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Hotel rifiuta cieco con cane guida e si difende: "Siamo pet free per garantire la salute dei clienti. Un comportamento inammissibile e contro una legge precisa

31/08/2016

Un albergo di Rimini, ha rifiutato la stanza una persona cieca perché accompagnata dal suo cane guida. A denunciare l’episodio è l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti (Uic), che ricorda come la legge affermi che “il cieco con il cane guida può entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico”. Protagonista dell’episodio reso noto dall’Uic è la signora Patrizia intenzionata a trascorrere qualche giorno a Rimini. La reception inizialmente ha accettato la prenotazione  poi, dopo aver appreso che la signora era accompagnata dal cane guida ha spiegato che la “politica aziendale” rende impossibile accedere alla struttura con animali.
Non sono valse a nulla le proteste ricordando è la legge a garantire ovunque l’ingresso ai cani guida. Il portiere si è limitato a segnalare un altro albergo vicino. «Il cane guida – dichiara Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Uic – è un vero compagno di libertà, sempre disponibile e pronto ad assecondare le necessità di autonomia e di mobilità. Purtroppo però, ancora oggi, troppo spesso non viene permesso al non vedente accompagnato dal cane guida di soggiornare in un albergo, entrare in un ristorante, prendere un taxi o utilizzare mezzi di trasporto pubblico, nonostante l’esistenza della legge, e il buon senso. Ogni rifiuto di questa nostra libertà – continua Barbuto – costituisce una violazione dei nostri diritti umani basilari. A questi diritti non potremo mai rinunciare ed è nostro dovere difenderli in ogni sede e con ogni mezzo».
Il Direttore dell’hotel si è giustificato con un comunicato: “L’hotel, viene spiegato nel comunicato, garantisce ai propri ospiti da anni un ambiente pulito e confortevole senza la presenza di animali. Al momento della prenotazione i clienti sono certi che al loro arrivo troveranno una struttura completamente priva di residui quali possono essere i peli di gatti o cani, causa di allergie per molti. E non ci si può suggerire una maggiore attenzione nelle pulizie per ovviare al problema delle allergie”.
Inoltre, viene argomentato ancora nella nota, “quando mettiamo in vendita le nostre stanze noi sottoscriviamo a tutti gli effetti un contratto: nel periodo richiesto dal cliente ipovedente con circa 150 ospiti. Con tutta la buona volontà non avremmo potuto renderci inadempienti nei confronti di molti per tutelare gli interessi di un singolo». L’hotel, infine, si rammarica «delle problematiche» che l’ipovedente «vive nel quotidiano e non possiamo neanche minimamente immaginarcele. Ma questo nostro rammarico non può prevalere sui nostri obblighi commerciali e morali nei confronti di una plurarità indefinita di ospiti che confidano nella nostra onestà, e che frequentano da anni la nostra struttura con la certezza che magari i loro figli se non loro stessi, con forme di grave allergia agli animali possono trascorrere delle vacanze serene – conclude la nota – e conformi al contratto stipulato (struttura pet free)”.
“A tutti i potenziali ospiti che ci richiedono di poter portare con loro degli animali, rispondiamo negativamente senza aggiungere altro. Nel caso del cieco richiedente, oltre a rispondere negativamente, abbiamo provveduto a segnalare una struttura limitrofa che offre gli stessi servizi, dopo averla contattata e aver concordato lo stesso prezzo nonostante avesse costi diversi nel periodo desiderato” così Mauro D’Amico, amministratore unico dell’hotel St. Gregory Park di Rimini, replica, in una nota, a quanto segnalato Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti (Uic).
Tutto questo in primis contravviene alla legge e alla fama della Romagna considerata terra dell’ospitalità turistica per eccellenza. Forse è l’eccezione che conferma la regola.


Categorie: News dal Mondo

Vivisezione: diminuisce uso animali nelle sperimentazioni, 30mila in meno nel 2014 ma sempre troppi. In un anno in Italia utilizzate quasi 700mila cavie

31/08/2016

Diminuiscono, in Italia, l’uso degli animali nelle sperimentazioni precliniche. Nel 2014 sono state infatti ben 30mila in meno rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dai dati statistici sull’utilizzo di animali a fini scientifici pubblicati in Gazzetta Ufficiale del 24 agosto 2016, e riportati sul portale web del Ministero della Salute.
Raccolti per la prima volta secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali a fini scientifici, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 26/2014, i nuovi dati fanno registrare per la prima volta un numero totale al di sotto delle 700mila unità. In calo già da diversi anni, nel 2013 erano stati 723.739 gli animali utilizzati in trial clinici per lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie. “Con 691.666 animali utilizzati nel 2014 – si legge sul sito del Ministero – l’Italia scende di circa 30mila unità rispetto all’anno precedente confermando la funzionalità delle nuove regole contenute nella direttiva e la massima attenzione con cui vengono vagliate le procedure autorizzative”.
Il numero totale di animali in leggero calo, sottolinea la LAV, non deve suscitare applausi né stupire in quanto, per legge, il ricorso agli animali dovrebbe essere l’ultima via di sperimentazione, attuabile solo se non sono disponibili metodi alternativi. Il numero, purtroppo, è ancora troppo alto: quasi 700.000 gli animali che ogni anno vengono stabulati, utilizzati negli esperimenti, sottoposti a procedure dolorose che producono dati fuorvianti se trasferiti all’uomo.
Rispetto alle specie utilizzate, aumenta il ricorso a porcellini d’india, furetti, pecore e, tragicamente, di primati non umani. Il numero di macachi usati nei test è passato da 302 nel 2012 a quasi 450 nel 2014: un aumento inaspettato, soprattutto alla luce di una legge che limita fortemente il ricorso a specie filogeneticamente così vicine alla nostra. Animali che subiscono anche la sofferenza della cattura in natura, considerando che 246 macachi sono stati importati dall’Africa e 196 dall’Asia.
Moltissimi topi, la specie più rappresentata nei laboratori, sono allevati per il solo mantenimento di colonie di animali geneticamente modificati. Un sistema in cui si inseriscono, nel Dna dell’animale, tratti genici o geni che portano l’informazione legata alla malattia umana, dove metà degli embrioni muore durante il periodo gestazionale oppure viene soppressa perché nasce priva della modifica genetica.
Ben 289.558 le procedure che possono coinvolgere più animali, riferite alla ricerca di base, applicazione che non prevede nessun obbligo di legge e che dovrebbe avere un drastico calo delle autorizzazioni. Solo 14 su un totale di 698.059, invece, le procedure autorizzate per ricerche per la protezione dell’ambiente o nell’interesse della specie stessa.
Questi numeri, già di per sé impressionanti, sono in realtà fortemente sottostimati, perché non tengono conto di molte categorie come gli animali usati già deceduti, gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate.
Allarmante il dato relativo al numero di procedure classificate come gravi, oltre 21.000, dove per “gravi” si intendono sperimentazioni che comportano dolore e angoscia prolungati che possono comportare il non ricorso all’anestesia, come lesioni spinali, stimolazioni elettriche, nuoto forzato e perfusione di organi.
Infine, grande parte dei cani utilizzati, in totale sono 500, provengono da allevamenti al di fuori dell’UE: animali spediti come oggetti dagli allevamenti, verso i laboratori di tutto il mondo.
“L’impegno verso la riduzione e la sostituzione degli animali nella ricerca rimane purtroppo solo sulla carta, come dimostrano queste statistiche, principio che non viene ascoltato per la mancanza di formazione, gap culturale e interessi economici, e che vincola il nostro Paese a un modello fallimentare di ricerca, anacronistico”,commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Area Ricerca senza animali.


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A scuola con gli “Amici cucciolotti” per aiutare i trovatelli dell’Enpa. In cartoleria il Diario e i nuovi Quaderni 2016-2017

31/08/2016

L’apertura delle scuole è vicina, è il momento di mettere nella cartella tutto quello che servirà per studiare. Facciamo allora una scelta che diverta gli alunni e aiuti i cani bisognosi.
Il Diario degli Amici Cucciolotti trasforma ogni giorno della settimana scolastica in un’occasione per divertirsi insieme agli Amici Nasoni e scoprire cose nuove sugli animali e la natura. È il Diario che tiene compagnia per 12 mesi a scuola e in vacanza (da Settembre ad Agosto). All’interno trovi i Top Stickers! Si trova nelle migliori cartolerie, nei punti vendita della grande distribuzione e nelle librerie! Novità esclusiva: i nuovissimi Quaderni che salvano gli animali!
Sono disponibili 8 diverse copertine: una riproduce quella dell’album 2016 e le altre 7 presentano i simpaticissimi Amici Nasoni®: Paperotti, Mauro, Isotta, Missile, Scrunck, Koko con il suo aiutante Tricky e poi ovviamente Westie, la megadirettrice cucciolotta!
Inoltre, si possono trovare anche 2 tipi di cartella a 3 lembi con elastico e 4 tipi di quaderni ad anelli.
Con la collaborazione tra l’Editore Pizzardi ed Enpa è stato possibile dotare l’ente Onlus di  35 autoveicoli di soccorso attrezzati per salvare i cucciolotti abbandonati e gli animali selvatici feriti, 1 ambulatorio veterinario,1 ambulanza per le gravi emergenze, oltre 7 milioni di ciotole di cibo riempite per nutrire i trovatelli accuditi nei rifugi, 2.000 cucce coibentate per riparare i trovatelli dal freddo, 3.500 animali adottati a distanza per un anno, decine di migliaia di libretti donati alle scuole per insegnare ai bambini il rispetto degli animali …una sinfonia di numeri che racconta solo in parte questi 10 anni di progetti d’amore creati da Enpa e sostenuti dalla Pizzardi Editore. Un percorso importante che si è concretizzato donando un maggiore benessere ai trovatelli accuditi nelle oasi e nei rifugi dell’Ente e che ha fatto la differenza nella vita di moltissimi esseri viventi: non solo in quella degli amici a 4 zampe ospiti nelle strutture dell’associazione, ma anche in quella di milioni di bambini che, figurina dopo figurina, hanno intrapreso un cammino fatto di solidarietà e rispetto nei confronti dei più deboli. “Ogni anno accogliamo e curiamo circa 25.000 trovatelli” – dichiara Marco Bravi Presidente del Consiglio e responsabile Comunicazione e Sviluppo Iniziative di Enpa – “animali abbandonati stremati dalla vita di strada, malati o affetti da patologie che li rendono difficilmente adottabili. Le spese per le cure mediche rappresentano una delle voci più consistenti del bilancio Enpa che, non ricevendo finanziamenti governativi, in tempi di crisi come questi, si trova in estrema difficoltà”. 


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Ritrovata la cagnolina Lola, l'unico affetto rimasto al suo proprietario dopo la morte della moglie e dei figli sotto le macerie

31/08/2016

Ancora un piccolo miracolo: Lola è salva e ha potuto riabbracciare il suo proprietario, Valerio, disperato per aver perso la moglie e due figli. Lola, è una scriccioletta meticcia, pelo nero e zampette marroni, ma per Valerio è tutta la sua famiglia dopo che il terribile sisma gli ha portato via i suoi cari. La cagnetta è stata recuperata dai volontari dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), impegnati a tutto campo nei soccorsi nelle aree del sisma. La storia di Lola, di questa cagnolina sopravvissuta ai crolli che porta con sé l’ultimo abbraccio della figlia Benedetta, ha commosso il web. La cagnolina era stata soccorsa e salvata tra le macerie dai vigili del fuoco poi però era sparita.
Sulle sue tracce si si erano messi in tanti – da associazioni animaliste a volontari, da veterinari a guardie zoofile e forestali a persone comuni – tutti mobilitati dopo aver raccolto l’appello. A lanciarlo su facebook era stata la cognata dell’uomo, spiegando che la cagnolina, dotata di microchip, era ciò che gli restava dopo aver perso la sua famiglia. Era stata portata in un centro di accoglienza ad Amatrice ma quando l’uomo era andato sul posto a riprenderla non l’aveva più trovata. Tutti avevano fatto il possibile per diffondere l’appello comprendendo l’importanza di quel canino per un uomo rimasto solo. Poi l’avvistamento. Lola era rimasta ad Amatrice. Si aggirava nei pressi di quelle macerie che un tempo erano la sua casa. Raggiungerla non è stato semplice. Lola era spaventata e disorientata. Diffidente. Ieri mattina la bella notizia: i volontari dell’Enpa sono riusciti a recuperarla e, con i loro veterinari, a prestarle le prime cure. Ha un po’ di febbre e viene tenuta sotto osservazione. Ma ce l’ha fatta, Lola. Valerio, ricevuta la telefonata tanto attesa e sperata, si è precipitato ad Amatrice per abbracciare e riprendersi quella “piccola”, preziosa parte di vita e di famiglia che gli è rimasta.


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Pigrizia felina: meglio morto che passeggiare al guinzaglio! (video)

31/08/2016

Chi ha un gatto conosce bene la loro determinazione e come sia impossibile convincerli a fare quello che non vogliono. In questo video si vede un gattone che pur di non andare a passeggiare al guinzaglio preferisce “essere morto”.  Ai gatti è riconosciuta da sempre un’intelligenza notevole supportata da furbizia e una personalità molto forte, marcata e definita. Inoltre, il suo corpo atletico e scattante, lo rende agile e veloce. Ma contrariamente a quanto si crede vedendo le pubblicità sui cibi per i gatti, i felini sono dei veri pigroni. Amano dormire e riescono a poltrire per ore ed ore.
Sembrano si sottopongono chissà a quale fatica, per il modo in cui certe volte si addormentano. Eppure, fanno giusto il minino necessario per mantenere attiva la circolazione e smaltire il pasto quotidiano. Anche il gatto del video è un gran pigrone.
La clip mostra un gatto che l’ha studiata davvero bene per non sottoporsi a nessun tipo di attività. Si finge infatti morto pur di non spostarsi da casa sua. Non sono propensi agli spostamenti, adorano la routine e soprattutto stare in un territorio che conoscono e non temono. Anche il vostro gatto sarebbe capace di tanto pur di non spostarsi?
Le studiano proprio tutte. Certo non capita tutti i giorni di vedere un gatto così furbo! Sono animali difficili da rendere ubbidienti, hanno un caratterino un po’ troppo “indipendente” ma forse è proprio questo che ce li rende unici e amabili.


Categorie: Curiosità

Gioia, gattina estratta viva dalle macerie di Amatrice dopo cinque giorni

30/08/2016

Sono tanti gli animali visitati e curati presso il Posto veterinario avanzato che Enpa ha allestito ad Amatrice, in zona rossa. “Abbiamo curato molte unità cinofile ferite ma anche animali vaganti o di proprietà, recuperato e messo in sicurezza due tartarughe trovate miracolosamente vive” tra le macerie di Amatrice dai Vigili del Fuoco.
Tra gli animali portati in salvo anche Gioia, una gattina portata ai veterinari Enpa dai Vigili, appena estratta dalle macerie.
“E’ disidratata ma ce la farà“, spiega l’ente protezione animali.
Daniela, la proprietaria di Gioia, aveva lanciato un toccante appello: “Vi prego ritrovate la mia gatta, mi è rimasta solo lei”. Con il passare dei giorni la speranza di poterla rivedere si faceva sempre più flebile invece Gioia è tornata tra le braccia della sua umana, salvata dopo 5 giorni passati sotto le macerie da Andrea, il vigile del fuoco che l’ha ritrovata ad Amatrice.
“Stavamo lavorando con le ruspe, per spostare le macerie e aprirci un varco – racconta – Ad un certo punto mi sono fermato perché mi era sembrato di vedere qualcosa, sembrava uno di quei contenitori dove si tengono gli oggetti di valore”. Invece era proprio Gioia, la gattina bianca e grigia che è stata rifocillata e affidata ai veterinari Enpa (video).

 


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Sisma e animali, grando impegno dell'Enpa, ne ha già soccorsi 200

30/08/2016

Oltre 200 gli animali soccorsi finora e nove tonnellate di pet food distribuite nelle tendopoli e nelle localita’ isolate, o messe a disposizione degli animali vaganti con punti di alimentazione sul territorio. Questo, un primo bilancio dell’intervento dell’Ente Nazionale Protezione Animali nelle zone devastate dal sisma dove l’associazione e’ presente – fin dalle prime ore dell’emergenza – con la propria Unita’ di Intervento Nazionale e con veterinari, volontari e Guardie Zoofile delle Sezioni Enpa di Terni, Caserta, Isernia, Teramo, Rende, Rimini e Roma (cui si aggiungeranno nei prossimi giorni volontari di altre sezioni) operativi con due autoambulanze veterinaria, una automedica, un furgone per il trasporto di animali e altri tre automezzi. Lo si legge in una nota dell’Enpa. Inoltre, per curare animali che non possono essere assistiti nell’area del sisma, Enpa ha attivato una rete di cliniche e ambulatori in tutta Italia. Le segnalazioni vanno fatte al numero 342 9565574. Per segnalazioni ed emergenze e’ invece attiva la mail terremoto@enpa.org. Nella sola giornata di ieri, oltre ad avere recuperato e messo in sicurezza numerosissimi animali vaganti, i volontari hanno prestato assistenza veterinaria ad un cane delle unita’ cinofile dei Vigili del Fuoco, rimasto ferito durante le ricerche tra le macerie, mentre diversi cani e gatti randagi sono stati soccorso (anche di notte) e curati a bordo dell’ambulanza veterinaria Isotta. Un altro cane e’ stato estratto dalle macerie sano e salvo; due poi – uno dei quali e’ una cagnetta incinta – sono stati recuperati all’interno di un casolare, in buone condizioni di salute ma spaventatissimi e sempre fermi sotto un mobile. Al momento, infatti, una delle principali urgenze che i volontari stanno riscontrando sul territorio e’ quella relativa ai numerosi animali abbandonati all’interno di cortili, giardini e terreni dove i proprietari non hanno piu’ potuto fare ritorno per motivi di sicurezza. In particolare, c’e’ tanta preoccupazione per i cani a catena che non sono stati ancora raggiunti dai volontari e che non hanno alcuna via di fuga; per loro e’ una vera e propria corsa contro il tempo. L’emergenza-terremoto tuttavia non riguarda soltanto gli animali d’affezione, ma anche molti di quelli detenuti negli allevamenti ai quali Enpa ha prestato assistenza direttamente distribuendo mangime (due delle nove tonnellate sono state assicurate dal Centro Comunicazione e Sviluppo Enpa), oppure segnalando alle autorita’ competenti eventuali situazioni di crisi e sollecitando un pronto intervento. (AGI)


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Topi Vs aerei: la vittoria ai piccoli roditori capaci di mettere a terra i grossi vettori

30/08/2016

Un topolino è in grado di atterrare un aereo. Ne sanno qualcosa all’Air France dove sabato la presenza di topino a bordo di un volo che doveva decollare da Bamako in Mali alla volta di Parigi e’ stato evacuato per dare la caccia – durata diverse ore – all’indesiderato ospite. Quando pero’ tutto sarebbe stato pronto per prendere il volo l’equipaggio aveva raggiunto il massimo di ore consecutive di lavoro – anche se non in volo – per cui il volo e’ stato riprogrammato per decollare dopo qualche ora,topo permettendo.
Un aereo Air India in rotta per Milano è stato costretto a rientrare a Nuova Delhi a due ore dal decollo per un “sospetto avvistamento di topo” in cabina. La compagnia aerea ha precisato che il roditore non è stato trovato, ma il pilota non ha avuto altra scelta se non quella di virare e atterrare per far fumigare il velivolo. Il Dreamliner “AI 123… è tornato a Delhi a causa di un sospetto avvistamento di topo” ha detto all’Afp un funzionario della compagnia. “La presenza del roditore non è stata confermata, ma per garantire la sicurezza dei passeggeri l’aereo è stato fatto rientrare”.
I topi rappresentano un serio pericolo per la sicurezza dei voli aerei perchè mangiano i cavi, danneggiando i sistemi di controllo interni. Spesso si fanno dare passaggi dai carrelli del catering che ospitano i vassoi del pasti a bordo.
Non è la prima volta che la compagnia aerea in difficoltà finanziarie, mai in utile dal 2007, ha problemi di topi. Un volo interno Air India è stato costretto ad atterrare a maggio nella città del nord indiano di Leh dopo che l’equipaggio ha avvistato un topo a passeggio in cabina. Ad agosto scorso un altro aereo è stata fatto atterrare all’eroporto di Delhi dopo che il personale ha lamentato un’infestazione di topi. Air India ha sottolineato che “non c’è nulla di straordinario nel ritrovamento di roditori negli aerei: è un problema globale”.


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La dermatite felina può essere il campanello d’allarme di un gatto stressato

30/08/2016

Molte sono le possibili cause di dermatite nei gatti, dalle allergie alle pulci, all’insorgere di molte malattie complesse.
E’, pertanto, necessario sottoporre il gatto ad un approfondito esame medico per individuarne la causa fisiologica. Nel caso in cui dai test clinici non emerga nessun risultato come riportato da gattopoli.it allora è possibile che la ragione della dermatite sia di origine psicologica.
Alcuni gatti di fronte ad una situazione di stress reagiscono dedicandosi in modo ossessivo alla toelettura ( o “gromming”, in inglese).
Per loro è un modo sia di tranquillizzarsi sia di sottrarsi alla sfida che la situazione, per lui stressante, gli impone. Il micio spesso si sofferma in punti particolari del proprio mantello, leccandosi e mordendosi in continuazione. E’ in queste specifiche zone che la dermatite insorge. Uno dei maggiori problemi nelle dermatiti psicogene è che si rischia di entrare in un circolo vizioso per  cui  l’animale  si gratta perché sente prurito ed ha prurito perché si gratta.
Proprio per  rompere  tale circolo vizioso  si può   utilizzare  un    particolare  collare    detto  “Elisabetta” che impedisce al gatto di mordersi e di graffiarsi consentendo alla pelle di rigenerarsi. Ma la patologia va affrontata soprattutto trattando gli aspetti psicologici del felino che causano il problema.
Attraverso dei periodi di esposizione controllata alle situazioni di stress si cerca di aumentare la capacità del gatto ad affrontarle e vincerle. Nei casi più complessi si può ricorrere anche all’uso di tranquillanti il cui dosaggio verrà gradualmente ridotto nel corso del trattamento. E’ una patologia complessa ma che se ben affrontata con il supporto di veterinari comportamentalisti capaci può essere efficacemente curata.
Nelle dermatite di origine psicologica il gatto si pulisce e si gratta in modo ossessivo in particolari punti, qui può insorgere la patologia.


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Rara lucertola azzurra uccisa ed impiccata a Capri

30/08/2016

Nei giorni scorsi un esemplare di lucertola azzurra dei Faraglioni, ormai molto rara, è stato trovato su una strada di Capri con tracce evidenti di tortura: la carcassa del rettile, in forte stato di decomposizione, presentava un cappio al collo utilizzato con tutta probabilità per catturarlo e poi ucciderlo, da stabilire se volontariamente o meno.
La lucertola azzurra è una sottospecie della lucertola comune che vive solamente sui Faraglioni di Capri e per questo motivo è un animale molto raro al mondo. La lucertola azzurra di Capri, il cui nome scientifico e’ Podarcis sicula coerulea, ha il suo habitat naturale sui Faraglioni e non è diffusa su tutta l’isola ma vive esclusivamente su due “Faraglioni”, i caratteristici scogli del luogo. Nella fattispecie quello di mezzo e lo “Scopolo”, per raggiungere i quali bisogna affrontare una piccola ma niente affatto facile arrampicata. Questo animale venne scoperto ufficialmente nel 1870 e da lì in poi ne è diventato uno dei simboli del posto e non sono mancate nel corso degli anni campagne alla sua tutela oltre a documentari italiani ed esteri a scopo scientifico.


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“E’ solo un cane, ci sono persone da salvare”. Ma resta solo lui a un bambino che ha perso la tutta la sua famiglia

29/08/2016

L’esercito di quelli del “sì, però….” ha colpito ancora. Davanti al salvataggio di un cagnolino qualcuno invece di scavare e darsi da fare ha saputo solo criticare: “E’ solo un cane, ci sono le persone da salvare”
Tutto questo quando vedono una donna con in braccio un cagnolino appena estratto da sotto le macerie. Il piccolino è spaventato, probabilmente trema, la giovane lo tiene tra le braccia rassicuranti. Protagonista è Giulia Novelli, veterinaria di Rieti accorsa come volontaria sui luoghi della tragedia.
Le persone però criticano a priori, senza capire, senza sapere che ogni essere vivente ha diritto a essere salvato e quanto bene la sua esistenza può fare a chi lo ama. «Mentre prestavamo soccorso ad un cagnolino che guaiva sotto le macerie – racconta la veterinaria al sito Rietilife.com -, qualcuno ha tentato di criticare il nostro lavoro, rimarcando che quello era solo un cane, mentre c’erano persone da salvare».
Ma sono stati poi i fatti a dare la forza, la voglia di non mollare, anche quando la stanchezza si fa sentire: «Quell’animale poi è stato salvato, e mentre lo accudivamo è stato notato da un bambino disteso su una barella che l’ha subito chiamato a sé: era il suo cane. Abbiamo visto cambiare l’espressione di un bimbo traumatizzato, felice di abbracciare il proprio fedele compagno che non si è più discostato da quella barella. Questo è il supporto che danno gli animali in questo momento, anche perché a quel bambino è rimasto solo il cane. Ha perso tutta la famiglia». 
Damiano, questo è il nome del cagnetto, è stato trasportato in un ambulatorio veterinario di Rieti nella speranza che qualcuno venga a prenderlo per riabbracciare il suo piccolo amico umano.


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Che bello, cagnolino va al mare con la proprietaria ma lei si ubriaca e lo riempie di botte. Denuciata per maltrattamenti e resistenza alla Polizia di Ostia

29/08/2016

Doveva essere una bella giornata per un cagnolino romano, un po’di tempo da passare in spiaggia con la sua proprietaria, ma si è trasformata in un incubo. A salvare il quattrozampe dalla violenza della donna ubriaca è stata una bagnante che ha assistito alla scena.
Botte sulla testa e su tutto il corpo al cagnolino. Una scena quindi che certo non poteva passare inosservata quando, in uno stabilimento balneare del litorale romano, una donna ha deciso di chiamare la Centrale Operativa della Questura di Roma, che ha subito girato la nota alla pattuglia del commissariato di Ostia. I poliziotti, arrivati presso la struttura, dopo aver ascoltato il racconto della richiedente, sono andati a chiedere spiegazione alla diretta interessata. Palesemente ubriaca, la donna si è rifiutata di fornire i documenti agli agenti, assumendo anche un atteggiamento aggressivo. Gli investigatori, con non poche difficoltà, sono riusciti ad accompagnare lei ed il suo amico a quattro zampe nella vettura di servizio. Arrivati negli Uffici del Commissariato di Ostia, la romana di 38 anni è stata prima visitata da personale medico, e successivamente denunciata per i reati di maltrattamenti di animali e resistenza a pubblico ufficiale. Il cagnolino, che dapprima si è mostrato diffidente ed impaurito per i chiari segni di maltrattamento, è stato sequestrato e, al momento affidato agli ‘angeli’ del Commissariato, in attesa di trovare una giusta collocazione. 


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