricorda che le uccisioni di randagi non sono soltanto crudeli ed eticamente inaccettabili; sono assolutamente inadatte a risolvere l’emergenza randagismo e ogni eventuale problema di convivenza tra uomini e animali.


Categorie: News dal Mondo

"Pitbull cane affettivo, ecco perché Margot ha protetto le gemelline" Grazie al loro cane trovate sane e salve le piccole scomparse

27/04/2018

Sono state ritrovate il giorno successivo alla scomparsa, in buone condizioni di salute, le due gemelline di 4 anni allontanatesi da casa a Tarcento, in provincia di Udine. Si erano perse nel bosco come due piccole “Pollicine” ma a proteggerle, confortarle e difenderle il loro cane Margot, una pitbull, che le aveva seguite fuori mentre la mamma era intenta a cucinare.
Margot non le ha mai perse di vista lungo un sentiero che porta dal comune montano di Montenars verso il bosco e ha camminato con loro per cercare di ritornare a casa fino a quando la stanchezza deve aver sopraffatto le piccole. Margot è rimasta a vegliare su di loro.
Un episodio questo che mostra come il pitbull sia un cane responsabile e affettuoso in contrasto con le superficiali accuse che gli vengono troppo spesso mosse.
“Il pitbull, come razza, è una cane che ha buoni rapporti con gli umani, meno con gli atri suoi simili, ecco perché ha protetto le due gemelline”. Lo spiega Massimo Perla, addestratore cinofilo e Responsabile Nazionale CSEN Cinofilia commentando la storia a lieto fine delle due bambine di 4 anni e mezzo scomparse in mezzo ai boschi in Friuli, a Stella di Tarcento, in provincia di Udine e ritrovate dopo l’una di notte da un gruppo di tre persone. Le due infatti sono state ritrovate con il loro cane, Margot, una femmina di pitbull, che non si è mai separata da loro e le ha protette e scaldate fino all’arrivo dei soccorsi. Secondo Perla, il pitbull, in quel momento si è comportato “per quelle che sono le sue caratteristiche. E’ una cane appunto che stringe rapporti molto intimi con il suo padrone, è molto protettivo e ha un grande istinto territoriale”.
“Però – sottolinea – sono cani che devono essere bene addestrati in quanto hanno un carattere combattivo. Con gli altri animali infatti hanno atteggiamenti molto diversi”. “Tutto – ribadisce – dipende da come vengono educati, se il loro comportamento viene modificato da addestramenti che ne esaltano la sua aggressività tutto cambia”. In questo caso però, Margot, si è comportata non da cane aggressivo ma da cane affettivo”. “Si vede – dice – che è stato educato bene. Lo dimostra anche il fatto che all’arrivo dei soccorsi, non ha ringhiato ai soccorritori, anche se non si è staccata neanche un secondo delle due gemelline”. E’ stata Margot infatti, abbaiando a richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine. “Proprio per questo – conclude Perla – Margot si è comportata bene”.


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Ancora una tartaruga azzannatrice nel Parco Comunale di Pomigliano d’Arco

27/04/2018

E’ il secondo esemplare di ” tartaruga azzannatrice” che i carabinieri Forestali del CITES (Nucleo per la tutela delle specie di flora e fauna selvatiche in via d’estinzione) chiamati a intervenire dal responsabile alla gestione della villa Comunale di Pomigliano d’Arco, trovano, abbandonata nel Parco. Un pericoloso esemplare di Chelydra Serpentina conosciuta come “tartaruga azzannatrice” di cui qualcuno deve essersi liberato nel verde.
Si tratta del secondo caso, Il primo risale agli inizi di aprile, nello stesso luogo e in circostanze identiche.
L’animale è incluso nell’elenco allegato a un dm del 1996 ove vengono annoverati gli esemplari considerati pericolosi per la pubblica incolumità dei quali è vietata la detenzione.
La Chelydra serpertina predilige le acque stagnanti o i fiumi a lento corso, appartiene ad una specie originaria del nord america e fuori dal proprio habitat manifesta aggressività anche nei confronti dell’uomo (i suoi morsi possono staccare le dita a una persona adulta).
Anche questo esemplare è stato in un primo momento portato in un poliambulatorio veterinario del luogo e successivamente trasferito allo zoo di Napoli.
Continuano le indagini per identificare chi deteneva illegalmente e ha abbandonato le 2 tartarughe.


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Modella Peta nuda protesta contro Prada per l'uso di pelli esotiche

27/04/2018

Nuda o quasi, con un serpente dipinto sul corpo, una modella della Peta ha manifestato oggi fuori a un negozio di Prada – alla vigilia dell’incontro annuale degli azionisti dell’azienda – per protestare contro le vendite di oggetti prodotti con pelli esotiche.
Per bocca del direttore dei programmi internazionali Mimi Bekhechi, PETA “chiede a Prada di smettere di trarre profitto dalle morti miserabili di questi animali e interrompere la vendita di pelli esotiche, concentrandosi invece su materiali vegani all’ultima moda”. Secondo le indagini di PETA, “nell’industria delle pelli esotiche i serpenti sono inchiodati agli alberi e scuoiati vivi, gli struzzi ricevono scosse elettriche prima che le loro gole vengono tagliate, i colli degli alligatori sono tagliati e i coccodrilli sono tenuti in fosse minuscole e sporche”. Un rappresentante di PETA US, che possiede delle azioni Prada, parteciperà all’incontro annuale di domani per chiedere alla società di smettere di vendere pelli esotiche.


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Arriva a Roma "Animals”, il parco itinerante di 144 peluche per conoscere gli animali rispettandoli

27/04/2018

La seconda tappa di “Animals” sbarca nella capitale con i suoi 144 peluche a grandezza naturale in rappresentanza delle specie dei cinque continenti. L’allestimento di “Animals, conoscere gli animali rispettandoli”, avrà la sua seconda tappa presso il centro commerciale di Roma Est dove l’iniziativa realizzata da Savills Larry Smith e Publievent è pronta ad incuriosire e divertire i più piccini e, perché no, anche gli adulti. In questa occasione il centro commerciale regalerà 500 kit con peluche ai primi 500 bambini che parteciperanno all’iniziativa.
I peluche del “parco” di Animals (tutti realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente e con una imbottitura al 100% di Pet riciclato) hanno un duplice obiettivo: da un lato sorprendere con un allestimento inusuale e dall’altro raccontare la bellezza del mondo animale sensibilizzando i visitatori sulla necessità di tutelarlo.
Il punto di partenza del tour è l’area multimediale, dove una guida condurrà i partecipanti in un viaggio, invitandoli ad indossare “accessori da esploratori”, per un’esperienza ancor più interattiva. Poi, grazie a una scenografia curata nei minimi particolari, si attraverseranno spazi che riproducono l’habitat naturale degli animali, che farà da sfondo a teneri animali di peluche. In ogni area sarà possibile trovare informazioni sugli animali presenti. Infine, al termine del tour nel parco di Animals, ci si potrà immergere nell’oceano circondandosi di pesci colorati grazie alla tecnologia 3D.


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