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Terremoto. Il sisma ha separato uomini e animali, proprietari tornano nella zona rossa per ritrovare i pet rimasti tra le macerie

31/10/2016

Dopo quest’ennesima emergenza anche gli animali hanno bisogno di cure e soccorsi, nelle zone terremotate dell’Umbria, in particolare a Norcia (Perugia), una delle zone più colpite dal terremoto. Sono infatti molti gli abitanti che attendono, in fila di fronte al comando dei Vigili del Fuoco, il loro turno per entrare nella zona rossa e recuperare qualcosa dalle case colpite: e non solo oggetti come vestiti pesanti e medicine ma anche affetti, come i propri amici a quattro zampe. La situazione è però critica. Molti animali domestici sono infatti feriti e hanno bisogno di prima assistenza, garantita da Enpa con un’ambulanza veterinaria e un’automedica.  Non solo: anche alcuni bovini e ovini, tenuti negli allevamenti, sono morti o bloccati fra le macerie di strutture crollate.


Categorie: News dal Mondo

Terremoto. Volontari Enpa già mobilitati e operativi a Norcia. Appello a strutture di accoglienza: accettino anche gli animali degli sfollati

31/10/2016

L’Unità di Intervento Nazionale di Enpa ieri pomeriggio è subito partita alla volta delle zone terremotate con un’ambulanza veterinaria e un’automedica. Viabilità permettendo, i volontari attesi a Norcia (Perugia) faranno un primo monitoraggio della situazione relativa agli animali. In queste ore l’Ente Nazionale Protezione Animali è operativo anche nelle Marche e nel Teramano, e nelle aree colpite dal sisma del 24 agosto dove l’associazione continua a garantire una presenza ininterrotta.
Al momento le principali criticità riguardano soprattutto gli animali delle persone vengono evacuate dalle zone rosse. Infatti, secondo quanto noto ad Enpa, si sono verificate resistenze da parte delle strutture di accoglienza, le quali in diversi casi avrebbero rifiutato di accettare gli animali. Per questo, in attesa di avere un quadro della situazione più chiaro e definito, Enpa si appella al senso di responsabilità e alla solidarietà di tutti affinché nessuno – umano e non umano – si trovi escluso dalla macchina dei soccorsi: è un indiscutibile dovere morale che permetterà di evitare un’emergenza nell’emergenza. Quella di animali abbandonati a sé stessi e quella di persone che, come già accaduto in passato, pur di non separarsi dai loro amici sono pronte a rifiutare gli aiuti.


Categorie: News dal Mondo

Importante vittoria contro la corrida, Parlamento europeo approva emendamento contro fondi agli allevamenti di tori da combattimento

31/10/2016

Il Parlamento europeo ha approvato una mozione in cui chiede alla Commissione Agricoltura di cambiare la legge, non finanziando più gli allevatori di tori da combattimento.
Il testo dell’emendamento recita: “Si ribadisce che gli stanziamenti a titolo della PAC non dovrebbero essere utilizzati per sostenere la riproduzione o l’allevamento di tori impiegati in combattimenti letali; si esorta la Commissione a presentare senza ulteriore indugio le modifiche legislative necessarie per dare attuazione a tale richiesta, già formulata nel quadro del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2016”. Si tratta di un passaggio importante, perché la Commissione dovrà ora tenere conto della volontà del Parlamento, e si avvicina quindi la possibilità di cambiare la legge una volta per tutte. Prima di allora, purtroppo, resta complicato bloccare l’erogazione del finanziamento. Il Consiglio Europeo ha infatti introdotto una nota al Bilancio che sembra impedire il blocco dei fondi attraverso emendamenti del Parlamento. L’unica strada quindi è quella di cambiare la legge e risolvere il problema alla radice. L’emendamento approvato è stato proposto dall’On. Eleonora Evi (Movimento 5 Stelle), ed è passato con 416 voti a favore, 221 contrari e 50 astenuti.
Per la Leal (Lega Antivivisezionista e Animalisti Italiani), da anni impegnata per abolire tale finanziamento europeo, è “un importante risultato”.
“Adesso – afferma Giampaolo Prampolini, presidente di Leal – tocca alla Commissione europea agire sulla Pac presentando le modifiche legislative necessarie a cancellare detti finanziamenti che, ricordiamo, vengono erogati ad un settore che non rispetta nemmeno le regole dettate dall’Europa stessa nel campo del benessere animale. Anche se i poteri economici e politici legati a questo settore sono grandi, nessun argomento può essere usato a difesa di uno spettacolo che in nessun modo può chiamarsi cultura o tradizione, ma può essere equiparato soltanto ad una orrenda tortura”.
Purtroppo, però, questo risultato non basta. Già lo scorso anno si era riusciti a far passare l’emendamento anti-corride in Plenaria, ma la Commissione europea e gli Stati ha rifiutato di abolire il finanziamento. Quest’anno chiediamo agli Stati e all’esecutivo di cambiare passo e di ascoltare i cittadini e l’unico organo europeo da loro eletto, ovvero il Parlamento Ue”.
Continua anche la raccolta firme per la petizione europea depositata da LEAL al Parlamento Europeo. 


Categorie: News dal Mondo

Il 2 novembre all'Università di Parma un seminario per i “pelosi” che non ci sono più. Lo organizza l'Enpa

31/10/2016

Da alcuni anni l’ associazione culturale “Il rumore del lutto” organizza nella settimana legata alla festività dei defunti, una serie di eventi. Quest’anno la sezione Enpa di Parma è entrata nel programma per uno spazio dedicato a loro, i pet che hanno condiviso la nostra vita e ci hanno lasciato. Una presenza costante nello scorrere della vita. Viviamo a stretto contatto con loro, condividendo spazi, abitudini, affetti, accompagnando giorni tristi e giorni gioiosi. Gli animali d’affezione sono componenti della famiglia, con cui instauriamo legami affettivi stabili e profondi, che, molto spesso proseguono oltre la vita. Sicché la loro morte rappresenta per noi un evento traumatico, una separazione dolorosa e pesante di cui non si parla.
Per questo, il seminario dal titolo “Il ponte dell’Arcobaleno”, in programma mercoledì 2 novembre alle 14.30 (Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, Aula B, Università di Parma, Strada del Taglio 10) a cura di Lella Gialdi (presidente della Sezione Enpa di Parma), vuole rappresentare un momento di riflessione e scambio di testimonianze, vissuto nella dolcezza del ricordo.
«Il titolo del seminario – spiega la presidente della Protezione Animali parmense – fa riferimento alla bellissima leggenda del popolo pellerossa di cui non tutti conoscono il contenuto. Essa parla di un bellissimo luogo in cui gli animali che ci lasciano si troveranno a vivere: prati e colline in cui correre e giocare, come fossero tutti cuccioli, perché gli anziani torneranno all’antica giovinezza. In questa vita gioiosa rimane tuttavia la malinconia per il ricordo della persona da cui si sono separati. Ma verrà il giorno in cui a turno ogni animaletto lascerà il gruppo degli amici per correre felice incontro a un’ombra sempre più definita: quella del suo amico umano, quello che tanto ha amato in vita e che a sua volta ha varcato il ponte dell’arcobaleno».
All’iniziativa interverranno le psicologhe Boniburini e Tessoni, l’antropologa Annamaria Rivera, e Fausto Quintavalla, docente della Facoltà di veterinaria .


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Terremoto: come aiutare gli animali domestici ad affrontarne la paura e superare lo stress con rimedi naturali

31/10/2016

Il terremoto è un fenomeno catastrofico che terrorizza uomini e animali. Se sfortunatamente dovessimo subire questa terribile esperienza insieme ai nostri 4zampe ricordiamoci che loro hanno paura come e più degli uomini per questo spetta a noi tranquillizzarli e aiutarli poi a superare il trauma.  
Ecco alcuni consigli di buon senso.  
Se avessimo dei cani a catena sciogliamoli dopo aver messo loro un guinzaglio, meglio una pettorina, per averli sotto controllo e non perderli. Lasciati a catena e in preda al panico spaventarsi e impiccarsi loro stessi nel tentativo di liberarsi”. Anche se decidiamo di uscire all’aperto, portiamoli con noi, tenere sempre i cani al guinzaglio corto e i gatti nei trasportini, portare con sé una buona dose di crocchette e la ciotola dell’acqua”.
Se si decide di rimanere nell’appartamento, prosegue l’Aidaa, “portare in casa tutti gli animali che si trovano in giardino, far sentire loro un’atmosfera che sia la più normale possibile, evitando gli attacchi di panico, ma soprattutto tenere la radio e la luce accesa, in modo che l’animale si senta tranquillo. In ogni circostanza parlate con loro a bassa voce ma non esagerate con le coccole, per loro deve sembrare una situazione del tutto normale. Se ci riuscite giocate con loro e dategli come premio ogni tanto una delle crocchette preferite.
Speriamo che la scossa passi senza lasciare traumi a livello emozionale ma se così non fosse dalla natura può venirci un aiuto.
I fiori di Bach possono supportare i nostri amici a quattro zampe a superare lo stress e a ritrovare la serenità.
La naturopata Lorella De Luca suggerisce una miscela preparata a questo scopo, con i seguenti fiori:
Rescue remedy: è la formula già pronta per tutte le situazioni di  emergenza e traumatiche e costituirà la base della miscela.
Rock Rose: è il fiore che tratta la paura più terrificante che si possa subire. E’ già contenuto nel Rescue Remedy, ma aggiungerlo a parte ne potenzia l’azione.
Aspen: è il rimedio per le paure di origine sconosciuta, per l’animale che ha paura di una minaccia incombente, di forze invisibili e che ha un sonno agitato.
Walnut: è il fiore dell’adattamento. Permette all’ animale di adattarsi facilmente al nuovo ambiente in cui si viene a trovare.
In una seconda fase si potrà usare la Star of Bethlehem: è il fiore del trauma per eccellenza. Fa parte del Rescue Remedy e viene utilizzato da solo nel trattamento di lunga durata per superare definitivamente le esperienze negative. Il vostro affetto farà il resto….


Categorie: Curiosità

I gatti e la notte i Halloween….

31/10/2016

Mancano poco all’inizio dei festeggiamenti Halloween e anche nel nostro Paese sta prendendo sempre più piede l’abitudine di festeggiare la notte di Ognissanti con feste “horror”. Anche se discutibile Halloween che vorrebbe essere un momento di divertimento, per scacciare gli spiriti cattivi diventa l’occasione per far del male a delle creaturine innocenti come i gatti neri. Lo denuncia EARTH, associazione nazionale per la tutela giuridica di animali e ambiente, che segnala come la notte di Halloween spariscano gatti neri in numero superiore a qualunque altro giorno dell’anno. E in passato sono stati trovati segni di artigianali riti crudeli dove questi poveri animali erano stati torturati o uccisi. Per questo l’associazione invita tutti a segnalare situazioni sospette a cui potrebbero imbattersi. L’uccisione o il maltrattamento di animali, è bene ricordarlo, è un reato penale, quindi anche le forze dell’ordine devono intervenire. EARTH, infine, raccomanda ai possessori di gatti neri o totalmente bianchi di tenerli all’interno delle abitazioni per tutelarli da eventuali rapimenti e raccomanda a tutte le associazioni, volontari e privati di sospendere le richieste di adozione e di affido.Perché i gatti neri in particolare godono di una fama iettarice e malefica?
Nel XIII secolo, forse proprio il suo essere  misterioso, indipendente, magneticamente affascinante, rese il gatto,  agli occhi di molti, una creatura demoniaca da associare agli eretici e alla stregoneria. Anche la Chiesa riconobbe in lui una creatura del male. Papa Gregorio IX nel 1233 con la bolla Vox in Roma, indica il gatto nero come la reincarnazione di Satana. Nel 1484 Papa Innocenzo VIII, per non far torto a nessuno scomunicò tutti i gatti e decretò che quelli trovati in compagnia delle streghe venissero con queste bruciati.  A causa di queste stragi, in breve tempo la popolazione felina rischiò scomparire e contemporaneamente aumentò in modo esponenziale quella dei topi, in particolare nelle città, dove fece la sua comparsa la peste che si diffuse in tutta Europa.


Categorie: Curiosità

Gattile di Cesano (Roma): dopo il rogo la solidarietà. Appuntamento al rifugio Code Felici domenica 30 ottobre

29/10/2016

Un incendio ritenuto di natura dolosa ha colpito il 24 scorso un rifugio per trovatelli, il Gattile di Cesano, dato alle fiamme. Ma dopo il tragico rogo che ha devastato il gattile, i volontari cercano di mettere insieme i resti di ciò che rimane e di trovare una casa ai 17 gatti che sono sopravvissuti alle fiamme. Il progetto è quella di ricostruire la struttura, ma intanto si cerca di ripartire con un punto di raccolta di aiuti per i mici.
I mici sopravvissuti hanno perso tutto: il loro ambiente sicuro, le loro cucce, i loro giochi. Tutto tranne l’amore dei volontari del Gattile di Cesano e la loro volontà di rimboccarsi le maniche e guarire le loro ferite, una per una.
Per superare questo brutto momento serve tutto. C’è urgente bisogno di articoli di farmacia, come antibiotici, pomate per gli occhi, pomate per le bruciature, soluzione fisiologia e garze. Ogni offerta di cibo, coperte, cucce e ovviamente denaro per le cure veterinarie è benvenuta. Non bisogna inoltre dimenticare che sebbene le volontarie lavorino incessantemente per trovare stalli e sistemazioni sicure per i mici, ogni offerta di stallo è preziosa.
Domenica 30 ottobre dalle 10 alle 15.30 presso il rifugio Code Felici possono essere conferiti materiali e oggetti di “interesse felino”.
RIFUGIO CODE FELICI 2005 Via Braccianese-Claudia km.26,050
tel.339-2314514 codefelici2005@yahoo.it
Chi non potesse rearsi sal gattile ma volesse aiutare può inviare aiuti a questi dati:
POSTEPAY 4023600903860353 C.F. SRBMRA67P59H501Q Maria Sorbaro Sindaci
IBAN: Studio Legale Cambareri : IT62A0306903208100000005621
Pay Pal: b.cambareri@studiolegalecambareri.it
In merito all’incendio è già stata sporta denuncia penale contro ignoti, e ora sta alla polizia giudiziaria scovare i colpevoli di questo crimine. Quello che importa veramente è che i gatti di Cesano, hanno bisogno di aiuto.
Per qualsiasi altra informazione, è possibile consultare il link dedicato all’evento, costantemente aggiornato con novità e progressi.


Categorie: News dal Mondo

Il Principe Harry collabora al trasferimento di 500 elefanti in Malawi

29/10/2016

Il principe Harry, come suo fratello William, è da tempo molto coinvolto nei progetti di protezione dei grandi mammiferi africani a rischio estinzione. Il principe ama la natura e spesso partecipa a progetti di salvaguardia ambientale. La scorsa estate Harry ha attivamente collaborato al trasferimento di 500 elefanti nelle aree protette del Malawi un’operazione di trasferimento storica organizzata con la Ong African parks. Il principe Harry ha immortalato con foto e video i momenti salienti dei tre mesi passati in Africa, al fianco dei volontari, veterinari ed esperti peimpegnato a spostare i circa 500 elefanti per 350 km attraverso il Malawi dal Liwonde National Park and Majete Wildlife Reserve al Nkhotakota Wildlife Reserve, dove potranno vivere al sicuro.
Per essere spostati, i pachidermi vengono addormentati. Su ciascun animale viene poi scritto un numero con uno spray che, dopo qualche ora, si cancella.
In un video il principe sostiene che tenerli in branco sia il “modo migliore e meno invasivo per farlo” e che non provochi loro “alcuno stress”. Le immagini sono state pubblicate dal gruppo di tutela dell’ambiente African Parks che aiuta i governi a proteggere i parchi naturali e mostrano il principe Harry insieme ad altri volontari intenti a posizionare gli animali anestetizzati su camion per trasportarli in un’altra riserva naturale.
Harry ha più volte manifestato il suo grande amore per il continente africano e quanto poter fare qualcosa per gli animali a rischio di questo continente martoriato lo renda felice.


Categorie: News dal Mondo

Cacciatore condannato a 10mila euro multa per utilizzo collari elettrici sui suoi tre cani

28/10/2016

Un cacciatore parmense accusato di aver utilizzato il collare elettrico sui suoi tre cani ha dovuto affrontare un processo penale che si è concluso con una condanna al pagamento di 10mila euro di multa. Inoltre il giudice ha disposto che paghi all’Enpa, che si è costituita parte civile, un risarcimento di 4mila euro più le spese legali.
L’uomo è stato fermato da due guardie zoofile ENPA durante una battuta di caccia alla lepre nelle campagne di Borgotaro, nel 2012. Durante il controllo ha attivato il collare elettrico per evitare che i suoi cani fuggissero: come ha testimoniato una delle guardie, un animale si è messo a guaire in modo lancinante e l’altro è stramazzato al suolo. Un comportamento che ha fatto scattare una denuncia per il reato di maltrattamento di animali, previsto dall’articolo 544 tre del codice penale e punito con la reclusione fino a 18 mesi o con una multa fino a 30mila euro.
I collari elettrici sono stati sequestrati, nonostante il cacciatore avesse cercato di disfarsene gettandone uno nella boscaglia. Si tratta di uno strumento molto controverso, su cui la giurisprudenza si è espressa con decisioni contrastanti. In Italia la vendita è ammessa nell’ambito dell’addestramento, ma una sentenza della Cassazione del 2013 lo ritiene incompatibile con la natura del cane. In questo caso sarebbe stato utilizzato per provocare un intenso dolore agli animali tramite puntali che danno una forte scossa elettrica alla gola del segugio.
Al termine del processo dibattimentale davanti al pm, l’imputato è stato ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti di animali. La sede centrale dell’Enpa ha ricevuto un risarcimento complessivo di 4mila euro come parte civile. Il giudice ha disposto infine che i tre cani vengano confiscati.


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Lupo curato con telecamere e bocconi per non diventare confidente resta selvatico e torna libero in natura

28/10/2016

Un lupo di circa tre anni, affetto da cimurro del ceppo artico, e’ stato liberato lunedi’ in una oasi faunistica del Perugino. Nonostante le condizioni iniziali gravi si e’ riusciti a curarlo dalla patologia – un virus che ha una elevata mortalita’ e in passato nel Parco dell’Abruzzo decimo’ decine di esemplari – e a reimmetterlo in natura con radiocollare, nonostante i mesi passati da aprile in una struttura gestita dall’uomo.
Questo perche’ al Centro per la Fauna selvatica ‘Il Pettirosso’ di Modena, dove e’ stato curato e che ha raccontato la vicenda, grazie ad un accordo con gli istituti Zooprofilattici di Perugia e di Modena, si e’ messo a punto un protocollo che ha permesso all’animale di essere seguito mantenendo la massima selvaticita’, senza entrare in contatto con l’uomo: per garantirne l’isolamento sanitario sono state fondamentali le telecamere che registravano giorno e notte gli stati clinici dell’animale, mentre le medicine sono state somministrate con bocconi.


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Ha torturato e ucciso un cucciolino, attiviamoci perché non la passi liscia

28/10/2016

Facciamo qualcosa perché anche questo mascalzone, come il pastore del nuorese, non paghi l’uccisione del suo cane con una pena ridicola.
Sevizia, picchia selvaggiamente e uccide un cane di piccola taglia e poi posta tutto su Facebook. È così che la proprietaria ha scoperto che fine aveva fatto il suo cagnolino di razza pinscher, di cui non aveva notizie dal maggio del 2015. La signora, dopo aver visto il terribile video che documenta la fine del suo cane, si è subito recata alla stazione dei carabinieri di Pescia (Pistoia), che hanno identificato l’uomo, un giovane di 27 anni residente nello stesso comune (e già conosciuto dalle forze dell’ordine), e gli hanno notificato una denuncia per uccisione di animale. I motivi del gesto secondo i carabinieri sembrano possano essere ricondotti ai dissidi esistenti tra le famiglie del ragazzo e della signora. Alcune associazioni animaliste stanno per depositare la loro denuncia in tribunale, mentre è in corso una petizione di condanna online che in poche ore ha già raccolto quasi 10mila firme.


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Complesso salvataggio alle tre di notte di un micino incastrato in un motore a Milano

28/10/2016

Con i primi freddi, quando riprendiamo la nostra auto ricordiamo di dare un colpo di clacson e una scrollata alla vettura per allontanare eventuali 4zampe in cerca di riparo e calore. E’ quanto successo a un micino in una via di Milano.
Nei giorni scorsi, verso le 21, i volontari Enpa sono intervenuti a Milano su segnalazione di un passante, preoccupato per aver sentito tutto il giorno il miagolio disperato di un gatto senza riuscire a individuarne l’esatta provenienza.
I soccorritori, giunti per individuare il micio che intanto aveva smesso di miagolare, forse perché stremato dalla stanchezza, hanno cercato di attirarne l’attenzione usando come richiamo un video youtube con il miagolio di un felino.
Come per incanto, il piccolo ha ricominciato a miagolare, permettendo ai volontari di individuarne la provenienza: era all’interno del cofano motore di un’auto in sosta. Come solitamente accade in questi casi la prima a essere allertata è stata la Polizia Locale che attraverso la targa è riuscita a rintracciare il proprietario dell’auto che risultava però essere intestata ad una agenzia di noleggio, che ormai all’una di notte non era assolutamente raggiungibile. Questo ha ovviamente ostacolato anche l’intervento dei Vigili del Fuoco, che senza la presenza del proprietario non hanno potuto fare nulla per agevolare il recupero del gatto.
Soltanto il caso ha voluto che alle 2 di notte, quando ormai le speranze di poter recuperare il micio erano praticamente esaurite, passasse un abitante della zona che, visto il movimento intorno all’auto del personale in divisa dell’Enpa, si è avvicinato e ha ipotizzato che l’auto potesse essere stata utilizzata da un suo vicino. Vista l’ora tarda, sono stati contattati i carabinieri che, giunti con una pattuglia sul posto hanno provveduto a citofonare al campanello del presunto proprietario della macchina.
Dopo poco, nonostante fosse ormai l’alba, il proprietario dell’auto è sceso ad aprire il mezzo consentendo di soccorrere il povero micio che ormai stremato dalla stanchezza è stato recuperato con estrema facilità perché si era quasi addormentato sul motore.
«La collaborazione con le forze dell’ordine è indispensabile e in questo caso lo è stata la disponibilità dei Carabinieri, per risolvere molte situazioni senza problemi per gli animali», ha dichiarato Ermanno Giudici presidente di Enpa Milano. «Con i primi freddi – ha aggiunto Giudici – i piccoli cercano rifugio e calore nei vani motori delle macchine appena parcheggiate, rischiando una brutta fine se casualmente qualcuno non si accorge della loro presenza. Ringraziamo i militari che hanno collaborato con noi per la risoluzione di questa vicenda che stava diventando un’odissea sia per i nostri soccorritori, che hanno tentato per circa 6 ore di trovare una soluzione al problema, ma soprattutto per il gatto che è fortunatamente ora è in salvo».


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