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Sbarca anche in Europa il riccio Azuki, diventato star di Instagram (video)

03/01/2018

Si chiama Azuki, “Fagiolino” e viene dal Giappone dove da molto tempo è già una star di Instagram che può contare su 217mila follower.
Azuki deve la sua popolarità ad un video virale dello scorso anno di cui era protagonista. Nel filmato, condiviso da milioni di persone sui social, il riccio giapponese era alle prese con il suo frutto preferito. La sua reazione davanti ad un piccolo pezzettino di mela ha conquistato tutti.
Sul profilo del piccolo riccio ogni giorno vengono postate foto e video con cappellini, zucche e giocattoli, le coccole dei padroni e il momento del pasto, quando sgranocchia con soddisfazione il suo cibo.
Negli scatti postati sul social network, Azuki si trova nella sua casetta dotata di tutti i comfort, dai tappeti alle sedie, oppure all’aperto, nei boschi. Chi si occupa del profilo Instagram s’inventa ogni volta una posa diversa, e i follower continuano a crescere.
La sua popolarità ha raggiunto livelli così alti da permettere al suo proprietario di lanciare una linea di prodotti a lui dedicata.


Categorie: Curiosità

Muore anche il secondo cucciolo di orso polare dello zoo Tierpark a Berlino

03/01/2018

È morto anche il secondo dei due cuccioli di orso polare nati all’inizio di dicembre allo zoo Tierpark di Berlino. Nella giornata di lunedì il personale del parco aveva osservato il cucciolo in buona salute, allattato e curato in modo esemplare dalla madre Tonja. Al piccolo, per scaramanzia, non era ancora sdtato dato un nome ma era gia amato da tutti.
Martedì mattina hanno invece notato il suo corpo senza vita tramite una telecamera di sorveglianza.
“Sapevamo che la mortalità dei giovani animali è molto alta nelle prime settimane, ma questo ci rende scoraggiati e tristi”, ha detto il responsabile del dipartimento mammiferi dello zoo Florian Sicks. “Ora dobbiamo valutare il filmato dalla telecamera di sorveglianza e attendere il rapporto dell’autopsia”, ha invece affermato il direttore Andreas Knieriem.
La Germania si è commossa per la morte di questo cucciolino di orso polare di soli 26 giorni che non è riuscito a vincere la sua battaglia per la vita. 

La morte del cucciolo, che dopo i alcuni mesi di isolamento sarebbe dovuto uscire in primavera, rappresenta una notizia per la mamma Tonja, la terza perdita in pochi mesi, dopo il fratellino gemello, nato morto il 7 dicembre, e dopo Fritz, deceduto improvvisamente lo scorso marzo quattro mesi dopo la nascita per un’infezione.


Categorie: News dal Mondo

Ci ha lasciato Lea Mattarella, l'ultimo pensiero per gli amati animali

03/01/2018

Lea Mattarella, nipote del Capo dello Stato Sergio Mattarella, è morta a Roma, giovanissima, a 54 anni. Sapeva di essere malata da tempo, tuttavia ciò non le ha impedito di occuparsi, fino alla fine, della sua professione di storica dell’arte, svolta con grande preparazione e competenza, che l’ha vista curatrice di diverse mostre e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, nonchè collaboratrice di diverse testate prestigiose fra cui la Stampa e la Repubblica.
Ha vissuto la storia dell’Arte con grandissima passione ed entusiasmo, così come la sua famiglia e il suo amore per gli animali. ENPA è vicina ai suoi cari e li ringrazia di cuore per aver aderito alle iniziative ricordandola nel suo necrologio (“non fiori, ma donazioni all’Ente Nazionale Protezione Animali”).

Grazie Lea: tanti trovatelli hanno in cielo una stella in più a proteggerli!
 


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Chi vuole aiutare le Caprette di Palmaria (La Spezia) nelle l'operazioni di trasferimento previste per il 3 febbraio? Vitto e alloggio gratuiti

03/01/2018

Conto alla rovescia per il trasferimento delle caprette di Palmaria (La Spezia) con l’inizio delle operazioni fissato al 3 febbraio 2018. L’iniziativa è coordinata dalla Sezione Enpa di Genova, che  lancia un appello per le 100 caprette che vivono sull’isola. Servono – spiega la Protezione Animali genovese – sia volontari Enpa che partecipino al trasferimento degli animali sia strutture, anche e soprattutto Enpa, che siano in possesso del codice stalla e che possano dunque ospitare gli animali in attesa di darli in adozione.
I volontari saranno ospitati in un ostello sull’ isola (camere da 6 letti a castello); è richiesyo un equipaggiamento individuale (a carico del volontario) composto da sacco a pelo, scarpe da trekking o simili, abbigliamento comodo e caldo. Chi fosse interessato può scrivere a: genova@enpa.org indicando il periodo di disponibilità (il minimo è di due giorni), vitto e alloggio sono offerti dalla sezione di Genova, il viaggio è a carico del volontario.


Categorie: Curiosità

"Un cane per amico" il progetto di educazione cinofila rivolto alle scuole per imparare il corretto rapporto tra persone e animali

02/01/2018

Cani in cattedra per insegnare l’amicizia: è il progetto Un cane per amico rivolto a scuole d’infanzia, primarie e medie del comune di Fucecchio che coinvolgerà 14 classi nel percorso di educazione cinofila con gran finale al canile La Valle Incantata di Lajatico, convenzionato proprio col comune della provincia fiorentina.
Il progetto punta a promuovere un corretto rapporto tra persone e animali e a prevenire il fenomeno del randagismo dei cani. Protagonista l’associazione onlus Amici degli Animali a 4 zampe, che realizza il ciclo educativo in collaborazione con il Comune di Fucecchio.
Le lezioni, tenute da educatori cinofili e operatori di pet-therapy, oltre a descrivere il cane e a spiegarne i processi di addestramento e di individuazione dei comportamenti, hanno tra gli obiettivi quello di facilitare l’incontro bambino-cane attraverso la scoperta di nuove e corrette strategie comunicative che aiutino ad approcciarsi all’altro in modo più consapevole e responsabile.
Alle lezioni in classe, si aggiungerà poi la giornata conclusiva in canile, con visita alla struttura.
Il cane, mediatore emozionale e facilitatore delle relazioni sociali, offre ai bambini la possibilità di proiettare le proprie sensazioni interiori e costituisce un’occasione di scambio affettivo e di gioco. In aula, in presenza dei cani, avvengono dimostrazioni pratiche di come avvicinarsi, farsi conoscere, eventualmente accarezzare l’animale, cogliendone i segnali di stress.
L’interazione con il cane avviene attraverso spazzole, palline, ciotole con acqua. Ai bambini che mostrano paura, non viene sollecitato alcun comportamento se non da spettatori.
Soddisfazione per l’avvio del progetto è espresso dal Comune di Fucecchio. “Il problema del randagismo e della crudeltà di coloro che abbandonano i cani può essere risolto solo se insegniamo alle nuove generazioni la cultura dell’amore per gli animali”, osserva in una nota il Comune.
“Questo progetto incentrato sul rapporto tra bambini e animali domestici ha ottenendo una grandissima risposta di partecipazione da parte degli istituti oltre all’entusiassmo dei ragazzi”. 


Categorie: Animali e Cultura

Inammissibile lo sfruttamento dei greyhounds nella pubblicità per le scommesse clandestine

02/01/2018

E’ una pubblicità vergognosa quella che espone come una cosa di cui vantarsi i greyhounds nella pubblicità di una nota agezia di scommesse on line… Tutti sappiamo a quale tipo di stenti e privazioni siano sottoposti durante tutta la loro, purtroppo, brevissima, vita… Una volta che non servono più, vengono abbattuti o venduti al mercato della carne in Cina. Pensando ai levrieri vengono in mente cani velocissimi ed eleganti, che nell’immaginario vediamo nelle case dei ricchi, degli aristocratici o anche, passando a un riferimento più pop, dei Simpson. Molti ignorano però la strage di cui sono vittime i levrieri da corsa e da caccia irlandesi/britannici e spagnoli (greyhounds e galgos). Una mattanza che, nonostante non vi siano dati ufficiali, si aggirerebbe sui 50-60mila esemplari di galgos uccisi ogni anno in Spagna e oltre 30 mila greyhound tra Irlanda e Gran Bretagna, dove le corse di cani sono ancora legali (fra le altre parti del mondo, la Spagna, l’Australia, il Messico e, ancora pochi Stati degli Usa, come la Florida, ndr). Paesi nei quali molti considerano i levrieri, nonostante siano cani molto sensibili e docili, non come animali da compagnia ma come bestiame, anzi, spesso peggio. In Irlanda, da dove viene la gran parte dei greyhound, si ‘producono’ ogni anno, secondo le stime, circa 40mila/50mila cuccioli (di cui 20mila registrati legalmente). Oltre la metà, giudicata inadeguata per le corse, viene eliminata prima dei due anni di vita. Quelli che vengono venduti e iniziano a gareggiare nei cinodromi (una ‘carriera’ che non supera in genere i 3-4 anni), se si fanno male, o diventano troppo lenti, quando va bene vengono dati in adozione, ma molto più spesso portati nei pound dove gli sono concessi solo pochi giorni di vita, uccisi con l’eutanasia (ma a volte anche in maniera molto più brutale), abbandonati, venduti ai laboratori di sperimentazione, sui mercati asiatici ( dove la fine ultima è spesso come carne per i ristoranti) o su altri circuiti minori esteri. La loro vita da corridori scorre fuori dalle piste in una gabbia o in piccoli box da cui escono solo per allenarsi o per i bisogni; con la museruola quasi sempre addosso, per non perdere la concentrazione. Altrettanto triste il destino dei galgos, i levrieri spagnoli utilizzati per la caccia. Allevati a migliaia (le femmine sono costrette a una cucciolata dopo l’altra) sono tenuti spesso in condizioni disumane. Rinchiusi anche in dieci in minuscole baracche nei boschi o buche scavate sottoterra, malnutriti (a volte gli vengono dati solo tozzi di pane) e picchiati. Per questo tanti fra loro sono scheletrici, si feriscono e ammalano senza che nessuno se ne prenda cura. Quando invecchiano o se alla fine della stagione di caccia non sono più reputati abbastanza utili, molti vengono ‘finiti’ in modi terribili: impiccati agli alberi, buttati vivi nei pozzi, abbandonati con le zampe rotte, trascinati dalle auto o portati nelle perrera, canili lager dove vengono uccisi dopo 10 giorni se nessuno li reclama, e se prima non muoiono di stenti. Per salvare più levrieri possibili dandoli in adozione, sono nate decine e decine di associazioni in tutto il mondo. Molte sono anche in Italia: la prima è stata la Gaci, creata nel 2002 (trovando famiglia, si legge sul loro sito in oltre 10 anni a circa 2000 cani)” (Fonte Francesca Pierleoni) Chiedo quindi, urlando a squarciagola, che vengano ASSOLUTAMENTE tolti dallo spot, offensivo e fuorviante! Sono anni che le organizzazioni animaliste lotta o e soffrono per salvare queste creature… E credo sia lecito chiedere anche le scuse pubbliche anche a chi si è prestata, per soldi ovviamente, a dare il suo volto per pubblicizzare questo tacito massacro… Se non sa cosa comporta pubblicizzare le corse dei cani, si informi… Se nonostante tutto le sta bene, per un pugno di soldi insanguinati, si vergogni!!!

Per firmare la petizione cliccare qui


Categorie: Curiosità

Sarà a “tutta caccia” il 2018 che si apre sotto i peggiori auspici per la fauna selvatica

02/01/2018

Il nuovo anno comincia come sempre sotto i peggiori auspici per la fauna selvatica secondo la Protezione Animali savonese. Anche se per fortuna i cacciatori savonesi, liguri ed italiani continuano a diminuire visibilmente, è a “tutta caccia” che si apre anche il 2018, con la sistematica proroga “eccezionale” della caccia al cinghiale al 31 gennaio (riaprirà il 15 aprile) e l’inizio delle battute di “selezione”, in buona parte delle circa quindici zone e due “riserve di caccia” della provincia di Savona in cui non sono ancora stati raggiunti gli abbattimenti programmati, alle femmine e cuccioli (!) di capriolo e daino (per il secondo esclusi Zuccarello e Monte Acuto nell’albenganese) ogni lunedì, giovedì e sabato, a partire da domani e fino al 15 marzo; la caccia, detta di selezione, potrà essere esercitata fino al raggiungimento del contingente prestabilito, sulla base di censimenti condotti dagli stessi cacciatori (1.388 caprioli); ma tali limiti non sono mai stati raggiunti (neppure per i cinghiali), a dimostrazione della scarsa affidabilità dei conteggi; il buon senso e la correttezza dovrebbero quindi far riflettere, ridimensionare i numeri e studiare metodi di censimento moderni con l’utilizzo delle tecnologie già esistenti da tempo.

Si chiude invece oggi la caccia al fagiano, cioè a poveri “polli colorati” comprati da allevamenti e liberati poco prima dell’apertura della caccia per diventare facili bersagli; buona parte di questi animali sono morti poco dopo essere stati liberati malgrado il veto dell’Ispra, per fame e sete o predati altrettanto facilmente da altri animali in un ambiente a loro sconosciuto; una quindicina di soggetti sono stati soccorsi affamati dai volontari della Protezione Animali spesso in centro città ed ora, finalmente, li potranno liberare; ma proseguirà fino al 31 gennaio la caccia al germano reale ed alla volpe a squadre; e a molte specie di animali migratori (cesena, tordo bottaccio e sassello, gallinella d’acqua, folaga, alzavola, codone, fischione, mestolone, moriglione, marzaiola, canapiglia, frullino, pavoncella, porciglione, moretta e beccaccino, mentre la beccaccia chiude il 20 gennaio), animali stanchi e di ritorno dalla migrazione e molti quasi alle prese con la stagione degli amori ed in cui si ripeteranno le stragi degli anni passati (circa 50.000 vittime di uccelli migratori annualmente in provincia, di cui oltre la metà tordi). E riprenderà, dopo una breve fermata, dall’11 gennaio al 10 febbraio la caccia al colombaccio ed a cornacchie, gazze e ghiandaie, tre specie tra le più intelligenti e sociali del mondo animale.

La caccia a cinghiali, daini e caprioli non porterà alla riduzione delle specie perché i cacciatori, responsabili di averli liberati negli anni 80 per farli crescere a loro esclusivo interesse, non sono in grado di contenere il numero di animali per limitare i danni alle coltivazioni. Ed infatti gruppi di scienziati europei dichiarano che “se in un territorio vengono uccisi molti animali mediante la caccia, che avviene soprattutto in autunno ed in inverno, i sopravvissuti hanno un migliore apporto nutritivo; così si rinforzano e si riproducono in primavera più presto e con maggior numero di discendenti. Attraverso la caccia le specie animali che sono già rare divengono ancora più rare, e quelle che sono numerose diventano ancora più numerose.”


Categorie: News dal Mondo

Freccia, il cane "arpionato" ad Oristsno è sempre più vicino alla totale guarigione

02/01/2018

Si vvicina sempre di più il lieto fine per Freccia, il cane “arpionato” con un fucile subacqueo ad Oristano che dopo le previsioni più nere sembra avercela fatta ed è in via di guarigione. Dalla pagina Facebook della clinica veterinaria Duemari di Oristano, dove il cane fu portato il 9 novembre, “infilzato” da un arpione che aveva lesionato alcuni organi interni, finalmente la lieta novella in un post. “Ecco la nostra superstar – scrivono i medici che hanno strappato il cane da morte certa, a commento dell a sua ultima foto, – finalmente libero da tutte le sonde e i drenaggi. La sua endoscopia ha rilevato un esofago ben cicatrizzato. Quindi se tutto andrà bene, alimenteremo Freccia per la prima volta per via normale. Siamo all’ultimo sforzo. Ci vuole ancora un po’ di pazienza e un altro po’ di fortuna e poi…” 


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Grizzly: il Governo della Columbia Britannica ha messo fine alla caccia agli orsi

02/01/2018

Il cambiamento di direzione è arrivato dopo una lunga campagna per il benessere animale sostenuta dalle più importanti associazioni nazionali che si occupano della protezione degli orsi, tra cui Humane Society International/Canada, che a livello mondiale è stata l’avanguardia di un potente movimento per fermare la caccia di animali “da trofeo”, bloccando il commercio di trofei di caccia, rafforzando la protezione legale della fauna selvatica e educando la popolazione sul devastante impatto per la natura di questo tipo di caccia.
Secondo i sondaggi il 90% dei cittadini della Colombia Britannica è a favore della nuova legge.
Si stima che nella regione la caccia per realizzare trofei uccida ogni anno centinaia di orsi e uno studio del 2013 pubblicato nel Public Library of Science ha messo in evidenza come questo tipo di caccia possa essere la causa del forte decremento nella popolazione di orsi locale, in quanto molti dei cacciatori potrebbero aver ecceduto la quota assegnata. L’articolo,tratto da Animal Republic, prosegue qui


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